venerdì 1 agosto 2025

L’informatore di Praga al quotidiano La Stampa


Si può senz’altro affermare che uno dei più grandi dirigenti del quotidiano La Stampa fu uno stretto confidente delle spie cecoslovacche. Accadde nel periodo tra il 1961 e il 1967. Lo testimonia il fascicolo 10443-306, che contiene due volumi interamente dedicati agli incontri, per lo più privati, per mezzo dei quali l’Stb riuscì a “coltivare” Michele Tito, che all’epoca ricopriva l’ambito ruolo di redattore capo della redazione romana de La Stampa. 

Sulla corrispondenza tra la biografia ufficiale di Tito e questo contatto di Praga, soprannominato DISK, non ci sono dubbi. L’unica perplessità riguarda la città di nascita. Secondo il fascicolo 306 Tito nacque a Castellamare di Stabia, mentre per Wikipedia sarebbe nato a Homs in Libia, sempre comunque il 22 maggio del 1925. Fu in seguito vicedirettore del Corriere della Sera ai tempi di Piero Ottone e poi direttore del Secolo XIX di Genova, quindi negli anni Ottanta diresse anche Globo e il settimanale Mondo.

In un articolo del Secolo XIX, a firma di Elena Nieddu, Tito viene definito: “un uomo curioso fra gli snodi oscuri del Novecento”. Morì a Roma il 21 gennaio del 2003.

Chi ha conosciuto Michele Tito come collega e giornalista potrà quindi giudicare meglio del sottoscritto quali dettagli nuovi, inediti, della sua vita professionale ci offrano questi documenti del fascicolo cecoslovacco. 

Ho potuto tradurre in maniera pressoché perfetta quasi tutte le relazioni di queste due cartelle. L’intelligenza artificiale negli ultimi tempi fa miracoli. Ho quindi riflettuto a lungo se fosse corretto nei confronti della famiglia divulgare tutto ciò che ho letto. E ho deciso di non farlo, in quanto questa storia ricalca più o meno quella già ampiamente nota di Corrado Augias. 

Ho usato, come avrete notato, la parola “coltivare”, che è stata introdotta per la prima volta con un nuovo significato politico dall’archivio Mitrokhin. Coltivare, nel gergo delle spie dell’est, voleva dire cucinare a fuoco lento un obiettivo da utilizzare come informatore. In un certo senso, questi fascicoli confermano ancora una volta la bontà del lavoro di Mitrokhin e di Christopher Andrew. Questo significa, anche, che il soggetto coltivato poteva essere consapevole solo in parte di ciò che stava facendo. 

Mi spiego meglio. Tito (ma pure Augias) era un giornalista notoriamente vicino alla politica del Patto di Varsavia. Probabilmente non ne faceva mistero. Ma era anche amico personale di una delle più importanti spie di Praga. Per Augias si trattava di Jaros, qui abbiamo invece Vik. Entrambi riuscirono a introdursi nella vita privata del loro obiettivo grazie alla confidenza che veniva loro concessa. Vik era oltretutto un giornalista, un collega di Tito. Quante volte in una redazione, e io ne so qualcosa, in un momento di pausa, durante giornate molto pesanti di duro sforzo mentale per scrivere articoli, ci si apre con la persona che sta scrivendo proprio di fianco e si parla del più e del meno? Delle donne (o viceversa degli uomini) da frequentare, delle cene da organizzare, delle gite? 

Probabilmente questi dialoghi che leggerete tra Tito e Vik, ammesso e non concesso che le storie narrate siano vere, non sarebbero mai dovuti finire nelle mani di uno studioso. Poi arrivò improvvisa la caduta del muro di Berlino. 

