domenica 29 giugno 2025

Analisi al computer del documento sul SIFAR

 


Ho provato a far lavorare Chatgpt sul documento direi fondamentale sull'affare SIFAR. Abbiamo provato a ricostruire come poteva apparire il documento più grande se si potesse rimuovere il foglietto sull'affare Romulus. Ebbene, non emergono molte novità, se non che forse l'STB conosceva bene sia la consistenza, sette volumi, sia il contenuto dei dossier illegali del SIFAR. Altrettanto chiaro, ma qui Chatgpt non mi aiuta tantissimo, è che nel contenuto si parlava di Tirolo e di austriaci. 

La traduzione della parte finale è certamente quella che ho pubblicato prima, ma qui l'intelligenza artificiale mi fa riflettere su un altro aspetto, ovvero che l'STB cercasse di correggere le informazioni da diffondere alla stampa in base alle loro convenienze e quindi di censurare eventuali notizie controproducenti. Sarebbe questo il motivo della sovrapposizione dei due documenti? Preciso anche che, se parlo di documento incollato, è perché l'archivio di Praga mi ha fornito fronte e retro di ogni foglio, pertanto un errore nel fotografare, conoscendo anche la precisione certosina degli studiosi cechi del comunismo, lo escluderei. 

Notate anche l'orario: il foglio sovrapposto, più piccolo, è precedente rispetto a quell'altro. Guardate in alto a sinistra. Cosa potrebbe essere successo? Secondo me, se avessero voluto nascondere qualcosa avrebbero eliminato anche la frase finale. Pertanto penso a un intervento del Ministero cecoslovacco o del KGB, in quello stesso periodo, per chiedere all'STB di lasciar perdere la Misura Attiva sull'Affare SIFAR, soprattutto per il clamore che la vicenda stava provocando in Italia. Di qui la necessità di eliminare del tutto l'origine dell'Affare SIFAR. 

Ma non è da escludere del tutto l'errore archivistico. Ho inviato una email e vedremo in seguito se davvero quel foglietto era incollato o soltanto appoggiato.


La parte finale l'ho isolata e tradotta in modo certosino per togliere ogni dubbio sul senso. Una parola in più o in meno può cambiare tante cose.


"In qualche paese, diffondete la notizia della consegna del volume Sifar alla CIA americana e del contenuto del volume Saragat. Tuttavia, è necessario consultare gli amici riguardo alla persona di Saragat e ai benefici che la DC ne trarrebbe."



Il doppiogioco sul dossieraggio del SIFAR

 


Giovanni Allavena, l'uomo della schedatura di 157mila italiani, secondo l'inchiesta di Jannuzzi del 1976 avrebbe "arruolato decine e decine di giornalisti fascisti". Il redattore di Tempo lo definì un "colonnello, poi generale, stretto collaboratore del generale De Lorenzo". Fu "coautore" del "Piano Solo", quello che solo i carabinieri avrebbero dovuto attuare nel 1964, e sostituto di De Lorenzo dopo il fallito golpe del SIFAR. Questo militare corrotto interessa da vicino la storia del Conero. Secondo altre fonti come Repubblica, che parlò di lui quando morì il 27 settembre del 1991, Allavena fu capo del controspionaggio di Ancona fino al 1956. Quindi, ne deduciamo, proprio mentre nasceva la base del Conero e mentre al cinema Metropolitan veniva attuata una strage dai risvolti poco chiari. 

L'orientamento politico di questo militare non ci pare di estrema destra. Allavena, dando per buone le accuse di Jannuzzi, avrebbe scelto tra i giornalisti da lui assoldati per raccontare la cronaca anche Lando Dell'Amico, socialdemocratico, il cui nome sarebbe collegato all'attuale editore del quotidiano di Ancona, Il Resto del Carlino. Il militare avrebbe inoltre rubato i fascicoli del SIFAR per darli a Licio Gelli. Ma soprattutto pare che fu stimato da Agnelli, che gli regalò una concessionaria Fiat a Roma, proprio nel periodo in cui la Fiat fondava una sede in Russia, in nome di un ponte economico tra USA e URSS. Ulteriore conferma di un doppio gioco starebbe nel fatto che Allavena, fondatore di un comitato per l'elezione di Nixon, secondo Repubblica fu ascoltato dal PM Mastelloni nel novembre del 1990 nell'inchiesta su Argo 16, aereo che si disse fu fatto cadere dal Mossad israeliano per vendetta contro la politica filopalestinese del governo italiano. Conferme? Ce ne sono tante: Allavena comparve cinque anni dopo l'inchiesta di Jannuzzi nella lista della Loggia P2 (ormai il lettore di questo volume sa che la Propaganda Due era nelle mani del KGB) e si parlò di lui anche quando nel 1990 scoppiò il caso Gladio.

Lando Dell'Amico viene descritto nel reportage di Tempo come un "giornalista-ricattatore-spione", politicamente ex repubblichino, ma convertito alla socialdemocrazia. Per questo pare che fu autore di un tentativo di corruzione di un congresso repubblicano di Ravenna, su richiesta del presidente dell'ENI Enrico Mattei e con l'aiuto del SIFAR. Entrò poi nella sfera di influenza del petroliere Attilio Monti, futuro editore del Resto del Carlino. Per Monti fondò nel 1959 l'agenzia giornalistica "Montecitorio". 

Nel 1957-58 avrebbe tentato di coinvolgere, con documenti falsi, Giulio Andreotti nello scandalo Giuffré, facendosi aiutare dal SIFAR e da "alcuni ufficiali della Guardia di Finanza". Fu un dossieraggio falso, secondo Jannuzzi, perché così stabilì la commissione parlamentare d'inchiesta. Ma c'è un’indiscrezione che colpisce gli attuali editori del Resto del Carlino. Jannuzzi affermò che nel settembre del 1969, poco prima della strage di Piazza Fontana, Monti avrebbe trasmesso, tramite il giornalista fidato di Allavena, appunto Lando Dell'Amico, dei soldi a Pino Rauti. Il giornalista avrebbe poi lasciato traccia di ciò in una lettera inviata al genero di Monti, Bruno Riffeser. A quel punto, sempre Dell'Amico si sarebbe pentito, avrebbe consegnato tutto al giudice Gerardo D'Ambrosio, ma alla fine avrebbe ritrattato ogni accusa, costruendosi una villa. Monti voleva partecipare alla 'strategia della tensione'? Posso confermare solo che ho appreso di un contatto nei primi anni '80 tra la redazione del Carlino di Ancona e i Servizi Segreti. Non sottovaluterei neanche il fatto che nessuno di questi personaggi querelò il giornalista Jannuzzi.

C’è un ulteriore elemento che fa pensare che i dossier del SIFAR non fossero un affare segreto della NATO, bensì dell’altra parte della Cortina di Ferro. Tra i dossier dello spionaggio cecoslovacco vi è a un certo punto un riferimento proprio all’affare SIFAR. Stiamo parlando del fascicolo 10443-112 sulle Misure attive. Il 4 maggio del 1967 dall’STB, cioè i Servizi Segreti di Praga, partì una lettera “segretissima” diretta al referente del Ministero Cecoslovacco per comunicare alcuni dettagli sulle operazioni di disinformazione da attuare in quel periodo. Verso la fine compare questa precisa frase: “In qualche paese, si diffonda la notizia della consegna del volume Sifar alla CIA americana e del contenuto del volume a Saragat. Tuttavia, è necessario consultare gli amici, in merito alla persona di Saragat e ai benefici che la DC ne trarrebbe.” Appare evidente che si parla dei 157mila dossier del SIFAR, sia per la data, in quanto in Italia i reportage di Jannuzzi e Scalfari uscirono nel maggio 1967, sia per il riferimento all’allora Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, il quale infatti, narra la storia ufficiale, fu informato che di lui - come sottolinea Wikipedia - “erano state minuziosamente catalogate addirittura le marche e le quantità di alcolici usualmente consumati.”

