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martedì 5 agosto 2025

Strage di piazza Fontana, il Kgb accusava la NATO? (o la DC?)


A leggere in sequenza tutti i documenti del fascicolo cecoslovacco 10443-103, e specialmente quelli del volume 3, dei 5 totali, non sembrano esserci dubbi. Il Patto di Varsavia nei mesi precedenti la strage del 12 dicembre 1969, che costò la vita a 17 persone a Milano, era continuamente in stato di allerta. Le nazioni dell’est si scambiavano svariati telegrammi e relazioni geopolitiche sull’imminente colpo di stato che le forze parlamentari di destra sembra fossero in procinto di attuare in Italia. 

Il fascicolo 103 ha rivelato informazioni importanti, inaspettate vista la mole di notizie che ci fornisce. Contiene informazioni sulla situazione di politica interna in Italia tra il 1964 e il 1974. Certo, si tratta di voci che erano state carpite dai servizi segreti comunisti attraverso i loro vastissimi canali segreti. E si sa che le parole contano poco. Voci che però si sono rivelate in parte corrette. E possiamo dimostrarlo. Ad esempio, uno dei primi documenti presenti nel volume 1 è un’anticipazione di quanto fu rivelato soltanto il 21 maggio del 1967 dal settimanale L’Espresso, e cioè il tentativo di colpo di Stato del generale De Lorenzo nel 1964. Nel nostro caso, la relazione è dell’estate del 1965 e pare che le manovre militari (il famoso tintinnar di sciabole ampiamente esplorato dalla pubblicistica italiana) fossero ancora in corso. Ma eravamo ben due anni prima della divulgazione ufficiale dei piani eversivi. Dunque, perché non dovrebbero essere vere anche le successive indiscrezioni su un colpo di stato gollista, simile a quello di De Lorenzo, programmato per la fine del 1969?

La mia prima idea nel leggere queste relazioni è stata che il Kgb potesse essersi inserito nella strage deviando il corso degli eventi. Me lo faceva pensare il fatto che dopo il 12 dicembre 1969 il carteggio dimentica quasi completamente i piani per un colpo di stato e si occupa semplicemente di politica interna italiana e di normali alleanze tra i partiti di governo e di opposizione. In realtà, un documento successivo alla strage sembrerebbe esserci, anche se piuttosto sbiadito e difficilmente leggibile. E’ stato necessario un intervento di fotoritocco per poterlo tradurre con l’intelligenza artificiale. C’è un timbro che reca la data del 22 dicembre 1969. Ma probabilmente fu scritto poco prima. Parla del colpo di stato che da tempo era previsto esattamente per quel periodo: gennaio 1970. E allora una continuità nell’analisi sovietica esiste, anche dopo la strage, di cui in ogni caso il Patto di Varsavia in questa cartella non si occupa per niente. Non c’è una sola parola sulla strage di piazza Fontana. Come mai? Nella documentazione manca un foglio, ma sembra una perdita non rilevante e non determinante per la comprensione dei fenomeni geopolitici di quel terribile 1969.

Facciamo alcune brevi considerazioni che permettano al lettore di avvicinarsi alla lettura dei documenti originali con cognizione di causa. Questo carteggio evidenzia alcune gravi responsabilità dei partiti italiani di governo, dell’americana CIA e persino del Presidente della Repubblica Saragat nella strage di piazza Fontana. Le strategie messe in atto nei mesi precedenti la strage, e addirittura fino al giorno prima, erano molto articolate e precise. C’era un piano denominato “Quirinale” che prevedeva l’utilizzo di gruppi anarchici e filocinesi, guidati o almeno infiltrati dalla CIA, per creare disordini per le strade italiane che rendessero la politica parlamentare impraticabile. Lo scopo era quello di arrivare a una scissione interna al PSI, con l’allontanamento di Nenni e degli elementi di sinistra, e alla ricomposizione del Parlamento con soli esponenti conservatori, sia della DC sia dei partiti di centro. Non vi era accordo su quanto dura dovesse essere l’azione, ma condivisa appariva la linea che proprio indolore non sarebbe potuta essere. 

Dunque, se la bomba di piazza Fontana esplose trovando dei clienti ancora affaccendati in banca, uccidendoli senza pietà, non è detto che i mandanti e gli esecutori fossero incappati in qualche errore. Se crediamo a queste relazioni, peraltro precedenti la strage - lo voglio sottolineare - vi fu un errore solo per qualcuno che non era a conoscenza di ciò che si architettava nei piani alti. 

Ben diverso è il discorso delle singole responsabilità. Qui le domande sono tante. Chi c’era quel pomeriggio uggioso del 12 dicembre 1969 a Milano? Pietro Valpreda? Giovanni Ventura e Franco Freda? Guido Giannettini? Altri neofascisti? L’indagine indiziaria la lasciamo ad altri. Stando a queste relazioni forse sarebbe più logico aspettarsi sul luogo del delitto, a livello geopolitico, i filocinesi e gli anarchici di Valpreda. Eppure Ventura fece di tutto per rivelare all’amico Lorenzon quanto stava accadendo. Chissà perché. La sua appartenenza a un servizio segreto dell’est può aver influito sull’andamento delle indagini e interferito sulla scoperta della verità? Potrebbe aver agito per far ricadere le accuse sul pericolo neofascista, tanto caro al Patto di Varsavia, piuttosto che sul sodalizio criminale che coinvolgeva anche la sinistra extraparlamentare? 

Le indagini accertarono che nel 1967 vi fu un importante incontro a tre: Guido Giannettini, giornalista e spia del Sid, Giovanni Ventura editore veneto, filocinese e spia della rete Caraman, e un agente del controspionaggio rumeno. Cosa avevano da dirsi? Per i magistrati questa notizia era la prova regina del rapporto lavorativo tra Giannettini, detto anche agente “Zeta”, e Ventura. Era contenuta in una di quelle famose informative, o “veline” scoperte dagli inquirenti nella cassetta di sicurezza di Ventura e che, secondo certe fonti provenivano dalla Romania, secondo altre erano state scritte dallo stesso Giannettini o dalla CIA. Anche perché entrambi i protagonisti di questa storia avevano in casa lo stesso tipo di “veline”. Ne parlava Ferdinando Imposimato nel suo libro “La repubblica delle stragi impunite”. Quelle informative potrebbero essere la chiave della strage. 

Ho fatto un’indagine più accurata, perché mi ha colpito molto la sigla con cui erano contrassegnate quelle carte: KSD. Negli archivi dei Paesi Socialisti la lettera K era molto utilizzata per indicare documenti del controspionaggio. In Cecoslovacchia usavano la sigla KR. Qualcosa del genere avveniva anche nell’URSS. E in Romania? Potrebbe appunto trattarsi di un codice operativo del controspionaggio rumeno, ma non ci sono prove concrete. Sicuramente il SID non utilizzava quel codice, anche perché noi italiani non usiamo così di frequente la lettera K. Anche la CIA statunitense non archiviava o siglava i dossier con il codice KSD. E quindi? E quindi possiamo affermare che risulta utilizzato soltanto per la strage di Piazza Fontana. La soluzione potrebbe essere proprio questa: cioè qualcuno, Ventura o Giannettini, era caduto in un tranello e quelle informative erano false o depistanti rispetto alla verità. Difficile dire chi dei due. Certamente è fondamentale l’incontro a tre con l’agente rumeno. Un’ipotesi, seguendo il discorso che facevamo nelle pagine precedenti, è che Giannettini avesse costretto Ventura, ormai irrimediabilmente smascherato, ad inserirlo nello spionaggio rumeno. Ma un’altra ipotesi è che lo spionaggio rumeno si aspettasse già l’inserimento del Sid italiano e avesse predisposto delle informazioni false per Giannettini. Erano situazioni molto frequenti in quel periodo. 

Nell’articolo della Stampa del 19 agosto 1974 firmato da Gino Mazzoldi si può leggere il resonconto delle dichiarazioni ufficiali che Guido Giannettini rilasciò ai magistrati inquirenti D’Ambrosio e Alessandrini. Sotto giuramento, il giornalista-spia affermò che fu lui a redigere quelle informative misteriose per Giovanni Ventura, sapendo che collaborava con il servizio segreto “romeno”. Qualcosa di interessante uscì anche in Svizzera, su Gazzetta Ticinese, nell’intervista di Paolo Pittaluga all’ex dirigente del Sid, Ambrogio Viviani, il quale affermò che la guerra contro i dirigenti dello spionaggio italiano, incluso lo stesso Giannettini, fu voluta da Licio Gelli, spaventato all’idea che potesse svilupparsi maggiormente l’inchiesta contro la Securitate Rumena, con la quale il Gelli stesso collaborava. 

Da questa guerra di intelligence si arriverebbe così all’attentato con morti e feriti non previsti. Adesso, perlomeno, il movente della tristemente nota strage di Milano del 1969 sembrerebbe più chiaro. Non è affatto detto che i rapporti tra Ventura e il suo contatto rumeno si interruppero nel 1968, quando in Francia furono scoperti gli agenti di Mihai Caraman. Gli articoli del quotidiano La Stampa fanno ritenere, al contrario, che la rete Caraman di cui faceva parte l’editore veneto fosse rimasta attiva in Italia anche nel 1969 e fino al 1970. Anzi. Nel bellissimo pezzo di Enzo Biagi del 17 gennaio del 1974, su La Stampa, si parlava di due “veline” (di Giannettini?) datate maggio 1969, che contenevano notizie simili a quelle diffuse dai documenti cecoslovacchi che state per leggere e che abbiamo in parte già riassunto: scissione del Partito Socialista, accentuazione del terrorismo per convincere l’opinione pubblica della necessità che arrivi qualcuno a garantire l’ordine, sensibilizzazione delle forze armate da parte del presidente Saragat e scioglimento delle camere. Mancherebbe tuttavia il riferimento ai filocinesi o agli anarchici. Un  dettaglio non di poco conto, vista la documentazione che ho trovato a Praga. Bisogna ricordare che filocinese lo era anche Ventura. Sapeva già cosa doveva fare e quindi il ruolo di filocinesi e anarchici? A quanto pare fu informato passo per passo dai rumeni (o da Giannettini) sull’andamento della politica interna italiana anche per tutto il 1969. E mentre Giannettini e Freda erano convinti di avere in pugno Ventura, Ventura sentiva di tenere in pugno Freda, Giannettini e il Sid. Stando sempre all’articolo di Biagi, l’editore veneto lo disse chiaro e tondo ai magistrati: partecipava agli attentati terroristici neri, si faceva apprezzare come corriere degli ordigni da far esplodere, pur sapendo che il livello della tensione era destinato a salire e con esso anche il numero delle vittime degli attentati. E intanto aspettava il momento giusto per allontanarsi. Poi il patatrac. La denuncia di Lorenzon. Gli arresti. Il clamore mediatico. Ventura sembra sempre sul punto di essere incastrato dagli inquirenti. E parla, racconta, accusa. Il Sid nega, si chiude nel silenzio, ma resta incastrato nelle pieghe delle contorte strategie di potere del suo governo. 

E’ questa la storia? Non lo sappiamo con certezza, ma ormai la strada verso la verità sembra tracciata. Con la documentazione del Patto di Varsavia abbiamo - e il lettore lo verificherà da solo - una storia molto lineare, non certo indecifrabile come le tante versioni italiane di queste vicende. Adesso possiamo verificare l’attendibilità di Ventura e comprendere tutte le sue mosse. E’ un bel passo avanti! Ma pure le presunte vittime del complotto di destra non sono più tanto vittime. Valpreda diverrebbe comunque complice, Pinelli avrebbe avuto più di un motivo per suicidarsi, scoprendo magari dal commissario Calabresi che il piano eversivo era inevitabilmente scoperto e bruciato. 

Ma allora quanti personaggi della sinistra, coinvolti nelle vicende dei filocinesi, erano consapevoli di lavorare per la CIA, per l’URSS o, più probabilmente, per il governo italiano? Nessuno ce lo ha rivelato, anche perché di filocinesi si smise di parlare quasi subito. Eppure in questo carteggio sono i protagonisti indiscussi delle vicende del 1969. E allora prepariamoci ad aggiornare i libri di storia. 

Intanto, lascio spazio alla rassegna dei documenti, rielaborati e tradotti in italiano dal sottoscritto, con la speranza che anche altri studiosi condividano questa mia faticosa ricostruzione.


10443-103, Volume 1

Documento 107-109

15-7-1965

Tentativo di colpo di Stato militare in Italia – informazioni

Secondo informazioni ottenute da una cerchia di giornalisti italiani, l'ex Ministro della Difesa PICCANDI (Pacciardi, ndr), in un'intervista con un giornalista, ha menzionato un certo movimento militare in Italia, attualmente in fase di sviluppo e mirato a un colpo di Stato sul modello di DE GAULLE. Il leader di questo gruppo militare è probabilmente il Capo della Gendarmeria, Generale DI LORENZO, attivamente sostenuto, oltre ai Generali MANCINELLI e GUAIANO al Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio GIURATI. Anche un gruppo di giovani politici borghesi, strettamente legati agli ambienti industriali, sta partecipando ai preparativi del cosiddetto colpo di Stato. Provocare una crisi di governo servirebbe da pretesto al gruppo per chiedere apertamente una modifica della Costituzione. I cosiddetti golpisti sono convinti che, tentando di modificare la Costituzione, provocheranno una controreazione da parte dei comunisti e che questa situazione permetterà all'esercito di intervenire "giustamente" negli affari politici interni. Secondo i loro calcoli, il compito principale spetta principalmente alla gendarmeria. Per questi motivi, vengono già istituite unità speciali di gendarmeria, dotate di aerei, carri armati e artiglieria leggera. Queste unità sono attualmente utilizzate per reprimere le forze di sinistra. Nel caso in cui la gendarmeria non abbia successo durante il colpo di Stato, l'esercito interverrà.

