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sabato 12 luglio 2025

Il SIFAR e le tangenti di Saragat


Ho cercato aiuto tra i miei contatti e grazie a Erik Getlik, un esperto della guerra fredda che vive in Slovacchia e conosce la lingua ceca dalla nascita, sono riuscito a ricostruire praticamente la prima metà del documento, diciamo così, nascosto. Eccone il testo:


“Tra i documenti perduti del Sifar c'è anche il volume di Saragat, commissionato personalmente da de Lorenzo per il suo ritrovamento. Scomparve senza lasciare traccia e fu probabilmente nascosto da Andreotti prima di lasciare il Ministero della Difesa. Nel volume di Saragat si trovavano prove che, prima delle elezioni del '63, i socialdemocratici austriaci consegnarono xxx in denaro all'appartamento di Saragat come ricompensa per il suo contributo alla risoluzione di xxx a favore dello Stato austriaco. Alla fine del '63, Saragat era Ministro degli Esteri e in seguito guidò i negoziati con l'Austria per l'Alto Adige, condotti dall'Austria a favore generale. Lì, SARAGAT apprese che il Sifar aveva ricevuto una segnalazione secondo cui era stato corrotto dagli austriaci...”

Proviamo a ragionare sul contenuto che, grazie anche alla consulenza dell’amico slovacco e ai consigli di Vito Sibilio, ci offre molte notizie.

I fascicoli perduti.

Il documento inizia subito con la notizia della perdita di alcuni fascicoli del SIFAR, che ormai sappiamo essere quelli dei NOS. Chi scrive la relazione dà per scontato che chi leggerà queste frasi saprà già di cosa si parla. Sono andato a rileggere i documenti precedenti, anche oltre a quello sovrapposto, che è immediatamente precedente in termini temporali. Non manca nessun foglio. Il giorno precedente, il 3 maggio, l’Stb era impegnato nella disinformazione sull’Alto Adige, inserendosi con gli articoli di un loro contatto, tale Gismondi, sulle relazioni tra Italia e Austria nella politica regionale altoatesina. 

Il volume Saragat.

Potrei dedurre che il SIFAR, nello svolgere le consuete verifiche sull’affidabilità di coloro che richiedono il NOS, avrebbe scoperto che Saragat si era fatto pagare una tangente dagli austriaci per concludere in loro favore la spinosa questione dell’autonomia altoatesina. Giulio Andreotti avrebbe deciso, forse scoprendone il contenuto compromettente, di nascondere questo fascicolo. Forse anche gli altri? L’Stb si concentra sull’allora Ministro degli Esteri quindi non lo sappiamo. Però è plausibile. 

La parte mancante.

Abbiamo svelato la parte iniziale del documento. Non ci viene detto dall’Stb dove siano state reperite le informazioni, se da qualche contatto oppure dai giornali. E questo accade molto raramente nei documenti cecoslovacchi. Ma è evidente che sui giornali italiani non ci sia ancora niente. Anche perché sarà il numero dell’Espresso del 7 maggio a svelare che fu De Lorenzo l’autore dello spionaggio dei Ministri, dei quali forse già si vociferava. In Cecoslovacchia invece lo sapevano già. Resta tuttavia impossibile leggere il brano centrale di questo documento, poiché sopra vi è un messaggio interlocutorio sull’operazione Romulus. Che dice questo:


“AO Romulus

28.4 Durante un incontro specifico per la richiesta di un documento telegrafico alla redazione di VS-DOMINGO, si è rifiutato di inviarlo. A suo parere, è meglio richiedere la documentazione per posta all'Ambasciata e consegnargliela qui sul posto. Dalla conversazione è emerso chiaramente che non vuole dimostrare l'iniziativa richiesta e la considera troppo delicata. Afferma inoltre di non essere certo di ricevere il materiale richiesto. Non ha ancora ricevuto risposta all'interpellanza, a suo dire, non sarà così presto data la situazione. Invierò maggiori dettagli tramite corriere.”


Non c’entra nulla con ciò che invece resta leggibile nella parte bassa del foglio. Poi vedremo meglio anche come era stato composto questo collage di fogli e foglietti.

Sotto ancora c’è il messaggio sottolineato che abbiamo già visto.


“In qualche paese, si diffonda la notizia della consegna del volume di Sifar alla CIA americana e del contenuto del volume di Saragat. Tuttavia, è necessario consultarsi con gli amici, data la figura di Saragat e il beneficio che la DC ne trarrebbe.”


Il mio amico Getlik mi conferma che il verbo va inteso al congiuntivo con senso futuro: “si diffonda”. Questo dettaglio è fondamentale, perché conferma che l’Stb sull’affare SIFAR intendeva prendere l’iniziativa e dire che i volumi spariti erano stati spediti negli USA. Non è detto che sia totalmente falso. Abbiamo visto nei precedenti articoli che dietro la gestione dei dossieraggi c’erano gli americani. Ma venivano fatte delle valutazioni su cosa fosse meglio diffondere e cosa no. Sembra evidente che i fili del gioco fossero tenuti in mano da loro e dal Kgb. 

La Misura Attiva sul SIFAR nei documenti successivi rimase a margine di altre operazioni. Venne citata in altri documenti anche una seconda volta, poi sparì, almeno dai fascicoli della Cecoslovacchia, che era un piccolo Stato satellite dell’URSS. Quindi il sospetto è che i giornalisti del settimanale L’Espresso, sia pure onestamente, fossero finiti nello sporco gioco della disinformazione sovietica.