Ci sono altri dettagli che vanno menzionati. Il documento di cui ho parlato compare nella fotografia 67 del volume 1 del fascicolo già citato, il 10443-112. E’ molto particolare questo foglio, perché si nota facilmente che un foglietto più piccolo, della stessa epoca, fu incollato sopra all’altro. La parte relativa al caso SIFAR si trova nel documento sottostante. E’ come se avessero cercato di cancellarla, sovrapponendovi una delle relazioni sulla Misura Attiva “Romulus” che riguardava il caso Obermaier, il console tedesco che fu ingiustamente accusato dall’STB, con documenti falsi, di essere un ex gerarca di Hitler. Tuttavia, il foglio sovrapposto è più piccolo ed è per questo che è stato possibile leggere e tradurre quella frase, tra l’altro sottolineata a penna dall’STB, sul caso SIFAR. Si potrebbe intravedere qualcosa pure di ciò che c’è scritto sotto all’altro documento. Si scorgono alcuni nomi: Andreotti, Saragat, De Lorenzo e la frase iniziale del documento, sulla cui traduzione non sarei così sicuro, ma il senso potrebbe essere questo: “Tra i cifrari perduti c'è il volume di Saragat, di cui De Lorenzo commissionò personalmente la distruzione. Ma fu messo in salvo dalle mani della polizia e, presumibilmente, di Andreotti. Il volume di Saragat conteneva materiale eccellente sul fatto che, prima della rivoluzione del 1963, gli austriaci...” Sembra che il testo coperto parlasse dell’Alto Adige, perché si distingue nettamente la parola Tirolo.

La Misura Attiva sul SIFAR resta quindi a margine di altre operazioni. Viene citata in altri documenti anche una seconda volta, poi sparisce, almeno dai fascicoli della Cecoslovacchia, che era un piccolo Stato satellite dell’URSS. Quindi il sospetto è che i giornalisti del settimanale L’Espresso, sia pure onestamente, fossero finiti nello sporco gioco della disinformazione sovietica.

venerdì 27 giugno 2025

La NATO cercava un suo marxismo-leninismo


In quale misura le forze della NATO riuscirono a inserirsi nelle Brigate Rosse? La domanda che mi pongo ormai è questa. Certa l’origine marxista dell’organizzazione terroristica che insanguinò l’Italia soprattutto dal 1976 in poi, è altrettanto documentato l’inserimento, nelle colonne compartimentate delle Bierre, di infiltrati della CIA e del SID. 

Ciò che è difficile determinare è se Gladio potesse essere presente nell’eversione di sinistra fin dai primissimi anni e pertanto essere più determinante e complice di certi delitti sanguinosi di quanto non si immagini. Alcuni storici propendono per quest’ultima ipotesi, facendo leva su un possibile doppiogioco di Corrado Simioni (l’uomo di Hyperion) e Mario Moretti, marchigiano a capo della Colonna Romana e delle Bierre della seconda generazione. 

Chi ha letto l’Indagine possibile sa che la corretta interpretazione non è affatto semplice, ma si rende necessario un ulteriore sforzo per determinare l’onestà e la lealtà dell’Antiterrorismo italiano, dove per lealtà non intendiamo quella agli accordi diplomatici ma ai propri cittadini. 

Il documento che vi propongo può essere utile ad alimentare i sospetti dei complottisti, ma non sarei onesto se lo nascondessi bocciandolo senza farlo leggere. Perché in effetti ci sono dei passaggi molto controversi, che mi lasciano dei dubbi e farebbero propendere per una maggiore slealtà dell’antiterrorismo, cioè farebbero pensare a un disegno più ampio pensato dalla NATO, che non fosse la classica infiltrazione con lo scopo immediato di arrestare i terroristi.

Intanto leggiamo l’intero documento, che è il 71-73 del fascicolo 10443-114 volume 1.


Top secret

L'opinione delle potenze occidentali sulla situazione interna dell'organizzazione del Patto di Varsavia.

Secondo le potenze occidentali, l'organizzazione del Patto di Varsavia sta diventando un blocco politico-militare monolitico che garantisce la sicurezza dell'intero campo socialista.

Gli esperti militari dei paesi della NATO ritengono particolarmente significative le ultime misure del Comando congiunto delle Forze armate del Patto di Varsavia, volte a rafforzare la capacità di combattimento degli eserciti degli stati membri, migliorandone la struttura e la gestione e incrementando l'addestramento combattivo e politico delle unità.

Sono consapevoli che il Patto di Varsavia stabilizza notevolmente la situazione nei paesi membri e che pertanto non è più possibile, in queste condizioni, concentrarsi su una politica di ribellione contro l'establishment di questi paesi.

I paesi occidentali stanno cercando di attivare azioni sovversive di sinistra contro lo ZST e vogliono contrastare l'ulteriore consolidamento del potere del campo socialista. A loro avviso, gli ultimi sviluppi nel 25t creano condizioni favorevoli a questo percorso.

I paesi della NATO si aspettano di poter contribuire allo sviluppo della "propria interpretazione del marxismo-leninismo" nella ZST, rafforzando il nazionalismo e "il senso di individualità nazionale e il desiderio di sbarazzarsi dell'ideologia comunista".

La delegazione britannica, ancor prima della riunione del Consiglio NATO del dicembre 1962, presentò una raccomandazione al Consiglio per suggerire a tutti i Paesi membri di "utilizzare maggiormente i casi in cui sorgono incomprensioni tra l'URSS e i Paesi socialisti". Gli italiani proponevano allo stesso tempo di creare le condizioni per incomprensioni tra i Paesi e di indebolire così i loro rapporti reciproci, soprattutto nei confronti dell'URSS, "fino alla rottura completa".

Gli stati maggiori e i servizi segreti dei paesi NATO seguono le raccomandazioni della NATO e le direttive dei loro governi e incaricano i loro corrispondenti militari e diplomatici nello ZST di ottenere informazioni che potrebbero essere utilizzate per scopi sovversivi e raccomandano di concentrare la loro attenzione principalmente sui fatti che hanno un impatto negativo sull'unità dello ZST.

Le potenze della NATO ritengono che i loro obiettivi possano essere raggiunti attraverso una significativa espansione delle attività culturali e informative nello ZST (in particolare la diffusione di letteratura e materiale stampato occidentale); "campi di amici" per lo ZST nei paesi occidentali, un reciproco aumento dello scambio di vari esperti, lo sviluppo del turismo, contatti sportivi e giovanili, visite reciproche di statisti, soprattutto a livello ministeriale, espansione degli scambi commerciali.

Le potenze occidentali credono che questi e altri mezzi e percorsi porteranno a influenzare l'opinione pubblica nei ZST, creando così le condizioni per screditare il Patto di Varsavia. Vogliono trasformare i paesi del Patto di Varsavia in un raggruppamento che sarebbe seriamente vulnerabile politicamente, economicamente e militarmente.

Nel raggiungimento dei loro obiettivi, attribuiscono grande importanza al fatto che la ZST continuerà a essere interessata a importare prodotti e materiali importanti dai paesi capitalisti.

I paesi della NATO ritengono che le varie tendenze nazionaliste presumibilmente presenti tra gli ZST siano fattori che giocano a favore dell'Occidente.

In relazione a questa conoscenza, è altamente auspicabile ottenere materiali che possano far luce sulle seguenti questioni: i segreti dei volumi di

1. Misure adottate dalle potenze occidentali della NATO per attivare attività sovversive contro il 7ST.

2. In che modo gli organi di governo degli accordi NATO elaborarono misure volte a rompere l'unità delle potenze in campo e soprattutto per screditare l'organizzazione del Patto di Varsavia.

3. Se possibile, ottenere documenti dal Consiglio NATO del dicembre 1962 e dalla riunione di Ottawa del maggio 1963, riguardanti una valutazione dettagliata della situazione nel Patto di Varsavia.


Il passaggio chiave è questo: “I paesi della NATO si aspettano di poter contribuire allo sviluppo della "propria interpretazione del marxismo-leninismo" nella ZST, rafforzando il nazionalismo e "il senso di individualità nazionale e il desiderio di sbarazzarsi dell'ideologia comunista".” Dove per ZST - sigla presente continuamente nel brano - si intende il Patto di Varsavia.

Ho provato a fare delle controverifiche nella traduzione, migliorando la resa grafica del documento. Ma la frase non cambia. Cosa c’è che mi inquieta in questo passaggio? E’ quel virgolettato: "propria interpretazione del marxismo-leninismo". 

Intanto diciamo che il documento risale ai primi anni Sessanta. Non c’è una data precisa ma dovrebbe essere del 1964. 

La risposta più semplice e al momento più probabile è che potrebbe trattarsi di un semplice sostegno alla destra del PCUS, come quella che portò al colpo di Stato a Praga, nel 1968, da parte di Alexander Dubček. Se si legge tutto il documento diventa chiaro che l’ambito dell’intervento NATO sia esclusivamente il mondo oltrecortina, cioè i Paesi del Patto di Varsavia (la ZST). Anche il riferimento al nazionalismo non esclude la complicità del KGB nelle azioni delle Bierre, come dell’IRA, dell’ETA, dei Palestinesi, dei giapponesi, della RAF, eccetera. Perché è accertato, almeno per IRA, RAF, Palestinesi, che vi fossero stretti rapporti e rifornimenti di armi da parte del KGB verso questi movimenti eversivi attivi nell’Occidente capitalista.