Certo, la coltivazione dell’informatore non si fermava alla chiacchierata rubata al bar o al ristorante. Compariva spesso, alla fine delle relazioni, un’annotazione dell’ambasciata sulle spese sostenute, e tra queste, oltre ai regali, alle cene offerte dal finto amico, per cui veniva puntualmente chiesto un rimborso dallo Stato, vi era anche il pagamento del soggetto “coltivato”. Se il lettore potesse leggere l’intero fascicolo si renderebbe conto di quanta pazienza, quanta tenacia, fosse disposta a profondere l’ambasciata di Praga per ottenere informazioni riservate sulla NATO, sulla politica italiana, sui partiti. Solo dopo anni si sarebbe passati, eventualmente, e non prima di aver svolto svariati controlli, dalla coltivazione all’attivazione di un’agenzia vera e propria. In questo periodo, tuttavia, sgombriamo il campo dall’illusione che un soggetto coltivato fosse solo attenzionato o monitorato. Michele Tito, per esempio, era un informatore attivo e, mi sento di dire, consapevole di aiutare il Patto di Varsavia, pur con le attenuanti che ho appena illustrato.

Ho selezionato i documenti che meglio di tutti riassumono questa storia, anche approfittando degli immancabili “memorandum”, con cui l’Stb riepilogava il percorso svolto nell’avvicinamento dell’informatore. Dal punto di vista politico spicca soprattutto la connessione che poteva sussistere - come immaginavo da tempo - tra le aziende che aprivano le proprie filiali nell’URSS e lo spionaggio sovietico. A Tito fu proposto di conoscere le nuove attività della Montecatini nel territorio russo. In quei casi era inevitabile che la macchina spionistica del Patto di Varsavia si mettesse in moto per monitorare tutte le persone che varcavano la Cortina di Ferro. Queste joint-venture non nascevano certo per caso, né per un ripensamento dei sovietici sul socialismo reale. Per esempio, non è da escludere che Aleksej Nikolaevič Kosygin, premier dell’URSS, fosse inserito all’interno di questo gruppo di amici de La Stampa. Nel documento 119 si parla di un certo Kosigyn (scritto in maniera differente, forse per errore), che durante la visita in Italia sarebbe entrato nello yacht del suocero di DANEK, amico di Tito e spia cecoslovacca che purtroppo non so identificare. Sono andato a controllare nell’archivio della Stampa ed effettivamente Kosygin, quando era vicepremier, nel 1962, visitò l’Italia e in particolare gli stabilimenti della FIAT, poiché l’URSS era interessata ad acquistare impianti per la produzione di trattori. 

La collaborazione di Tito con Praga si concluse nel 1967, non per sue incapacità o perché ritenuto inaffidabile, bensì perché il suo amico, Vik, era dovuto rientrare in Cecoslovacchia. E si sa che in Italia, senza gli “amici giusti”, non si lavora...


Documento 4

Titolo: Referente per la residenza a Roma con particolare attenzione al Parlamento italiano, al Partito Democratico Cristiano e alla NATO

Annotazione: il tipo lavorava come caporedattore del quotidiano LA STAMPA a Roma. Il contatto era semi-ufficiale, di natura amichevole. Trasmetteva informazioni di natura giornalistica semi-ufficiale. Evitava informazioni sulle questioni NATO. Aveva un buon rapporto personale con il nostro KP. Dopo che KP lasciò la residenza, il contatto si interruppe. Il volume fu fondato nel 1961.

Volume archiviato nel 1968


Documento 27-29-31

Rapporto TITO.

Dott. TITO Michele

Responsabile della redazione romana del quotidiano torinese "La Stampa", cittadino italiano, residenza Roma Viale Rossi 15, recapito telefonico dell'appartamento 870-246.

Durante il mio soggiorno a Praga nell'ottobre del 1960, venni a conoscenza del cittadino italiano TITO Michele. Il signor Vik ebbe contatti con TITO, corrispondente parigino del quotidiano governativo italiano "Il Messaggero", a Parigi. Nel corso di questi contatti, TITO fornì al signor Vik alcune informazioni politiche di minore importanza, in particolare una proveniente dall'ambasciata italiana a Parigi.