Proviamo ora a fare qualche considerazione più tecnica di carattere archivistico. Come primo passo, analizziamo le date di emissione dei due documenti, quello sopra e l’altro, più importante, sotto, e poi i numeri di protocollo. L’ordine di archiviazione è corretto, poiché il documento più piccolo, sull’operazione “Romulus”, e quindi quello incollato sopra, è numerato a penna come 23, mentre quello sul SIFAR è il 24. Infatti il 23 fu emesso la mattina e il 24 il pomeriggio-sera dello stesso giorno: 4 maggio 1967. Entrambi partirono da Roma, presumibilmente dalla sede dell’ambasciata cecoslovacca. Si potrebbe pensare che la sovrapposizione nefasta, che ci impedisce di leggere integralmente il documento, sia dovuta a un errore nella catalogazione dopo la caduta del Muro. Ma lo escluderei, per due ragioni. Primo, l’archivio di Praga conserva in foto digitali sia il fronte, sia il retro, pertanto il foglio mentre veniva fotografato venne alzato e girato. E’ per questo che lo considero incollato e non solo appoggiato, altrimenti gli archivisti se ne sarebbero accorti. Secondo, i cechi dopo la caduta del Muro di Berlino cercarono di ricostruire in modo certosino l’attività dei propri servizi segreti, con una mentalità anticomunista molto lontana dalle nostre abitudini italiane. Credo, pertanto, che nel caso in questione si tratti di una copertura decisa dallo stesso Stb prima del 1989. 

Il retro del documento è importante.

Osservando il retro del foglio, si intuisce che ci sono ben tre fogli in questo mix stranissimo di documenti, non due. Attenzione alle firme. Notiamo un foglio molto grande, che sembra cartonato, in cui pare non esserci scritto niente, se non la firma finale: “Jaros 83”. Poi c’è un secondo foglio, meno grande, con il depistaggio sull’affare SIFAR, ed è firmato in corsivo da un certo “balar S.S.” oppure 5.5. E poi il foglietto della misura attiva “Romulus” firmato di nuovo “Jaros 82”. Visti da dietro, i tre fogli appaiono essere tenuti insieme dal foglio dell’affare SIFAR, perché è una specie di foglio doppio a quattro facciate, come quelli protocollo che si usano a scuola. Perciò gira per 360 gradi intorno al foglio vuoto cartonato, che sembra essere stato messo lì perché gli altri due vi si attacchino. Il foglietto di “Romulus” è una specie di toppa messa lì per coprire il caso SIFAR, quantomeno per non far capire come si arrivò al depistaggio.

Cosa dunque vuol dire? Ormai ho visionato migliaia di documenti cecoslovacchi e credo proprio che sia la prima volta che mi capita un caso del genere. Chatgpt mi suggerisce una spiegazione interessante. Scrive: “Tecnica di segnalazione interna (“marcatura”). In certi casi, le sovrapposizioni erano usate non per censurare, ma per evidenziare una parte sottostante a uso interno, ad esempio: perché la parte inferiore conteneva informazioni operative sensibili; oppure perché si voleva far notare qualcosa a un lettore successivo (es. “leggi sotto con attenzione”). La sottolineatura a penna rafforza questa ipotesi: chi l’ha letta, voleva chiaramente mettere in risalto proprio quella sezione, non nasconderla.” Mi dà anche altre possibilità ma questa al momento mi pare la migliore. 

Ho provato a chiedere spiegazioni direttamente agli archivisti di Praga, sostenendo che a mio avviso il documento fosse stato incollato per coprire dei dati sensibili. Un'impiegata mi ha risposto così: “Caro signor D'Agostino, È una possibile ipotesi, ma in questo caso è probabilmente solo un problema di riprese scadenti. La carta sopra è leggera, più leggera di quella sottostante e quasi traslucida, quindi probabilmente si sono semplicemente dimenticati di toglierla durante le riprese. Ci sono molti errori simili nelle riprese, specialmente nei casi di carte più piccole. Se lo StB voleva attaccarla, di solito usavano nastro adesivo o colla, che è visibile sotto la carta durante le riprese.”

Devo aggiungere un commento personale. Più volte il personale dell’archivio di Praga escludeva a priori questo o quel coinvolgimento della Cecoslovacchia nelle vicende tragiche italiane, salvo essere poi smentito dai documenti. Quindi non scarterei del tutto l’ipotesi di Chatgpt, anche perché non sarà per niente facile ottenere la correzione di quell’errore di “ripresa”, ossia nel fotografare il documento. Loro sostengono sempre di non essere in possesso dell’originale, ma di conservare soltanto la copia microfilmata. Credo che per ottenere una modifica servirà un intervento a livello politico o diplomatico.

In definitiva, è probabile che mi sia trovato di fronte a un caso unico di attività talmente segreta da essere criptata anche all’interno dello stesso servizio segreto di Praga. Tutti i reportage dell’Espresso partirono dal 7 maggio del 1967, con lo scoop su De Lorenzo. Il titolo in copertina era: “Spiava per conto dei Ministri”. Il 3 maggio Jannuzzi iniziò la raccolta di informazioni. Infatti, secondo un articolo de Il Dubbio, intitolato “Lino Jannuzzi, ironia e vita spericolata da reporter garantista”, del 9 agosto 2024 a firma di Paolo Delgado, di un dossieraggio ipotetico del SIFAR si vociferava e dibatteva in Parlamento da circa un anno, ma senza grande attenzione mediatica. E allora ecco che questo documento si inserisce nella vicenda in maniera piuttosto prepotente.

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