Eppure qualche dubbio resta. Manca nel documento ogni riferimento alla parola socialdemocrazia, oppure al socialismo riformista e anche all’assistenzialismo statale che stava prevalendo in Italia in quel periodo. Invece si indica un “proprio marxismo-leninismo”, ossia un marxismo all’americana. E’ evidente che vi siano molti punti in comune tra questo identikit e le Brigate Rosse, che erano nostalgiche del vero marxismo-leninismo delle origini, ma anche nazionaliste e antitetiche al Partito Comunista Italiano. 

Un altro elemento di riflessione è il fatto che tra le Misure Attive cecoslovacche non ci sia mai alcun riferimento ai giornali Lotta Continua o a Potere Operaio. Anzi, come abbiamo visto in precedenza, in una relazione venne addirittura scritto, ed era già il 1971: non disponiamo di un’agenzia di stampa in Italia. 

E i dubbi non sono finiti qui. Conoscendo molto meglio oggi la natura delle Misure attive, almeno quelle cecoslovacche, possiamo fortemente dubitare che il Patto di Varsavia volesse, oltre che potesse, impostare in Italia una comunicazione così dichiaratamente violenta e aggressiva, al punto da condurre, direttamente o indirettamente, all’omicidio del commissario Calabresi, reo di aver condotto interrogatori troppo duri durante le indagini su Piazza Fontana. Sappiamo ormai che la Misura Attiva era molto più subdola, nascosta dietro false notizie, dietro giornalisti molto famosi e accreditati tra i lettori, e sarebbe riuscita ancora meglio se fosse stata pubblicata in giornali di orientamento filo-occidentale, perché mai avrebbe dovuto apparire la mano occulta del Patto di Varsavia. Viceversa, si potrebbe affermare che l’essere sfacciati, violenti e vulnerabili agli arresti fosse proprio la caratteristica degli infiltrati della NATO e quindi di Gladio. La questione, insomma, non è chiusa.


Le violenze psicologiche nelle Misure Attive


La Cecoslovacchia come tutti gli Stati del Patto di Varsavia era specializzata nel manipolare l’opinione pubblica attraverso campagne di stampa costruite ad arte, spesso infarcite di informazioni false o orientate verso obiettivi specifici. 

Ne è un classico esempio il carteggio che pubblico di seguito. In questo caso, alla fine manca l’attuazione della Misura Attiva. Forse non era realizzabile o, essendo localizzata anche fuori dall'Italia, fu archiviata in un altro volume. 

Siamo nel fascicolo 10443-112, quello delle Misure Attive messe in atto dalla Cecoslovacchia sul territorio italiano fino al 1978-79. La Misura Attiva, come ho spiegato nel volume L’indagine possibile, era sostanzialmente un condizionamento psicologico della popolazione, che, usando in modo distorto i giornali, puntava a esacerbare gli animi e a condurre verso rivolte di piazza contro gli avversari del Patto di Varsavia, ossia la NATO.

Questa misura attiva è abbastanza significativa su più aspetti: il primo è proprio il rischio che i giornali italiani siano stati invasi dalla Cecoslovacchia, ma ancor più dall’URSS, con informazioni gonfiate ad hoc, che hanno restituito agli italiani e alla nostra Storia nazionale un’immagine non veritiera dei vari scandali degli anni Sessanta e Settanta. I giornali dovrebbero informare o al più offrire un punto di vista politico, mentre in certi casi si dimostrarono veri e propri strumenti per attuare delle violenze psicologiche.

Il secondo aspetto importante è l’utilizzo, verso la fine degli anni Sessanta e al massimo all’inizio dei Settanta, della Francia separatista-gollista come grimaldello per dividere i Paesi aderenti alla NATO. Questo lavoro oscuro della Cecoslovacchia, ma anche della Romania e dell’URSS, per spingere la Francia sull’orlo della rivolta contro la NATO, e che risulta chiaro nei documenti che seguono, ci fornisce un movente per l’attentato di Piazza Fontana a Milano nel 1969, probabilmente avvenuto nel corso di un’azione cui prese parte un agente segreto rumeno nella rete Caraman: Giovanni Ventura.

Il terzo elemento, non nuovo ormai, è l’azione della Cecoslovacchia e dell’URSS attuata nei primi anni Settanta contro il cancelliere tedesco Willy Brandt, anche lui spinto, suo malgrado, verso una rottura con la NATO e avvicinato ai paesi dell’area del Patto di Varsavia.

Le traduzioni che vi propongo possono contenere piccolo qualche errore sui nomi, ma ci offrono un panorama esaustivo di come avvenisse dietro le quinte la preparazione di una Misura Attiva nei giornali italiani.


III. Modalità di attuazione:

Propongo di condurre un'operazione psicologica in Italia (il Paese più idoneo per quanto riguarda la fonte del documento) e di avvalermi di un agente del DOX, un giornalista. È un collaboratore fidato e affidabile dei servizi segreti romani.

DOX avrebbe prima elaborato e poi prodotto una versione definitiva della stampa italiana. Avrebbe selezionato 2-3 giornalisti di sinistra che, sapendo che avrebbero sicuramente utilizzato il documento preliminare, la Rezidentura, insieme a DOX, avrebbe provveduto all'invio dei documenti ai giornalisti selezionati. Se fosse sembrato che non sarebbero stati utilizzati, si sarebbe potuto passare al passo successivo, ovvero inviare lo stesso materiale a DOX stesso, che poi, come per caso, ne avrebbe parlato in una conversazione con i giornalisti selezionati, che conosceva personalmente, e avrebbe poi intimato loro di pubblicare i documenti, o almeno i loro passaggi principali.

Gli incontri con DOXe si tengono una volta al mese, ma possono essere convocati più spesso se necessario. Offrirò all'agente una ricompensa di circa 200 dollari per l'esecuzione dell'azione.

IV. Consultazioni previste:

Data la gravità della presunta falsificazione, sarà necessario consultarsi con gli amici sovietici. A mio parere, non è necessario discutere di questa azione con il Ministero degli Affari Esteri o con qualsiasi altra istituzione cecoslovacca.

Cospirazione:

La natura del documento è tale che è probabile che sia stato ricevuto da tutti i paesi membri della NATO, pertanto si trova presso il loro Ministero degli Affari Esteri o altre istituzioni. Da questo punto di vista, non vi è alcun pericolo per la fonte del documento. Si tratta inoltre di un documento riservato e non segreto.

Per quanto riguarda l'uso dell'agente DOX, nessuna delle parti è a rischio, l'origine dell'azione intrapresa.

VI. Conclusione:

Dal punto di vista dell'efficienza, sarebbe opportuno programmare l'azione in modo che possa essere preparata presso il quartier generale entro il 10 marzo 1972, discussa con l'agente in una riunione nella seconda metà di marzo e quindi attuata nel corso dell'aprile 1972. L'esecuzione dell'azione nell'aprile 1972 sarebbe importante in vista della riunione primaverile del Consiglio NATO di fine maggio a Bonn, che potrebbe essere in parte influenzata da ciò.

Nelle disposizioni specifiche per l'evento presso la sede centrale, i dipartimenti 42 e 36 lavoreranno in stretta collaborazione.

Cap. Jiří Ondruška senior rif. - specialista del dipartimento 42

Capo Dipartimento 42 I.SFMV Tenente Colonnello Zdeněk Večeřa

Capo del Dipartimento 36 I.STMV Capitano Emariuel Hlaver


I. Rapporto FMV - dipartimento 42

Il 1 ottobre 1971

MISSIONE AC - specifica I.

Nel 1971 ho proposto una serie di azioni psicologiche.

con l'obiettivo di approfondire le divisioni nella NATO. Queste azioni sono state rinviate a causa della mancanza di canali adeguati per la loro attuazione. Come si può vedere dalla proposta allegata, il loro contenuto e la loro direzione sono ancora attuali. Su questa base, propongo di attuare

specifica Ic (LOSS) dal set di misure originariamente proposto.

Di recente, è emerso il ruolo reazionario e distruttivo del governo conservatore della Gran Bretagna, che ha fatto ricorso a palesi provocazioni antisovietiche volte a paralizzare l'offensiva nucleare sovietica e a impedire, o quantomeno ritardare, la convocazione di una conferenza sulla sicurezza europea. Questi sforzi del governo britannico contrastano con le posizioni di alcuni altri paesi membri del NATO, come Francia, Belgio, Danimarca, Norvegia, Germania e Italia, che, dopo la firma dell'accordo di Berlino Ovest, sono favorevoli alla convocazione di una KEB in una fase relativamente precoce. La posizione britannica, d'altra parte, riceve il sostegno degli Stati Uniti.

