A leggere in sequenza tutti i documenti del fascicolo cecoslovacco 10443-103, e specialmente quelli del volume 3, dei 5 totali, non sembrano esserci dubbi. Il Patto di Varsavia nei mesi precedenti la strage del 12 dicembre 1969, che costò la vita a 17 persone a Milano, era continuamente in stato di allerta. Le nazioni dell’est si scambiavano svariati telegrammi e relazioni geopolitiche sull’imminente colpo di stato che le forze parlamentari di destra sembra fossero in procinto di attuare in Italia.
Il fascicolo 103 ha rivelato informazioni importanti, inaspettate vista la mole di notizie che ci fornisce. Contiene informazioni sulla situazione di politica interna in Italia tra il 1964 e il 1974. Certo, si tratta di voci che erano state carpite dai servizi segreti comunisti attraverso i loro vastissimi canali segreti. E si sa che le parole contano poco. Voci che però si sono rivelate in parte corrette. E possiamo dimostrarlo. Ad esempio, uno dei primi documenti presenti nel volume 1 è un’anticipazione di quanto fu rivelato soltanto il 21 maggio del 1967 dal settimanale L’Espresso, e cioè il tentativo di colpo di Stato del generale De Lorenzo nel 1964. Nel nostro caso, la relazione è dell’estate del 1965 e pare che le manovre militari (il famoso tintinnar di sciabole ampiamente espolorato dalla pubblicistica italiana) fossero ancora in corso. Ma eravamo ben due anni prima della divulgazione ufficiale dei piani eversivi. Dunque, perché non dovrebbero essere vere anche le successive indiscrezioni su un colpo di stato gollista, simile a quello di De Lorenzo, programmato per la fine del 1969?
La mia prima idea nel leggere queste relazioni era che il Kgb potesse essersi inserito nella strage deviando il corso degli eventi. Me lo faceva pensare il fatto che dopo il 12 dicembre 1969 il carteggio dimentica quasi completamente i piani per un colpo di stato e si occupa semplicemente di politica interna italiana e di normali alleanze tra i partiti di governo e di opposizione. In realtà, un documento successivo alla strage sembrerebbe esserci, anche se piuttosto sbiadito e difficilmente leggibile. E’ stato necessario un intervento di fotoritocco per poterlo tradurre con l’intelligenza artificiale. C’è un timbro che reca la data del 22 dicembre 1969. Ma probabilmente fu scritto prima. Parla ancora del colpo di stato, che da tempo era previsto esattamente per quel periodo: gennaio 1970. E allora una continuità nell’analisi sovietica esiste, anche dopo la strage, di cui in ogni caso il Patto di Varsavia in questa cartella non si occupa per niente. Nella documentazione manca un foglio, ma sembra una perdita non rilevante e determinante per la comprensione dei fenomeni geopolitici di quel terribile 1969.
Facciamo alcune brevi considerazioni che permettano al lettore di avvicinarsi alla lettura dei documenti originali con cognizione di causa. Questo carteggio evidenzia alcune gravi responsabilità dei partiti italiani di governo, dell’americana CIA e persino del Presidente della Repubblica Saragat nella strage di piazza Fontana. Le strategie messe in atto nei mesi precedenti la strage, e addirittura fino al giorno prima, erano molto articolate e precise. C’era un piano denominato “Quirinale” che prevedeva l’utilizzo di gruppi anarchici e filocinesi, guidati dalla CIA, per creare disordini per le strade italiane che rendessero la politica parlamentare impraticabile. Lo scopo era quello di arrivare a una scissione interna al PSI, con l’allontanamento di Nenni e degli elementi di sinistra, e alla ricomposizione del Parlamento con soli esponenti conservatori, sia della DC sia dei partiti di centro. Non vi era accordo su quanto dura dovesse essere l’azione, ma condivisa appariva la linea che proprio indolore non sarebbe potuta essere.
Dunque, se la bomba di piazza Fontana esplose trovando dei clienti ancora affaccendati in banca, uccidendoli senza pietà, non è detto che i mandanti e gli esecutori fossero incappati in qualche errore. Se crediamo a queste relazioni, peraltro precedenti la strage, lo voglio sottolineare, vi fu un errore solo per qualcuno che non era a conoscenza di ciò che si architettava nei piani alti.
Ben diverso è il discorso delle singole responsabilità. Qui le domande restano senza risposta. Chi c’era quel pomeriggio uggioso del 12 dicembre 1969 a Milano? Pietro Valpreda? Giovanni Ventura e Franco Freda? Altri neofascisti? L’indagine indiziaria la lasciamo ad altri. Stando a queste relazioni forse sarebbe più logico aspettarsi sul luogo del delitto, a livello geopolitico, i filocinesi e gli anarchici di Valpreda. Eppure Ventura fece di tutto per rivelare all’amico Lorenzon quanto stava accadendo. Chissà perché. Magari la sua appartenenza a un servizio segreto dell’est può aver influito sull’andamento delle indagini e interferito sulla scoperta della verità, ponendo l’accento più sul pericolo neofascista, tanto caro al Patto di Varsavia, che sul sodalizio criminale che coinvolgeva anche la sinistra extraparlamentare. E qui la storia cambierebbe. Valpreda non sarebbe più vittima di un complotto, ma comunque complice, Pinelli avrebbe avuto più di un motivo per suicidarsi, scoprendo magari dal commissario Calabresi che il piano eversivo era inevitabilmente scoperto e bruciato. Ma allora quanti personaggi della sinistra, coinvolti nelle vicende dei filocinesi, erano consapevoli di lavorare per la CIA? Nessuno ce lo ha rivelato, anche perché di filocinesi si smise di parlare quasi subito. Eppure in questo carteggio sono i protagonisti delle vicende del 1969. E quindi?
Le supposizioni e le domande che mi pongo spero nascano anche in tutti coloro che leggeranno questi documenti, rielaborati e tradotti in italiano dal sottoscritto.
10443-103, Volume 1
Documento 107-109
15-7-1965
Tentativo di colpo di Stato militare in Italia – informazioni
Secondo informazioni ottenute da una cerchia di giornalisti italiani, l'ex Ministro della Difesa PICCANDI (Pacciardi, ndr), in un'intervista con un giornalista, ha menzionato un certo movimento militare in Italia, attualmente in fase di sviluppo e mirato a un colpo di Stato sul modello di DE GAULLE. Il leader di questo gruppo militare è probabilmente il Capo della Gendarmeria, Generale DI LORENZO, attivamente sostenuto, oltre ai Generali MANCINELLI e GUAIANO al Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio GIURATI. Anche un gruppo di giovani politici borghesi, strettamente legati agli ambienti industriali, sta partecipando ai preparativi del cosiddetto colpo di Stato. Provocare una crisi di governo servirebbe da pretesto al gruppo per chiedere apertamente una modifica della Costituzione. I cosiddetti golpisti sono convinti che, tentando di modificare la Costituzione, provocheranno una controreazione da parte dei comunisti e che questa situazione permetterà all'esercito di intervenire "giustamente" negli affari politici interni. Secondo i loro calcoli, il compito principale spetta principalmente alla gendarmeria. Per questi motivi, vengono già istituite unità speciali di gendarmeria, dotate di aerei, carri armati e artiglieria leggera. Queste unità sono attualmente utilizzate per reprimere le forze di sinistra. Nel caso in cui la gendarmeria non abbia successo durante il colpo di Stato, l'esercito interverrà.
Il rapporto è stato ottenuto da una fonte attendibile, ma non è stato verificato.
Nota: la rivista della Germania Ovest "Aussenpolitik" pubblicò un articolo nel gennaio 1965 sulla situazione politica interna in Italia, in cui menzionava Di Lorenzo e Piccardo (Pacciardi, ndr) come persone in grado di creare un modello gollista in Italia.
Si prega di verificare queste informazioni, se possibile, e di comunicarci il risultato.
[De Gaulle – De Gaullova – Gaullovský]
10443-103, Volume 3
Documento 5
Al movimento italiano "Nuova Repubblica"
Arrivato il 22 giugno 1968
Secondo le informazioni ottenute, il movimento di destra "Nuova Repubblica", guidato dall'ex ministro della Difesa Randolfo Pacciardi, avrebbe numerosi sostenitori e simpatizzanti tra alti funzionari dei ministeri della Difesa e dell'Interno.
Alcuni membri del movimento hanno "amici" presso il Ministero degli Affari Esteri italiano, e il movimento ha anche contatti con il SID. Questi contatti sono intrattenuti principalmente dallo stesso Pacciardi.
Si presume che Pacciardi abbia appreso dai suoi amici del SID o del Ministero degli Interni dell'ordine del Ministro degli Interni di monitorare le attività dei membri di "Nuova Repubblica".
In questo contesto, Pacciardi diede istruzioni ai suoi collaboratori di scoprire, se possibile, i nomi degli agenti di polizia che li stavano monitorando, in modo da poter "adottare misure di sicurezza".
ottenuto da una fonte affidabile.