Il 3 febbraio 1961, chiamai TITO al suo appartamento /dal bar/ e gli dissi che dovevo incontrarlo per consegnargli un regalo da parte di Sr Vik. TITO suggerì un incontro a casa sua o in ufficio. La visita ebbe luogo quello stesso giorno, dalle 15:00 alle 16:45, nel suo appartamento.

Come regalo, gli ho dato un paio di cervi in vetro soffiato e gli ho detto che l'avevo incontrato durante la mia vacanza. Veniamo da villaggi della Moravia non lontani l'uno dall'altro. Il signor Vik mi ha parlato del suo amico italiano TITO, che aveva incontrato durante il suo soggiorno a Parigi. Mi ha chiesto di fare un regalo. Ho detto a TITO che il signor Vik voleva mandare a sua figlia una bambola in costume tradizionale, ma prima della mia partenza ci eravamo già incontrati per motivi di tempo.

Non si incontrarono. TITO non nascose di essere molto contento e si riferì a Sr. Vik come a un buon amico. Dalla sua dichiarazione, si può dedurre che tra loro ci fosse un buon rapporto amichevole. TITO ricordò anche la moglie di Sr. Vik e la cara Olga. Disse che avevano vissuto insieme il periodo peggiore a Parigi: l'ascesa al potere di De Gaulle, le varie macchinazioni politiche degli estremisti di destra, ecc.

È responsabile delle relazioni con Roma. Ha inoltre dichiarato di lavorare come corrispondente per il quotidiano torinese "La Stampa". "La Stampa" è un quotidiano borghese, finanziato da FIAT, in alcune sezioni - soprattutto nel primo periodo - relativamente obiettivo. È uno dei principali quotidiani italiani. Considerando che viene pubblicato a Torino, la posizione della redazione romana e il fatto che la vita politica si svolge a Roma, è piuttosto importante. La sua dichiarazione ha dimostrato di avere contatti piuttosto ampi negli ambienti politici romani. È piuttosto insoddisfatto del suo soggiorno a Roma. Si è lamentato dei romani, che a suo avviso sono indisciplinati, promettono tutto e fanno meno. Ha affermato che ogni romano, compresi coloro che lavorano nei ministeri, farà solo ciò che deve. Si dice che solo deputati, funzionari politici, ambasciate e giornalisti siano interessati agli eventi politici. Ha sottolineato che la vita in Italia è fortemente influenzata dal Vaticano. Vorrebbe diventare corrispondente.

TITO chiese anche cosa stesse facendo Sr. Vik in quel momento, se fosse ancora alla Stampa Ceca. Gli dissi che ora lavorava nell'ufficio stampa del KZV. Poi chiese l'indirizzo di Sr. Vik, a cui avrebbe dovuto inviare una lettera. Risposi che me lo ricordavo esattamente in quel momento e che glielo avrei dato di tanto in tanto, perché l'avevo segnato da qualche parte sulla legazione.

Più tardi arrivò anche la moglie di TITO. Alle loro domande, nel contesto di una conversazione generale, risposi che lavoro all'ambasciata cecoslovacca, che abbiamo due gemelli, ecc. A questo lei rispose che mia moglie doveva andare da loro e fissare un appuntamento per farmi visita.

TITO vive in una casa moderna vicino a Piazza Ungheria. Il suo appartamento è arredato con un lusso piuttosto sfarzoso. Durante la visita è stato molto cordiale, a quanto pare non stava fingendo. Mi ha offerto whisky e caffè. Ho pensato che avesse lì alcune cose fatte con il nostro vetro tagliato. Hanno avuto un secondo figlio di recente. TITO è piuttosto taciturno rispetto a sua moglie.