L'obiettivo dell'azione proposta è sfruttare le differenze di posizione tra gli alleati sopra menzionati, da un lato, e la Gran Bretagna, dall'altro, e accrescere la sfiducia e le critiche nei confronti delle misure regressive britanniche. L'aumento delle critiche anti-britanniche tra alcuni dei loro alleati NATO potrebbe avere un impatto più ampio, ad esempio, sul voto per l'ingresso della Gran Bretagna nella CEE, o su un ulteriore raffreddamento delle relazioni tra la Repubblica Federale di Germania e la Gran Bretagna.

II. Forma e contenuto:

Sulla base di un documento segreto della Missione permanente britannica presso il Segretariato della NATO a Bruxelles, ottenuto da una fonte top secret alla fine del 1970 e contenente serie preoccupazioni da parte di circoli britannici in merito alla politica orientale della Repubblica Federale di Germania, nonché di altri membri della NATO positivamente disposti nei confronti della questione della convocazione del KEB, per preparare una falsificazione di un documento simile, il che rientra nelle nostre capacità tecniche da ottenere.

Il documento contraffatto conterrebbe critiche e preoccupazioni britanniche sulla politica "filo-orientale" del Cancelliere BRANDT, nonché sulla linea eccessivamente "filo-sovietica" del governo francese e sulla grande attività dei governi belga e italiano a favore dell'approvazione accelerata della KEB. Il documento della missione britannica presso la NATO non dovrebbe superare le 2-3 pagine. Per essere il più aggiornato possibile, verrà redatto in forma scritta quando sarà chiarita la data dell'azione proposta.

III. Fase di implementazione:

Data la necessità di riservatezza incondizionata della fonte, propongo di ricorrere a una falsificazione in Italia. In nessun paese (e quindi nemmeno in Italia) abbiamo la possibilità di avvalerci di un'agenzia idonea per la pubblicazione del materiale. È quindi necessario scegliere una forma "casuale". Dalle consultazioni finora svolte tra i dipartimenti 42 e 36, l'unica possibile forma di perdita di documenti sembra essere una che potrebbe assumere due forme:

a) inviare in forma anonima il documento presumibilmente ritrovato a 2-3 giornalisti di spicco, noti per il loro pensiero piuttosto progressista, o semplicemente inviarlo alle redazioni di 2-3 importanti quotidiani italiani. Questo metodo creerebbe una maggiore probabilità di pubblicità, ma sarebbe più facile scoprire che si tratta di un falso, 

b) lasciare il documento in una valigetta insieme ad altro materiale in un luogo adatto e "lasciarlo" trovare a una persona a caso. In questo caso, tutto sembrerebbe più affidabile, ma si rischia che l'azione passi inosservata;

Preferirei raccomandare la prima possibilità, dove potremmo contare sulla pubblicità e, per quanto riguarda l'autenticità dei documenti, possono sempre sorgere varie congetture. Per rendere la questione credibile, sarebbe possibile preparare il testo di una lettera personale di un funzionario del governo italiano a un parlamentare democristiano con l'obiettivo di aiutare a comprendere queste preoccupazioni britanniche vitali per il parlamento, le crociate e la loro difesa da parte di deputati pratici del partito cristiano. L'anonimo autore affermerebbe di aver trovato entrambi i testi nella suddetta valigetta nei corridoi del parlamento e, poiché le presunte macchinazioni e reazioni non corrispondono alle sue convinzioni politiche, fornisce i documenti per uso. Nomi idonei di 2-3 giornalisti italiani (+ ad esempio, il direttore dell'UNITA qualche giorno dopo, se i giornalisti selezionati esitano ad utilizzare il materiale) saranno selezionati in aggiunta. 

IV. Conclusione:

Se l'evento verrà approvato, potrebbe svolgersi al più tardi nella prima metà di novembre, in modo che i suoi risultati possano essere utilizzati per la preparazione immediata della riunione del Consiglio NATO, che si terrà a Bruxelles all'inizio di dicembre. L'evento sarà preparato tecnicamente e nei contenuti entro tale data.

capitano Ondruška

Capo del dipartimento 42: aviatore Zdeněk Večeřa

Ufficiale specialista senior, Dipartimento 42

Capo del Dipartimento 36:


HSB, Rapporto A, 2° Dipartimento

Praga il 26 gennaio 1971

Idea per un insieme di azioni psicologiche

nell'ambito dell'operazione pianificata ROZPOPY.

Nome in codice: Ruzlan

I. Obiettivo e contenuto:

Durante la preparazione e la sessione ministeriale di Bruxelles del 1970, emersero disaccordi tra i singoli Paesi membri su questioni relative alla convocazione della Conferenza NATO sulla Sicurezza Europea del 28 novembre e alle attività della Repubblica Federale di Germania in vista della 285. Si trattava principalmente di disaccordi tra Stati Uniti e Gran Bretagna, da un lato, e Paesi NATO più piccoli come Norvegia, Danimarca, Belgio e Lussemburgo, dall'altro. I disaccordi furono causati anche dalla posizione specifica della FRANCIA, che voleva svolgere il ruolo di una sorta di mediatrice tra URSS e Stati Uniti. Una conferenza stampa improvvisata del Presidente francese POMPIDOU suscitò indignazione negli Stati Uniti, che all'inizio di gennaio dichiarò in quell'occasione che l'importanza della cosiddetta questione di Berlino era stata artificialmente gonfiata e che in realtà non si trattava di un problema particolarmente serio, soprattutto non in relazione alla convocazione della KEB.

Oltre alle posizioni dei suddetti paesi della NATO riguardo all'NKBB, che differiscono da quelle di Stati Uniti e Gran Bretagna, le attività del governo BRANDT nei confronti del 55 hanno suscitato notevole preoccupazione in questi due paesi. Secondo alcune fonti non verificate, durante la riunione della NATO, ROGERS & HOME hanno espresso a SCHEEL la loro preoccupazione per il fatto che le attività della RFT nel 255 stessero compromettendo l'integrazione dell'Europa occidentale, nonché la NATO nel suo complesso. Inoltre, l'AR avrebbe raccomandato il rinvio di ulteriori negoziati tra l'NSR e lo ZSS, che SCHEEL avrebbe rifiutato. Negli Stati Uniti, si è recentemente intensificata la campagna contro il governo BRANDT, a cui hanno partecipato pubblicamente ex funzionari sovietici come ACHESON, Mc CLOY, CLAY e BALL, e anche molti funzionari dell'attuale governo NIXON hanno espresso solidarietà.

Sulla base di questa situazione contraddittoria con gli Stati membri della NATO, propongo di attuare una serie di azioni psicologiche volte ad approfondire le contraddizioni all'interno della NATO e a provocare ulteriori reazioni avverse alle posizioni dei governi di Stati Uniti e Regno Unito. Parallelamente, lo scopo delle nostre azioni sarebbe quello di influenzare la posizione degli Stati membri della NATO a favore di una convocazione affrettata della KEB e di screditare quelle forze negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Germania che persistono su posizioni da Guerra Fredda e impediscono sviluppi positivi in Europa. 

II. Ingredienti della Misura Attiva:

L'insieme delle azioni dovrebbe essere eseguito entro la fine di maggio 1971, in segreto, in vista del vertice NATO di Lisbona. Garantirei il contenuto delle singole azioni sulla base delle informazioni sui risultati del vertice NATO di Bruxelles. Oltre a queste informazioni, che si basano principalmente su documenti pubblicati, il dipartimento A/2 ha a disposizione alcuni documenti segreti risalenti al periodo immediatamente precedente il vertice NATO di dicembre, ottenuti tramite canali di agenzia e relativi alle controversie sopra menzionate.

La complessità delle azioni proposte risiede nel fatto che sarà necessario chiarire con urgenza quali risorse tecniche e operative dispongano la sede centrale e le relative unità di residenza e quali delle misure proposte siano quindi realizzabili entro le scadenze previste. Propongo di considerare le seguenti forme di AO:

1) Preparazione di una falsificazione di un documento di origine britannica, che discuterebbe le preoccupazioni e le posizioni dei governi di Norvegia, Danimarca, Francia e Germania e criticherebbe questi paesi. Esiste una bozza di un documento simile, quindi la falsificazione non dovrebbe rappresentare un problema da realizzare. La questione è se in qualche Paese NATO (preferibilmente Francia, Germania, Belgio, Italia o Polonia) saremmo in grado di far entrare un messaggio simile nei canali diplomatici o diplomatici del nemico tramite un'agenzia. Anche il Dipartimento A/2 è una possibilità. L’affiliato al 1° SMV dovrebbe svolgere il Dipartimento B/3. Col tempo, diventerebbe indipendente da altre azioni. 