Il rapporto è stato ottenuto da una fonte attendibile, ma non è stato verificato.

Nota: la rivista della Germania Ovest "Aussenpolitik" pubblicò un articolo nel gennaio 1965 sulla situazione politica interna in Italia, in cui menzionava Di Lorenzo e Piccardo (Pacciardi, ndr) come persone in grado di creare un modello gollista in Italia.

Si prega di verificare queste informazioni, se possibile, e di comunicarci il risultato.

[De Gaulle – De Gaullova – Gaullovský]


10443-103, Volume 3

Documento 5

Al movimento italiano "Nuova Repubblica"

Arrivato il 22 giugno 1968

Secondo le informazioni ottenute, il movimento di destra "Nuova Repubblica", guidato dall'ex ministro della Difesa Randolfo Pacciardi, avrebbe numerosi sostenitori e simpatizzanti tra alti funzionari dei ministeri della Difesa e dell'Interno.

Alcuni membri del movimento hanno "amici" presso il Ministero degli Affari Esteri italiano, e il movimento ha anche contatti con il SID. Questi contatti sono intrattenuti principalmente dallo stesso Pacciardi.

Si presume che Pacciardi abbia appreso dai suoi amici del SID o del Ministero degli Interni dell'ordine del Ministro degli Interni di monitorare le attività dei membri di "Nuova Repubblica".

In questo contesto, Pacciardi diede istruzioni ai suoi collaboratori di scoprire, se possibile, i nomi degli agenti di polizia che li stavano monitorando, in modo da poter "adottare misure di sicurezza".

ottenuto da una fonte affidabile.

Nota:

Il rapporto include anche informazioni sull'ordine del Ministro dell'Interno di monitorare i membri dell'organizzazione di destra "Nuova Repubblica". A quanto pare, ciò è stato fatto per proteggere il Partito Democratico Cristiano prima delle imminenti elezioni. È possibile che, parallelamente ad alcune "restrizioni" a destra, vengano adottate misure anche contro la sinistra.


Documento 7-9-11

TOP SECRET

Traduzione dal russo.

SULLA SITUAZIONE IN ITALIA

Negli ultimi giorni le forze democratiche in Italia si sono rafforzate.

lii portò all'acuirsi delle contraddizioni tra le varie correnti del Partito Democratico Cristiano al potere. Nel 1968, i gruppi di sinistra di questo partito divennero notevolmente più attivi, con crescenti sforzi per l'unità del movimento sindacale e per l'organizzazione di un dialogo con il Partito Comunista Italiano (IKS). Il gruppo di sinistra del Partito Democratico Cristiano "Forze Nuove", guidato da Donat-CATTEN, si oppone ai vecchi metodi di gestione del partito, allo scopo di attrarre le larghe masse di cattolici all'attività attiva, criticando i dirigenti del Partito Democratico Cristiano per la loro straordinaria tendenza alla NATO. Su questi temi, il movimento "Forze Nuove" gode del sostegno della Confederazione Italiana dei Sindacati del Lavoro (ACLI) e della sezione giovanile cattolica, che cerca ampi contatti con altri partiti e organizzazioni. L'insoddisfazione nei confronti della dirigenza del Partito Democratico Cristiano ha raggiunto un livello tale che i leader dei gruppi di sinistra Donat-Cattin, STORTI, GRANELLI, DE MITA, insieme ai leader delle ACLI, stanno valutando la possibilità di creare un secondo partito cattolico che adotti una posizione più progressista sia in politica interna che estera. Donat-Cattin ritiene che al momento i gruppi di sinistra non dovrebbero emergere dal Partito Democratico Cristiano, poiché al di fuori del quadro di questo partito non rappresenterebbero alcuna forza significativa e, comprensibilmente, non possono ancora contare sul sostegno dei partiti di sinistra. 

Data la situazione, la maggioranza di destra nella direzione del partito (i Dorotei) sta cercando di consolidare la propria posizione e di impedire che il partito scivoli "a sinistra". I Dorotei temono che, a seguito del rimpasto nella dirigenza del Partito Democratico Cristiano, possano emergere sostenitori del rifiuto della politica conservatrice di "centro-sinistra" e di una linea più attiva.

Il fatto che vi sia una dura lotta all'interno della dirigenza della Democrazia Cristiana è dimostrato dal fatto che il Consiglio Nazionale ha recentemente eletto PICCOLI come segretario politico del partito al posto di RUMOR, ora a capo del governo di "centro-sinistra". Sebbene i sostenitori della maggioranza di destra siano riusciti a nominare il loro vicesegretario, la posizione di PICCOLI non è molto forte, poiché solo 85 voti su 177 sono stati espressi a suo favore. La posizione di questa maggioranza è stata significativamente indebolita dall'uscita dei sostenitori dell'ex Primo Ministro MORO dal movimento doroteo nel novembre 1968, che ha fortemente sconvolto l'equilibrio di potere nella dirigenza della Democrazia Cristiana. MORO vuole raccogliere attorno a sé le correnti di sinistra della Democrazia Cristiana e alcuni sostenitori della maggioranza di destra nella dirigenza che non condividono la linea dei loro leader e ottenere così una maggioranza al congresso del partito che si terrà nel luglio 1969, che gli consentirebbe di sostituire PICCOLI come segretario della Democrazia Cristiana. MORO sta cercando di giocare con i partiti di sinistra, tra cui il Partito Comunista Italiano. MORO ritiene che la direzione della Democrazia Cristiana apparterrà a chi riuscirà a elaborare una linea corretta nei confronti del Partito Comunista Italiano, accettabile per la maggioranza del partito. Data la gravità della situazione nel partito, PICCOLI vuole quindi attuare alcune misure volte a migliorare i rapporti con le correnti di sinistra insoddisfatte della politica della direzione del partito e consolidare così la sua posizione di segretario. Persone vicine a PICCOLI si esprimono in tal senso (in particolare il membro della direzione della Democrazia Cristiana CHICCARDINI), che in precedenza, aveva idee prevalentemente conservatrici, ma essendo un politico realista, ultimamente si è mostrato disposto ad avvicinarsi ai gruppi di sinistra del partito, in particolare alla corrente "bassa". Attualmente, PICCOLI sta compiendo grandi sforzi per consolidare le sue posizioni alla periferia. In particolare, ha promesso di pagare tutti i debiti finanziari delle sezioni locali della Democrazia Cristiana con la tesoreria centrale del partito, avendo ricevuto ingenti finanziamenti da "Confindustria" e dagli USA.

-Partito Democratico La situazione nel Partito Democratico Cristiano durante il periodo di preparazione al congresso potrebbe aggravarsi ulteriormente a causa dell'ulteriore attivazione delle attività dei gruppi di sinistra e dell'intensificarsi della lotta tra PICCOLI e MORO e i loro sostenitori per la leadership del partito. Nel caso in cui alla vigilia del congresso la situazione non si sviluppasse a favore della leadership di destra guidata da PICCOLI, si vuole provocare una crisi di governo e rimandare la riunione a un momento successivo.

Il rapporto è stato ottenuto da una fonte affidabile.

8 aprile 1969.


Documento 13-15-17

Traduzione dal russo.

Ministero dell'Interno

SULLE ATTIVITÀ DEGLI ELEMENTI FILO-CINESI IN ITALIA

Nelle sue attività divisive, il PRC si affida principalmente al cosiddetto "Partito Comunista Marxista-Leninista d'Italia" (MEKSI), filo-cinese, creato nell'autunno del 1966 dalla fusione di diversi gruppi e circoli filo-cinesi. Nell'estate del 1966, i dirigenti del partito furono ricevuti ufficialmente a Pechino da MÃO ZE-TÙNG. Fino al novembre dello scorso anno, il MLKSI era finanziato attraverso canali illegali tramite l'ambasciata del PRC a Berna e, inoltre, riceveva parte del denaro proveniente dalla vendita di prodotti cinesi in Italia. Al partito era vietato stabilire contatti con i rappresentanti del Dipartimento del Commercio del PRC a Nîmes.

Nel novembre 1968, la dirigenza del MLKSI si divise in due gruppi. Il gruppo guidato da Osvaldo PECHET fu espulso dal partito e il nuovo Comitato Centrale del MLKSI fu presieduto da Dino DINI, Angelo GRACCI e Alberto SARTORI. Poiché l'organo di stampa del partito, la Nuova Unità, rimase nelle mani dei sostenitori di PECHET, nel marzo 1968 iniziò a essere pubblicato il notiziario del MLKSI, Il Partito, il cui direttore era Vincento MISEFARI, che era stato espulso dal Partito Comunista Italiano.

I rappresentanti della nuova leadership del MLKSI hanno stabilito contatti con l'ambasciata della Repubblica Popolare Cinese a Parigi e hanno affermato di essere stati riconosciuti dai cinesi. Tuttavia, i cinesi hanno assunto una posizione più cauta sulla questione dei finanziamenti rispetto a prima, chiarendo che la decisione sarebbe stata presa in base ai risultati specifici delle attività del MLKSI.

Attualmente, la direzione del partito riceve 1,5 milioni di lire al mese dai cinesi per la pubblicazione del quotidiano Il Partito, che esce tre volte al mese con una tiratura di 30mila copie. L'apparato dirigenziale del partito è finanziato principalmente dal segretario del Comitato Centrale, Angelo Gracci, un ricco avvocato fiorentino ed ex membro dell'IKS (PCI, ndr). Secondo le informazioni ottenute, la nuova direzione è riuscita a mantenere il controllo sul MLKSI. Il partito conta circa 16-18mila iscritti. I suoi membri sono elementi estremisti espulsi dall'IKS, avvocati, piccoli commercianti e un certo numero di disoccupati. Una centesima parte della classe operaia.

Di recente, il MLKSI ha intensificato le sue attività. Il gruppo milanese Pročinsko Tribuna rossa, guidato da GUBINELLI, figlio di un industriale milanese, ha aderito in massa al MLKSI. Il gruppo conta circa mille persone.

I gruppi filo-cinesi scontenti influenzano i membri dell'IKS che, per vari motivi, sono insoddisfatti della politica della dirigenza del loro partito e inviano i loro sostenitori alle riunioni e ai raduni dei comunisti. La loro attenzione principale è rivolta al Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, nelle cui fila è presente uno strato intermedio di elementi trotskisti.

Nelle loro attività, le organizzazioni filo-cinesi ricorrono sempre più a metodi di lotta attiva, provocando i partecipanti alle manifestazioni a scontri con la polizia e cercando di attaccare le autorità americane e le redazioni dei giornali di destra. Gli elementi filo-cinesi, approfittando della difficile situazione di alcune categorie di lavoratori (portuali, operai edili), li incitano ad azioni "rivoluzionarie" che vanno oltre il quadro della normale lotta di sciopero. Questa attività degli elementi sopra menzionati serve alla polizia e alle forze di destra per organizzare provocazioni contro organizzazioni e partiti di sinistra. 

Secondo le informazioni ottenute, alcuni membri del MLKSI sono addestrati all'uso delle armi da fuoco.

Tra loro si propagano idee maoiste, secondo le quali è possibile prendere il potere solo con la forza delle armi.

In seguito alla tendenza al riconoscimento della RPC, recentemente manifestata dagli ambienti dirigenti in Italia, rappresentanti cinesi e albanesi hanno iniziato a stabilire contatti aperti con gruppi filo-cinesi, cosa che prima non si era verificata. Ad esempio, a metà marzo, un dipendente del Dipartimento Commerciale Cinese a Roma e il Secondo Segretario dell'Ambasciata Albanese sono arrivati a Gencona (trascrizione fonetica dal russo) per l'inaugurazione della filiale locale della Società di Amicizia con la RPC e l'Albania.

Rappresentanti della Repubblica Popolare Cinese e dell'Albania stanno monitorando attentamente gli attivisti del movimento filo-cinese e selezionando attentamente i candidati che potrebbero essere inviati ai "corsi ideologici" presso il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese a Pechino e al cosiddetto "centro di addestramento rivoluzionario" in Albania. I cinesi contano principalmente su queste persone per sviluppare ulteriormente le loro attività in Italia.

Secondo le informazioni ottenute, la CIA è sempre più interessata anche alle organizzazioni filo-cinesi in Italia. Ad esempio, in Lombardia, gli americani hanno offerto posizioni altamente retribuite come consulenti nelle filiali delle loro aziende in Italia ad alcuni membri della dirigenza di gruppi filo-cinesi, con l'intesa che in seguito li avrebbero utilizzati come loro agenti nel movimento filo-cinese.

Le informazioni sono state raccolte sulla base di informazioni provenienti da fonti affidabili.