Conclusione:

Non sarà un problema mantenere i contatti con TITO. Sia lui che sua moglie hanno espresso la speranza di rivederci sicuramente. Ho detto loro che a breve organizzeremo uno spettacolo del gruppo folcloristico cecoslovacco presso l'ambasciata. In questa occasione, invierò loro un piccolo invito. Questo invito sarà ben accetto. Nei contatti con TITO, ci concentreremo sulla costruzione di un rapporto amichevole, discutendo di problemi politici e testandone le capacità. Se possibile, inviate qualche breve messaggio.

il 12 febbraio 1961

Melka Milan


Documento 107-109-111-113

MEMORANDUM

Dati personali

Sb. Dr Michele TITO, nato il 22.5.1925 a Castellammare presso Napoli, di nazionalità e cittadinanza italiana, residente a Roma, Via di Villa Ada 10, tel.: 867625. Dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore a Castellammarco, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza, dove si laureò nel 1947.

Ha studiato politica a Napoli.

Giornalista di professione, ha lavorato nelle redazioni di diversi quotidiani napoletani durante e dopo gli studi (alcuni dei quali sono oggi scomparsi), dal 1954 al 1959 come corrispondente fisso del quotidiano "Il Messaggero". Dopo il ritorno a Parigi, ha lavorato per un breve periodo nella redazione romana di questo quotidiano, da dove è passato alla redazione del quotidiano "La Stampa". Attualmente è a capo del gruppo FIAT come direttore del quotidiano "La Stampa".

Descrizione della persona:

È di corporatura media, il fisico è snello, ha occhi e capelli scuri.

Caratteristiche

È socievole e dotato di umorismo, tipicamente italiano. Segue le conversazioni, ma partecipa attivamente a quelle che ha iniziato, anche se non parla inglese. È popolare, ma non si può escludere che mantenga un certo rispetto. Ha legami familiari con altre donne. Tuttavia, non è certo il tipo di Don Giovanni che cerca "avventure con le signore" ed è un fumatore piuttosto accanito. Ha buone maniere, non gli piace bere. Non l'ho mai visto bere troppo. /tuttavia, sua moglie ha ricordato due occasioni in cui lui "ha preso il sopravvento" / È un tipo sportivo e di solito chiede a gran voce una vacanza nel fine settimana.

Profilo politico:

Non è membro di alcun partito politico, ha sempre gravitato verso la sinistra anarchica. Dopo aver attraversato il fronte a Napoli, fu membro della redazione del primo settimanale nei territori liberati, che fu bandito dal quartier generale alleato dopo due numeri per aver diffuso idee comuniste e anarchiche. Tra i suoi migliori amici c'era il corrispondente da Mosca di "Unità" Pancaldi, con il quale strinse una profonda amicizia durante il suo soggiorno a Parigi, dove Pancaldi lavorava. Dopo che le autorità francesi denunciarono Pancaldi, Tito si prese cura della moglie, che dovette rimanere più a lungo.

Dopo l'ascesa al potere di De Gaulle nel 1958, DISK fu eletto all'ufficio stampa del Ministero degli Esteri francese, dove fu rimproverato per i suoi articoli e dove gli fu infine consigliato di lasciare Parigi. Sebbene provenga da una regione clericale, è ateo (si dice che lo abbia inserito nei questionari ufficiali) e influenza anche spiritualmente la moglie, che è cattolica romana, ma non partecipa alle cerimonie religiose. Durante il primo tentativo di pacificazione dell'Italia centrale (Fanfani), il DISK fu un sincero sostenitore dell'integrazione europea dei partiti democratici. 

Situazione finanziaria:

La sua attuale situazione economica è molto buona. Il suo reddito mensile è stimato in 500.000 lire all'anno. Come ha ammesso, ha pagato 2.000.000 di lire solo nell'ultimo anno alla Point Colony. Paga 130.000 lire al mese per l'appartamento, ha delle domestiche, due auto, affitta una casa di campagna a Rocca di Papa, arredata con grande spesa, probabilmente con l'aiuto del marito e dei genitori. Possiede una Fiat 1900 / NA 193439 rosso scuro e una Fiat 600 MA 12151 beige chiaro. Entrambe le figlie frequentano l'Università francese, dove pagano tasse universitarie piuttosto elevate. 