(righe poco chiare, ndr)

2) Lettere di rappresentanti del governo o di circoli parlamentari a politici americani e britannici con un contenuto specifico

a) lettere di 1-2 deputati gollisti al Segretario di Stato americano ROGERS, in cui si difendono le posizioni francesi, si accusa la diplomazia americana di palesi tentativi da parte delle grandi potenze di abusare della NATO come strumento della Guerra Fredda e si raccomanda la necessità di comprendere gli sviluppi in Europa;

b) un intervento opportunamente presentato da 1-2 parlamentari laburisti e ministri degli esteri che accusano HOLA di conservatorismo, eccessivo servilismo nei confronti degli Stati Uniti, pregiudizio reazionario sulle questioni europee e politica aperta contro BRANDT;

c) lettere di STRAUSS o di uno dei suoi più stretti collaboratori ad ACHESON e Mc CLOY che esprimevano gratitudine e consenso all'acquisto pubblico contro BRANDT, o eventualmente una lettera sfumata a ROGERS, in cui sarebbero stati utilizzati argomenti e una terminologia estremamente reazionari e che avrebbero potuto trapelare alla stampa nella Repubblica Federale di Germania (o altrove) pochi giorni dopo l'invio.

Sarebbe opportuno evitare qualsiasi collegamento materiale e temporale tra le tre forme di AO (Misura Attiva, ndr) sopra menzionate. Preparerei il contenuto delle lettere; tecnicamente, la loro traduzione e redazione dovrebbero essere garantite dal dipartimento B/3. Per quanto ne so, la Francia ha rafforzato il materiale contenente le firme di ministri, deputati, ecc. 

2) Utilizzo del canale dell'Ambasciata a Praga o dell'Ambasciata a Mosca (TINE) per un articolo con un focus antiamericano, contenente informazioni sulle attività dei diplomatici statunitensi contro POMPIDOU e le posizioni golliste, nonché sulla pressione "distruttiva" esercitata sulla Francia nella NATO. Possiamo implementare questa DEZO con le forze dell'unità A/2.

4. Sarebbe opportuno pubblicare 1-2 articoli che condannino il ruolo dominante degli Stati Uniti nella NATO e la scarsa comprensione degli imperativi dello sviluppo europeo, preferibilmente sulla stampa belga, italiana, danese o norvegese. Se non ci sono possibilità in questi paesi, si cerchi di trovare canali nella Repubblica Federale di Germania, in Francia o in Inghilterra. Preparerei gli articoli in termini di contenuto, in modo che le possibilità nei paesi menzionati siano note entro i 3/3 o siano individuate rapidamente.

5. Possibile materiale presente sulla stampa ceca che verrebbe preso in considerazione qualora non fossimo in grado di fornire almeno una delle forme di IA sopra menzionate all'estero. Preparerei questo materiale con la dovuta puntualità.

III. Metodo di esecuzione:

L'attuazione della cascata di azioni psicologiche proposta contro la NATO dovrebbe avere approssimativamente la seguente sequenza temporale:

- chiarimento dell'intero complesso di misure tra dipartimenti/2a B/3

- identificare le possibilità della sede ed eventualmente richiedere informazioni su materiali provenienti da residenze

- elaborazione e approvazione di una proposta definitiva contenente azioni realistiche e realizzabili.

- Febbraio Marzo

preparazione testuale, traduttiva, tecnica e operativa dell'evento

- Marzo Maggio

- il numero dei bicchieri individuali, che non devono essere mescolati continuità e gradazione temporale; le azioni individuali devono essere aggiornate il più possibile, il calendario specifico di tutte le azioni sarà determinato quando sarà sviluppata la proposta definitiva.

- Giugno

Sulla base della risposta e dei risultati degli eventi fino a oggi, preparare un'AO (Misura Attiva, ndr) conclusiva, programmata in modo da coincidere con la riunione del Consiglio NATO a Lisbona.

IV. Consultazioni previste:

Condurremo noi stessi, a livello del dipartimento A/2, eventuali consultazioni con il Ministero degli Affari Esteri per chiarire il contenuto politico e l'impatto previsto dell’azione.

V. Cospirazione:

In caso di attuazione della proposta II./1 (documento falso), sarebbe necessario garantire il massimo livello di segretezza. In questo caso, sarebbe necessario valutare con molta attenzione l'affidabilità del canale utilizzato.

Anche altre proposte dovrebbero essere attuate in maniera cospirativa per nascondere l'ideatore dell'intero evento.

Lavori preparatori tra i sindacati 4/2 immediatamente. B/3 dovrebbe essere avviato

capitano Ondruška

Capo Dipartimento A/2: Tenente colonnello Jan Sk

Approvazione: Capo B/3a 


mercoledì 25 giugno 2025

L'ideologia comunista nelle teorie sul cambiamento climatico


Alcuni articoli comparsi online cercano invano di opporsi alle bufale che, puntualmente, a ogni estate, abbondano nell'informazione sul meteo.

L'esagerazione è ormai la regola, e siccome va di moda il caldo, l'esagerazione oggi ci parla di ondate record di caldo in realtà inesistenti. Della propaganda di Copernicus, satellite spia (doveva andare a caccia di migranti nel Mediterraneo) spacciato per rigoroso organismo scientifico sulla climatologia, abbiamo già detto. Ci prende poco e poco hanno compreso le sue capacità: può solo calcolare la temperatura del suolo terrestre e dei mari.

Aggiungerei una seria riflessione sul fatto che l'URSS fu il promotore della prima stesura del piano dell'IPCC sui cambiamenti climatici. Sconcertante. Se potessi farei dei workshop per spiegare ai giornalisti e ai meteorologi come evitare di mischiare l'ideologia comunista alle previsioni del tempo.

Ma eccovi la mia discussione con Chatgpt.

Hai detto:

È vero che l'URSS sui giornali faceva propaganda sui cambiamenti climatici già prima della caduta del muro di Berlino?

ChatGPT ha detto:

Sì, è vero che l'URSS trattava temi ambientali — compresi i cambiamenti climatici — già prima della caduta del Muro di Berlino, ma bisogna distinguere bene tra informazione scientifica, propaganda politica e consapevolezza ecologica.


1. L'URSS e il clima: interesse scientifico, non solo propaganda

Già dagli anni ’70 e ’80, scienziati sovietici si occupavano attivamente di questioni climatiche, come:

gli effetti dell’aumento di CO₂ sull’atmosfera;

il rischio di riscaldamento globale;

lo scioglimento dei ghiacci artici.

Queste ricerche venivano pubblicate in riviste scientifiche interne e a volte discusse in contesti internazionali, come nelle conferenze dell’ONU (UNEP, IPCC ecc.).


2. L’ambiente nella propaganda sovietica

La questione ambientale veniva anche usata in chiave propagandistica, ma con alcune sfumature:

L’URSS cercava di mostrare sé stessa come "amica della natura", in contrasto con il capitalismo occidentale descritto come sfruttatore e inquinatore.

Tuttavia, non ammetteva facilmente i propri disastri ambientali, come quello del lago d’Aral o l’inquinamento industriale massiccio in Siberia e Ucraina.

Spesso, la propaganda ambientale era un esercizio retorico, utile a:

criticare gli Stati Uniti e l’industria occidentale;

rafforzare la propria immagine nei Paesi del Terzo Mondo.


3. Esempi di attenzione precoce

Nel 1972, l’URSS partecipò alla Conferenza di Stoccolma sull’ambiente umano (la prima conferenza ONU sull’ambiente).

Negli anni ’80, alcuni articoli su riviste come Priroda (“La Natura”) parlavano di riscaldamento globale e impatti ambientali industriali.


In sintesi

Sì, l’URSS parlava di cambiamenti climatici prima del 1989, ma:

il discorso era misto: scientifico e ideologico;

la propaganda ambientale serviva anche a colpire il nemico occidentale, non tanto ad avviare vere politiche ecologiche interne;

la censura limitava le denunce interne di disastri ambientali sovietici.

Hai detto:

Sai darmi più o meno il contenuto di questi articoli? 

“M. I. Budyko Climate Change and the Means of Its Transformation 1962”,

Znanie 1979 Impact of Men on the Climate,

W.J.M. Tegart “Imagining climates past…”.