21 maggio 1969


Documento 25-27

TOP SECRET

Attivazione delle attività delle forze di destra in Italia

In relazione alla grande diffusione delle lotte sociali in Italia, si stanno attivando le forze di destra, che esprimono il malcontento di certi ambienti borghesi per la debolezza del governo, per la sua incapacità di affrontare la crisi interna e di limitare le azioni delle forze di sinistra. Secondo le informazioni ottenute, i funzionari dei partiti neofascista, monarchico e liberale vogliono adottare misure e affermarsi "affinché la vita politica in Italia si sposti a destra". Un pericolo particolare è che anche figure militari di destra, come il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano, Generale VEDOVATO, l'ex Capo di Stato Maggiore Generale ALOJA e l'ex Capo del SIFAR (controspionaggio italiano), Generale de LORENZO, siano coinvolti nella preparazione di tale spostamento.

Questo "cambiamento" è particolarmente sostenuto da: "Confindustrie" (l'Associazione degli Industriali Italiani) e dagli americani, come testimoniano i contatti segreti del generale americano VOLKER, che accompagnò NIXON nella sua visita in Italia, con de LORENZO e ABDOIG. VOLKER era particolarmente interessato alla possibilità che de LORENZO stabilizzasse la situazione in Italia formando un governo del partito di destra di Unità Proletaria. LAMI, che è membro della Commissione Difesa del Parlamento italiano, ritiene che la pressione dei militari membri del partito al governo non rappresenta attualmente un pericolo di colpo di stato; questo pericolo potrebbe sorgere se la crisi nei partiti al governo si aggravasse mentre la posizione del governo si indebolisse. 

 Nei partiti che formano la coalizione di governo "di sinistra" "nuovo centro", allo stesso tempo è possibile osservare una tendenza a far sì che l'IKS cerchi di trovare una via d'uscita dalla situazione venutasi a creare. A questo proposito, una delle correnti di sinistra del Partito Democratico Cristiano "Base", de MITA, si sta allontanando dall'anticomunismo aperto e si sta orientando verso una transizione verso forme di relazione tra Democrazia Cristiana e Comunisti. Secondo il parere di de MITA, il Partito Democratico Cristiano, senza entrare in unione con i Comunisti, deve concordare con loro sull'attuazione di una serie di cambiamenti come la riforma delle pensioni, la riforma dell'istruzione superiore e lo sviluppo del Sud.

Tuttavia, i dirigenti di destra del Partito Democratico Municipale, guidati da SCELBA, sono contrari a qualsiasi contatto con l'IKS. Chiedono che il Partito Socialista Italiano rinunci completamente alla cooperazione con i comunisti nei sindacati e negli enti locali, accusando i socialisti di non stare portando avanti il compito di isolare l'IKS. Il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano RUMOR è dietro questi, condiziona e rinvia la definizione delle linee di governo al congresso della Democrazia Cristiana, convocato per giugno di quest'anno. In un'intervista privata, RUMOR ha dichiarato di non vedere ancora una via d'uscita dalla situazione.


Documento 29

Possibilità di modificare la composizione delle forze in Italia

8.7.1969

Secondo informazioni provenienti da una fonte attendibile, la minaccia di un cambiamento nella composizione interna delle forze politiche in Italia sta diventando sempre più concreta. Solo pochi politici borghesi non escludono che ciò avvenga attraverso un colpo di stato militare di destra. Tuttavia, la maggior parte di loro intravede la possibilità di rovesciare l'attuale sinistra centrista per via parlamentare e formare una nuova coalizione di governo di centro-destra, sostenuta dalle forze conservatrici dei partiti democratico e liberale. Questa coalizione potrebbe ricevere il sostegno dell'ala socialdemocratica dei partiti socialista e repubblicano e persino del movimento fascista (MSI).

Il prerequisito principale per qualsiasi cambiamento è la mancanza di una risposta decisa del governo alle crescenti azioni di sciopero. In pratica, l'ufficio postale non funziona da due mesi, la distribuzione di carburanti gassosi viene interrotta ripetutamente, c'è un rischio crescente che l'anno scolastico non venga completato nelle scuole secondarie, ecc. Le conseguenze degli scioperi si riflettono sempre più in ampi strati della società e stanno iniziando a suscitare resistenza tra la borghesia. La situazione del governo è complicata anche dagli scandali che si sono verificati nella polizia e nell'esercito e allo stesso tempo da una disintegrazione sempre più profonda nei partiti della coalizione di governo. 


Documento 31

Telegramma a Roma dell'8 settembre 1969, redatto sulla base di Messaggi INFORMATIVI,

Secondo informazioni provenienti da amici, i soldati intendono compiere l'attacco il 28 agosto. Questo rapporto è stato ottenuto da un alto ufficiale di polizia. I preparativi per il colpo di stato devono procedere rapidamente. I soldati hanno suddiviso le funzioni in caso di colpo di stato in tutti i centri importanti del Paese. Ciò è in gran parte conforme a un piano dettagliato elaborato dalla NATO.

Secondo questa fonte, la riunione tra agenti di polizia e controspionaggio si tenne due volte per discutere il piano di occupazione della sede della radiotelevisione di Milano. Alla riunione partecipò anche un rappresentante della CISNAL.

Negli alti ambienti militari, il colpo di Stato è osteggiato dai generali dei carabinieri GASPARI B, così come da gran parte dei vertici dell'aeronautica militare, i sostenitori di Fanfani sono preoccupati per il pericolo di un colpo di Stato militare nel Paese. Temono che il rafforzamento dell'influenza della NATO nel Paese peggiorerà i rapporti con il Mediterraneo, così come con i Paesi arabi, con ripercussioni sulla capitale italiana. Secondo ambienti giornalistici, gli organizzatori del colpo di Stato fanno affidamento, nelle loro attività, sull'ala destra della DC guidata da ANDREOTTI e sul partito fascista.

Secondo le informazioni ottenute dal Comando dell'Ala Sud della NATO a Napoli, il colpo di stato militare fa parte del piano sotto il nome in codice REVANS e si prevede di:

1/ effettuare un colpo di stato in Italia, che garantisca la piena protezione degli Stati Uniti nella penisola,

L'invasione dell'Albania da parte della Grecia, approfittando dello stato di guerra permanente, è una provocazione militare ai confini. L'obiettivo del piano è quello di modificare l'equilibrio di potere nel Mediterraneo, che recentemente si è dimostrato a favore del Patto di Varsavia e dei suoi alleati.

Controllare la veridicità di questo rapporto e inviare qualsiasi informazione sui preparativi del colpo di stato. 


Documento 53-55-57-59-61-63

Obiettivi e interessi della NATO e il loro impatto sugli sviluppi interni in Italia.

L'attuale periodo di sviluppo della NATO rappresenta una fase di rafforzamento della struttura politica e militare dell'alleanza, una revisione degli sforzi del governo americano per implementare nuovi elementi nella sua politica nei confronti degli alleati europei e gli sforzi per coinvolgere la Francia in questo processo. Al fine di prevenire un possibile nuovo aumento delle tendenze centrifughe nell'alleanza, soprattutto da parte degli Stati membri più piccoli, la riunione di aprile di quest'anno del Consiglio NATO ha posto particolare enfasi sul mantenimento dell'unità e della coesione politica, che saranno significativamente aiutate, tra l'altro, dalla decisione del governo NIXON di migliorare l'informazione dei partner europei sulle intenzioni degli Stati Uniti nella politica mondiale.

Per quanto riguarda lo sviluppo delle relazioni tra Est e Ovest, la principale forma di contatti in quest'area rimarrà bilaterale, ma sarà maggiormente coordinata attraverso consultazioni all'interno della NATO. In questo contesto, particolare enfasi è posta sulle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e URSS, soprattutto in vista dei prossimi colloqui sulla limitazione dei missili nucleari. La Conferenza sulla sicurezza europea, che i paesi della NATO sono invitati a convocare a Budapest dal Comitato consultivo politico del Patto di Varsavia, è considerata una questione di prospettiva a lungo termine; dal punto di vista degli obiettivi e degli interessi generali della NATO, questo viene definito un elemento dirompente nel processo di consolidamento del patto. 

Le conclusioni delle riunioni degli organi politici e militari di governo della NATO dichiarano ulteriormente l'interesse a mantenere la forza militare della NATO e un equilibrato rapporto di potere tra la NATO e il Patto di Varsavia come prerequisito fondamentale per "mantenere la pace" in Europa.

Con la temporanea dislocazione di parte delle forze armate sovietiche nella CSSR e alcuni nuovi aspetti dello sviluppo nel Mediterraneo e in Medio Oriente, il comando NATO e statunitense esercita una notevole pressione su tutti gli Stati membri per accelerare lo sviluppo delle forze armate, in particolare quelle convenzionali, e per aumentare la spesa militare. Tuttavia, per la maggior parte degli Stati membri, ad eccezione della Repubblica Federale di Germania, queste richieste vengono accolte con riluttanza. In Europa centrale, le misure militari dell'Alleanza Atlantica mirano a contrastare le conseguenze dell'avanzata di parte delle forze sovietiche in territorio cecoslovacco; nell'Europa meridionale e nel Mediterraneo centrale, la NATO, oltre ad aumentare la capacità operativa delle sue forze navali e aeree in relazione alla presenza della flotta sovietica, mira anche a rafforzare la situazione politica e militare o militare-economica dei paesi alleati situati in quest'area strategicamente molto importante per la NATO.

L'attuazione degli obiettivi, degli interessi e delle misure della NATO sopra menzionati riguarda direttamente anche l'Italia, in misura relativamente maggiore rispetto ad altri membri del blocco, date le sue potenziali capacità e la sua posizione geostrategica, che si estende nel teatro di guerra dell'Europa meridionale e nell'area del Mediterraneo, fattori che la collocano in una posizione chiave nel sud della NATO. 

Questi interessi dell'Alleanza determinano anche la sua posizione e il suo approccio ai problemi di politica interna ed estera dell'Italia, che a loro volta influenzano la formazione della sua posizione e della sua politica nei confronti della NATO. In questo senso, l'Italia occupa una posizione specifica tra le altre alleanze. La causa di ciò è la cronica instabilità della sua situazione politica interna, che si è recentemente intensificata e si riflette nell'approccio dell'Italia agli importanti compiti militari e politico-militari dell'Alleanza Atlantica, in particolare nelle regioni dell'Europa meridionale e del Mediterraneo, compromettendo così la piena realizzazione degli obiettivi fondamentali dichiarati dalla NATO e provocando sfiducia e preoccupazioni nei principali circoli politici e militari dell'alleanza.

La validità di questa conclusione è confermata da alcuni dati e informazioni provenienti dal mondo politico e militare nazionale.

Per quanto riguarda la sfera militare, è chiaro che l'attuale politica del governo italiano privilegia l'allentamento delle tensioni internazionali e il miglioramento delle relazioni tra la NATO e i paesi del Patto di Varsavia rispetto all'aumento del ruolo militare dell'Italia. La complessa situazione interna ostacola significativamente l'ulteriore aumento del bilancio militare che la NATO richiede ai suoi membri, in conformità con le conclusioni della conferenza del Consiglio del Patto dello scorso novembre e della riunione del Comitato di pianificazione della difesa di gennaio di quest'anno (l'ultimo aumento del 7,4%, pari a 97,5 miliardi di lire, del 1969, fu deciso ancor prima dell'aumento delle tensioni internazionali a seguito degli eventi dell'agosto scorso). Il Partito Socialista Italiano sostiene il principio secondo cui la NATO dovrebbe rimanere un'alleanza difensiva con portata territorialmente limitata, che dovrebbe mantenere solo il livello strettamente necessario del suo potenziale militare e, al contrario, aumentare il suo ruolo politico. L'Italia sta ancora sviluppando la propria flotta navale, sebbene secondo gli esperti NATO sia solo al 60% del livello specificato dalle linee guida del patto. Per questo motivo la parte italiana ha respinto anche l'offerta britannica ad aprile. Ha cercato di limitare la sua partecipazione alla creazione della Flotta Mediterranea della NATO e non ha preso provvedimenti per accelerare l'integrazione di altri paesi, come la Turchia. Nonostante le pressioni della leadership NATO e statunitense, non intende aumentare gli investimenti fino al 1972

(presumibilmente molto vantaggiosi) nella fornitura di navi militari.


Anche nel campo delle forze terrestri, sebbene si stiano adottando misure per migliorarle e modernizzarle nel complesso, si tratta principalmente di misure di riorganizzazione e riarmo; il processo di attuazione è tuttavia ritardato principalmente a causa della mancanza di risorse finanziarie ed è già oggi chiaro che anche dopo la loro attuazione (intorno al 1975) le forze armate italiane probabilmente non raggiungeranno il livello dei principali eserciti della NATO. Per quanto riguarda l'area nucleare, gli ambienti politico-militari italiani sono scettici sulla possibilità di creare una forza nucleare europea e pertanto non intraprendono alcuna azione a sostegno dei loro sostenitori dell'Europa occidentale, in particolare quelli della Germania occidentale.