Nota:
Il rapporto include anche informazioni sull'ordine del Ministro dell'Interno di monitorare i membri dell'organizzazione di destra "Nuova Repubblica". A quanto pare, ciò è stato fatto per proteggere il Partito Democratico Cristiano prima delle imminenti elezioni. È possibile che, parallelamente ad alcune "restrizioni" a destra, vengano adottate misure anche contro la sinistra.
Documento 7-9-11
TOP SECRET
Traduzione dal russo.
SULLA SITUAZIONE IN ITALIA
Negli ultimi giorni le forze democratiche in Italia si sono rafforzate.
lii portò all'acuirsi delle contraddizioni tra le varie correnti del Partito Democratico Cristiano al potere. Nel 1968, i gruppi di sinistra di questo partito divennero notevolmente più attivi, con crescenti sforzi per l'unità del movimento sindacale e per l'organizzazione di un dialogo con il Partito Comunista Italiano (IKS). Il gruppo di sinistra del Partito Democratico Cristiano "Forze Nuove", guidato da Donat-CATTEN, si oppone ai vecchi metodi di gestione del partito, allo scopo di attrarre le larghe masse di cattolici all'attività attiva, criticando i dirigenti del Partito Democratico Cristiano per la loro straordinaria tendenza alla NATO. Su questi temi, il movimento "Forze Nuove" gode del sostegno della Confederazione Italiana dei Sindacati del Lavoro (ACLI) e della sezione giovanile cattolica, che cerca ampi contatti con altri partiti e organizzazioni. L'insoddisfazione nei confronti della dirigenza del Partito Democratico Cristiano ha raggiunto un livello tale che i leader dei gruppi di sinistra Donat-Cattin, STORTI, GRANELLI, DE MITA, insieme ai leader delle ACLI, stanno valutando la possibilità di creare un secondo partito cattolico che adotti una posizione più progressista sia in politica interna che estera. Donat-Cattin ritiene che al momento i gruppi di sinistra non dovrebbero emergere dal Partito Democratico Cristiano, poiché al di fuori del quadro di questo partito non rappresenterebbero alcuna forza significativa e, comprensibilmente, non possono ancora contare sul sostegno dei partiti di sinistra.
Data la situazione, la maggioranza di destra nella direzione del partito (i Dorotei) sta cercando di consolidare la propria posizione e di impedire che il partito scivoli "a sinistra". I Dorotei temono che, a seguito del rimpasto nella dirigenza del Partito Democratico Cristiano, possano emergere sostenitori del rifiuto della politica conservatrice di "centro-sinistra" e di una linea più attiva.
Il fatto che vi sia una dura lotta all'interno della dirigenza della Democrazia Cristiana è dimostrato dal fatto che il Consiglio Nazionale ha recentemente eletto PICCOLI come segretario politico del partito al posto di RUMOR, ora a capo del governo di "centro-sinistra". Sebbene i sostenitori della maggioranza di destra siano riusciti a nominare il loro vicesegretario, la posizione di PICCOLI non è molto forte, poiché solo 85 voti su 177 sono stati espressi a suo favore. La posizione di questa maggioranza è stata significativamente indebolita dall'uscita dei sostenitori dell'ex Primo Ministro MORO dal movimento doroteo nel novembre 1968, che ha fortemente sconvolto l'equilibrio di potere nella dirigenza della Democrazia Cristiana. MORO vuole raccogliere attorno a sé le correnti di sinistra della Democrazia Cristiana e alcuni sostenitori della maggioranza di destra nella dirigenza che non condividono la linea dei loro leader e ottenere così una maggioranza al congresso del partito che si terrà nel luglio 1969, che gli consentirebbe di sostituire PICCOLI come segretario della Democrazia Cristiana. MORO sta cercando di giocare con i partiti di sinistra, tra cui il Partito Comunista Italiano. MORO ritiene che la direzione della Democrazia Cristiana apparterrà a chi riuscirà a elaborare una linea corretta nei confronti del Partito Comunista Italiano, accettabile per la maggioranza del partito. Data la gravità della situazione nel partito, PICCOLI vuole quindi attuare alcune misure volte a migliorare i rapporti con le correnti di sinistra insoddisfatte della politica della direzione del partito e consolidare così la sua posizione di segretario. Persone vicine a PICCOLI si esprimono in tal senso (in particolare il membro della direzione della Democrazia Cristiana CHICCARDINI), che in precedenza, aveva idee prevalentemente conservatrici, ma essendo un politico realista, ultimamente si è mostrato disposto ad avvicinarsi ai gruppi di sinistra del partito, in particolare alla corrente "bassa". Attualmente, PICCOLI sta compiendo grandi sforzi per consolidare le sue posizioni alla periferia. In particolare, ha promesso di pagare tutti i debiti finanziari delle sezioni locali della Democrazia Cristiana con la tesoreria centrale del partito, avendo ricevuto ingenti finanziamenti da "Confindustria" e dagli USA.
-Partito Democratico La situazione nel Partito Democratico Cristiano durante il periodo di preparazione al congresso potrebbe aggravarsi ulteriormente a causa dell'ulteriore attivazione delle attività dei gruppi di sinistra e dell'intensificarsi della lotta tra PICCOLI e MORO e i loro sostenitori per la leadership del partito. Nel caso in cui alla vigilia del congresso la situazione non si sviluppasse a favore della leadership di destra guidata da PICCOLI, si vuole provocare una crisi di governo e rimandare la riunione a un momento successivo.
Il rapporto è stato ottenuto da una fonte affidabile.
8 aprile 1969.
Documento 13-15-17
Traduzione dal russo.
Ministero dell'Interno
SULLE ATTIVITÀ DEGLI ELEMENTI FILO-CINESI IN ITALIA
Nelle sue attività divisive, il PRC si affida principalmente al cosiddetto "Partito Comunista Marxista-Leninista d'Italia" (MEKSI), filo-cinese, creato nell'autunno del 1966 dalla fusione di diversi gruppi e circoli filo-cinesi. Nell'estate del 1966, i dirigenti del partito furono ricevuti ufficialmente a Pechino da MÃO ZE-TÙNG. Fino al novembre dello scorso anno, il MLKSI era finanziato attraverso canali illegali tramite l'ambasciata del PRC a Berna e, inoltre, riceveva parte del denaro proveniente dalla vendita di prodotti cinesi in Italia. Al partito era vietato stabilire contatti con i rappresentanti del Dipartimento del Commercio del PRC a Nîmes.
Nel novembre 1968, la dirigenza del MLKSI si divise in due gruppi. Il gruppo guidato da Osvaldo PECHET fu espulso dal partito e il nuovo Comitato Centrale del MLKSI fu presieduto da Dino DINI, Angelo GRACCI e Alberto SARTORI. Poiché l'organo di stampa del partito, la Nuova Unità, rimase nelle mani dei sostenitori di PECHET, nel marzo 1968 iniziò a essere pubblicato il notiziario del MLKSI, Il Partito, il cui direttore era Vincento MISEFARI, che era stato espulso dal Partito Comunista Italiano.
I rappresentanti della nuova leadership del MLKSI hanno stabilito contatti con l'ambasciata della Repubblica Popolare Cinese a Parigi e hanno affermato di essere stati riconosciuti dai cinesi. Tuttavia, i cinesi hanno assunto una posizione più cauta sulla questione dei finanziamenti rispetto a prima, chiarendo che la decisione sarebbe stata presa in base ai risultati specifici delle attività del MLKSI.
Attualmente, la direzione del partito riceve 1,5 milioni di lire al mese dai cinesi per la pubblicazione del quotidiano Il Partito, che esce tre volte al mese con una tiratura di 30mila copie. L'apparato dirigenziale del partito è finanziato principalmente dal segretario del Comitato Centrale, Angelo Gracci, un ricco avvocato fiorentino ed ex membro dell'IKS (PCI, ndr). Secondo le informazioni ottenute, la nuova direzione è riuscita a mantenere il controllo sul MLKSI. Il partito conta circa 16-18mila iscritti. I suoi membri sono elementi estremisti espulsi dall'IKS, avvocati, piccoli commercianti e un certo numero di disoccupati. Una centesima parte della classe operaia.
Di recente, il MLKSI ha intensificato le sue attività. Il gruppo milanese Pročinsko Tribuna rossa, guidato da GUBINELLI, figlio di un industriale milanese, ha aderito in massa al MLKSI. Il gruppo conta circa mille persone.
I gruppi filo-cinesi scontenti influenzano i membri dell'IKS che, per vari motivi, sono insoddisfatti della politica della dirigenza del loro partito e inviano i loro sostenitori alle riunioni e ai raduni dei comunisti. La loro attenzione principale è rivolta al Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, nelle cui fila è presente uno strato intermedio di elementi trotskisti.
Nelle loro attività, le organizzazioni filo-cinesi ricorrono sempre più a metodi di lotta attiva, provocando i partecipanti alle manifestazioni a scontri con la polizia e cercando di attaccare le autorità americane e le redazioni dei giornali di destra. Gli elementi filo-cinesi, approfittando della difficile situazione di alcune categorie di lavoratori (portuali, operai edili), li incitano ad azioni "rivoluzionarie" che vanno oltre il quadro della normale lotta di sciopero. Questa attività degli elementi sopra menzionati serve alla polizia e alle forze di destra per organizzare provocazioni contro organizzazioni e partiti di sinistra.