ChatGPT ha detto:

Sì, posso assolutamente aiutarti con un riassunto accurato dei contenuti principali di questi tre testi fondamentali nella storia della climatologia sovietica e internazionale. Eccoli:

📘 1. M. I. Budyko – “Climate Change and the Means of Its Transformation” (1962)

🔬 Contesto:

Pubblicato nel Bulletin of the Academy of Sciences of the USSR, questo studio di Mikhail Budyko, climatologo di punta sovietico, è uno dei primi al mondo a teorizzare il cambiamento climatico causato dall’uomo.

🧠 Contenuto sintetico:

Analisi dell’equilibrio energetico terrestre: Budyko introduce un modello semplificato in cui il bilancio radiativo della Terra può essere alterato da modifiche artificiali (come il cambiamento dell’albedo).

Ruolo dell’anidride carbonica: Viene riconosciuto che l’aumento della CO₂ può alterare la temperatura media globale.

Sperimentazione climatica: L'autore propone, almeno teoricamente, la possibilità di "trasformare" il clima per scopi economici o agricoli, modificando superfici terrestri o riflettività atmosferica.

Avvertimento: Budyko sottolinea però i rischi di interventi incontrollati: si rischiano effetti a catena irreversibili.

📌 Impatto: È considerato un testo pionieristico nella modellistica climatica e ha influenzato successivamente i primi rapporti IPCC.


📗 2. “Impact of Man on the Climate” – Znanie, URSS, 1979 (in russo)

🏛️ Editore: Znanie era la casa editrice dell’Accademia delle Scienze dell’URSS per la divulgazione scientifica popolare.

📖 Contenuto sintetico:

Obiettivo divulgativo: Il libro vuole spiegare ai lettori non specialisti come le attività umane — deforestazione, urbanizzazione, emissioni — stiano alterando i sistemi climatici naturali.

Concetto di “intervento antropico”: Include il riscaldamento globale, ma anche le conseguenze locali dell’industrializzazione sovietica.

Esempi concreti: Inquinamento atmosferico, “isole di calore” urbane, modifiche dei cicli idrici, desertificazione in Asia centrale.

Tono ideologico: Mentre riconosce la serietà del problema, sottolinea anche la capacità del socialismo scientifico di pianificare e correggere gli effetti.

📌 Importanza storica: È una delle prime opere in URSS a portare la questione climatica al pubblico in chiave divulgativa, vent'anni prima che diventasse mainstream in Occidente.


📙 3. W.J.M. Tegart – “Imagining Climates Past, Present and Future” (1989 circa)

🧾 Autore e contesto:

Tegart fu presidente del comitato scientifico che portò alla stesura del primo rapporto IPCC nel 1990. Questo saggio riflette sulla costruzione storica del concetto di “cambiamento climatico”.

🧠 Contenuto sintetico:

Analisi critica dei modelli climatici: Mostra come l’idea stessa di “clima che cambia” si sia evoluta nel tempo, da osservazioni empiriche a modelli matematici complessi.

Ruolo dell’Unione Sovietica: Riconosce esplicitamente l’apporto sovietico (soprattutto Budyko) nel creare i primi modelli climatici energetici.

Politica e scienza: Riflette su come le ideologie e le istituzioni (come l’IPCC, ONU, Accademie nazionali) influenzino le narrative sul clima.

Climi del futuro: Sottolinea la crescente incertezza e necessità di politiche globali preventive.

📌 Valore del testo: È una meta-analisi preziosa che aiuta a collocare gli sviluppi scientifici (URSS inclusa) nella costruzione culturale del “rischio climatico”.


✅ In sintesi

Testo Focus Visione

Budyko (1962) Modello climatico scientifico Pionieristico e prudente

Znanie (1979) Divulgazione ambientale Positivo sul ruolo del socialismo scientifico

Tegart (1989) Analisi storica e politica

Hai detto:

Ma lo scopo dell'URSS era parlare dell'Effetto serra affinché lo Stato risolvesse il problema con la tecnologia, ad esempio la pioggia artificiale?

ChatGPT ha detto:

Domanda molto interessante. La risposta è: sì, in parte. L’URSS ha effettivamente trattato il tema del clima (incluso l’effetto serra) in una chiave ideologica e tecnocratica, coerente con la visione sovietica del mondo. Vediamo meglio come.

Qual era lo scopo dell’URSS nel parlare di cambiamento climatico o effetto serra?

1. Sì, per affermare che lo Stato poteva “domare la natura”

L'ideologia sovietica marxista-leninista concepiva la natura non come un limite, ma come qualcosa da trasformare scientificamente.

Parlare di clima, riscaldamento o alterazioni ambientali era funzionale a dimostrare che lo Stato socialista poteva pianificare e correggere tutto, anche il tempo atmosferico.

Esempio: Mikhail Budyko e altri climatologi sovietici non solo prevedevano i cambiamenti climatici, ma ipotizzavano modi per controllarli (tramite albedo, deforestazione selettiva, irrigazione di massa, ecc.).

2. La pioggia artificiale e la “geoingegneria socialista”

L’URSS sperimentò tecniche di modifica climatica come:

Pioggia artificiale (cloud seeding con ioduro d’argento)

Deviazione di fiumi (es. progetti per portare acqua dal nord al sud dell’Asia centrale)

Modifica dell’albedo (copertura nevosa, deforestazione)

Tutto ciò era concepito come prova del potere del socialismo scientifico.

Il concetto ricorrente era: «La natura non comanda all’uomo socialista, l’uomo socialista comanda alla natura.»

3. L’effetto serra era visto come una variabile gestibile

Gli scienziati sovietici erano consapevoli dell’aumento di CO₂, ma più interessati a modellarli che a denunciarli in chiave moralistica (come avveniva in Occidente).

L'idea era: “Se possiamo prevedere il clima, possiamo anche controllarlo”.

4. Ma con alcune cautele

Budyko stesso (1962–1980) metteva in guardia: ogni intervento climatico su larga scala poteva avere effetti collaterali pericolosi, come desertificazione o instabilità nei monsoni.

Tuttavia, la cultura sovietica tendeva a sottovalutare i rischi in nome della fiducia nel progresso tecnico.

Hai detto:

Ho notato che verso la fine del 1987 sui giornali sovietici cominciava a prevalere una narrazione sull'Effetto serra simile a quella del 2025, ovvero l'unica soluzione diveniva la riduzione dei gas serra, anche perché leggo che c'era stato un vertice USA-URSS su questo tema. Come spieghi questo cambiamento? Poteva trattarsi di una strategia russa per depistare l'occidente da una soluzione immediata come l'avevano in realtà loro, penso ad esempio agli studi di L. G. Kachurin?

ChatGPT ha detto:

Questa osservazione è molto acuta e corretta: a partire dal 1987–1988 si nota effettivamente un cambio di tono nei giornali e nelle pubblicazioni sovietiche sull’effetto serra e il riscaldamento globale, passando: da un’impostazione tecnocratica-interventista ("modificare il clima è possibile e auspicabile"), a una narrazione più simile a quella attuale, incentrata sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sulla cooperazione internazionale.

Come spiegare questo cambiamento?

1. Contesto geopolitico e il vertice USA-URSS sul clima (1987–1988)

A partire dal 1985 (Vertice di Ginevra) e soprattutto nel 1987–88, l’URSS sotto Gorbaciov cambia approccio strategico.

Il vertice di Mosca del 1988 (Meeting on the Changing Atmosphere) è fondamentale: scienziati e funzionari sovietici discutono ufficialmente con colleghi USA del riscaldamento globale come minaccia comune.

Il tono cambia da:

“Possiamo pianificare il clima”

“Dobbiamo evitare cambiamenti incontrollati”.

Questo cambio avviene in parallelo all’apertura politica (glasnost’) e a un progressivo avvicinamento all’Occidente, anche in campo ambientale.

2. Fine della fiducia cieca nella tecnoscienza socialista

Negli anni ‘70 e inizio ‘80 c’erano ancora forti correnti interne che proponevano soluzioni “sovietiche” ai problemi climatici (es. L. G. Kachurin e la geoingegneria).

Ma negli anni ‘80 avanzati, a causa di:

fallimenti ambientali interni (disastri del Lago d'Aral, Chernobyl),

crescente crisi economica,

e pressioni internazionali (IPCC, ONU, trattati sul clima),

si comincia a mettere in discussione l’idea di un controllo totale sul clima. Diventa più prudente anche la scienza sovietica ufficiale.

3. Strategia per “rientrare” nell’agenda globale?

È plausibile che il cambiamento retorico fosse anche una mossa diplomatica, per partecipare da protagonisti alla nuova governance globale del clima.

L’URSS, al limite del collasso economico, non poteva più sostenere progetti faraonici di geoingegneria (come quelli proposti da Kachurin).