Nella situazione politica interna, come è noto, il 5 luglio si verificò uno dei più gravi colpi di Stato del dopoguerra. La causa principale fu l'incapacità del governo di coalizione di centro-sinistra di attuare i necessari cambiamenti politici derivanti dallo sviluppo economico e sociale del Paese. Dopo un mese dalla sua istituzione, fu formato un nuovo governo (con Mariano RUMOR nuovamente alla presidenza), composto solo da rappresentanti della Democrazia Cristiana, ma che è solo un governo di transizione. Il suo compito è superare l'attuale crisi, impedire elezioni anticipate e creare le condizioni per l'istituzione di un governo di coalizione con la partecipazione di socialisti e repubblicani. 

Questo sviluppo, che confermava ancora una volta la notevole, se non addirittura crescente, instabilità della situazione interna italiana, attirò nuovamente l'attenzione della NATO e acuì le preoccupazioni e la sfiducia dei vertici del Patto e degli USA, mentre d'altro canto suscitò nel Paese una nuova ondata di timori circa un possibile intervento militare, come già avvenuto nel 1964.

Di recente, si è sempre più dimostrato che le principali posizioni politiche e militari della NATO, assunte dagli Stati Uniti, sono calcolate in collaborazione con gli ambienti di destra, militari e industriali italiani, per valutare la situazione complessiva e trovare una via d'uscita per il suo accordo con la possibilità di una sua soluzione autoritaria, che tuttavia non dovrebbe avere il carattere di un colpo di Stato puramente militare di tipo greco, anche se comporta un coinvolgimento significativo delle forze armate (in particolare la gendarmeria militare). L'esistenza di considerazioni e persino di piani di questo orientamento in seno alla NATO è documentata da informazioni su contatti segreti tra funzionari militari della NATO e degli Stati Uniti da un lato e dell'Italia dall'altro, nonché sulla partecipazione del servizio segreto americano CIA a questa attività.

Dagli ultimi riscontri, non ancora verificati, emerge chiaramente che la questione dei rivolgimenti politici in Italia si sta acuendo ed è stato addirittura predisposto un piano (denominato "QUIRINALE"), elaborato nelle seguenti fasi: 

1)partito socialdemocratico

La scissione del partito socialista e la sua ricostituzione.

2) Una crisi di governo di lunga durata. 

Creazione di un governo provvisorio, scioglimento del Senato.

Creando una situazione di estrema tensione, con azioni provocatorie, anche con l'aiuto di gruppi filo-cinesi e anarchici.

Rinvio delle elezioni in questa situazione.

Il piano è stato gradualmente attuato e il suo culmine era previsto per il 10 agosto di quest'anno, dopo la formazione di un governo provvisorio. Dato che è stato tradito, alcuni dei suoi elementi non sono stati realizzati e, tra l'altro, il Vaticano si è fermamente opposto, è probabile che il colpo di Stato in Italia sia stato rinviato, ma il pericolo della sua attuazione persiste ancora. Ciò è dimostrato da altri rapporti simili, secondo i quali il colpo di Stato dovrebbe essere eseguito nella notte tra il 28 e il 29 settembre di quest'anno. Oltre ad alcuni ufficiali militari italiani (i generali AVERNA e de LORENZO, il colonnello de CALOVIS), anche l'ambasciata statunitense dovrebbe partecipare alla sua preparazione; le basi militari statunitensi di Napoli e Venezia ne sono informate. Il colpo di Stato avrà luogo se RUMOR o qualcun altro non riuscirà a formare un governo entro una certa data. I suoi organizzatori avrebbero anche concordato con i socialdemocratici, i liberali e i circoli del Partito cristiano-democratico che dopo il colpo di stato la crisi di governo sarebbe stata risolta entro 3 mesi e il KSI sarebbe stato relegato in secondo piano. 

Alcuni fatti, come la prolungata crisi politica interna in Italia, temporaneamente superata dalla creazione di un governo provvisorio, la separazione dell'ex socialdemocrazia dal partito socialista e alcuni degli aspetti militari o politico-militari già menzionati dell'intera situazione, confermano la potenziale possibilità di preparare e attuare un colpo di Stato in Italia, che, secondo le idee degli Stati Uniti e della NATO, dovrebbe non solo stabilizzare la situazione interna italiana, ma anche contribuire alla stabilizzazione della situazione nell'ala meridionale del patto. Tuttavia, i dati temporali forniti devono essere considerati con cautela. 


Documento 65

Traduzione dal russo.

Ministero dell'Interno

4. IX. 1969

ATTIVITÀ DEL GRUPPO PRO-CINA DELL'UNIONE COMUNISTA IN ITALIA

Negli ultimi tempi, in Italia si è riattivato il gruppo filo-cinese Unione dei Comunisti (Marxisti-Leninisti). Questa unione fu fondata nell'ottobre del 1968 dopo la fusione dei gruppi marxisti romano e milanese guidati da MELODOLESI & BRANDIRALI con i resti del gruppo allora sciolto Falce e Martello.

Attualmente l'Unione conta circa 5 mila membri, ma il numero dei suoi aderenti è in continua crescita tra i giovani e i rappresentanti dell'intellighenzia.

Tra i simpatizzanti dell'Unione figurano i registi Piero ARLORIO & FAENCA (Roberto Faenza? ndr), lo scrittore Mario SCIFANO e il noto attore cinematografico Jean Maria VOLONTE’; la figlia di un membro del Politburo del Partito Comunista Italiano INGRAO e il nipote del leader di una corrente di sinistra del Partito Democratico Cristiano DONAT-CATTIN sono diventati membri dell'Unione; il regista Marco BELIOCCIO (Bellocchio? ndr) è recentemente diventato membro del Comitato Centrale dell'Unione. 

Da notare che la dirigenza dell'Unione presta notevole attenzione all'attrazione di personalità culturali tra i ranghi della propria organizzazione, considerandole importanti "risorse finanziarie". Secondo le informazioni ottenute, l'Unione riceve risorse finanziarie da rappresentanti dell'intellighenzia, ma anche dai figli di singoli industriali. Inoltre, una voce importante sono le quote associative (i singoli iscritti all'Unione versano fino a 60-70 mila lire al mese nel 1969). 

Seguendo la linea dell'organizzazione di manifestazioni "rivoluzionarie" (dopo la lotta di guerriglia), l'Unione pone l'accento principale nelle sue attività sui giovani, sugli studenti, sui lavoratori delle piccole imprese e sugli anziani.


Documento 67

Nuovi eventi politici interni in Italia

20.10.69

Secondo le nostre informazioni, gli ambienti di estrema destra e militari in Italia continuano a speculare su un colpo di Stato. Affermano che le sanzioni per legalizzare una soluzione violenta dovrebbero essere adottate dal Presidente SARAGAT, mentre il problema politico potrebbe risiedere nella mancanza di "stabilizzazione". I sostenitori di una soluzione violenta vogliono quindi approfondire le divergenze tra socialisti e socialdemocratici, perché la rinascita dei "centristi di sinistra" li priverebbe di questa giustificazione.

Secondo fonti attendibili, i leader del Partito socialdemocratico hanno stabilito contatti personali riservati con le forze di estrema destra e stanno preparando un accordo di cooperazione politica.

L'opinione tra i suddetti golpisti è che qualsiasi soluzione possa essere adottata solo dopo l'arrivo del nuovo inviato Martinni (Martini? ndr). L'inviato, il cui arrivo a Roma è previsto per agosto, è una persona di fiducia della CIA e del Pentagono.


Documento 71

Amministrazione del Dipartimento Informazioni A

A Praga il 3 novembre 1969

2^ Dipartimento di Amministrazione A

Situazione politica interna in Italia

Numero di fogli: 2

Secondo le informazioni del MLR, l'ex Ministro della Difesa, democratico, ANDREOTTI, gode del sostegno degli ambienti governativi americani. Mantiene contatti regolari con i funzionari americani, esperti e funzionari non ufficiali. Il 14 luglio di quest'anno, [sono avvenuti] colloqui tra ANDREOTTI, il diplomatico e prelato vaticano MARCINKUS, e l'americano Marco ANTIMUCCI, che, secondo quanto si ritiene negli ambienti ufficiali italiani, è in contatto con gli ambienti governativi statunitensi. L'obiettivo dei colloqui era quello di indurre il Vaticano a sostenere ANDREOTTI, insieme agli Stati Uniti, in caso di elezioni parlamentari anticipate in Italia, per diventare leader della Democrazia Cristiana.

Come è noto, NENNI ha parlato a fine luglio della situazione politica in Italia con straordinario pessimismo. Ritiene che uno scontro tra le forze di destra e di sinistra si verificherà inevitabilmente prima delle elezioni presidenziali del 1971. Le forze di sinistra saranno guidate dai sindacati, ma l'esito della lotta sarà deciso dai gruppi del grande capitale, che hanno i mezzi per corrompere le forze politiche. NENNI ha parlato anche del ruolo della Fiat e della persona di AGNELLI; mostrano uno sforzo per stabilire su larga scala relazioni con i paesi dell'Europa orientale secondo il modello de GAULLE.

NENNI decise di abbandonare definitivamente l'attività politica. Raccomandò ai politici di estrema destra di contattare i suoi sostenitori nel partito socialista, in particolare ZAGARI, che definì un anticomunista intransigente.

Capo del Dipartimento Informazioni: (Tenente Colonnello Markač)


Documento 75-77-79

Amministrazione del Dipartimento Informazioni A

Ministero dell'Interno

2^ Dipartimento di Amministrazione A

5 novembre 1969

Numero di fogli: 3

Nuove manovre dei leader della destra italiana

A metà luglio, il presidente italiano SARAGAT dichiarò, in conversazioni private con i leader di destra, di voler respingere le "forze di estrema sinistra" e trasformare l'Italia in una "repubblica presidenziale democratica ma anticomunista". Il sostenitore di misure attive invitò alla calma e sottolineò il pericolo di azioni avventate.

Il Presidente SARAGAT ritiene che l'"operazione" debba essere condotta tra gennaio e febbraio 1970, quando la situazione sarà più favorevole. Ha dichiarato di essere pronto a intervenire in qualsiasi momento se il corso degli eventi dovesse accelerare.

SARAGAT informa regolarmente NIXON e ROGERS sulla situazione nel Paese e sui suoi piani e presumibilmente invia lettere a POMPIDOU, BRANDT e HEINEMANN.

RESTIVO, SCALFARO E BONOMI ottengono il sostegno e i sostenitori di SARAGAT alla Camera e al Senato. In Parlamento hanno ottenuto l'appoggio dei deputati ARMANI, BALDI, BARTOLEO, BIMA, CAIATI, CASTELLUCCI, ELKAN, FORNALE, GONELLA, GRAZIOSI, PREARO, SAMMARTINO, STELLA, TRUZZI VETRONE ed altri.

Secondo i leader militari reazionari, i leader democratici di destra di SARAGAT e i socialdemocratici in generale sostengono gli sforzi degli Stati Uniti e della NATO per preparare un colpo di stato anticomunista radicale in Italia, ma vorrebbero che questo colpo di stato fosse portato a termine il più possibile senza l'uso di mezzi violenti. I rappresentanti di destra ritengono che il colpo di stato non sarà possibile "in modo indolore", cioè senza violenza. Ciononostante, sostengono SARAGAT per trascinarlo il più profondamente possibile in una situazione dalla quale non ci sarebbe altra via d'uscita se non l'intervento militare. Le forze di estrema destra si sono già rivolte a SARAGAT con un aperto appello a "prendere un'iniziativa storica" affinché l'Italia non diventi "vittima dei comunisti".

Nella seconda metà di luglio, i vertici dell'Arma dei Carabinieri hanno tenuto riunioni in tutta Italia. Una delle riunioni a Roma è stata presieduta dal Comandante dei Carabinieri, Gen. FORLANCA. Oltre a lui, hanno partecipato altri 7 generali.

"Misure per garantire la sicurezza" nella capitale al gen. BUCCERI e al gen. MISSORI. Secondo il piano, 7.500 carabinieri e 500 carri armati e veicoli trasporto truppe dovevano essere concentrati a Roma.

Il servizio segreto italiano SID, subordinato al Presidente della Repubblica, si occupa principalmente di informazioni sullo stato d'animo delle forze armate. Uno dei massimi ufficiali del SID, il Gen. MICELI, monitora lo stato d'animo dell'esercito e determina le reazioni a qualsiasi ordine di intervento nell'interesse della "protezione dell'ordine pubblico" che sia soggetto ad "attività sovversive".

Secondo la valutazione del SID, gran parte del corpo ufficiali italiano condivide il forte sentimento anticomunista e sostiene l'impiego delle forze armate. Per quanto riguarda i soldati, il SID ha incontrato un sostegno molto limitato e anche una certa simpatia per i non comunisti.

Tra le altre cose, si prevede di coinvolgere nell'operazione solo il 20% delle unità di piccole e medie dimensioni.

Il 13 agosto 1969, SARAGAT ebbe un colloquio con il presidente del Senato FANFANI. Egli constatò che la crisi successiva alla formazione del governo non era ancora stata risolta e avrebbe potuto aggravarsi in autunno a causa degli scioperi previsti e del rinvio delle elezioni amministrative. A suo avviso, il governo RUMOR avrebbe probabilmente ottenuto solo una minoranza di voti e sarebbe stato probabilmente costretto a dimettersi. In questo caso, SARAGAT intendeva sciogliere il parlamento con un piano per sciogliere il parlamento, ha espresso la sua disponibilità ad assumersi il compito di formare in caso di crisi nuovo governo.


