mercoledì 6 agosto 2025

“Enrico Mattei ucciso dai francesi”

Vittorio Calef in una foto del 1961 di proprietà dell'archivio Luce


L’indiscrezione più interessante del fascicolo 10443-300 arriva da un informatore di Praga nativo di Senigallia, in provincia di Ancona: Vittorio Calef. Stando alle sue notizie, il presidente dell’ENI, Enrico Mattei, fu ucciso il 27 ottobre del 1962 dai francesi, che gli sabotarono l’aereo durante uno dei frequenti collaudi del suo Morane Saulniere, facendolo precipitare con il pilota e un giornalista americano poco prima dell’atterraggio a Linate. 

Ma parliamo anche dell’origine di queste informazioni. Come scrisse La Stampa il giorno dopo la sua morte, avvenuta il 30 novembre del 1964, Calef fu giornalista, collaboratore di importanti uomini politici quali l’ex Ministro degli Esteri, Carlo Sforza, e direttore di importanti periodici, tra cui “Il punto” e “La sera”, ma fu pure un apprezzato poeta. Era marchigiano, aveva poi scelto di vivere a Roma e qui scomparve giovane all’età di 45 anni. 

Vittorio Calef fu, ora lo possiamo certificare, una spia dell’Stb cecoslovacco. Ci narra le sue vicende il fascicolo dell’archivio cecoslovacco numero 300. Essendo vicino agli ambienti democristiani, Calef ebbe la possibilità di conoscere le voci che circolavano all’interno del partito all’indomani della morte di Mattei. In realtà, ciò che ci dice non è nulla di nuovo. L’ipotesi di un sabotaggio francese del Morane Saulniere del presidente dell’ENI fu avanzata da Enzo Biagi. I giornali sovietici diffusero molti articoli sul presunto omicidio di Mattei perpetrato dagli americani. Ciò nonostante, resterei scettico verso questa versione, sebbene supportata da molti elementi. Al di là dell’identità dell’assassino - si disse un certo Laurent dei servizi segreti francesi che però figura pure come spia del Kgb nell’archivio Mitrokhin - non mi convince per niente un Mattei martire dell’URSS. La politica dell’ENI in quel periodo, pur prevedendo una rottura con le compagnie petrolifere statunitensi preferendo i giacimenti africani e mediorientali, seguiva le linee programmatiche del centrosinistra, nonché del democristiano Amintore Fanfani. Non aveva nulla a che fare perciò con il socialismo reale del Comecon, sebbene la forma economica di quei governi italiani dei primi anni Sessanta fosse un capitalismo di stato meno aggressivo e più vicino alle esigenze dei cittadini. Non sottovaluterei nemmeno il memorandum finale, che il lettore leggerà nelle righe seguenti, nel quale, riepilogando l’attività di Calef, l’Stb non nominava l’indiscrezione su Mattei tra le notizie più importanti fornite dal giornalista. Dettagli, si dirà, ma in quella politica degli anni Sessanta piccole differenze creavano grandi sconvolgimenti.

Vittorio Calef appare da questo carteggio una spia consapevole di fornire notizie riservate all’Stb di Praga, sebbene dall’affidabilità controversa. L’ambasciata di Praga mantenne un atteggiamento abbastanza frequente in queste storie di spie italiane, di distacco e di diffidenza, ma senza troncare del tutto i preziosi contatti con il nostro Paese. Tutto si chiuse soltanto nel 1964 con la morte del giornalista, deceduto da quanto si legge sui giornali italiani nel proprio appartamento e quindi probabilmente di malattia.


Documento 115

15.12.1962

Sezioni interessanti della discussione:

MATTEI

Secondo Calef, il ministro BO e Fanfani, MATTEI commise un grave errore nell'acquistare un aereo francese. Di conseguenza, i motori dell'aereo dovettero essere revisionati in Francia ogni 500 ore di volo. Si diceva che non ci fosse niente di più facile che installare una bomba a orologeria o qualcosa di simile nel motore. Si diceva anche che fosse stato fatto qualcosa all'impianto elettrico o all'altimetro. La registrazione audio del pilota che si presentava alla torre di controllo diceva: "Siamo a 1 minuto dall'aeroporto, in realtà 1 minuto e mezzo, stiamo per atterrare" e questo era tutto.