Secondo le informazioni ottenute, alcuni membri del MLKSI sono addestrati all'uso delle armi da fuoco.
Tra loro si propagano idee maoiste, secondo le quali è possibile prendere il potere solo con la forza delle armi.
In seguito alla tendenza al riconoscimento della RPC, recentemente manifestata dagli ambienti dirigenti in Italia, rappresentanti cinesi e albanesi hanno iniziato a stabilire contatti aperti con gruppi filo-cinesi, cosa che prima non si era verificata. Ad esempio, a metà marzo, un dipendente del Dipartimento Commerciale Cinese a Roma e il Secondo Segretario dell'Ambasciata Albanese sono arrivati a Gencona (trascrizione fonetica dal russo) per l'inaugurazione della filiale locale della Società di Amicizia con la RPC e l'Albania.
Rappresentanti della Repubblica Popolare Cinese e dell'Albania stanno monitorando attentamente gli attivisti del movimento filo-cinese e selezionando attentamente i candidati che potrebbero essere inviati ai "corsi ideologici" presso il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese a Pechino e al cosiddetto "centro di addestramento rivoluzionario" in Albania. I cinesi contano principalmente su queste persone per sviluppare ulteriormente le loro attività in Italia.
Secondo le informazioni ottenute, la CIA è sempre più interessata anche alle organizzazioni filo-cinesi in Italia. Ad esempio, in Lombardia, gli americani hanno offerto posizioni altamente retribuite come consulenti nelle filiali delle loro aziende in Italia ad alcuni membri della dirigenza di gruppi filo-cinesi, con l'intesa che in seguito li avrebbero utilizzati come loro agenti nel movimento filo-cinese.
Le informazioni sono state raccolte sulla base di informazioni provenienti da fonti affidabili.
21 maggio 1969
Documento 25-27
TOP SECRET
Attivazione delle attività delle forze di destra in Italia
In relazione alla grande diffusione delle lotte sociali in Italia, si stanno attivando le forze di destra, che esprimono il malcontento di certi ambienti borghesi per la debolezza del governo, per la sua incapacità di affrontare la crisi interna e di limitare le azioni delle forze di sinistra. Secondo le informazioni ottenute, i funzionari dei partiti neofascista, monarchico e liberale vogliono adottare misure e affermarsi "affinché la vita politica in Italia si sposti a destra". Un pericolo particolare è che anche figure militari di destra, come il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano, Generale VEDOVATO, l'ex Capo di Stato Maggiore Generale ALOJA e l'ex Capo del SIFAR (controspionaggio italiano), Generale de LORENZO, siano coinvolti nella preparazione di tale spostamento.
Questo "cambiamento" è particolarmente sostenuto da: "Confindustrie" (l'Associazione degli Industriali Italiani) e dagli americani, come testimoniano i contatti segreti del generale americano VOLKER, che accompagnò NIXON nella sua visita in Italia, con de LORENZO e ABDOIG. VOLKER era particolarmente interessato alla possibilità che de LORENZO stabilizzasse la situazione in Italia formando un governo del partito di destra di Unità Proletaria. LAMI, che è membro della Commissione Difesa del Parlamento italiano, ritiene che la pressione dei militari membri del partito al governo non rappresenta attualmente un pericolo di colpo di stato; questo pericolo potrebbe sorgere se la crisi nei partiti al governo si aggravasse mentre la posizione del governo si indebolisse.
Nei partiti che formano la coalizione di governo "di sinistra" "nuovo centro", allo stesso tempo è possibile osservare una tendenza a far sì che l'IKS cerchi di trovare una via d'uscita dalla situazione venutasi a creare. A questo proposito, una delle correnti di sinistra del Partito Democratico Cristiano "Base", de MITA, si sta allontanando dall'anticomunismo aperto e si sta orientando verso una transizione verso forme di relazione tra Democrazia Cristiana e Comunisti. Secondo il parere di de MITA, il Partito Democratico Cristiano, senza entrare in unione con i Comunisti, deve concordare con loro sull'attuazione di una serie di cambiamenti come la riforma delle pensioni, la riforma dell'istruzione superiore e lo sviluppo del Sud.
Tuttavia, i dirigenti di destra del Partito Democratico Municipale, guidati da SCELBA, sono contrari a qualsiasi contatto con l'IKS. Chiedono che il Partito Socialista Italiano rinunci completamente alla cooperazione con i comunisti nei sindacati e negli enti locali, accusando i socialisti di non stare portando avanti il compito di isolare l'IKS. Il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano RUMOR è dietro questi, condiziona e rinvia la definizione delle linee di governo al congresso della Democrazia Cristiana, convocato per giugno di quest'anno. In un'intervista privata, RUMOR ha dichiarato di non vedere ancora una via d'uscita dalla situazione.
Documento 29
Possibilità di modificare la composizione delle forze in Italia
8.7.1969
Secondo informazioni provenienti da una fonte attendibile, la minaccia di un cambiamento nella composizione interna delle forze politiche in Italia sta diventando sempre più concreta. Solo pochi politici borghesi non escludono che ciò avvenga attraverso un colpo di stato militare di destra. Tuttavia, la maggior parte di loro intravede la possibilità di rovesciare l'attuale sinistra centrista per via parlamentare e formare una nuova coalizione di governo di centro-destra, sostenuta dalle forze conservatrici dei partiti democratico e liberale. Questa coalizione potrebbe ricevere il sostegno dell'ala socialdemocratica dei partiti socialista e repubblicano e persino del movimento fascista (MSI).
Il prerequisito principale per qualsiasi cambiamento è la mancanza di una risposta decisa del governo alle crescenti azioni di sciopero. In pratica, l'ufficio postale non funziona da due mesi, la distribuzione di carburanti gassosi viene interrotta ripetutamente, c'è un rischio crescente che l'anno scolastico non venga completato nelle scuole secondarie, ecc. Le conseguenze degli scioperi si riflettono sempre più in ampi strati della società e stanno iniziando a suscitare resistenza tra la borghesia. La situazione del governo è complicata anche dagli scandali che si sono verificati nella polizia e nell'esercito e allo stesso tempo da una disintegrazione sempre più profonda nei partiti della coalizione di governo.
Documento 31
Telegramma a Roma dell'8 settembre 1969, redatto sulla base di Messaggi INFORMATIVI,
Secondo informazioni provenienti da amici, i soldati intendono compiere l'attacco il 28 agosto. Questo rapporto è stato ottenuto da un alto ufficiale di polizia. I preparativi per il colpo di stato devono procedere rapidamente. I soldati hanno suddiviso le funzioni in caso di colpo di stato in tutti i centri importanti del Paese. Ciò è in gran parte conforme a un piano dettagliato elaborato dalla NATO.
Secondo questa fonte, la riunione tra agenti di polizia e controspionaggio si tenne due volte per discutere il piano di occupazione della sede della radiotelevisione di Milano. Alla riunione partecipò anche un rappresentante della CISNAL.
Negli alti ambienti militari, il colpo di Stato è osteggiato dai generali dei carabinieri GASPARI B, così come da gran parte dei vertici dell'aeronautica militare, i sostenitori di Fanfani sono preoccupati per il pericolo di un colpo di Stato militare nel Paese. Temono che il rafforzamento dell'influenza della NATO nel Paese peggiorerà i rapporti con il Mediterraneo, così come con i Paesi arabi, con ripercussioni sulla capitale italiana. Secondo ambienti giornalistici, gli organizzatori del colpo di Stato fanno affidamento, nelle loro attività, sull'ala destra della DC guidata da ANDREOTTI e sul partito fascista.
Secondo le informazioni ottenute dal Comando dell'Ala Sud della NATO a Napoli, il colpo di stato militare fa parte del piano sotto il nome in codice REVANS e si prevede di:
1/ effettuare un colpo di stato in Italia, che garantisca la piena protezione degli Stati Uniti nella penisola,
L'invasione dell'Albania da parte della Grecia, approfittando dello stato di guerra permanente, è una provocazione militare ai confini. L'obiettivo del piano è quello di modificare l'equilibrio di potere nel Mediterraneo, che recentemente si è dimostrato a favore del Patto di Varsavia e dei suoi alleati.
Controllare la veridicità di questo rapporto e inviare qualsiasi informazione sui preparativi del colpo di stato.
Documento 53-55-57-59-61-63
Obiettivi e interessi della NATO e il loro impatto sugli sviluppi interni in Italia.
L'attuale periodo di sviluppo della NATO rappresenta una fase di rafforzamento della struttura politica e militare dell'alleanza, una revisione degli sforzi del governo americano per implementare nuovi elementi nella sua politica nei confronti degli alleati europei e gli sforzi per coinvolgere la Francia in questo processo. Al fine di prevenire un possibile nuovo aumento delle tendenze centrifughe nell'alleanza, soprattutto da parte degli Stati membri più piccoli, la riunione di aprile di quest'anno del Consiglio NATO ha posto particolare enfasi sul mantenimento dell'unità e della coesione politica, che saranno significativamente aiutate, tra l'altro, dalla decisione del governo NIXON di migliorare l'informazione dei partner europei sulle intenzioni degli Stati Uniti nella politica mondiale.