Documento 81-83

A Praga il 17 novembre 1969.

Nuove manovre dei leader di destra in Italia.

A metà luglio di quest'anno, il presidente italiano SARAGAT ha dichiarato in conversazioni private con i leader di destra che intendeva respingere le "forze di estrema sinistra" e trasformare l'Italia in una "repubblica presidenziale democratica ma anticomunista".

Il Presidente SARAGAT ritiene che l'"operazione" debba essere condotta tra gennaio e febbraio 1970, quando la situazione sarà più propizia. Come ha dichiarato, è pronto a intervenire in qualsiasi momento se il corso degli eventi dovesse accelerare. SARAGAT informa regolarmente NIXON e ROGERS sulla situazione nel Paese e sui suoi piani e avrebbe inviato dispacci a POMPIDOU e BRANDT HEINEMANN.

RESTIVO, SCALFARO e BONOMI trovano consensi e seguaci per SARAGAT alla Camera e al Senato. In Parlamento hanno ottenuto l'appoggio dei deputati ARMANI, BALDI, BARTOLEO, BIMA, CAIATI, CASTELLUCCI, ELKAN, FORNALE, GONELLA, GRAZIOSI, PREARO, SAMMARTINO, STELLA, TRUZZI, VETRONE ed altri.

Secondo i leader militari reazionari e i cristiano-democratici di destra, SARAGAT e i socialdemocratici sostengono in generale gli sforzi degli Stati Uniti e della NATO per preparare un colpo di stato anticomunista radicale in Italia, ma vorrebbero attuarlo il più possibile senza l'uso di mezzi violenti. I rappresentanti di destra ritengono che il colpo di stato non possa essere attuato "indolore", cioè senza violenza. Ciononostante, sostengono SARAGAT per trascinarlo il più profondamente possibile in una situazione in cui non ci sarebbe altra via d'uscita se non l'intervento militare. Le forze di estrema destra si sono già rivolte a SARAGAT con una sfida aperta a "tirare fuori un’iniziativa" affinché l'Italia non diventi "vittima dei comunisti".

Nella seconda metà di luglio, i vertici dell'Arma dei Carabinieri si sono riuniti in tutta Italia. Uno degli incontri a Roma è stato presieduto dal Comandante dei Carabinieri, Generale FORLANCA. Hanno partecipato anche altri sette generali.

Le "Misure per garantire la sicurezza" nella capitale furono affidate al Gen. BUCCERI e al Gen. MISSORI. Secondo il piano, 7.500 carabinieri e 500 carri armati e veicoli trasporto truppe dovevano essere concentrati a Roma.

Il servizio segreto italiano SID, subordinato al Presidente della Repubblica, si occupa principalmente di informazioni sullo stato d'animo delle forze armate. Uno dei principali ufficiali del SID, il Gen. MICELI, monitora lo stato d'animo dell'esercito e determina le reazioni a qualsiasi ordine di intervento nell'interesse della "tutela dell'ordine pubblico" e allo scopo di liquidare "attività sovversive". Secondo la valutazione del SID, la stragrande maggioranza della comunità militare italiana condivide forti sentimenti anticomunisti e sostiene le azioni delle forze armate. Per quanto riguarda i soldati semplici, il SID ha riscontrato solo un grado molto limitato di insoddisfazione e anche di simpatia per il personale contro i comunisti.

Nel frattempo, si prevede di coinvolgere nell'operazione solo il 20% delle unità di piccole e medie dimensioni.

Il 13 agosto 1969, SARAGAT ebbe un colloquio con il Presidente del Senato, FANFANI. Gli comunicò che la crisi successiva alla formazione del governo non era ancora stata risolta e che avrebbe potuto aggravarsi in autunno a causa degli scioperi previsti e del rinvio delle inaugurazioni degli organi amministrativi. A suo parere, il governo di RUMOR avrebbe probabilmente ottenuto solo una minoranza di voti e sarebbe stato costretto a dimettersi. In tal caso, SARAGAT intendeva sciogliere il parlamento.

FANFANI ha accettato il piano di scioglimento del Parlamento e si è detto disponibile ad assumersi il compito di formare un nuovo governo in caso di crisi. La residenza deve essere informata sulle attività

Di SARAGAT, in particolare in relazione ai cambiamenti pianificati in Italia, come indicato nel rapporto di cui sopra. Inviare alla sede centrale qualsiasi segnale che possa confermare i preparativi per un colpo di Stato. In questo contesto, saremo anche interessati a informazioni sulle attività di alcuni deputati e senatori a favore di SARAGAT. Per tutti i rappresentanti nominati del Parlamento, condurre un'analisi delle loro recenti attività e delle loro possibili azioni in caso di possibile crisi. 


Nel complesso, va detto che ultimamente circolano molte notizie e speculazioni sui cambiamenti politici interni in Italia. Prestate molta attenzione, perché non ci sembra che si tratti solo di innocenti speculazioni, soprattutto perché le informazioni sui preparativi per i cambiamenti sono piuttosto specifiche.


Documento 85-87

A Praga il 17 novembre 1969

Situazione politica interna in Italia.

Secondo quanto a conoscenza degli amici, in Italia si sono verificati episodi di estrema destra e militari

Continuano le loro deliberazioni sul colpo di stato. Affermano che le sanzioni per legalizzare la soluzione violenta dovrebbero essere prese dal Presidente SABAGAT, mentre la giustificazione politica potrebbe essere il fatto che non c'è "stabilizzazione". I sostenitori della soluzione violenta vogliono quindi approfondire le differenze tra socialisti e socialdemocratici, perché il ripristino dei "centristi di sinistra" li priverebbe della loro giustificazione.

Secondo fonti attendibili, i dirigenti del Partito socialdemocratico hanno stabilito contatti personali e riservati con le forze estreme provinciali e stanno preparando un accordo di cooperazione politica.

L'opinione diffusa tra i suddetti circoli golpisti è che qualsiasi soluzione potrà essere adottata solo dopo l'arrivo del nuovo ambasciatore statunitense MARTINI, che è un confidente della CIA e del Pentagono.

Il sostegno degli ambienti politici americani è fornito principalmente dall'ex Ministro della Difesa, il democristiano Andreotti, che mantiene contatti regolari con funzionari americani ufficiali e non ufficiali.

Il 14 luglio 1969 si svolsero a Frosinone colloqui tra ANDREOTTI, il diplomatico e prelato vaticano MARCINKUS, e l'americano Marco ANTIMUCCI, che, secondo ambienti ufficiali italiani, è in contatto con ambienti governativi statunitensi. L'obiettivo dei colloqui era convincere il Vaticano a sostenere ANDREOTTI, insieme agli Stati Uniti, in caso di elezioni parlamentari anticipate in Italia, per diventare il leader della Democrazia Cristiana. Come è noto, NENNI rilasciò una dichiarazione pelitica a fine luglio sulla situazione in Italia e con straordinario pessimismo. Crede che anche prima delle elezioni presidenziali del 1971 ci sarà inevitabilmente uno scontro tra forze di destra e di sinistra. Le forze di sinistra saranno guidate dai sindacati, ma l'esito della lotta sarà deciso dai gruppi del grande capitale, che hanno i mezzi per finanziare le forze politiche. NENNI ha anche parlato dei danni alla Fiat e alla persona di AGNELLI; mostrano uno sforzo per stabilire ampi contatti con i paesi dell'Europa orientale secondo il modello de GAULLA. 

NENNI decise di abbandonare definitivamente l'attività politica. Raccomandò ai politici di estrema destra di contattare i suoi sostenitori nel Partito Socialista, in particolare ZAGARI, che definì un intransigente anticomunista.

Sulla base delle informazioni di cui sopra, amici, seguite gli sforzi dei leader socialdemocratici per stabilire contatti con le forze di destra italiane e per prescrivere una cooperazione politica. A tal fine, utilizzate tutti i contatti della sede del Partito Socialista Italiano.

Per quanto riguarda l'incontro di Frosinone, dovreste cercare di approfondire l'esito dei negoziati. Per questo, dovreste prima contattare l'agenzia e poi avvalervi dei vostri contatti in Vaticano.

Commenta anche le opinioni di NENNI sulla situazione politica interna attuale in Italia. 

Vi preghiamo di inviarci il nome completo del defunto ambasciatore americano MARTINI, così da poterlo ricercare e trovare maggiori informazioni su di lui nel Registro Biografico.


Documento 89

Telegramma a Roma del 10 dicembre 1969.

Date le informazioni provenienti da altri residenti sulla possibilità di un colpo di stato in Italia, dovrebbero orientare la loro intelligence sulla situazione politica interna e sul suo sviluppo e segnalare tutti i segnali di preparativi per un colpo di stato. A tal fine, compito agenzia e contatti.


Documento 91

Top secret

La destra in Italia si prepara

Secondo le informazioni ottenute, la direzione dell'azienda italiana, la polizia e i vertici della gendarmeria italiana avvertirono il governo che "la situazione che le autorità stanno soffrendo" a causa delle crescenti azioni democratiche e di sinistra avrebbe potuto provocare una pericolosa reazione tra le forze armate. Il Presidente SARAGAT diede istruzioni ai Ministri dell'Interno e degli Esteri di assumere una posizione decisa contro le manifestazioni, che si prevedeva sarebbero aumentate a novembre. Il 15 novembre si sarebbe dovuta svolgere un'azione nell'ambito del Piano "T" per la tutela della sicurezza pubblica. Secondo questo piano, personalità politiche e delegati parlamentari sarebbero stati arrestati "se necessario".

Gruppi di sicurezza vengono creati nelle organizzazioni di estrema destra e si svolgono esercitazioni militari nelle organizzazioni giovanili. Nella seconda metà di ottobre, un'esercitazione di questo tipo si è svolta presso il centro di addestramento militare di Bolzano con un gruppo di 50 persone. Contemporaneamente, è stata mobilitata una forza di riserva per prepararsi a un possibile scontro con i partigiani urbani. 

3.12.69


Documento 93

4.12.69

SITUAZIONE POLITICA INTERNA IN ITALIA

Traduzione dal russo

Sulla base delle conoscenze acquisite, in relazione alla prevista intensificazione della lotta socio-economica in Italia, soprattutto durante il periodo di firma dei contratti collettivi di lavoro nell'autunno di quest'anno, il Partito Democratico Cristiano al governo in Italia

sta cercando di trovare modi e possibilità per creare un governo più forte dell'attuale governo del Primo Ministro RUMOR, che non ha nemmeno la maggioranza in Parlamento e fa affidamento sul "sostegno esterno del Partito Socialista Italiano" e del Partito Socialista Unito. I visionari della direzione principale del Partito Democratico Cristiano, i "Dorotei", guidati dal segretario politico PICCOLI, sono dell'opinione che la soluzione migliore nella situazione attuale sarebbe quella di rinnovare una coalizione di centro-sinistra con la partecipazione della Democrazia Cristiana, rappresentanti di entrambi i partiti socialisti e del Partito Repubblicano. In questo modo, il CDS otterrebbe un rivestimento di sinistra per attuare una politica che si adatterebbe ai circoli italiani al potere. In relazione a ciò, hanno sviluppato un programma d'azione che conta sull'ala sinistra del partito / le correnti di "Base" e Forze Nuove, che chiede la creazione di un governo di centro-sinistra, ma non con la partecipazione di 4 partiti, ma solo due CDS e ISS, di estrema destra e con l'ingresso di rappresentanti del Partito Repubblicano e di esponenti politici. Secondo i leader delle due correnti, solo un governo di questo tipo può attuare e realizzare le richieste da loro avanzate in merito all'ampliamento dei diritti degli enti locali, all'attuazione di una riforma del sistema scolastico e a misure volte allo sviluppo delle regioni meridionali. Visualizzando il Partito Socialista Unito, esercitarono una certa pressione. 


(manca un documento)


Documento 95-97-99-101

22-12-1969

Sulla situazione politica interna attuale in Italia 

"Recentemente, in relazione agli sviluppi politici in Italia, si sono diffuse molto più le considerazioni su un tentativo da parte delle forze di destra unite nell'apparato statale di invertire radicalmente il processo di formazione di un governo di destra. Da queste interessanti e attendibili informazioni, abbiamo ricevuto dagli addetti ai lavori di circoli vicini alla situazione politica in Italia.

Secondo la valutazione delle principali considerazioni di un possibile colpo di Stato da parte dell’ISS (PSI, ndr), la cooperazione di agenti greci con rappresentanti della destra italiana è esagerata, il cui scopo è "creare le condizioni più sfavorevoli per l'esclusione dei Rossi dalle organizzazioni europee". Tuttavia, ci sono alcuni contatti tra agenti di reggimenti greci e gruppi in questi ambienti. Il dipartimento della gioventù include anche persone accreditate con la destra. (PACCIARDI). La destra italiana mantiene contatti con STRAUSS nella NSR (Germania Ovest, ndr) e la destra gollista. Vari estremisti di destra si sottopongono ad addestramento in montagna.