In questo contesto, abbracciare la via del “contenimento delle emissioni” significava: rafforzare i rapporti con l’Occidente, attrarre cooperazione scientifica, eventualmente ottenere fondi o know-how tecnologico.

È possibile che fosse una strategia di depistaggio?

Questa è un’ipotesi interessante, e va trattata con cautela. Non ci sono prove dirette di un piano segreto per “far perdere tempo all’Occidente” promuovendo la riduzione delle emissioni mentre l’URSS teneva pronte soluzioni tecnologiche avanzate. Tuttavia:

Alcuni scienziati sovietici (come Kachurin, Khrgian, Kondratyev) continuarono a scrivere e proporre soluzioni tecnologiche fino agli anni ‘90, anche dopo la dissoluzione dell’URSS.

Non è escluso che parti dell’apparato tecnico-militare sovietico abbiano proseguito ricerche su geoingegneria climatica a scopi strategici, in parallelo alla narrativa pubblica.

Ma: dal 1987 in poi, il centro del discorso pubblico sovietico sul clima fu allineato con la diplomazia ambientale occidentale, in vista di una transizione (poi mai completata) verso una "società più sostenibile".

martedì 24 giugno 2025

I terremoti artificiali coprivano i test nucleari?




Si riaprirà mai il caso Archia? Forse sarebbe il caso di porsi qualche domanda, perché, non bastasse quel che ho già dimostrato, posso fornire ulteriori novità sul caso dei tunnel del Monte Zeda. 

Sulla stampa locale piemontese e del verbano tutti sembrano aver dimenticato la questione. In passato mi ero assunto l’onere di contattare i colleghi della stampa locale, ma, a parte un interesse manifestato a parole per i documenti che avevo trovato, non ho riscontrato la volontà concreta di offrire all’opinione pubblica degli spunti di riflessione sui tunnel di Trarego Viggiona. 

Eppure le scoperte non sono finite. Sfogliando i vari dossier cecoslovacchi ho trovato un documento che dimostra non solo che nel 1960-63 era plausibile che vi fossero esperimenti scientifici sui terremoti artificiali, ma diventa ora assai probabile che tali esperimenti servissero per mascherare dei test nucleari nel sottosuolo italiano. 

Il fatto che questi test fossero praticati nel territorio della Penisola viene dimostrato, sia pure indirettamente, da una discussione intercettata dalle spie cecoslovacche. Siamo nel fascicolo 10443-114, volume 1. Nel corso dei dibattiti all’interno del Patto Atlantico, che erano monitorati attentamente dall’intelligence del Patto di Varsavia, venne proposta una moratoria dei test nucleari nel sottosuolo italiano. Ma pare che le polemiche apparse sulla stampa americana, per un possibile allontanamento dell’Italia dalla politica statunitense, fecero rientrare l’ipotesi di una sospensione di tali pericolosi esperimenti. Il documento, dal quale ho estrapolato lo stralcio che più ci interessa, venne redatto il 13 marzo 1963. Si tratta delle fotografie dei documenti 61-63-65. Siamo perfettamente in linea con gli episodi che vennero tirati in ballo nel processo per il caso Archia. Oltretutto anche a Portonovo, dove presumibilmente vi erano le rampe missilistiche degli Jupiter, i residenti sentivano negli anni Sessanta delle forti esplosioni provenienti dalle cave estrattive. Sarà solo un caso? Oppure le cave estrattive di Portonovo, oltretutto dotate di tunnel che entravano nel monte Conero e procedevano verso il deposito di armi del Poggio, nascondevano dei depositi di armi nucleari esattamente come i tunnel di Archia? Ai lettori l’ardua sentenza.


Procedura di sviluppo:

I progressi compiuti finora nel completamento del piano di lavoro per la prima metà dell'anno sono stati raggiunti. Sia la residenza che la sede centrale si sono concentrate sull'acquisizione delle conoscenze necessarie per sviluppare la necessaria panoramica dell'oggetto. Questo compito è stato sostanzialmente completato.


Passaggi più lunghi e complessi nella penetrazione di questo oggetto


1/ Ottenere caratteristiche di singole persone in misura tale da poter identificare quelle adatte alla discussione


2/ Preparare tipologie di agenti adatte al loro inserimento nell'oggetto, ampliando la conoscenza del problema stesso.


Il problema che dobbiamo risolvere attualmente è come ottenere le caratteristiche delle persone che lavorano in una struttura della NATO.

Una possibile fonte in futuro sembrano essere PORTA e NATALE. In questo caso però bisognerà procedere con molta cautela.

Le informazioni che NATALE sta iniziando a fornire finora sembrano piuttosto disinformazione. Ad esempio, il rapporto del 22 febbraio sulle istruzioni impartite alla delegazione italiana a Ginevra. Il fatto che la delegazione debba procedere in stretta collaborazione con le altre delegazioni occidentali è certamente corretto. Tuttavia, l'affermazione che la delegazione italiana, nel caso in cui il divieto di test venga minacciato, si pronuncerà in modo indipendente, indipendentemente dagli Stati Uniti, è quantomeno esagerata. Ciò è dimostrato anche dai discorsi del capo della delegazione italiana a Ginevra, CAVALETTI, che proprio nel momento in cui NATALE comunicava questo rapporto, parlava a Ginevra da fervente sostenitore degli Stati Uniti. Ricordo bene anche il caso dei negoziati dell'anno scorso sul divieto di test nucleari, in cui CAVALETTI in realtà interpretò solo l'opinione dei neutrali secondo cui i test nucleari in aria e nel sottosuolo avrebbero dovuto essere sospesi entro il 1° gennaio 1963 e che ai test sotterranei avrebbe dovuto essere applicata una moratoria, ovvero non avrebbero dovuto essere condotti esperimenti sotterranei fino a quando la questione non fosse stata discussa. Il risultato di questa timida dichiarazione fu che, a causa del grande clamore suscitato dalla stampa americana, questa "opinione" di CAVALETTI fu smentita circa una settimana dopo. Né la situazione politica interna né l'orientamento della politica estera italiana indicavano che l'Italia avrebbe preso le distanze dagli Stati Uniti e preso una posizione propria.

Non è chiaro perché NATALE abbia comunicato questo messaggio al residente. Se stesse esprimendo l'opinione di una certa parte del corpo diplomatico italiano (nel qual caso si tratterebbe di qualcosa di più di una semplice illusione di questo gruppo) o se si trattasse di disinformazione deliberata. In ogni caso, è necessario essere molto cauti nello sfruttare il PORTA e il NATALE, soprattutto quando si ha a che fare con singoli individui.

DELFÍN possiede determinati prerequisiti per ottenere determinate caratteristiche di persone dalla struttura NATO presso il Ministero degli Esteri, ma le sue possibilità sono ancora piuttosto limitate, anche se sarà necessario sfruttarlo costantemente. DURO sarà in grado di fornire determinate conoscenze dopo il suo recupero. Dopo aver ricevuto il materiale da DARK, sarà possibile valutare se anche lui possa ottenere le caratteristiche di alcune persone dalla struttura NATO tramite i suoi amici

in una forma adatta a penetrare l'oggetto e quindi ottenere caratteristiche per le persone che vogliono istituire un'agenzia di tipo DOCENT, ovvero persone provenienti dalle fila dei giovani di Washington che hanno determinati meriti a Washington. In primo luogo, parteciperebbero attivamente ai lavori del "Comitato Italiano Atlantico", da dove potrebbero poi spostarsi verso un oggetto specifico. Questa prospettiva può essere presa in considerazione anche nello sviluppo di un parente di De PASCALISE NATALE. Kotva

È inoltre necessario acquisire costantemente ulteriori conoscenze da tutte le fonti disponibili sulla NATO in Italia.

lunedì 23 giugno 2025

Volevano “dimettere” il generale Ciglieri


La notizia che spicca nettamente nel fascicolo 10443-125 dell’archivio dei Servizi Segreti di Praga è il tentativo di defenestrare il generale dei Carabinieri, Carlo Ciglieri, poco prima della sua misteriosa morte, avvenuta nell’aprile del 1969. 

I documenti a dire il vero sono due, uno reca la data scritta a penna del 12 gennaio 1968, l’altro mostra una data, sempre annotata a penna a margine del testo dattiloscritto, del 28 marzo 1968. Il primo parla di una ormai imminente successione ai vertici dello Stato Maggiore militare italiano. Ciglieri sarebbe stato, stando a quanto qui indicato, uno dei papabili per sostituire il prossimo pensionato Aloia. Leggiamo il documento archiviato nel volume 1 e presente nella fotografia 23 (qualche nome potrebbe non essere riportato in modo del tutto corretto). 


STATO GENERALE D'ITALIA.