Sua moglie Marisa, nata Bellelli, di qualche anno più giovane di DISK, è di Napoli. È figlia del Professor Dr. Francesco Bellelli, professore associato di chirurgia e primario del reparto di neurochirurgia dell'ospedale di Salerno, che vive e ha uno studio privato a Napoli, in Piazza Medaglia d'Oro.

Dopo aver terminato la scuola superiore e l’università, ha iniziato a lavorare come giornalista e redattore. Successivamente si è stabilito presso il DISK, dove tuttora lavora. Ha due figli, tra cui una bambina di quattro anni di nome Cristina. Ha un carattere allegro e socievole, con tratti che richiamano un temperamento latino, anche se non ha origini latine. Ama spendere denaro e cerca sempre di ottenere il massimo vantaggio possibile dalle situazioni.

I genitori cercano di moderarla e la sostengono finanziariamente. Sono molto ricchi, con alti redditi, proprietà immobiliari e terreni.

Contatti e legami:

Il DISK mantiene estesi contatti in vari settori, anche se non tutti sono stati ancora identificati. I principali legami includono giornalisti stranieri, editori di testate giornalistiche e persone influenti nel mondo dei media. Vive in una villa connessa a un'altra abitazione appartenente a un dirigente di un grande magazzino chiamato "CIL". Inoltre, mantiene relazioni con deputati, avvocati, professori universitari, medici e membri del corpo diplomatico.

Relazioni con l'estero:

Durante il suo soggiorno all’estero, ha stabilito e mantenuto contatti con giornalisti stranieri sotto copertura giornalistica. Queste relazioni si concentrano soprattutto nel mondo della stampa estera.

Attività sospette e movimenti:

Stabilì alcuni contatti nel 1956 durante un pranzo a Parigi. Tali relazioni continuarono anche dopo il suo ritorno in Cecoslovacchia. Con il supporto del marito, ha mantenuto legami fino alla fine del 1964, anche attraverso frequenti viaggi all'estero autorizzati ufficialmente 2–3 volte al mese.

Suggerimento per ulteriori azioni:

Considerato che l'intelligence di DISK è evidente dai suoi ampi contatti ad alto livello, riteniamo che DISK sia un tipo idoneo di "contatto diverso". Poiché nel suo caso la possibilità di un "abbandono" sembra essere completamente esclusa a causa degli stretti rapporti amichevoli e dell'AD e delle opinioni di DISK, propongo di condurre un'intervista dettagliata il prima possibile. DISK verrebbe quindi informato e concentrato sulla questione della politica estera, in particolare sul collegamento con la NATO. 

N.B.:

Qualche altro dettaglio da sapere di DISK sono negli archivi di R.O. di Parigi e S.Melka di Roma.

Scritto da: L. Vik.


Documento 119

Contatto: DISK

Data: 10.5.65 dalle 18.00 alle 19.00

L'11 maggio alle 18 ho cercato DISK in redazione.

DISK stava lavorando alla correzione di bozze del manoscritto e mi ha chiesto di scusarlo,

Stava finendo una sceneggiatura per la televisione e il fattorino della televisione era venuto a ritirarla. Il direttore Furno era seduto nella sala DISK; l'avevo incontrato qualche tempo prima nella casa di campagna di DISK, che dopo un po' era stato sostituito da DANEK. Parlammo a bassa voce per non disturbare DISK. Da Furno seppi che DISK aveva scritto una sceneggiatura sulla Rivoluzione Francese, che Furno definì molto riuscita. Sia Furno che DANEK parlarono poi di questioni generali e di giornalismo. /Da Furno seppi che il Cardinale Bea era in visita alla famiglia. Ebbi l'impressione che la moglie di Furno fosse imparentata con Bea./ DANEK propose di andare a Napoli qualche volta, dove avremmo potuto fare una gita sullo yacht di suo suocero /Sir Kosigyn ci era salito quando era in visita in Italia qualche tempo prima./