Il CALEF è convinto che l'ENI non avrà ulteriore sviluppo perché non ci sarà un secondo Mattei. Con la morte di Mattei, il piano di sfruttare il petrolio sahariano a condizioni favorevoli per l'Algeria è fallito. Si dice che i francesi abbiano comunque avuto difficoltà ad accettare la chiusura di Mattei, motivo per cui vi sono ancora più motivi per sospettare un sabotaggio.


10443-300 volume 1 

Documento 109

Gennaio 1962.

DIVO

DIVO fu sviluppato da amici sovietici nel 1958. Durante lo sviluppo, sorsero sospetti che stesse collaborando con diversi servizi segreti. Le informazioni da lui fornite erano inaffidabili. Pertanto, nel 1959, i contatti con lui furono interrotti.

Di conseguenza, stiamo rimuovendo DIVO da ulteriori sviluppi. Limitiamo i contatti con esso solo a fini di scambio, ovvero solo a possibili eventi promozionali in cui utilizzeremmo DIVO. Prevediamo la possibilità di utilizzarlo per eventi di propaganda, discussioni, conferenze, ecc., senza stabilire contatti legali con l’ambasciata e gli influenti circoli politici attorno a FANFANI.

Quando organizzate eventi di propaganda, assicuratevi che non diano a DIVO l'opportunità di sfruttare i sostenitori dell’ambasciata, ecc. Informate anche l'ambasciatore di questo. Tuttavia, è necessario che il comportamento dell’ambasciata nei suoi confronti non sembri avere nulla a che fare con lui e non è cambiato. 


Documento 137-138-139

Valutazione delle attività informative del collaboratore "DIVO"

Informazioni da un collaboratore di "DIVO" per tre anni. Durante questo periodo, la sua attività informativa subì notevoli oscillazioni: nel 1961 trasmise molte notizie, nel 1962 non ne trasmise alcuna e nella seconda metà del 1963 trasmise di nuovo poche informazioni. Pertanto, la sua attività informativa non poté coprire tutti gli argomenti su cui DIVO trasmetteva notizie.

DIVO ha finora fornito solo informazioni orali, non ci ha fornito relazioni scritte, documenti o copie di materiali riservati. Ha fornito relazioni orali sia su questioni di politica internazionale che su problemi attuali di politica estera italiana, nonché su settori non pertinenti della politica interna. Nella sezione dedicata alle relazioni internazionali, ha informato sui problemi attuali delle relazioni italo-americane, sulle questioni italiane nella NATO e sulla questione tedesca. Ha inoltre fornito alcune interessanti informazioni sulla questione delle relazioni italiane con i paesi socialisti e sulle relazioni tra Italia e Cecoslovacchia. In questa sezione, la sua attività informativa si è concentrata su temi di suo principale interesse.

Alcune delle informazioni fornite non erano verificabili, ma la maggior parte dei suoi resoconti fu confermata dagli sviluppi. In questo ambito, possiamo citare in particolare i suoi resoconti sui veti cecoslovacco-italiani e sulla questione delle pressioni della NATO sull'Italia affinché vietasse l'esportazione di armi all'URSS. Tuttavia, se DIVO fornì informazioni su alcune persone (ad esempio, nel luglio 1961 affermò che il nuovo Primo Ministro sarebbe stato COLOMBO), le sue informazioni non furono confermate. Anche le ragioni sulla base delle quali giunse a tali conclusioni non furono del tutto sufficienti. Ad esempio, la sua affermazione che COLOMBO sarebbe stato il prossimo Primo Ministro perché il Ministro degli Affari Esteri SEGNI si stava consultando con lui non è sufficientemente comprovata. SEGNI avrebbe potuto consultare COLOMBO per altri motivi, ad esempio perché entrambi condividevano la stessa piattaforma politica nella DC e SEGNI avrebbe potuto essere solo l'esecutore di questa linea, mentre COLOMBO avrebbe potuto rappresentare una sorta di consigliere di partito, dirigendo le attività di SEGNI. Sembra che in questo caso il ragionamento di DIVO fosse più speculativo, piuttosto che sufficientemente giustificato e riflettente la situazione reale.