C'è malcontento tra la polizia italiana, molto stanca di dover gestire scioperi e manifestazioni. Si notano anche alcuni movimenti nella magistratura.

Negli ambienti politici informati si ritiene che i gruppi siano organizzati con lo scopo di raggiungere determinati obiettivi politici.

I circoli, insieme agli industriali, avevano il pretesto per effettuare un intervento politico e stabilire un regime amministrativo il cui compito sarebbe stato quello di "impedire tentativi di colpo di stato di destra, disordini di base e rivolte da parte dell'estrema destra".

I circoli politici sopra menzionati, tuttavia, vedono nei più grandi circoli finanziari (filo-cinesi) un potenziale regime autoritario, come CARLI (nazionalisti nell'alleanza emergente di tecnocrati del tipo "carro armato"), PETRILLI con giovani potenti industriali come AGNELI (Fiat) e PIRELLI. Si vocifera che questi circoli di finanziari siano alimentati sia da gruppi di estrema destra che da gruppidi estrema sinistra (filo-cinesi) con l'intento di mantenere una situazione confusa in cui sarebbe possibile attuare il piano previsto: l'instaurazione di un regime autoritario. Non è chiaro quali gruppi della democrazia cristiana sosterrebbero questa operazione. Con grande interesse, si sta monitorando il riavvicinamento tra SARAGAT e FANFANI. Gli Stati Uniti hanno recentemente "scommesso" di nuovo su SAGAGAT, che considerano ancora un loro alleato affidabile.

La situazione attuale non è chiara. Il possibile pericolo è noto, ma nessuno può dire nulla di più preciso. Le intenzioni degli USA, ai sensi dell'articolo 1, sono forse una piaga per i giovani industriali? Da un lato, i legami politici con l'Est, le chiare intenzioni degli USA sono pressanti, dall'altro, agiscono duramente contro i sindacati e le forze politiche di sinistra. Ad esempio, AGNELI sta pianificando una stretta collaborazione con la tedesca Volkswagen per sconfiggere la concorrenza americana, e non solo in Europa, mentre si sta collegando con gli ambienti americani più radicali per ricattare la sinistra italiana.

L'intenzione di  SARAGAT di sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni è oggetto di frequenti discussioni in parlamento. Negli ambienti politici si ritiene che la campagna elettorale potrebbe aggravare ulteriormente la situazione e che sarebbe sufficiente avviare un'operazione per l'insediamento di un governo autoritario di destra. I rischi di questa iniziativa sono attentamente valutati anche dallo stesso SARAGAT. Vi è una forte opposizione allo scioglimento in una parte importante della Democrazia Cristiana (IKS, ISS, Partito dell'Unità Proletaria). 

Non sottovaluta le leggi contro cui questo partito (istituzioni regionali, divorzio) è guidato da ambienti sia politici che industriali con l'obiettivo di indebolire questo partito a tal punto da non dover contare. 

Nel complesso, si può affermare che la situazione sta peggiorando a causa di vari gruppi e omicidi. Ciò ha come conseguenza la richiesta di "ordine" e "maggiore è il caos, maggiore è il numero di persone esposte ad assassinii e di uomini forti" al di fuori dei partiti politici. (Lo Stato italiano potrebbe non essere parlamentare. L'istituzione di un regime militare in Italia non è attualmente considerata possibile dalla leadership dei 15, perché la stragrande maggioranza della nazione si opporrebbe a un tale governo. Pertanto, si stanno cercando altre forme accettabili. Il culmine della situazione è previsto per il gennaio 1970.

Per quanto riguarda i gruppi estremisti sopra menzionati, il loro numero è aumentato considerevolmente negli ultimi tempi. Operano in completa indipendenza e non sono collegati al partito laico italiano. Alcuni di loro sono collegati all'organizzazione fascista internazionale "Movimento Europa Civile", il cui gruppo più attivo è il presidente italiano FACCHINETTI. I più importanti sono il "Centro Ordine Nuovo", il "Costituente Nazionale Rivoluzionaria", i "Giovani Figli dell'Europa" (guidati dallo Stato di New York) e i "Nuclei di Difesa dello Stato", che si occupano principalmente di propaganda tra i soldati. I membri dei gruppi seguono un addestramento militare e ci sono due centri di addestramento. Uno si chiama "Centro Saggitarius" ad Arcinazzo, in provincia del Lazio, e un altro nelle montagne dell'Umbria. Il Ministero della Difesa non può sciogliere questi centri, perché dicono che qui non si usano armi. Tra esercizi di marcia, ginnastica, allenamenti di karate, diverse migliaia di loro affermano attualmente di prepararsi per i fascisti.


Il lettore, giunto a questo punto della storia, e ragionando ormai nell’ottica del KGB, vorrà sapere cosa accadde in Italia nel gennaio del 1970, se vi fu effettivamente questo colpo di stato tanto atteso. Il carteggio ci fa capire che la soluzione fu meno traumatica del previsto. Dopo un silenzio lungo più di un mese, il 26 gennaio del 1970 ecco un nuovo documento dell’STB con il rendiconto di un viaggio: i vertici della Democrazia Cristiana, nel bel mezzo del caos per le indagini su Valpreda e l’attentato di piazza Fontana, si recarono in visita negli USA alla Casa Bianca di Richard Nixon. C’erano proprio tutti, da Moro a Colombo ad Andreotti. Tutti ottennero, a quanto pare, qualche dono natalizio. Si parlò anche della scissione del PSI, che i leader democristiani avrebbero volentieri evitato, e di formare un governo forte sulla falsariga di quello della Germania Ovest. Non si parlò affatto della preoccupazione che in Italia regnava per la situazione politica divenuta ovunque incandescente.


Documento 103-105

Dipartimento Informazioni A

Tenente colonnello Seidla

26 gennaio 1970

Situazione politica interna Italia

Numero di fogli: 2

Secondo i rapporti del Ministero degli Affari Esteri, i Democratici Italiani MORO, COLOMBO e ANDREOTTI si sono recentemente recati negli Stati Uniti per negoziare con NIXON e ROGERS. I funzionari del governo italiano hanno espresso il loro parere negativo sulla scissione del Partito Socialista Unito, che a loro avviso potrebbe portare a "cambiamenti fondamentali nel Paese", e hanno cercato di convincere i loro partner americani che una vera scissione del Partito Socialista Unito potrebbe verificarsi solo attraverso la cooperazione con il partito. Questa loro opinione ha ottenuto il sostegno del Governo Sociale Italiano in influenti circoli americani e inoltre, su istigazione del Vaticano, sono più favorevoli a questa troika che a FANFANI tra i cattolici americani. MORO ha fatto la maggiore impressione su NIXON e ROGERS. I Democratici Bianchi e il Dipartimento di Stato vogliono sostenere MORO per l'elezione a Presidente della Repubblica, inoltre, COLOMBO per la nomina a Primo Ministro e ANDREOTTI per la nomina a Segretario Generale del Partito Democratico Italiano.

Al suo ritorno a Roma, MORO disse ai suoi confidenti che Washington aveva promesso di sostenere la sua candidatura alla carica di Primo Ministro e, in seguito, di Presidente della Repubblica.

FANFANI adottò immediatamente una serie di misure in risposta al veleno di MORO e dei suoi sostenitori a Washington. Portò una scissione nel cosiddetto gruppo Dorotei e ottenne che la carica di Segretario Generale fosse ricoperta dal leader del partito democratico, FORLANI; egli perseguiva diversi obiettivi: sottomise la Democrazia Cristiana e si assicurò così una base politica per le elezioni del 1970; dimostrò che Andreotti e Colombo non avevano alcun sostegno nel partito. Questo piano di Fanfani fu sostanzialmente attuato da Forlani. In queste azioni, Fanfani sperava nell'appoggio di Saragat, che, come Fanfani, aveva posto fine alla rivalità e a parte della sua candidatura alle elezioni presidenziali.

Fanfani sperava che per le sue ulteriori azioni avrebbe potuto assicurarsi il sostegno della destra e di tutti quegli ambienti americani – in particolare Kissinger – che in precedenza avevano sostenuto l'idea di una scissione del partito socialista unitario. Fanfani e Saragat concordarono di accelerare lo svolgimento delle elezioni parlamentari indicendole nel 1970, proprio quando Saragat avrebbe cessato di ricoprire la carica di presidente. Sperano che, rafforzando il Partito Cristiano Democratico con il Partito Socialista Unito, saranno in grado di indebolire il Partito Comunista e il partito NENNI e formare un governo simile alla precedente "grande coalizione della Repubblica Federale di Germania".

Capo del Dipartimento Informazione: S. Farkac


Ma intanto in Italia qualche cambiamento politico stava avvenendo. Sappiamo da fonti dei Servizi che nel gennaio del 1970 l’Italia si stava già avvicinando alla Libia del colonnello Gheddafi, che aveva da pochi mesi detronizzato l’amico degli Stati Uniti, il re Idris, e metteva a serio rischio gli interessi petroliferi della nostra ENI. La Libia, con Gheddafi al comando, si trasformava in un nuovo Stato arabo nemico di Israele, ovvero un altro campo di addestramento per i pericolosi guerriglieri palestinesi. I nostri Servizi, nel salvare la leadership del colonnello sventando un attentato (l’operazione principe nero), aprivano di fatto le porte al terrorismo arabo e filosovietico. Tutto ciò il dossier cecoslovacco non ce lo dice. Il Patto di Varsavia, pur abbandonando lo stato di emergenza per un colpo di Stato che ormai in Italia sembrava svanito, non dimenticava il pericolo neofascista. Nel dicembre del 1970 il resoconto che leggerete annunciò la nascita di Ordine Nuovo, un organismo extraparlamentare che, scopiazzando i movimenti del sudamerica, si preparava a una lunga stagione di sangue. L’obiettivo era anche tingersi di rosso e far ricadere le colpe sui comunisti. E’ una storia che conosciamo, perché ce la raccontano pure i documenti della STASI. Nel documento 59 del quarto volume, uno dei pochi interessanti di queste cartelle, compare anche un fantomatico centro di addestramento di Torino, dove effettivamente furono scoperti dalla magistratura, nel 1974, alcuni campi militari dei terroristi neri. Queste notizie avvalorano l’ipotesi che la CIA potesse concepire fin dalle origini un terrorismo rosso sul modello delle Brigate Rosse, ma non escludono affatto la possibilità che il KGB, proprio grazie a queste conoscenze dettagliate, fosse in grado di inserirsi sul campo e scompigliare le carte ai poco avveduti spioni di Langley.


10443-103, volume 4, Documento 59-61

Il 9 dicembre 1970

"ORDINE-NUOVO"

piano di azioni provocatorie per l'anno:

Alla fine di ottobre si sarebbe dovuto tenere a Roma un convegno dell'organizzazione neofascista "Ordine Nuovo", a cui furono invitate delegazioni provenienti dalla Repubblica Federale di Germania, Francia e Spagna. I capi delegazione avrebbero dovuto fornire garanzie scritte per ciascun membro del loro gruppo. Ai partecipanti fu ordinato di arrivare a Roma individualmente con pretesti occulti, in modo che il gruppo non alloggiasse insieme nello stesso albergo, e ai singoli membri fu ordinato di entrare nel proprio albergo solo dopo un attento "autocontrollo".

La conferenza avrebbe dovuto analizzare la situazione interna dell'Italia e le prospettive di ulteriore sviluppo, e di conseguenza pianificare nuove misure sulla piattaforma interna. Sarebbe stato inoltre affrontato il tema delle relazioni estere e del coordinamento delle azioni con altre organizzazioni di natura analoga in Europa.

Secondo le informazioni a noi fornite, l'organizzazione neofascista italiana "Ordine-Nuovo" ha recentemente approvato un piano d'azione per il 1971, che prevede l'adempimento dei seguenti punti:

Nelle scuole, nelle università e nelle fabbriche si formeranno gruppi attivi il cui compito principale sarà quello di contrastare e interrompere le azioni delle forze di sinistra italiane. A tal fine, questi gruppi organizzeranno varie provocazioni "mascherate" affinché le autorità italiane siano chiamate a rispondere di queste rivolte, il Partito Comunista Italiano, il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, i giovani di questi partiti o altre organizzazioni di sinistra.

"Preparare teologicamente" i funzionari dell'organizzazione neofascista in modo che non vengano catturati e interrogati se vengono catturati, traditi e potrebbero "sopportarli". C'è una tangente per questi provocatori che si spacciano per membri di gruppi di estrema sinistra.

Per compiere a Roma e in altri importanti centri d'Italia azioni violente distruttive (sul modello dell'organizzazione illegale uruguaiana "Tupamaros"), che costituirebbe un'organizzazione, una forza distruttiva".

Per attuare questa risoluzione, nel mese di novembre di quest'anno verrà inaugurato nei pressi di Torino centro di formazione per la preparazione dei membri. Gli istruttori di questo centro di addestramento si trovano attualmente nella Repubblica del Sudafrica e nel Vietnam del Sud per "studiare sul posto" i metodi della guerriglia.