Poiché DISK è stato interrotto al lavoro da una telefonata della redazione di Torino /ogni giorno prima delle 19 si discute dei materiali che la redazione romana ha preparato/, e non potevo più aspettare, ho lasciato la redazione dicendo che ci saremmo sentiti prima del 23 maggio, quando avremmo festeggiato il 40° compleanno di DISK.


Documento 121-123

DISK

Giorni: 16.6.65 dalle 22.00 all’1.30

Luogo appuntamento Casalone

La mattina dell'11.6.65, dopo molti tentativi, contattai DISK telefonicamente e gli proposi di cenare il giorno dopo. Acconsentì a organizzare un "banchetto" con le sue mogli prima di partire per le vacanze. La data fu fissata per il 16.6.

Ore 22:00. All'ora stabilita, DISK è arrivato a casa nostra con la moglie, da dove abbiamo proseguito in macchina fino al ristorante Casalone sulla Flaminia. Qui abbiamo cenato in veranda. Dopo cena li abbiamo invitati a casa per un caffè. La cena si è protratta per un po' fino a quasi le due.

DISK ha programmato un viaggio di andata e ritorno in Francia, tra i castelli della Loira e la Bretagna, con la moglie e i figli, dal 11.do al 15 luglio. Entrambi desiderano tornare in Francia in barca a vela e vogliono anche esaudire il desiderio della figlia maggiore Anna, che frequenta un liceo francese, di mostrarle i castelli della Loira. Dopo il ritorno, la moglie e i figli di DISK saranno nella residenza estiva di Rocca di Papa, dove la moglie ha invitato a soggiornare. DISK si recherà lì il sabato e la domenica.

All'inizio di settembre volerà in Unione Sovietica per circa una settimana. È su invito della Montecatini, che vuole mostrare ai giornalisti italiani il suo lavoro di preparazione in URSS. Secondo DISK, alla Montecatini fu commissionata la costruzione di un impianto per l'estrazione, la raffinazione e la distribuzione del gas sotterraneo nei ricchi giacimenti di recente scoperta (DISK non ne ricorda il nome). Durante il viaggio di ritorno intende fermarsi a Praga per qualche giorno. Abbiamo concordato che sarà mio ospite a Praga, perché in quel periodo sarò in vacanza in Cecoslovacchia.

DISK ha espresso interesse per i servizi di cristallo ceco. Le ho promesso di fornirle un campionario e un listino prezzi.

Al momento opportuno, ho chiesto a DISK informazioni sulla politica estera italiana, in particolare sui viaggi all'estero programmati dal Presidente Saragat. I risultati sono stati inviati al controspioaggio. Gli ho ribadito quanto mi sarebbe stato utile se avessimo potuto incontrarci regolarmente e discutere di politica interna ed estera. Gli ho detto quanto fosse difficile contattarlo, sia a casa che in redazione. Mi ha spiegato che viaggia molto e che a volte, quando si reca in redazione, lo chiamano e gli dicono che non è disponibile, ma DISK va direttamente in redazione invece di recarsi a casa. E così capita che non ci incontriamo. Mi ha consigliato che il posto più sicuro per contattarlo fosse la redazione alle 18:00, quando è al telefono con la redazione di Torino. Quando ho obiettato che le mie frequenti visite in redazione disturbavano la redazione, mi ha assicurato che tutti in redazione ora mi consideravano un "collega" e non un "visitatore". Ecco perché non dovrei arrabbiarmi se venissi in ufficio in un momento di confusione lavorativa, perché non mi prestassero attenzione. Ho espresso la speranza che, durante il periodo in cui saremmo state "vedove di paglia", non avremmo trascorso altro tempo a uscire insieme.