Tuttavia, il rapporto di DIVO sulla posizione italiana in merito alla proposta sovietica di una zona denuclearizzata nel Mediterraneo è stato confermato. Interessanti anche i suoi rapporti sulle questioni NATO, dove sembra che non tutte le possibilità siano state ancora esplorate. Tuttavia, alcune delle sue informazioni contraddicono anche i resoconti provenienti da altre fonti. Ad esempio, DIVO ha affermato che FANFANI si è rifiutato di ottemperare alla richiesta della NATO di richiamare 30.000 membri delle forze speciali, mentre altre fonti hanno riferito che l'Italia aveva richiamato queste unità.

Per quanto riguarda le informazioni di DIVO sulla questione tedesca, non tutti i suoi resoconti sono stati confermati anche in questo caso. Ad esempio, l'Italia non ha ancora riconosciuto la Repubblica Democratica Tedesca, sebbene DIVO abbia dichiarato nell'ottobre 1961 che, secondo SEGNI, l'Italia era disposta a riconoscere di fatto la DDR. Tuttavia, il rapporto di DIVO sulle preoccupazioni italiane in merito all'assunzione dell'incarico di Cancelliere della Germania Ovest da parte di ERHARD e sul fatto che presso il Ministero degli Esteri italiano si stessero svolgendo discussioni su questo tema, è stato interessante. Queste informazioni sembrano credibili, ma non abbiamo ancora ricevuto da DIVO l'esito delle discussioni presso il Ministero degli Esteri italiano, che ci interesserebbe di più.

DIVO fornì anche resoconti sulla situazione politica interna, tratti principalmente dagli ambienti attorno a FANFANI. Le sue informazioni fondamentali furono confermate dagli sviluppi, sebbene non vi fossero resoconti precisi sui singoli personaggi. Ad esempio, fu confermato che il nuovo governo italiano sarebbe stato probabilmente ancora una volta un governo di centro-sinistra, considerando un governo monocolore, composto solo da membri della DC. Tuttavia, le considerazioni sui singoli personaggi erano imprecise, il che potrebbe essere influenzato anche dal fatto che i fanfanisti, nel promuovere i loro personaggi, potrebbero non aver avuto pieno successo. 

In sintesi, si può affermare che DIVO ha trasmesso informazioni credibili ma non del tutto coerenti con la realtà. Per un loro migliore utilizzo, sarebbe necessario che la residenza chiarisse le sue possibilità di contatto, sia nell'ambito della politica estera italiana, sia nei suoi contatti con personalità di spicco del mondo della democrazia cristiana e lo impiegasse solo per queste questioni. Dal punto di vista informativo, sarebbe più utile se DIVO fornisse sistematicamente solo informazioni attendibili sui piani di FANFANI, sui suoi negoziati con LOMBARDI e sulla sua valutazione della situazione e, nel campo della politica estera, ad esempio, solo informazioni attendibili sulla politica dell'Italia, dei paesi socialisti o addirittura, in anticipo, solo sulla Cecoslovacchia, piuttosto che se fosse impiegato in generale e i suoi rapporti fossero di natura più generale. Determinare l'esatta gamma di questioni su cui DIVO dovrebbe fornire informazioni sarà, naturalmente, possibile dopo un'attenta analisi dei suoi contatti e delle sue capacità.

A Praga il 4 novembre 1963


10443-300 volume 2

Documento 19

TOP SECRET

Capo del 3° Dipartimento della 1° Amministrazione del Ministero degli Affari Interni

maggiore Václav MAJER

8 ottobre 1966.

Chiedo › che la mappa tipo n. 10443/300 venga depositata nell'archivio della Prima Amministrazione del Museo Nazionale.

Motivo: il ragazzo è morto il 30 novembre 1964. La mappa contiene informazioni che potrebbero ancora essere utili.

Tipo DS, nome in codice DIVO,

vero nome các CALEF Vittorio nato il 12.11. 1919-Senigallia ITALIA morto il 30.11.1964

di professione dirigeva il quotidiano "IL PUNTO"

È stato sviluppato dallo staff della residenza di Roma (Melka, Vik, Jaroš) dall'inizio del 1961 fino alla metà del 1962. Dopo aver valutato la sua affidabilità (sulla base delle informazioni provenienti dall’ambasciata) e opportunità di intelligence, venne utilizzato come contatto chiave e informatore fino alla sua morte nel 1964.

La mappa viene conservata nell'archivio nel caso in cui le informazioni in essa contenute siano necessarie.

La mappa è stata rivalutata prima dell'atterraggio dal 3° operaio operativo dell'I.SMV.

Referente: capitano Oldřich Platil