Conclusione:

I risultati documentano gli sforzi per attivare il movimento fascista non solo in Europa ma anche in altri paesi occidentali.



venerdì 1 agosto 2025

L’informatore di Praga al quotidiano La Stampa


Si può senz’altro affermare che uno dei più grandi dirigenti del quotidiano La Stampa fu uno stretto confidente delle spie cecoslovacche. Accadde nel periodo tra il 1961 e il 1967. Lo testimonia il fascicolo 10443-306, che contiene due volumi interamente dedicati agli incontri, per lo più privati, per mezzo dei quali l’Stb riuscì a “coltivare” Michele Tito, che all’epoca ricopriva l’ambito ruolo di redattore capo della redazione romana de La Stampa. 

Sulla corrispondenza tra la biografia ufficiale di Tito e questo contatto di Praga, soprannominato DISK, non ci sono dubbi. L’unica perplessità riguarda la città di nascita. Secondo il fascicolo 306 Tito nacque a Castellamare di Stabia, mentre per Wikipedia sarebbe nato a Homs in Libia, sempre comunque il 22 maggio del 1925. Fu in seguito vicedirettore del Corriere della Sera ai tempi di Piero Ottone e poi direttore del Secolo XIX di Genova, quindi negli anni Ottanta diresse anche Globo e il settimanale Mondo.

In un articolo del Secolo XIX, a firma di Elena Nieddu, Tito viene definito: “un uomo curioso fra gli snodi oscuri del Novecento”. Morì a Roma il 21 gennaio del 2003.

Chi ha conosciuto Michele Tito come collega e giornalista potrà quindi giudicare meglio del sottoscritto quali dettagli nuovi, inediti, della sua vita professionale ci offrano questi documenti del fascicolo cecoslovacco. 

Ho potuto tradurre in maniera pressoché perfetta quasi tutte le relazioni di queste due cartelle. L’intelligenza artificiale negli ultimi tempi fa miracoli. Ho quindi riflettuto a lungo se fosse corretto nei confronti della famiglia divulgare tutto ciò che ho letto. E ho deciso di non farlo, in quanto questa storia ricalca più o meno quella già ampiamente nota di Corrado Augias. 

Ho usato, come avrete notato, la parola “coltivare”, che è stata introdotta per la prima volta con un nuovo significato politico dall’archivio Mitrokhin. Coltivare, nel gergo delle spie dell’est, voleva dire cucinare a fuoco lento un obiettivo da utilizzare come informatore. In un certo senso, questi fascicoli confermano ancora una volta la bontà del lavoro di Mitrokhin e di Christopher Andrew. Questo significa, anche, che il soggetto coltivato poteva essere consapevole solo in parte di ciò che stava facendo. 

Mi spiego meglio. Tito (ma pure Augias) era un giornalista notoriamente vicino alla politica del Patto di Varsavia. Probabilmente non ne faceva mistero. Ma era anche amico personale di una delle più importanti spie di Praga. Per Augias si trattava di Jaros, qui abbiamo invece Vik. Entrambi riuscirono a introdursi nella vita privata del loro obiettivo grazie alla confidenza che veniva loro concessa. Vik era oltretutto un giornalista, un collega di Tito. Quante volte in una redazione, e io ne so qualcosa, in un momento di pausa, durante giornate molto pesanti di duro sforzo mentale per scrivere articoli, ci si apre con la persona che sta scrivendo proprio di fianco e si parla del più e del meno? Delle donne (o viceversa degli uomini) da frequentare, delle cene da organizzare, delle gite? 

Probabilmente questi dialoghi che leggerete tra Tito e Vik, ammesso e non concesso che le storie narrate siano vere, non sarebbero mai dovuti finire nelle mani di uno studioso. Poi arrivò improvvisa la caduta del muro di Berlino. 

Certo, la coltivazione dell’informatore non si fermava alla chiacchierata rubata al bar o al ristorante. Compariva spesso, alla fine delle relazioni, un’annotazione dell’ambasciata sulle spese sostenute, e tra queste, oltre ai regali, alle cene offerte dal finto amico, per cui veniva puntualmente chiesto un rimborso dallo Stato, vi era anche il pagamento del soggetto “coltivato”. Se il lettore potesse leggere l’intero fascicolo si renderebbe conto di quanta pazienza, quanta tenacia, fosse disposta a profondere l’ambasciata di Praga per ottenere informazioni riservate sulla NATO, sulla politica italiana, sui partiti. Solo dopo anni si sarebbe passati, eventualmente, e non prima di aver svolto svariati controlli, dalla coltivazione all’attivazione di un’agenzia vera e propria. In questo periodo, tuttavia, sgombriamo il campo dall’illusione che un soggetto coltivato fosse solo attenzionato o monitorato. Michele Tito, per esempio, era un informatore attivo e, mi sento di dire, consapevole di aiutare il Patto di Varsavia, pur con le attenuanti che ho appena illustrato.

Ho selezionato i documenti che meglio di tutti riassumono questa storia, anche approfittando degli immancabili “memorandum”, con cui l’Stb riepilogava il percorso svolto nell’avvicinamento dell’informatore. Dal punto di vista politico spicca soprattutto la connessione che poteva sussistere - come immaginavo da tempo - tra le aziende che aprivano le proprie filiali nell’URSS e lo spionaggio sovietico. A Tito fu proposto di conoscere le nuove attività della Montecatini nel territorio russo. In quei casi era inevitabile che la macchina spionistica del Patto di Varsavia si mettesse in moto per monitorare tutte le persone che varcavano la Cortina di Ferro. Queste joint-venture non nascevano certo per caso, né per un ripensamento dei sovietici sul socialismo reale. Per esempio, non è da escludere che Aleksej Nikolaevič Kosygin, premier dell’URSS, fosse inserito all’interno di questo gruppo di amici de La Stampa. Nel documento 119 si parla di un certo Kosigyn (scritto in maniera differente, forse per errore), che durante la visita in Italia sarebbe entrato nello yacht del suocero di DANEK, amico di Tito e spia cecoslovacca che purtroppo non so identificare. Sono andato a controllare nell’archivio della Stampa ed effettivamente Kosygin, quando era vicepremier, nel 1962, visitò l’Italia e in particolare gli stabilimenti della FIAT, poiché l’URSS era interessata ad acquistare impianti per la produzione di trattori. 

La collaborazione di Tito con Praga si concluse nel 1967, non per sue incapacità o perché ritenuto inaffidabile, bensì perché il suo amico, Vik, era dovuto rientrare in Cecoslovacchia. E si sa che in Italia, senza gli “amici giusti”, non si lavora...


Documento 4

Titolo: Referente per la residenza a Roma con particolare attenzione al Parlamento italiano, al Partito Democratico Cristiano e alla NATO

Annotazione: il tipo lavorava come caporedattore del quotidiano LA STAMPA a Roma. Il contatto era semi-ufficiale, di natura amichevole. Trasmetteva informazioni di natura giornalistica semi-ufficiale. Evitava informazioni sulle questioni NATO. Aveva un buon rapporto personale con il nostro KP. Dopo che KP lasciò la residenza, il contatto si interruppe. Il volume fu fondato nel 1961.

Volume archiviato nel 1968


Documento 27-29-31

Rapporto TITO.

Dott. TITO Michele

Responsabile della redazione romana del quotidiano torinese "La Stampa", cittadino italiano, residenza Roma Viale Rossi 15, recapito telefonico dell'appartamento 870-246.

Durante il mio soggiorno a Praga nell'ottobre del 1960, venni a conoscenza del cittadino italiano TITO Michele. Il signor Vik ebbe contatti con TITO, corrispondente parigino del quotidiano governativo italiano "Il Messaggero", a Parigi. Nel corso di questi contatti, TITO fornì al signor Vik alcune informazioni politiche di minore importanza, in particolare una proveniente dall'ambasciata italiana a Parigi.

Il 3 febbraio 1961, chiamai TITO al suo appartamento /dal bar/ e gli dissi che dovevo incontrarlo per consegnargli un regalo da parte di Sr Vik. TITO suggerì un incontro a casa sua o in ufficio. La visita ebbe luogo quello stesso giorno, dalle 15:00 alle 16:45, nel suo appartamento.

Come regalo, gli ho dato un paio di cervi in vetro soffiato e gli ho detto che l'avevo incontrato durante la mia vacanza. Veniamo da villaggi della Moravia non lontani l'uno dall'altro. Il signor Vik mi ha parlato del suo amico italiano TITO, che aveva incontrato durante il suo soggiorno a Parigi. Mi ha chiesto di fare un regalo. Ho detto a TITO che il signor Vik voleva mandare a sua figlia una bambola in costume tradizionale, ma prima della mia partenza ci eravamo già incontrati per motivi di tempo.

Non si incontrarono. TITO non nascose di essere molto contento e si riferì a Sr. Vik come a un buon amico. Dalla sua dichiarazione, si può dedurre che tra loro ci fosse un buon rapporto amichevole. TITO ricordò anche la moglie di Sr. Vik e la cara Olga. Disse che avevano vissuto insieme il periodo peggiore a Parigi: l'ascesa al potere di De Gaulle, le varie macchinazioni politiche degli estremisti di destra, ecc.

È responsabile delle relazioni con Roma. Ha inoltre dichiarato di lavorare come corrispondente per il quotidiano torinese "La Stampa". "La Stampa" è un quotidiano borghese, finanziato da FIAT, in alcune sezioni - soprattutto nel primo periodo - relativamente obiettivo. È uno dei principali quotidiani italiani. Considerando che viene pubblicato a Torino, la posizione della redazione romana e il fatto che la vita politica si svolge a Roma, è piuttosto importante. La sua dichiarazione ha dimostrato di avere contatti piuttosto ampi negli ambienti politici romani. È piuttosto insoddisfatto del suo soggiorno a Roma. Si è lamentato dei romani, che a suo avviso sono indisciplinati, promettono tutto e fanno meno. Ha affermato che ogni romano, compresi coloro che lavorano nei ministeri, farà solo ciò che deve. Si dice che solo deputati, funzionari politici, ambasciate e giornalisti siano interessati agli eventi politici. Ha sottolineato che la vita in Italia è fortemente influenzata dal Vaticano. Vorrebbe diventare corrispondente.

TITO chiese anche cosa stesse facendo Sr. Vik in quel momento, se fosse ancora alla Stampa Ceca. Gli dissi che ora lavorava nell'ufficio stampa del KZV. Poi chiese l'indirizzo di Sr. Vik, a cui avrebbe dovuto inviare una lettera. Risposi che me lo ricordavo esattamente in quel momento e che glielo avrei dato di tanto in tanto, perché l'avevo segnato da qualche parte sulla legazione.

Più tardi arrivò anche la moglie di TITO. Alle loro domande, nel contesto di una conversazione generale, risposi che lavoro all'ambasciata cecoslovacca, che abbiamo due gemelli, ecc. A questo lei rispose che mia moglie doveva andare da loro e fissare un appuntamento per farmi visita.

TITO vive in una casa moderna vicino a Piazza Ungheria. Il suo appartamento è arredato con un lusso piuttosto sfarzoso. Durante la visita è stato molto cordiale, a quanto pare non stava fingendo. Mi ha offerto whisky e caffè. Ho pensato che avesse lì alcune cose fatte con il nostro vetro tagliato. Hanno avuto un secondo figlio di recente. TITO è piuttosto taciturno rispetto a sua moglie.

Conclusione:

Non sarà un problema mantenere i contatti con TITO. Sia lui che sua moglie hanno espresso la speranza di rivederci sicuramente. Ho detto loro che a breve organizzeremo uno spettacolo del gruppo folcloristico cecoslovacco presso l'ambasciata. In questa occasione, invierò loro un piccolo invito. Questo invito sarà ben accetto. Nei contatti con TITO, ci concentreremo sulla costruzione di un rapporto amichevole, discutendo di problemi politici e testandone le capacità. Se possibile, inviate qualche breve messaggio.

il 12 febbraio 1961

Melka Milan


Documento 107-109-111-113

MEMORANDUM

Dati personali

Sb. Dr Michele TITO, nato il 22.5.1925 a Castellammare presso Napoli, di nazionalità e cittadinanza italiana, residente a Roma, Via di Villa Ada 10, tel.: 867625. Dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore a Castellammarco, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza, dove si laureò nel 1947.

Ha studiato politica a Napoli.

Giornalista di professione, ha lavorato nelle redazioni di diversi quotidiani napoletani durante e dopo gli studi (alcuni dei quali sono oggi scomparsi), dal 1954 al 1959 come corrispondente fisso del quotidiano "Il Messaggero". Dopo il ritorno a Parigi, ha lavorato per un breve periodo nella redazione romana di questo quotidiano, da dove è passato alla redazione del quotidiano "La Stampa". Attualmente è a capo del gruppo FIAT come direttore del quotidiano "La Stampa".

Descrizione della persona:

È di corporatura media, il fisico è snello, ha occhi e capelli scuri.

Caratteristiche

È socievole e dotato di umorismo, tipicamente italiano. Segue le conversazioni, ma partecipa attivamente a quelle che ha iniziato, anche se non parla inglese. È popolare, ma non si può escludere che mantenga un certo rispetto. Ha legami familiari con altre donne. Tuttavia, non è certo il tipo di Don Giovanni che cerca "avventure con le signore" ed è un fumatore piuttosto accanito. Ha buone maniere, non gli piace bere. Non l'ho mai visto bere troppo. /tuttavia, sua moglie ha ricordato due occasioni in cui lui "ha preso il sopravvento" / È un tipo sportivo e di solito chiede a gran voce una vacanza nel fine settimana.

