venerdì 27 giugno 2025

La NATO cercava un suo marxismo-leninismo


In quale misura le forze della NATO riuscirono a inserirsi nelle Brigate Rosse? La domanda che mi pongo ormai è questa. Certa l’origine marxista dell’organizzazione terroristica che insanguinò l’Italia soprattutto dal 1976 in poi, è altrettanto documentato l’inserimento, nelle colonne compartimentate delle Bierre, di infiltrati della CIA e del SID. 

Ciò che è difficile determinare è se Gladio potesse essere presente nell’eversione di sinistra fin dai primissimi anni e pertanto essere più determinante e complice di certi delitti sanguinosi di quanto non si immagini. Alcuni storici propendono per quest’ultima ipotesi, facendo leva su un possibile doppiogioco di Corrado Simioni (l’uomo di Hyperion) e Mario Moretti, marchigiano a capo della Colonna Romana e delle Bierre della seconda generazione. 

Chi ha letto l’Indagine possibile sa che la corretta interpretazione non è affatto semplice, ma si rende necessario un ulteriore sforzo per determinare l’onestà e la lealtà dell’Antiterrorismo italiano, dove per lealtà non intendiamo quella agli accordi diplomatici ma ai propri cittadini. 

Il documento che vi propongo può essere utile ad alimentare i sospetti dei complottisti, ma non sarei onesto se lo nascondessi bocciandolo senza farlo leggere. Perché in effetti ci sono dei passaggi molto controversi, che mi lasciano dei dubbi e farebbero propendere per una maggiore slealtà dell’antiterrorismo, cioè farebbero pensare a un disegno più ampio pensato dalla NATO, che non fosse la classica infiltrazione con lo scopo immediato di arrestare i terroristi.

Intanto leggiamo l’intero documento, che è il 71-73 del fascicolo 10443-114 volume 1.


Top secret

L'opinione delle potenze occidentali sulla situazione interna dell'organizzazione del Patto di Varsavia.

Secondo le potenze occidentali, l'organizzazione del Patto di Varsavia sta diventando un blocco politico-militare monolitico che garantisce la sicurezza dell'intero campo socialista.

Gli esperti militari dei paesi della NATO ritengono particolarmente significative le ultime misure del Comando congiunto delle Forze armate del Patto di Varsavia, volte a rafforzare la capacità di combattimento degli eserciti degli stati membri, migliorandone la struttura e la gestione e incrementando l'addestramento combattivo e politico delle unità.

Sono consapevoli che il Patto di Varsavia stabilizza notevolmente la situazione nei paesi membri e che pertanto non è più possibile, in queste condizioni, concentrarsi su una politica di ribellione contro l'establishment di questi paesi.

I paesi occidentali stanno cercando di attivare azioni sovversive di sinistra contro lo ZST e vogliono contrastare l'ulteriore consolidamento del potere del campo socialista. A loro avviso, gli ultimi sviluppi nel 25t creano condizioni favorevoli a questo percorso.

I paesi della NATO si aspettano di poter contribuire allo sviluppo della "propria interpretazione del marxismo-leninismo" nella ZST, rafforzando il nazionalismo e "il senso di individualità nazionale e il desiderio di sbarazzarsi dell'ideologia comunista".

La delegazione britannica, ancor prima della riunione del Consiglio NATO del dicembre 1962, presentò una raccomandazione al Consiglio per suggerire a tutti i Paesi membri di "utilizzare maggiormente i casi in cui sorgono incomprensioni tra l'URSS e i Paesi socialisti". Gli italiani proponevano allo stesso tempo di creare le condizioni per incomprensioni tra i Paesi e di indebolire così i loro rapporti reciproci, soprattutto nei confronti dell'URSS, "fino alla rottura completa".

Gli stati maggiori e i servizi segreti dei paesi NATO seguono le raccomandazioni della NATO e le direttive dei loro governi e incaricano i loro corrispondenti militari e diplomatici nello ZST di ottenere informazioni che potrebbero essere utilizzate per scopi sovversivi e raccomandano di concentrare la loro attenzione principalmente sui fatti che hanno un impatto negativo sull'unità dello ZST.

Le potenze della NATO ritengono che i loro obiettivi possano essere raggiunti attraverso una significativa espansione delle attività culturali e informative nello ZST (in particolare la diffusione di letteratura e materiale stampato occidentale); "campi di amici" per lo ZST nei paesi occidentali, un reciproco aumento dello scambio di vari esperti, lo sviluppo del turismo, contatti sportivi e giovanili, visite reciproche di statisti, soprattutto a livello ministeriale, espansione degli scambi commerciali.

Le potenze occidentali credono che questi e altri mezzi e percorsi porteranno a influenzare l'opinione pubblica nei ZST, creando così le condizioni per screditare il Patto di Varsavia. Vogliono trasformare i paesi del Patto di Varsavia in un raggruppamento che sarebbe seriamente vulnerabile politicamente, economicamente e militarmente.