Per quanto riguarda lo sviluppo delle relazioni tra Est e Ovest, la principale forma di contatti in quest'area rimarrà bilaterale, ma sarà maggiormente coordinata attraverso consultazioni all'interno della NATO. In questo contesto, particolare enfasi è posta sulle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e URSS, soprattutto in vista dei prossimi colloqui sulla limitazione dei missili nucleari. La Conferenza sulla sicurezza europea, che i paesi della NATO sono invitati a convocare a Budapest dal Comitato consultivo politico del Patto di Varsavia, è considerata una questione di prospettiva a lungo termine; dal punto di vista degli obiettivi e degli interessi generali della NATO, questo viene definito un elemento dirompente nel processo di consolidamento del patto.
Le conclusioni delle riunioni degli organi politici e militari di governo della NATO dichiarano ulteriormente l'interesse a mantenere la forza militare della NATO e un equilibrato rapporto di potere tra la NATO e il Patto di Varsavia come prerequisito fondamentale per "mantenere la pace" in Europa.
Con la temporanea dislocazione di parte delle forze armate sovietiche nella CSSR e alcuni nuovi aspetti dello sviluppo nel Mediterraneo e in Medio Oriente, il comando NATO e statunitense esercita una notevole pressione su tutti gli Stati membri per accelerare lo sviluppo delle forze armate, in particolare quelle convenzionali, e per aumentare la spesa militare. Tuttavia, per la maggior parte degli Stati membri, ad eccezione della Repubblica Federale di Germania, queste richieste vengono accolte con riluttanza. In Europa centrale, le misure militari dell'Alleanza Atlantica mirano a contrastare le conseguenze dell'avanzata di parte delle forze sovietiche in territorio cecoslovacco; nell'Europa meridionale e nel Mediterraneo centrale, la NATO, oltre ad aumentare la capacità operativa delle sue forze navali e aeree in relazione alla presenza della flotta sovietica, mira anche a rafforzare la situazione politica e militare o militare-economica dei paesi alleati situati in quest'area strategicamente molto importante per la NATO.
L'attuazione degli obiettivi, degli interessi e delle misure della NATO sopra menzionati riguarda direttamente anche l'Italia, in misura relativamente maggiore rispetto ad altri membri del blocco, date le sue potenziali capacità e la sua posizione geostrategica, che si estende nel teatro di guerra dell'Europa meridionale e nell'area del Mediterraneo, fattori che la collocano in una posizione chiave nel sud della NATO.
Questi interessi dell'Alleanza determinano anche la sua posizione e il suo approccio ai problemi di politica interna ed estera dell'Italia, che a loro volta influenzano la formazione della sua posizione e della sua politica nei confronti della NATO. In questo senso, l'Italia occupa una posizione specifica tra le altre alleanze. La causa di ciò è la cronica instabilità della sua situazione politica interna, che si è recentemente intensificata e si riflette nell'approccio dell'Italia agli importanti compiti militari e politico-militari dell'Alleanza Atlantica, in particolare nelle regioni dell'Europa meridionale e del Mediterraneo, compromettendo così la piena realizzazione degli obiettivi fondamentali dichiarati dalla NATO e provocando sfiducia e preoccupazioni nei principali circoli politici e militari dell'alleanza.
La validità di questa conclusione è confermata da alcuni dati e informazioni provenienti dal mondo politico e militare nazionale.
Per quanto riguarda la sfera militare, è chiaro che l'attuale politica del governo italiano privilegia l'allentamento delle tensioni internazionali e il miglioramento delle relazioni tra la NATO e i paesi del Patto di Varsavia rispetto all'aumento del ruolo militare dell'Italia. La complessa situazione interna ostacola significativamente l'ulteriore aumento del bilancio militare che la NATO richiede ai suoi membri, in conformità con le conclusioni della conferenza del Consiglio del Patto dello scorso novembre e della riunione del Comitato di pianificazione della difesa di gennaio di quest'anno (l'ultimo aumento del 7,4%, pari a 97,5 miliardi di lire, del 1969, fu deciso ancor prima dell'aumento delle tensioni internazionali a seguito degli eventi dell'agosto scorso). Il Partito Socialista Italiano sostiene il principio secondo cui la NATO dovrebbe rimanere un'alleanza difensiva con portata territorialmente limitata, che dovrebbe mantenere solo il livello strettamente necessario del suo potenziale militare e, al contrario, aumentare il suo ruolo politico. L'Italia sta ancora sviluppando la propria flotta navale, sebbene secondo gli esperti NATO sia solo al 60% del livello specificato dalle linee guida del patto. Per questo motivo la parte italiana ha respinto anche l'offerta britannica ad aprile. Ha cercato di limitare la sua partecipazione alla creazione della Flotta Mediterranea della NATO e non ha preso provvedimenti per accelerare l'integrazione di altri paesi, come la Turchia. Nonostante le pressioni della leadership NATO e statunitense, non intende aumentare gli investimenti fino al 1972
(presumibilmente molto vantaggiosi) nella fornitura di navi militari.
Anche nel campo delle forze terrestri, sebbene si stiano adottando misure per migliorarle e modernizzarle nel complesso, si tratta principalmente di misure di riorganizzazione e riarmo; il processo di attuazione è tuttavia ritardato principalmente a causa della mancanza di risorse finanziarie ed è già oggi chiaro che anche dopo la loro attuazione (intorno al 1975) le forze armate italiane probabilmente non raggiungeranno il livello dei principali eserciti della NATO. Per quanto riguarda l'area nucleare, gli ambienti politico-militari italiani sono scettici sulla possibilità di creare una forza nucleare europea e pertanto non intraprendono alcuna azione a sostegno dei loro sostenitori dell'Europa occidentale, in particolare quelli della Germania occidentale.
Nella situazione politica interna, come è noto, il 5 luglio si verificò uno dei più gravi colpi di Stato del dopoguerra. La causa principale fu l'incapacità del governo di coalizione di centro-sinistra di attuare i necessari cambiamenti politici derivanti dallo sviluppo economico e sociale del Paese. Dopo un mese dalla sua istituzione, fu formato un nuovo governo (con Mariano RUMOR nuovamente alla presidenza), composto solo da rappresentanti della Democrazia Cristiana, ma che è solo un governo di transizione. Il suo compito è superare l'attuale crisi, impedire elezioni anticipate e creare le condizioni per l'istituzione di un governo di coalizione con la partecipazione di socialisti e repubblicani.
Questo sviluppo, che confermava ancora una volta la notevole, se non addirittura crescente, instabilità della situazione interna italiana, attirò nuovamente l'attenzione della NATO e acuì le preoccupazioni e la sfiducia dei vertici del Patto e degli USA, mentre d'altro canto suscitò nel Paese una nuova ondata di timori circa un possibile intervento militare, come già avvenuto nel 1964.
Di recente, si è sempre più dimostrato che le principali posizioni politiche e militari della NATO, assunte dagli Stati Uniti, sono calcolate in collaborazione con gli ambienti di destra, militari e industriali italiani, per valutare la situazione complessiva e trovare una via d'uscita per il suo accordo con la possibilità di una sua soluzione autoritaria, che tuttavia non dovrebbe avere il carattere di un colpo di Stato puramente militare di tipo greco, anche se comporta un coinvolgimento significativo delle forze armate (in particolare la gendarmeria militare). L'esistenza di considerazioni e persino di piani di questo orientamento in seno alla NATO è documentata da informazioni su contatti segreti tra funzionari militari della NATO e degli Stati Uniti da un lato e dell'Italia dall'altro, nonché sulla partecipazione del servizio segreto americano CIA a questa attività.
Dagli ultimi riscontri, non ancora verificati, emerge chiaramente che la questione dei rivolgimenti politici in Italia si sta acuendo ed è stato addirittura predisposto un piano (denominato "QUIRINALE"), elaborato nelle seguenti fasi:
1)partito socialdemocratico
La scissione del partito socialista e la sua ricostituzione.
2) Una crisi di governo di lunga durata.
Creazione di un governo provvisorio, scioglimento del Senato.
Creando una situazione di estrema tensione, con azioni provocatorie, anche con l'aiuto di gruppi filo-cinesi e anarchici.
Rinvio delle elezioni in questa situazione.
Il piano è stato gradualmente attuato e il suo culmine era previsto per il 10 agosto di quest'anno, dopo la formazione di un governo provvisorio. Dato che è stato tradito, alcuni dei suoi elementi non sono stati realizzati e, tra l'altro, il Vaticano si è fermamente opposto, è probabile che il colpo di Stato in Italia sia stato rinviato, ma il pericolo della sua attuazione persiste ancora. Ciò è dimostrato da altri rapporti simili, secondo i quali il colpo di Stato dovrebbe essere eseguito nella notte tra il 28 e il 29 settembre di quest'anno. Oltre ad alcuni ufficiali militari italiani (i generali AVERNA e de LORENZO, il colonnello de CALOVIS), anche l'ambasciata statunitense dovrebbe partecipare alla sua preparazione; le basi militari statunitensi di Napoli e Venezia ne sono informate. Il colpo di Stato avrà luogo se RUMOR o qualcun altro non riuscirà a formare un governo entro una certa data. I suoi organizzatori avrebbero anche concordato con i socialdemocratici, i liberali e i circoli del Partito cristiano-democratico che dopo il colpo di stato la crisi di governo sarebbe stata risolta entro 3 mesi e il KSI sarebbe stato relegato in secondo piano.