Profilo politico:

Non è membro di alcun partito politico, ha sempre gravitato verso la sinistra anarchica. Dopo aver attraversato il fronte a Napoli, fu membro della redazione del primo settimanale nei territori liberati, che fu bandito dal quartier generale alleato dopo due numeri per aver diffuso idee comuniste e anarchiche. Tra i suoi migliori amici c'era il corrispondente da Mosca di "Unità" Pancaldi, con il quale strinse una profonda amicizia durante il suo soggiorno a Parigi, dove Pancaldi lavorava. Dopo che le autorità francesi denunciarono Pancaldi, Tito si prese cura della moglie, che dovette rimanere più a lungo.

Dopo l'ascesa al potere di De Gaulle nel 1958, DISK fu eletto all'ufficio stampa del Ministero degli Esteri francese, dove fu rimproverato per i suoi articoli e dove gli fu infine consigliato di lasciare Parigi. Sebbene provenga da una regione clericale, è ateo (si dice che lo abbia inserito nei questionari ufficiali) e influenza anche spiritualmente la moglie, che è cattolica romana, ma non partecipa alle cerimonie religiose. Durante il primo tentativo di pacificazione dell'Italia centrale (Fanfani), il DISK fu un sincero sostenitore dell'integrazione europea dei partiti democratici. 

Situazione finanziaria:

La sua attuale situazione economica è molto buona. Il suo reddito mensile è stimato in 500.000 lire all'anno. Come ha ammesso, ha pagato 2.000.000 di lire solo nell'ultimo anno alla Point Colony. Paga 130.000 lire al mese per l'appartamento, ha delle domestiche, due auto, affitta una casa di campagna a Rocca di Papa, arredata con grande spesa, probabilmente con l'aiuto del marito e dei genitori. Possiede una Fiat 1900 / NA 193439 rosso scuro e una Fiat 600 MA 12151 beige chiaro. Entrambe le figlie frequentano l'Università francese, dove pagano tasse universitarie piuttosto elevate. 

Sua moglie Marisa, nata Bellelli, di qualche anno più giovane di DISK, è di Napoli. È figlia del Professor Dr. Francesco Bellelli, professore associato di chirurgia e primario del reparto di neurochirurgia dell'ospedale di Salerno, che vive e ha uno studio privato a Napoli, in Piazza Medaglia d'Oro.

Dopo aver terminato la scuola superiore e l’università, ha iniziato a lavorare come giornalista e redattore. Successivamente si è stabilito presso il DISK, dove tuttora lavora. Ha due figli, tra cui una bambina di quattro anni di nome Cristina. Ha un carattere allegro e socievole, con tratti che richiamano un temperamento latino, anche se non ha origini latine. Ama spendere denaro e cerca sempre di ottenere il massimo vantaggio possibile dalle situazioni.

I genitori cercano di moderarla e la sostengono finanziariamente. Sono molto ricchi, con alti redditi, proprietà immobiliari e terreni.

Contatti e legami:

Il DISK mantiene estesi contatti in vari settori, anche se non tutti sono stati ancora identificati. I principali legami includono giornalisti stranieri, editori di testate giornalistiche e persone influenti nel mondo dei media. Vive in una villa connessa a un'altra abitazione appartenente a un dirigente di un grande magazzino chiamato "CIL". Inoltre, mantiene relazioni con deputati, avvocati, professori universitari, medici e membri del corpo diplomatico.

Relazioni con l'estero:

Durante il suo soggiorno all’estero, ha stabilito e mantenuto contatti con giornalisti stranieri sotto copertura giornalistica. Queste relazioni si concentrano soprattutto nel mondo della stampa estera.

Attività sospette e movimenti:

Stabilì alcuni contatti nel 1956 durante un pranzo a Parigi. Tali relazioni continuarono anche dopo il suo ritorno in Cecoslovacchia. Con il supporto del marito, ha mantenuto legami fino alla fine del 1964, anche attraverso frequenti viaggi all'estero autorizzati ufficialmente 2–3 volte al mese.

Suggerimento per ulteriori azioni:

Considerato che l'intelligence di DISK è evidente dai suoi ampi contatti ad alto livello, riteniamo che DISK sia un tipo idoneo di "contatto diverso". Poiché nel suo caso la possibilità di un "abbandono" sembra essere completamente esclusa a causa degli stretti rapporti amichevoli e dell'AD e delle opinioni di DISK, propongo di condurre un'intervista dettagliata il prima possibile. DISK verrebbe quindi informato e concentrato sulla questione della politica estera, in particolare sul collegamento con la NATO. 

N.B.:

Qualche altro dettaglio da sapere di DISK sono negli archivi di R.O. di Parigi e S.Melka di Roma.

Scritto da: L. Vik.


Documento 119

Contatto: DISK

Data: 10.5.65 dalle 18.00 alle 19.00

L'11 maggio alle 18 ho cercato DISK in redazione.

DISK stava lavorando alla correzione di bozze del manoscritto e mi ha chiesto di scusarlo,

Stava finendo una sceneggiatura per la televisione e il fattorino della televisione era venuto a ritirarla. Il direttore Furno era seduto nella sala DISK; l'avevo incontrato qualche tempo prima nella casa di campagna di DISK, che dopo un po' era stato sostituito da DANEK. Parlammo a bassa voce per non disturbare DISK. Da Furno seppi che DISK aveva scritto una sceneggiatura sulla Rivoluzione Francese, che Furno definì molto riuscita. Sia Furno che DANEK parlarono poi di questioni generali e di giornalismo. /Da Furno seppi che il Cardinale Bea era in visita alla famiglia. Ebbi l'impressione che la moglie di Furno fosse imparentata con Bea./ DANEK propose di andare a Napoli qualche volta, dove avremmo potuto fare una gita sullo yacht di suo suocero /Sir Kosigyn ci era salito quando era in visita in Italia qualche tempo prima./

Poiché DISK è stato interrotto al lavoro da una telefonata della redazione di Torino /ogni giorno prima delle 19 si discute dei materiali che la redazione romana ha preparato/, e non potevo più aspettare, ho lasciato la redazione dicendo che ci saremmo sentiti prima del 23 maggio, quando avremmo festeggiato il 40° compleanno di DISK.


Documento 121-123

DISK

Giorni: 16.6.65 dalle 22.00 all’1.30

Luogo appuntamento Casalone

La mattina dell'11.6.65, dopo molti tentativi, contattai DISK telefonicamente e gli proposi di cenare il giorno dopo. Acconsentì a organizzare un "banchetto" con le sue mogli prima di partire per le vacanze. La data fu fissata per il 16.6.

Ore 22:00. All'ora stabilita, DISK è arrivato a casa nostra con la moglie, da dove abbiamo proseguito in macchina fino al ristorante Casalone sulla Flaminia. Qui abbiamo cenato in veranda. Dopo cena li abbiamo invitati a casa per un caffè. La cena si è protratta per un po' fino a quasi le due.

DISK ha programmato un viaggio di andata e ritorno in Francia, tra i castelli della Loira e la Bretagna, con la moglie e i figli, dal 11.do al 15 luglio. Entrambi desiderano tornare in Francia in barca a vela e vogliono anche esaudire il desiderio della figlia maggiore Anna, che frequenta un liceo francese, di mostrarle i castelli della Loira. Dopo il ritorno, la moglie e i figli di DISK saranno nella residenza estiva di Rocca di Papa, dove la moglie ha invitato a soggiornare. DISK si recherà lì il sabato e la domenica.

All'inizio di settembre volerà in Unione Sovietica per circa una settimana. È su invito della Montecatini, che vuole mostrare ai giornalisti italiani il suo lavoro di preparazione in URSS. Secondo DISK, alla Montecatini fu commissionata la costruzione di un impianto per l'estrazione, la raffinazione e la distribuzione del gas sotterraneo nei ricchi giacimenti di recente scoperta (DISK non ne ricorda il nome). Durante il viaggio di ritorno intende fermarsi a Praga per qualche giorno. Abbiamo concordato che sarà mio ospite a Praga, perché in quel periodo sarò in vacanza in Cecoslovacchia.

DISK ha espresso interesse per i servizi di cristallo ceco. Le ho promesso di fornirle un campionario e un listino prezzi.

Al momento opportuno, ho chiesto a DISK informazioni sulla politica estera italiana, in particolare sui viaggi all'estero programmati dal Presidente Saragat. I risultati sono stati inviati al controspioaggio. Gli ho ribadito quanto mi sarebbe stato utile se avessimo potuto incontrarci regolarmente e discutere di politica interna ed estera. Gli ho detto quanto fosse difficile contattarlo, sia a casa che in redazione. Mi ha spiegato che viaggia molto e che a volte, quando si reca in redazione, lo chiamano e gli dicono che non è disponibile, ma DISK va direttamente in redazione invece di recarsi a casa. E così capita che non ci incontriamo. Mi ha consigliato che il posto più sicuro per contattarlo fosse la redazione alle 18:00, quando è al telefono con la redazione di Torino. Quando ho obiettato che le mie frequenti visite in redazione disturbavano la redazione, mi ha assicurato che tutti in redazione ora mi consideravano un "collega" e non un "visitatore". Ecco perché non dovrei arrabbiarmi se venissi in ufficio in un momento di confusione lavorativa, perché non mi prestassero attenzione. Ho espresso la speranza che, durante il periodo in cui saremmo state "vedove di paglia", non avremmo trascorso altro tempo a uscire insieme.

Spese meeting: Una cena per 4 persone 12.500 lire.

Ulk Scritto da: Vlk


Documento 5-7

19.1.1966

Contatto: DISK

L'11.1.66 dalle 17:00 alle 17:40, caffè "Canova"

Dopo un precedente accordo telefonico, ho aspettato  in Pzza del Popolo, dove parcheggia la macchina quando guida al lavoro. Siamo andati al caffè "Canova", dove ha avuto luogo l'incontro.

DISK mi ha informato che un viaggio organizzato da Montecatini, originariamente previsto per settembre, si svolgerà probabilmente in Unione Sovietica a marzo o aprile, e che lui intenderà approfittarne per fare tappa in altri paesi dell'Unione Sovietica, tra cui la Cecoslovacchia. Vorrebbe sfruttare il suo soggiorno in Cecoslovacchia per conoscere la vita culturale del nostro paese, l'opera letteraria, teatrale e cinematografica contemporanea. Questo principalmente perché vuole colmare le lacune e formare le proprie opinioni, tanto che probabilmente non pubblicherà nulla sulla stampa.

Ho quindi iniziato a portare DISK ai giornalisti, italiani e stranieri, che seguono le questioni di politica estera italiana. DISK ha ribadito quanto già affermato in precedenza: tra i giornalisti italiani praticamente nessuno segue sistematicamente queste questioni. Il più informato è il direttore di "Stampa" Ronchey. /Ci è stato confermato anche dal direttore di "Paese Sera" Sansone, che una volta partecipò a un ricevimento nell'appartamento di Ronchey, a cui erano presenti alti funzionari del Ministero degli Esteri italiano, giornalisti e parlamentari.

Per quanto riguarda i giornalisti stranieri, DISK stima molto il corrispondente del "Times" londinese Nichols. Si dice che sia a Roma da 10 anni e abbia ottime conoscenze. Anche l'attuale corrispondente del "Monde" parigino Nobecourt si dice che occupi posizioni di rilievo. A volte fa visita a DISK in redazione./Durante il mio soggiorno a Parigi, ho conosciuto un certo Jacques Nobecourt che lavorava al "Parisien Libéré". Sua madre aveva una casa editrice cattolica./Altrimenti, DISK non conosce assolutamente nessun altro giornalista straniero o italiano che si occupi di politica estera italiana.

Secondo i contatti di DISK presso il MFA, MZO e la Presidenza del governo, non sono riuscito a ottenere una risposta specifica. DISK ha parlato solo in termini generali, dicendo che lui o i suoi colleghi della redazione si rivolgono a tali funzionari di persona o per telefono, dando per scontato che sappiano qualcosa e che diranno qualcosa. Capita spesso che queste persone, ministri compresi, chiamino personalmente la redazione per informarla di una questione o di una conversazione. Durante la conversazione, soprattutto quando ho menzionato le questioni NATO, ho notato che DISK non era dell'umore giusto per impegnarsi in alcun modo. Ha cercato di convincermi ancora una volta che non aveva senso sprecare energie nel raccogliere informazioni sulla politica estera e atlantica italiana, perché l'Italia non ha una politica propria e, quando si tratta dell'area militare, tutto lì è presumibilmente "ultra segreto" e i soldati lo sorvegliano.

La nostra conversazione fu interrotta dall'arrivo del direttore De Luca, che andò a fare una telefonata e ci vide seduti nella stanza sul retro. Come si scoprì in seguito, lui e un altro giornalista si erano fermati al bancone per un caffè. Invitò DISK ad andare insieme in redazione, cosa che DISK accettò. Salutai tutti e dissi a DISK che aspetterò di nuovo nel parcheggio la prossima settimana. 

Spese di riunione: DISK pagato

Scritto da: L. Vik