Nel raggiungimento dei loro obiettivi, attribuiscono grande importanza al fatto che la ZST continuerà a essere interessata a importare prodotti e materiali importanti dai paesi capitalisti.

I paesi della NATO ritengono che le varie tendenze nazionaliste presumibilmente presenti tra gli ZST siano fattori che giocano a favore dell'Occidente.

In relazione a questa conoscenza, è altamente auspicabile ottenere materiali che possano far luce sulle seguenti questioni: i segreti dei volumi di

1. Misure adottate dalle potenze occidentali della NATO per attivare attività sovversive contro il 7ST.

2. In che modo gli organi di governo degli accordi NATO elaborarono misure volte a rompere l'unità delle potenze in campo e soprattutto per screditare l'organizzazione del Patto di Varsavia.

3. Se possibile, ottenere documenti dal Consiglio NATO del dicembre 1962 e dalla riunione di Ottawa del maggio 1963, riguardanti una valutazione dettagliata della situazione nel Patto di Varsavia.


Il passaggio chiave è questo: “I paesi della NATO si aspettano di poter contribuire allo sviluppo della "propria interpretazione del marxismo-leninismo" nella ZST, rafforzando il nazionalismo e "il senso di individualità nazionale e il desiderio di sbarazzarsi dell'ideologia comunista".” Dove per ZST - sigla presente continuamente nel brano - si intende il Patto di Varsavia.

Ho provato a fare delle controverifiche nella traduzione, migliorando la resa grafica del documento. Ma la frase non cambia. Cosa c’è che mi inquieta in questo passaggio? E’ quel virgolettato: "propria interpretazione del marxismo-leninismo". 

Intanto diciamo che il documento risale ai primi anni Sessanta. Non c’è una data precisa ma dovrebbe essere del 1964. 

La risposta più semplice e al momento più probabile è che potrebbe trattarsi di un semplice sostegno alla destra del PCUS, come quella che portò al colpo di Stato a Praga, nel 1968, da parte di Alexander Dubček. Se si legge tutto il documento diventa chiaro che l’ambito dell’intervento NATO sia esclusivamente il mondo oltrecortina, cioè i Paesi del Patto di Varsavia (la ZST). Anche il riferimento al nazionalismo non esclude la complicità del KGB nelle azioni delle Bierre, come dell’IRA, dell’ETA, dei Palestinesi, dei giapponesi, della RAF, eccetera. Perché è accertato, almeno per IRA, RAF, Palestinesi, che vi fossero stretti rapporti e rifornimenti di armi da parte del KGB verso questi movimenti eversivi attivi nell’Occidente capitalista.

Eppure qualche dubbio resta. Manca nel documento ogni riferimento alla parola socialdemocrazia, oppure al socialismo riformista e anche all’assistenzialismo statale che stava prevalendo in Italia in quel periodo. Invece si indica un “proprio marxismo-leninismo”, ossia un marxismo all’americana. E’ evidente che vi siano molti punti in comune tra questo identikit e le Brigate Rosse, che erano nostalgiche del vero marxismo-leninismo delle origini, ma anche nazionaliste e antitetiche al Partito Comunista Italiano. 

Un altro elemento di riflessione è il fatto che tra le Misure Attive cecoslovacche non ci sia mai alcun riferimento ai giornali Lotta Continua o a Potere Operaio. Anzi, come abbiamo visto in precedenza, in una relazione venne addirittura scritto, ed era già il 1971: non disponiamo di un’agenzia di stampa in Italia. 

E i dubbi non sono finiti qui. Conoscendo molto meglio oggi la natura delle Misure attive, almeno quelle cecoslovacche, possiamo fortemente dubitare che il Patto di Varsavia volesse, oltre che potesse, impostare in Italia una comunicazione così dichiaratamente violenta e aggressiva, al punto da condurre, direttamente o indirettamente, all’omicidio del commissario Calabresi, reo di aver condotto interrogatori troppo duri durante le indagini su Piazza Fontana. Sappiamo ormai che la Misura Attiva era molto più subdola, nascosta dietro false notizie, dietro giornalisti molto famosi e accreditati tra i lettori, e sarebbe riuscita ancora meglio se fosse stata pubblicata in giornali di orientamento filo-occidentale, perché mai avrebbe dovuto apparire la mano occulta del Patto di Varsavia. Viceversa, si potrebbe affermare che l’essere sfacciati, violenti e vulnerabili agli arresti fosse proprio la caratteristica degli infiltrati della NATO e quindi di Gladio. La questione, insomma, non è chiusa.


Nessun commento:

Posta un commento

Si prega di pubblicare soltanto commenti e domande intelligenti, grazie.