Spese meeting: Una cena per 4 persone 12.500 lire.

Ulk Scritto da: Vlk


Documento 5-7

19.1.1966

Contatto: DISK

L'11.1.66 dalle 17:00 alle 17:40, caffè "Canova"

Dopo un precedente accordo telefonico, ho aspettato  in Pzza del Popolo, dove parcheggia la macchina quando guida al lavoro. Siamo andati al caffè "Canova", dove ha avuto luogo l'incontro.

DISK mi ha informato che un viaggio organizzato da Montecatini, originariamente previsto per settembre, si svolgerà probabilmente in Unione Sovietica a marzo o aprile, e che lui intenderà approfittarne per fare tappa in altri paesi dell'Unione Sovietica, tra cui la Cecoslovacchia. Vorrebbe sfruttare il suo soggiorno in Cecoslovacchia per conoscere la vita culturale del nostro paese, l'opera letteraria, teatrale e cinematografica contemporanea. Questo principalmente perché vuole colmare le lacune e formare le proprie opinioni, tanto che probabilmente non pubblicherà nulla sulla stampa.

Ho quindi iniziato a portare DISK ai giornalisti, italiani e stranieri, che seguono le questioni di politica estera italiana. DISK ha ribadito quanto già affermato in precedenza: tra i giornalisti italiani praticamente nessuno segue sistematicamente queste questioni. Il più informato è il direttore di "Stampa" Ronchey. /Ci è stato confermato anche dal direttore di "Paese Sera" Sansone, che una volta partecipò a un ricevimento nell'appartamento di Ronchey, a cui erano presenti alti funzionari del Ministero degli Esteri italiano, giornalisti e parlamentari.

Per quanto riguarda i giornalisti stranieri, DISK stima molto il corrispondente del "Times" londinese Nichols. Si dice che sia a Roma da 10 anni e abbia ottime conoscenze. Anche l'attuale corrispondente del "Monde" parigino Nobecourt si dice che occupi posizioni di rilievo. A volte fa visita a DISK in redazione./Durante il mio soggiorno a Parigi, ho conosciuto un certo Jacques Nobecourt che lavorava al "Parisien Libéré". Sua madre aveva una casa editrice cattolica./Altrimenti, DISK non conosce assolutamente nessun altro giornalista straniero o italiano che si occupi di politica estera italiana.

Secondo i contatti di DISK presso il MFA, MZO e la Presidenza del governo, non sono riuscito a ottenere una risposta specifica. DISK ha parlato solo in termini generali, dicendo che lui o i suoi colleghi della redazione si rivolgono a tali funzionari di persona o per telefono, dando per scontato che sappiano qualcosa e che diranno qualcosa. Capita spesso che queste persone, ministri compresi, chiamino personalmente la redazione per informarla di una questione o di una conversazione. Durante la conversazione, soprattutto quando ho menzionato le questioni NATO, ho notato che DISK non era dell'umore giusto per impegnarsi in alcun modo. Ha cercato di convincermi ancora una volta che non aveva senso sprecare energie nel raccogliere informazioni sulla politica estera e atlantica italiana, perché l'Italia non ha una politica propria e, quando si tratta dell'area militare, tutto lì è presumibilmente "ultra segreto" e i soldati lo sorvegliano.

La nostra conversazione fu interrotta dall'arrivo del direttore De Luca, che andò a fare una telefonata e ci vide seduti nella stanza sul retro. Come si scoprì in seguito, lui e un altro giornalista si erano fermati al bancone per un caffè. Invitò DISK ad andare insieme in redazione, cosa che DISK accettò. Salutai tutti e dissi a DISK che aspetterò di nuovo nel parcheggio la prossima settimana. 

Spese di riunione: DISK pagato

Scritto da: L. Vik