Alcuni fatti, come la prolungata crisi politica interna in Italia, temporaneamente superata dalla creazione di un governo provvisorio, la separazione dell'ex socialdemocrazia dal partito socialista e alcuni degli aspetti militari o politico-militari già menzionati dell'intera situazione, confermano la potenziale possibilità di preparare e attuare un colpo di Stato in Italia, che, secondo le idee degli Stati Uniti e della NATO, dovrebbe non solo stabilizzare la situazione interna italiana, ma anche contribuire alla stabilizzazione della situazione nell'ala meridionale del patto. Tuttavia, i dati temporali forniti devono essere considerati con cautela.
Documento 65
Traduzione dal russo.
Ministero dell'Interno
4. IX. 1969
ATTIVITÀ DEL GRUPPO PRO-CINA DELL'UNIONE COMUNISTA IN ITALIA
Negli ultimi tempi, in Italia si è riattivato il gruppo filo-cinese Unione dei Comunisti (Marxisti-Leninisti). Questa unione fu fondata nell'ottobre del 1968 dopo la fusione dei gruppi marxisti romano e milanese guidati da MELODOLESI & BRANDIRALI con i resti del gruppo allora sciolto Falce e Martello.
Attualmente l'Unione conta circa 5 mila membri, ma il numero dei suoi aderenti è in continua crescita tra i giovani e i rappresentanti dell'intellighenzia.
Tra i simpatizzanti dell'Unione figurano i registi Piero ARLORIO & FAENCA (Roberto Faenza? ndr), lo scrittore Mario SCIFANO e il noto attore cinematografico Jean Maria VOLONTE’; la figlia di un membro del Politburo del Partito Comunista Italiano INGRAO e il nipote del leader di una corrente di sinistra del Partito Democratico Cristiano DONAT-CATTIN sono diventati membri dell'Unione; il regista Marco BELIOCCIO (Bellocchio? ndr) è recentemente diventato membro del Comitato Centrale dell'Unione.
Da notare che la dirigenza dell'Unione presta notevole attenzione all'attrazione di personalità culturali tra i ranghi della propria organizzazione, considerandole importanti "risorse finanziarie". Secondo le informazioni ottenute, l'Unione riceve risorse finanziarie da rappresentanti dell'intellighenzia, ma anche dai figli di singoli industriali. Inoltre, una voce importante sono le quote associative (i singoli iscritti all'Unione versano fino a 60-70 mila lire al mese nel 1969).
Seguendo la linea dell'organizzazione di manifestazioni "rivoluzionarie" (dopo la lotta di guerriglia), l'Unione pone l'accento principale nelle sue attività sui giovani, sugli studenti, sui lavoratori delle piccole imprese e sugli anziani.
Documento 67
Nuovi eventi politici interni in Italia
20.10.69
Secondo le nostre informazioni, gli ambienti di estrema destra e militari in Italia continuano a speculare su un colpo di Stato. Affermano che le sanzioni per legalizzare una soluzione violenta dovrebbero essere adottate dal Presidente SARAGAT, mentre il problema politico potrebbe risiedere nella mancanza di "stabilizzazione". I sostenitori di una soluzione violenta vogliono quindi approfondire le divergenze tra socialisti e socialdemocratici, perché la rinascita dei "centristi di sinistra" li priverebbe di questa giustificazione.
Secondo fonti attendibili, i leader del Partito socialdemocratico hanno stabilito contatti personali riservati con le forze di estrema destra e stanno preparando un accordo di cooperazione politica.
L'opinione tra i suddetti golpisti è che qualsiasi soluzione possa essere adottata solo dopo l'arrivo del nuovo inviato Martinni (Martini? ndr). L'inviato, il cui arrivo a Roma è previsto per agosto, è una persona di fiducia della CIA e del Pentagono.
Documento 71
Amministrazione del Dipartimento Informazioni A
A Praga il 3 novembre 1969
2^ Dipartimento di Amministrazione A
Situazione politica interna in Italia
Numero di fogli: 2
Secondo le informazioni del MLR, l'ex Ministro della Difesa, democratico, ANDREOTTI, gode del sostegno degli ambienti governativi americani. Mantiene contatti regolari con i funzionari americani, esperti e funzionari non ufficiali. Il 14 luglio di quest'anno, [sono avvenuti] colloqui tra ANDREOTTI, il diplomatico e prelato vaticano MARCINKUS, e l'americano Marco ANTIMUCCI, che, secondo quanto si ritiene negli ambienti ufficiali italiani, è in contatto con gli ambienti governativi statunitensi. L'obiettivo dei colloqui era quello di indurre il Vaticano a sostenere ANDREOTTI, insieme agli Stati Uniti, in caso di elezioni parlamentari anticipate in Italia, per diventare leader della Democrazia Cristiana.
Come è noto, NENNI ha parlato a fine luglio della situazione politica in Italia con straordinario pessimismo. Ritiene che uno scontro tra le forze di destra e di sinistra si verificherà inevitabilmente prima delle elezioni presidenziali del 1971. Le forze di sinistra saranno guidate dai sindacati, ma l'esito della lotta sarà deciso dai gruppi del grande capitale, che hanno i mezzi per corrompere le forze politiche. NENNI ha parlato anche del ruolo della Fiat e della persona di AGNELLI; mostrano uno sforzo per stabilire su larga scala relazioni con i paesi dell'Europa orientale secondo il modello de GAULLE.
NENNI decise di abbandonare definitivamente l'attività politica. Raccomandò ai politici di estrema destra di contattare i suoi sostenitori nel partito socialista, in particolare ZAGARI, che definì un anticomunista intransigente.
Capo del Dipartimento Informazioni: (Tenente Colonnello Markač)
Documento 75-77-79
Amministrazione del Dipartimento Informazioni A
Ministero dell'Interno
2^ Dipartimento di Amministrazione A
5 novembre 1969
Numero di fogli: 3
Nuove manovre dei leader della destra italiana
A metà luglio, il presidente italiano SARAGAT dichiarò, in conversazioni private con i leader di destra, di voler respingere le "forze di estrema sinistra" e trasformare l'Italia in una "repubblica presidenziale democratica ma anticomunista". Il sostenitore di misure attive invitò alla calma e sottolineò il pericolo di azioni avventate.
Il Presidente SARAGAT ritiene che l'"operazione" debba essere condotta tra gennaio e febbraio 1970, quando la situazione sarà più favorevole. Ha dichiarato di essere pronto a intervenire in qualsiasi momento se il corso degli eventi dovesse accelerare.
SARAGAT informa regolarmente NIXON e ROGERS sulla situazione nel Paese e sui suoi piani e presumibilmente invia lettere a POMPIDOU, BRANDT e HEINEMANN.
RESTIVO, SCALFARO E BONOMI ottengono il sostegno e i sostenitori di SARAGAT alla Camera e al Senato. In Parlamento hanno ottenuto l'appoggio dei deputati ARMANI, BALDI, BARTOLEO, BIMA, CAIATI, CASTELLUCCI, ELKAN, FORNALE, GONELLA, GRAZIOSI, PREARO, SAMMARTINO, STELLA, TRUZZI VETRONE ed altri.
Secondo i leader militari reazionari, i leader democratici di destra di SARAGAT e i socialdemocratici in generale sostengono gli sforzi degli Stati Uniti e della NATO per preparare un colpo di stato anticomunista radicale in Italia, ma vorrebbero che questo colpo di stato fosse portato a termine il più possibile senza l'uso di mezzi violenti. I rappresentanti di destra ritengono che il colpo di stato non sarà possibile "in modo indolore", cioè senza violenza. Ciononostante, sostengono SARAGAT per trascinarlo il più profondamente possibile in una situazione dalla quale non ci sarebbe altra via d'uscita se non l'intervento militare. Le forze di estrema destra si sono già rivolte a SARAGAT con un aperto appello a "prendere un'iniziativa storica" affinché l'Italia non diventi "vittima dei comunisti".
Nella seconda metà di luglio, i vertici dell'Arma dei Carabinieri hanno tenuto riunioni in tutta Italia. Una delle riunioni a Roma è stata presieduta dal Comandante dei Carabinieri, Gen. FORLANCA. Oltre a lui, hanno partecipato altri 7 generali.
"Misure per garantire la sicurezza" nella capitale al gen. BUCCERI e al gen. MISSORI. Secondo il piano, 7.500 carabinieri e 500 carri armati e veicoli trasporto truppe dovevano essere concentrati a Roma.
Il servizio segreto italiano SID, subordinato al Presidente della Repubblica, si occupa principalmente di informazioni sullo stato d'animo delle forze armate. Uno dei massimi ufficiali del SID, il Gen. MICELI, monitora lo stato d'animo dell'esercito e determina le reazioni a qualsiasi ordine di intervento nell'interesse della "protezione dell'ordine pubblico" che sia soggetto ad "attività sovversive".
Secondo la valutazione del SID, gran parte del corpo ufficiali italiano condivide il forte sentimento anticomunista e sostiene l'impiego delle forze armate. Per quanto riguarda i soldati, il SID ha incontrato un sostegno molto limitato e anche una certa simpatia per i non comunisti.
Tra le altre cose, si prevede di coinvolgere nell'operazione solo il 20% delle unità di piccole e medie dimensioni.
Il 13 agosto 1969, SARAGAT ebbe un colloquio con il presidente del Senato FANFANI. Egli constatò che la crisi successiva alla formazione del governo non era ancora stata risolta e avrebbe potuto aggravarsi in autunno a causa degli scioperi previsti e del rinvio delle elezioni amministrative. A suo avviso, il governo RUMOR avrebbe probabilmente ottenuto solo una minoranza di voti e sarebbe stato probabilmente costretto a dimettersi. In questo caso, SARAGAT intendeva sciogliere il parlamento con un piano per sciogliere il parlamento, ha espresso la sua disponibilità ad assumersi il compito di formare in caso di crisi nuovo governo.
Documento 81-83
A Praga il 17 novembre 1969.
Nuove manovre dei leader di destra in Italia.
A metà luglio di quest'anno, il presidente italiano SARAGAT ha dichiarato in conversazioni private con i leader di destra che intendeva respingere le "forze di estrema sinistra" e trasformare l'Italia in una "repubblica presidenziale democratica ma anticomunista".
Il Presidente SARAGAT ritiene che l'"operazione" debba essere condotta tra gennaio e febbraio 1970, quando la situazione sarà più propizia. Come ha dichiarato, è pronto a intervenire in qualsiasi momento se il corso degli eventi dovesse accelerare. SARAGAT informa regolarmente NIXON e ROGERS sulla situazione nel Paese e sui suoi piani e avrebbe inviato dispacci a POMPIDOU e BRANDT HEINEMANN.
RESTIVO, SCALFARO e BONOMI trovano consensi e seguaci per SARAGAT alla Camera e al Senato. In Parlamento hanno ottenuto l'appoggio dei deputati ARMANI, BALDI, BARTOLEO, BIMA, CAIATI, CASTELLUCCI, ELKAN, FORNALE, GONELLA, GRAZIOSI, PREARO, SAMMARTINO, STELLA, TRUZZI, VETRONE ed altri.
Secondo i leader militari reazionari e i cristiano-democratici di destra, SARAGAT e i socialdemocratici sostengono in generale gli sforzi degli Stati Uniti e della NATO per preparare un colpo di stato anticomunista radicale in Italia, ma vorrebbero attuarlo il più possibile senza l'uso di mezzi violenti. I rappresentanti di destra ritengono che il colpo di stato non possa essere attuato "indolore", cioè senza violenza. Ciononostante, sostengono SARAGAT per trascinarlo il più profondamente possibile in una situazione in cui non ci sarebbe altra via d'uscita se non l'intervento militare. Le forze di estrema destra si sono già rivolte a SARAGAT con una sfida aperta a "tirare fuori un’iniziativa" affinché l'Italia non diventi "vittima dei comunisti".
Nella seconda metà di luglio, i vertici dell'Arma dei Carabinieri si sono riuniti in tutta Italia. Uno degli incontri a Roma è stato presieduto dal Comandante dei Carabinieri, Generale FORLANCA. Hanno partecipato anche altri sette generali.
Le "Misure per garantire la sicurezza" nella capitale furono affidate al Gen. BUCCERI e al Gen. MISSORI. Secondo il piano, 7.500 carabinieri e 500 carri armati e veicoli trasporto truppe dovevano essere concentrati a Roma.
Il servizio segreto italiano SID, subordinato al Presidente della Repubblica, si occupa principalmente di informazioni sullo stato d'animo delle forze armate. Uno dei principali ufficiali del SID, il Gen. MICELI, monitora lo stato d'animo dell'esercito e determina le reazioni a qualsiasi ordine di intervento nell'interesse della "tutela dell'ordine pubblico" e allo scopo di liquidare "attività sovversive". Secondo la valutazione del SID, la stragrande maggioranza della comunità militare italiana condivide forti sentimenti anticomunisti e sostiene le azioni delle forze armate. Per quanto riguarda i soldati semplici, il SID ha riscontrato solo un grado molto limitato di insoddisfazione e anche di simpatia per il personale contro i comunisti.
Nel frattempo, si prevede di coinvolgere nell'operazione solo il 20% delle unità di piccole e medie dimensioni.
Il 13 agosto 1969, SARAGAT ebbe un colloquio con il Presidente del Senato, FANFANI. Gli comunicò che la crisi successiva alla formazione del governo non era ancora stata risolta e che avrebbe potuto aggravarsi in autunno a causa degli scioperi previsti e del rinvio delle inaugurazioni degli organi amministrativi. A suo parere, il governo di RUMOR avrebbe probabilmente ottenuto solo una minoranza di voti e sarebbe stato costretto a dimettersi. In tal caso, SARAGAT intendeva sciogliere il parlamento.
FANFANI ha accettato il piano di scioglimento del Parlamento e si è detto disponibile ad assumersi il compito di formare un nuovo governo in caso di crisi. La residenza deve essere informata sulle attività
Di SARAGAT, in particolare in relazione ai cambiamenti pianificati in Italia, come indicato nel rapporto di cui sopra. Inviare alla sede centrale qualsiasi segnale che possa confermare i preparativi per un colpo di Stato. In questo contesto, saremo anche interessati a informazioni sulle attività di alcuni deputati e senatori a favore di SARAGAT. Per tutti i rappresentanti nominati del Parlamento, condurre un'analisi delle loro recenti attività e delle loro possibili azioni in caso di possibile crisi.
Nel complesso, va detto che ultimamente circolano molte notizie e speculazioni sui cambiamenti politici interni in Italia. Prestate molta attenzione, perché non ci sembra che si tratti solo di innocenti speculazioni, soprattutto perché le informazioni sui preparativi per i cambiamenti sono piuttosto specifiche.
Documento 85-87
A Praga il 17 novembre 1969
Situazione politica interna in Italia.
Secondo quanto a conoscenza degli amici, in Italia si sono verificati episodi di estrema destra e militari
Continuano le loro deliberazioni sul colpo di stato. Affermano che le sanzioni per legalizzare la soluzione violenta dovrebbero essere prese dal Presidente SABAGAT, mentre la giustificazione politica potrebbe essere il fatto che non c'è "stabilizzazione". I sostenitori della soluzione violenta vogliono quindi approfondire le differenze tra socialisti e socialdemocratici, perché il ripristino dei "centristi di sinistra" li priverebbe della loro giustificazione.
Secondo fonti attendibili, i dirigenti del Partito socialdemocratico hanno stabilito contatti personali e riservati con le forze estreme provinciali e stanno preparando un accordo di cooperazione politica.
L'opinione diffusa tra i suddetti circoli golpisti è che qualsiasi soluzione potrà essere adottata solo dopo l'arrivo del nuovo ambasciatore statunitense MARTINI, che è un confidente della CIA e del Pentagono.
Il sostegno degli ambienti politici americani è fornito principalmente dall'ex Ministro della Difesa, il democristiano Andreotti, che mantiene contatti regolari con funzionari americani ufficiali e non ufficiali.
Il 14 luglio 1969 si svolsero a Frosinone colloqui tra ANDREOTTI, il diplomatico e prelato vaticano MARCINKUS, e l'americano Marco ANTIMUCCI, che, secondo ambienti ufficiali italiani, è in contatto con ambienti governativi statunitensi. L'obiettivo dei colloqui era convincere il Vaticano a sostenere ANDREOTTI, insieme agli Stati Uniti, in caso di elezioni parlamentari anticipate in Italia, per diventare il leader della Democrazia Cristiana. Come è noto, NENNI rilasciò una dichiarazione pelitica a fine luglio sulla situazione in Italia e con straordinario pessimismo. Crede che anche prima delle elezioni presidenziali del 1971 ci sarà inevitabilmente uno scontro tra forze di destra e di sinistra. Le forze di sinistra saranno guidate dai sindacati, ma l'esito della lotta sarà deciso dai gruppi del grande capitale, che hanno i mezzi per finanziare le forze politiche. NENNI ha anche parlato dei danni alla Fiat e alla persona di AGNELLI; mostrano uno sforzo per stabilire ampi contatti con i paesi dell'Europa orientale secondo il modello de GAULLA.
NENNI decise di abbandonare definitivamente l'attività politica. Raccomandò ai politici di estrema destra di contattare i suoi sostenitori nel Partito Socialista, in particolare ZAGARI, che definì un intransigente anticomunista.
Sulla base delle informazioni di cui sopra, amici, seguite gli sforzi dei leader socialdemocratici per stabilire contatti con le forze di destra italiane e per prescrivere una cooperazione politica. A tal fine, utilizzate tutti i contatti della sede del Partito Socialista Italiano.
Per quanto riguarda l'incontro di Frosinone, dovreste cercare di approfondire l'esito dei negoziati. Per questo, dovreste prima contattare l'agenzia e poi avvalervi dei vostri contatti in Vaticano.
Commenta anche le opinioni di NENNI sulla situazione politica interna attuale in Italia.
Vi preghiamo di inviarci il nome completo del defunto ambasciatore americano MARTINI, così da poterlo ricercare e trovare maggiori informazioni su di lui nel Registro Biografico.
Documento 89
Telegramma a Roma del 10 dicembre 1969.
Date le informazioni provenienti da altri residenti sulla possibilità di un colpo di stato in Italia, dovrebbero orientare la loro intelligence sulla situazione politica interna e sul suo sviluppo e segnalare tutti i segnali di preparativi per un colpo di stato. A tal fine, compito agenzia e contatti.
Documento 91
Top secret
La destra in Italia si prepara
Secondo le informazioni ottenute, la direzione dell'azienda italiana, la polizia e i vertici della gendarmeria italiana avvertirono il governo che "la situazione che le autorità stanno soffrendo" a causa delle crescenti azioni democratiche e di sinistra avrebbe potuto provocare una pericolosa reazione tra le forze armate. Il Presidente SARAGAT diede istruzioni ai Ministri dell'Interno e degli Esteri di assumere una posizione decisa contro le manifestazioni, che si prevedeva sarebbero aumentate a novembre. Il 15 novembre si sarebbe dovuta svolgere un'azione nell'ambito del Piano "T" per la tutela della sicurezza pubblica. Secondo questo piano, personalità politiche e delegati parlamentari sarebbero stati arrestati "se necessario".
Gruppi di sicurezza vengono creati nelle organizzazioni di estrema destra e si svolgono esercitazioni militari nelle organizzazioni giovanili. Nella seconda metà di ottobre, un'esercitazione di questo tipo si è svolta presso il centro di addestramento militare di Bolzano con un gruppo di 50 persone. Contemporaneamente, è stata mobilitata una forza di riserva per prepararsi a un possibile scontro con i partigiani urbani.
3.12.69
Documento 93
4.12.69
SITUAZIONE POLITICA INTERNA IN ITALIA
Traduzione dal russo
Sulla base delle conoscenze acquisite, in relazione alla prevista intensificazione della lotta socio-economica in Italia, soprattutto durante il periodo di firma dei contratti collettivi di lavoro nell'autunno di quest'anno, il Partito Democratico Cristiano al governo in Italia
sta cercando di trovare modi e possibilità per creare un governo più forte dell'attuale governo del Primo Ministro RUMOR, che non ha nemmeno la maggioranza in Parlamento e fa affidamento sul "sostegno esterno del Partito Socialista Italiano" e del Partito Socialista Unito. I visionari della direzione principale del Partito Democratico Cristiano, i "Dorotei", guidati dal segretario politico PICCOLI, sono dell'opinione che la soluzione migliore nella situazione attuale sarebbe quella di rinnovare una coalizione di centro-sinistra con la partecipazione della Democrazia Cristiana, rappresentanti di entrambi i partiti socialisti e del Partito Repubblicano. In questo modo, il CDS otterrebbe un rivestimento di sinistra per attuare una politica che si adatterebbe ai circoli italiani al potere. In relazione a ciò, hanno sviluppato un programma d'azione che conta sull'ala sinistra del partito / le correnti di "Base" e Forze Nuove, che chiede la creazione di un governo di centro-sinistra, ma non con la partecipazione di 4 partiti, ma solo due CDS e ISS, di estrema destra e con l'ingresso di rappresentanti del Partito Repubblicano e di esponenti politici. Secondo i leader delle due correnti, solo un governo di questo tipo può attuare e realizzare le richieste da loro avanzate in merito all'ampliamento dei diritti degli enti locali, all'attuazione di una riforma del sistema scolastico e a misure volte allo sviluppo delle regioni meridionali. Visualizzando il Partito Socialista Unito, esercitarono una certa pressione.
(manca un documento)
Documento 95-97-99-101
22-12-1969
Sulla situazione politica interna attuale in Italia
"Recentemente, in relazione agli sviluppi politici in Italia, si sono diffuse molto più le considerazioni su un tentativo da parte delle forze di destra unite nell'apparato statale di invertire radicalmente il processo di formazione di un governo di destra. Da queste interessanti e attendibili informazioni, abbiamo ricevuto dagli addetti ai lavori di circoli vicini alla situazione politica in Italia.
Secondo la valutazione delle principali considerazioni di un possibile colpo di Stato da parte dell’ISS (PSI, ndr), la cooperazione di agenti greci con rappresentanti della destra italiana è esagerata, il cui scopo è "creare le condizioni più sfavorevoli per l'esclusione dei Rossi dalle organizzazioni europee". Tuttavia, ci sono alcuni contatti tra agenti di reggimenti greci e gruppi in questi ambienti. Il dipartimento della gioventù include anche persone accreditate con la destra. (PACCIARDI). La destra italiana mantiene contatti con STRAUSS nella NSR (Germania Ovest, ndr) e la destra gollista. Vari estremisti di destra si sottopongono ad addestramento in montagna.
C'è malcontento tra la polizia italiana, molto stanca di dover gestire scioperi e manifestazioni. Si notano anche alcuni movimenti nella magistratura.
Negli ambienti politici informati si ritiene che i gruppi siano organizzati con lo scopo di raggiungere determinati obiettivi politici.
I circoli, insieme agli industriali, avevano il pretesto per effettuare un intervento politico e stabilire un regime amministrativo il cui compito sarebbe stato quello di "impedire tentativi di colpo di stato di destra, disordini di base e rivolte da parte dell'estrema destra".
I circoli politici sopra menzionati, tuttavia, vedono nei più grandi circoli finanziari (filo-cinesi) un potenziale regime autoritario, come CARLI (nazionalisti nell'alleanza emergente di tecnocrati del tipo "carro armato"), PETRILLI con giovani potenti industriali come AGNELI (Fiat) e PIRELLI. Si vocifera che questi circoli di finanziari siano alimentati sia da gruppi di estrema destra che da gruppidi estrema sinistra (filo-cinesi) con l'intento di mantenere una situazione confusa in cui sarebbe possibile attuare il piano previsto: l'instaurazione di un regime autoritario. Non è chiaro quali gruppi della democrazia cristiana sosterrebbero questa operazione. Con grande interesse, si sta monitorando il riavvicinamento tra SARAGAT e FANFANI. Gli Stati Uniti hanno recentemente "scommesso" di nuovo su SAGAGAT, che considerano ancora un loro alleato affidabile.
La situazione attuale non è chiara. Il possibile pericolo è noto, ma nessuno può dire nulla di più preciso. Le intenzioni degli USA, ai sensi dell'articolo 1, sono forse una piaga per i giovani industriali? Da un lato, i legami politici con l'Est, le chiare intenzioni degli USA sono pressanti, dall'altro, agiscono duramente contro i sindacati e le forze politiche di sinistra. Ad esempio, AGNELI sta pianificando una stretta collaborazione con la tedesca Volkswagen per sconfiggere la concorrenza americana, e non solo in Europa, mentre si sta collegando con gli ambienti americani più radicali per ricattare la sinistra italiana.
L'intenzione di SARAGAT di sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni è oggetto di frequenti discussioni in parlamento. Negli ambienti politici si ritiene che la campagna elettorale potrebbe aggravare ulteriormente la situazione e che sarebbe sufficiente avviare un'operazione per l'insediamento di un governo autoritario di destra. I rischi di questa iniziativa sono attentamente valutati anche dallo stesso SARAGAT. Vi è una forte opposizione allo scioglimento in una parte importante della Democrazia Cristiana (IKS, ISS, Partito dell'Unità Proletaria).
Non sottovaluta le leggi contro cui questo partito (istituzioni regionali, divorzio) è guidato da ambienti sia politici che industriali con l'obiettivo di indebolire questo partito a tal punto da non dover contare.
Nel complesso, si può affermare che la situazione sta peggiorando a causa di vari gruppi e omicidi. Ciò ha come conseguenza la richiesta di "ordine" e "maggiore è il caos, maggiore è il numero di persone esposte ad assassinii e di uomini forti" al di fuori dei partiti politici. (Lo Stato italiano potrebbe non essere parlamentare. L'istituzione di un regime militare in Italia non è attualmente considerata possibile dalla leadership dei 15, perché la stragrande maggioranza della nazione si opporrebbe a un tale governo. Pertanto, si stanno cercando altre forme accettabili. Il culmine della situazione è previsto per il gennaio 1970.
Per quanto riguarda i gruppi estremisti sopra menzionati, il loro numero è aumentato considerevolmente negli ultimi tempi. Operano in completa indipendenza e non sono collegati al partito laico italiano. Alcuni di loro sono collegati all'organizzazione fascista internazionale "Movimento Europa Civile", il cui gruppo più attivo è il presidente italiano FACCHINETTI. I più importanti sono il "Centro Ordine Nuovo", il "Costituente Nazionale Rivoluzionaria", i "Giovani Figli dell'Europa" (guidati dallo Stato di New York) e i "Nuclei di Difesa dello Stato", che si occupano principalmente di propaganda tra i soldati. I membri dei gruppi seguono un addestramento militare e ci sono due centri di addestramento. Uno si chiama "Centro Saggitarius" ad Arcinazzo, in provincia del Lazio, e un altro nelle montagne dell'Umbria. Il Ministero della Difesa non può sciogliere questi centri, perché dicono che qui non si usano armi. Tra esercizi di marcia, ginnastica, allenamenti di karate, diverse migliaia di loro affermano attualmente di prepararsi per i fascisti.
Il lettore, giunto a questo punto della storia, e ragionando ormai nell’ottica del KGB, vorrà sapere cosa accadde in Italia nel gennaio del 1970, se vi fu effettivamente questo colpo di stato tanto atteso. Il carteggio ci fa capire che la soluzione fu meno traumatica del previsto. Dopo un silenzio lungo più di un mese, il 26 gennaio del 1970 ecco un nuovo documento dell’STB con il rendiconto di un viaggio: i vertici della Democrazia Cristiana, nel bel mezzo del caos per le indagini su Valpreda e l’attentato di piazza Fontana, si recarono in visita negli USA alla Casa Bianca di Richard Nixon. C’erano proprio tutti, da Moro a Colombo ad Andreotti. Tutti ottennero, a quanto pare, qualche dono natalizio. Si parlò anche della scissione del PSI, che i leader democristiani avrebbero volentieri evitato, e di formare un governo forte sulla falsariga di quello della Germania Ovest. Non si parlò affatto della preoccupazione che in Italia regnava per la situazione politica divenuta ovunque incandescente.
Documento 103-105
Dipartimento Informazioni A
Tenente colonnello Seidla
26 gennaio 1970
Situazione politica interna Italia
Numero di fogli: 2
Secondo i rapporti del Ministero degli Affari Esteri, i Democratici Italiani MORO, COLOMBO e ANDREOTTI si sono recentemente recati negli Stati Uniti per negoziare con NIXON e ROGERS. I funzionari del governo italiano hanno espresso il loro parere negativo sulla scissione del Partito Socialista Unito, che a loro avviso potrebbe portare a "cambiamenti fondamentali nel Paese", e hanno cercato di convincere i loro partner americani che una vera scissione del Partito Socialista Unito potrebbe verificarsi solo attraverso la cooperazione con il partito. Questa loro opinione ha ottenuto il sostegno del Governo Sociale Italiano in influenti circoli americani e inoltre, su istigazione del Vaticano, sono più favorevoli a questa troika che a FANFANI tra i cattolici americani. MORO ha fatto la maggiore impressione su NIXON e ROGERS. I Democratici Bianchi e il Dipartimento di Stato vogliono sostenere MORO per l'elezione a Presidente della Repubblica, inoltre, COLOMBO per la nomina a Primo Ministro e ANDREOTTI per la nomina a Segretario Generale del Partito Democratico Italiano.
Al suo ritorno a Roma, MORO disse ai suoi confidenti che Washington aveva promesso di sostenere la sua candidatura alla carica di Primo Ministro e, in seguito, di Presidente della Repubblica.
FANFANI adottò immediatamente una serie di misure in risposta al veleno di MORO e dei suoi sostenitori a Washington. Portò una scissione nel cosiddetto gruppo Dorotei e ottenne che la carica di Segretario Generale fosse ricoperta dal leader del partito democratico, FORLANI; egli perseguiva diversi obiettivi: sottomise la Democrazia Cristiana e si assicurò così una base politica per le elezioni del 1970; dimostrò che Andreotti e Colombo non avevano alcun sostegno nel partito. Questo piano di Fanfani fu sostanzialmente attuato da Forlani. In queste azioni, Fanfani sperava nell'appoggio di Saragat, che, come Fanfani, aveva posto fine alla rivalità e a parte della sua candidatura alle elezioni presidenziali.
Fanfani sperava che per le sue ulteriori azioni avrebbe potuto assicurarsi il sostegno della destra e di tutti quegli ambienti americani – in particolare Kissinger – che in precedenza avevano sostenuto l'idea di una scissione del partito socialista unitario. Fanfani e Saragat concordarono di accelerare lo svolgimento delle elezioni parlamentari indicendole nel 1970, proprio quando Saragat avrebbe cessato di ricoprire la carica di presidente. Sperano che, rafforzando il Partito Cristiano Democratico con il Partito Socialista Unito, saranno in grado di indebolire il Partito Comunista e il partito NENNI e formare un governo simile alla precedente "grande coalizione della Repubblica Federale di Germania".
Capo del Dipartimento Informazione: S. Farkac
Ma intanto in Italia qualche cambiamento politico stava avvenendo. Sappiamo da fonti dei Servizi che nel gennaio del 1970 l’Italia si stava già avvicinando alla Libia del colonnello Gheddafi, che aveva da pochi mesi detronizzato l’amico degli Stati Uniti, il re Idris, e metteva a serio rischio gli interessi petroliferi della nostra ENI. La Libia, con Gheddafi al comando, si trasformava in un nuovo Stato arabo nemico di Israele, ovvero un altro campo di addestramento per i pericolosi guerriglieri palestinesi. I nostri Servizi, nel salvare la leadership del colonnello sventando un attentato (l’operazione principe nero), aprivano di fatto le porte al terrorismo arabo e filosovietico. Tutto ciò il dossier cecoslovacco non ce lo dice. Il Patto di Varsavia, pur abbandonando lo stato di emergenza per un colpo di Stato che ormai in Italia sembrava svanito, non dimenticava il pericolo neofascista. Nel dicembre del 1970 il resoconto che leggerete annunciò la nascita di Ordine Nuovo, un organismo extraparlamentare che, scopiazzando i movimenti del sudamerica, si preparava a una lunga stagione di sangue. L’obiettivo era anche tingersi di rosso e far ricadere le colpe sui comunisti. E’ una storia che conosciamo, perché ce la raccontano pure i documenti della STASI. Nel documento 59 del quarto volume, uno dei pochi interessanti di queste cartelle, compare anche un fantomatico centro di addestramento di Torino, dove effettivamente furono scoperti dalla magistratura, nel 1974, alcuni campi militari dei terroristi neri. Queste notizie avvalorano l’ipotesi che la CIA potesse concepire fin dalle origini un terrorismo rosso sul modello delle Brigate Rosse, ma non escludono affatto la possibilità che il KGB, proprio grazie a queste conoscenze dettagliate, fosse in grado di inserirsi sul campo e scompigliare le carte ai poco avveduti spioni di Langley.
10443-103, volume 4, Documento 59-61
Il 9 dicembre 1970
"ORDINE-NUOVO"
piano di azioni provocatorie per l'anno:
Alla fine di ottobre si sarebbe dovuto tenere a Roma un convegno dell'organizzazione neofascista "Ordine Nuovo", a cui furono invitate delegazioni provenienti dalla Repubblica Federale di Germania, Francia e Spagna. I capi delegazione avrebbero dovuto fornire garanzie scritte per ciascun membro del loro gruppo. Ai partecipanti fu ordinato di arrivare a Roma individualmente con pretesti occulti, in modo che il gruppo non alloggiasse insieme nello stesso albergo, e ai singoli membri fu ordinato di entrare nel proprio albergo solo dopo un attento "autocontrollo".
La conferenza avrebbe dovuto analizzare la situazione interna dell'Italia e le prospettive di ulteriore sviluppo, e di conseguenza pianificare nuove misure sulla piattaforma interna. Sarebbe stato inoltre affrontato il tema delle relazioni estere e del coordinamento delle azioni con altre organizzazioni di natura analoga in Europa.
Secondo le informazioni a noi fornite, l'organizzazione neofascista italiana "Ordine-Nuovo" ha recentemente approvato un piano d'azione per il 1971, che prevede l'adempimento dei seguenti punti:
Nelle scuole, nelle università e nelle fabbriche si formeranno gruppi attivi il cui compito principale sarà quello di contrastare e interrompere le azioni delle forze di sinistra italiane. A tal fine, questi gruppi organizzeranno varie provocazioni "mascherate" affinché le autorità italiane siano chiamate a rispondere di queste rivolte, il Partito Comunista Italiano, il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, i giovani di questi partiti o altre organizzazioni di sinistra.
"Preparare teologicamente" i funzionari dell'organizzazione neofascista in modo che non vengano catturati e interrogati se vengono catturati, traditi e potrebbero "sopportarli". C'è una tangente per questi provocatori che si spacciano per membri di gruppi di estrema sinistra.
Per compiere a Roma e in altri importanti centri d'Italia azioni violente distruttive (sul modello dell'organizzazione illegale uruguaiana "Tupamaros"), che costituirebbe un'organizzazione, una forza distruttiva".
Per attuare questa risoluzione, nel mese di novembre di quest'anno verrà inaugurato nei pressi di Torino centro di formazione per la preparazione dei membri. Gli istruttori di questo centro di addestramento si trovano attualmente nella Repubblica del Sudafrica e nel Vietnam del Sud per "studiare sul posto" i metodi della guerriglia.
Conclusione:
I risultati documentano gli sforzi per attivare il movimento fascista non solo in Europa ma anche in altri paesi occidentali.
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