A causa dell'imminente pensionamento del Capo di Stato Maggiore Generale ALOIA, negli ambienti militari italiani si è accesa una vivace discussione sulla sua successione. Secondo fonti attendibili, le seguenti persone sono considerate candidate alla carica di Capo di Stato Maggiore Generale:


1/ Il generale VEDOVATO, sostenuto dai democristiani nel governo e personalmente dal Primo Ministro MORO. È noto che VEDOVATO è filo-atlantico, ma non è così amico degli americani come l'AIOIA, il che riduce le sue possibilità di successo.


2/ Generale CENTOFANTI, Comandante delle Forze Armate dell'Europa meridionale della NATO. È molto popolare negli ambienti atlantici, ma non ha sostenitori nel Paese.


3/ SPIGAI, consigliere del Presidente SARAGAT, che vorrebbe vedere il suo consigliere ricoprire questo incarico, che sarebbe accolto con soddisfazione anche negli ambienti militari del Patto Atlantico. Essendo un marinaio, alti ufficiali dell'esercito e dell'aeronautica si oppongono a lui.


4/ Generale CIGLIERI, capo dei Carabinieri. Il Presidente SARAGAT lo vede in opposizione allo SPIGAI, ma alla fine sosterrà la candidatura di CIGLIERI.


Un altro documento sullo stesso tema lo troviamo alle fotografie numero 53 e 55. Leggiamolo per poi fare alcune brevi considerazioni.


Insoddisfazione degli ufficiali militari italiani

Il Ministro della Difesa italiano, Tremelloni, e il Capo di Stato Maggiore Generale, Aloia, hanno concordato di sostenersi a vicenda. Aloia assisterà Tremelloni in quanto esperto in materia militare, e Tremelloni sosterrà Aloia affinché mantenga il suo attuale incarico per altri due anni. Aloia vorrebbe mantenere il suo incarico per altri due anni. Aloia vorrebbe inoltre rimanere al suo posto fino alla riorganizzazione dell'organizzazione del Patto Atlantico, e anche il Generale Vedovato, che si dice sarà il successore di Aloia, è d'accordo.

Ciononostante, il Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, il Generale Remondino, già filoamericano ma gradualmente divenuto sostenitore dei francesi, si batte contro questo trio. Condanna gli individui menzionati per aver subordinato l'Aeronautica Militare all'industria aeronautica americana e per non aver dato priorità all'Aeronautica Militare rispetto alla Marina.

Tremelloni, Aloia, Vedovato vorrebbero rimuovere Remondino dall'incarico e sostituirlo con Luigi Bianchi o Giovanni Pezzuri.

Vedovato, a nome di Tremelloni, si è rivolto al comandante dei Carabinieri, generale Ciglieri, chiedendogli di dimettersi dall'incarico (prevedono di sostituirlo con il comandante del IV Corpo d'Armata, generale Marchesi). Ciglieri avrebbe dichiarato che si sarebbe dimesso solo se fosse stato sollevato dall'incarico.

Il Capo di Stato Maggiore della Marina, Michelagnoli, appoggia Tremelloni, sebbene non sia d'accordo, come molti comandanti della Marina, con la creazione di una flotta NATO nel Mediterraneo. Alla fine, è riuscito a insediare un ufficiale italiano al comando di questa flotta, che sarà Sotgiu o l'ammiraglio Longanesi Cattani.

Secondo le informazioni ricevute, sussiste un profondo malcontento in alcune unità militari. Il generale Aloia può contare sull'appoggio del comandante del III Corpo d'Armata e dei comandanti delle unità militari nelle zone di Torino e Roma. Oppositori attivi di Tarmelloni e Aloia sono: il comandante del V Corpo d'Armata/a Vittorio/e i comandanti delle unità nelle zone di Toscana, Italia meridionale e Sicilia. 

C'è insoddisfazione tra gli ufficiali per gli stipendi e c'è anche un sentimento anti-NATO, perché nei comandi NATO gli ufficiali ricevono stipendi più alti e promozioni più rapide. C'è presumibilmente un gruppo di ufficiali guidato dal generale Alberto Fresia, dai colonnelli Fabi e Morvegno (sostenitori di Pacciardi), che si è rivolto allo Stato Maggiore chiedendo di aumentare gli stipendi degli ufficiali, a partire dal capitano fino al colonnello. Chiedono almeno gli stipendi che De Lorenzo ha concesso agli ufficiali della gendarmeria.

I compagni Maderé, oltre alle informazioni di gennaio di quest'anno, forniscono le seguenti informazioni sulla riunione del comando della gendarmeria italiana:

Nella pubblicazione dal titolo "II Quadrifoglio" si menziona l'esempio della Grecia nella risoluzione dei problemi di politica interna; gli autori dell'articolo sono entrambi contrari al Patto Atlantico e si orientano verso la Francia. Dietro questa pubblicazione si cela un gruppo guidato dal colonnello Filippi, il più devoto collaboratore di De Lorenzo. Secondo informazioni provenienti dagli ambienti di Pacciardi, ciò è escluso, ma si può supporre che la leadership del gruppo risieda nella scuola aviotrasportata di Cesano. Queste ipotesi sono più probabili, poiché lo stesso Pacciardi ritiene affidabile questa formazione, insieme alle divisioni nelle aree di Ariete, Folgore, Aosta e Pocciolo del Friuli, che, se necessario, possono agire contro il governo. Il rapporto non è verificato. Tuttavia, è stato ottenuto da una fonte affidabile. 


Vi sono alcuni elementi sfuggiti ai servizi cecoslovacchi (presumo) ma che col senno di poi hanno una certa rilevanza. Intanto apprendiamo dal documento che nel 1968 c’era una guerra interna nei vertici miltiari, come avevo già ipotizzato nei volumi che avevo pubblicato in precedenza. E soprattutto si scontravano due visioni contrapposte della politica estera: una parte Atlantista contro una fronda filo-francese. Come il lettore avrà ormai compreso, la Francia negli anni Sessanta era sul punto di abbandonare la NATO, in un periodo in cui guarda caso i vertici del governo transalpino, incluso forse lo stesso De Gaulle, erano infiltrati dai servizi sovietici attraverso la rete Caraman. A quanto pare, la lite tra Tremelloni e Ciglieri, cui venne imposto di “farsi da parte” era dovuta esattamente a questa fronda all’interno dell’ambiente militare, che manifestava forti dissensi sulla politica e sulla gestione degli stipendi da parte della NATO. 

Il generale dei carabinieri Carlo Ciglieri morì in un incidente stradale il 27 aprile del 1969. Questi sono i dettagli presenti in Wikipedia.


Alle 12:30 del 27 aprile 1969, sulla Strada statale 47 della Valsugana, nei pressi di Curtarolo, il generale Carlo Ciglieri perde il controllo della sua Alfa Romeo Giulia Super e, dopo aver impattato contro due platani, si ribalta, viene soccorso da degli automobilisti e trasportato al policlinico di Campo San Martino, ove moriva alle ore 15:30.


Sia i familiari del generale, sia l’ambiente giornalistico, nutrirono molti dubbi che si fosse trattato davvero di un errore alla guida del generale Ciglieri. Viceversa, si suppose e si suppone tuttora nella pubblicistica italiana che fosse stato predisposto, da mani ignote, un attentato contro un generale che poteva nuocere ai torbidi affari di Gladio Stay Behind. Era prevista persino una trasmissione di Telefono Giallo, verso i primi anni Novanta, che fu annunciata da Corrado Augias ma poi non venne mai mandata in onda dalla RAI, senza fornire alcuna spiegazione.

Purtroppo non ci sono altri elementi, nel fascicolo 125, che facciano supporre a un inserimento dell’STB cecoslovacco in questa disputa. Posso soltanto certificare, come già sostenuto in passato, che tali divisioni dell’ambiente militare corrispondevano a un’interpretazione non sempre univoca nella maggioranza di governo democristiana della politica estera. A tale proposito andiamo a leggere il documento che troviamo alle fotografie 19 e 21.


Rapporto speciale n. 2

datato 12 gennaio 1968

La posizione dei partiti della coalizione di governo italiana sull'adesione dell'Italia alla NATO


Tutti e tre i partiti della coalizione di governo italiana, ovvero la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista Unito e il Partito Repubblicano Italiano, sostengono la partecipazione dell'Italia alla NATO dopo il 1969. Presentano diverse richieste per modificare la struttura e l'orientamento delle attività di questa alleanza politico-militare.

Il Partito Democratico Cristiano continua a insistere sul sostegno pieno e incondizionato al Patto Atlantico. Il Segretario Politico del Partito Democratico Cristiano, RUMOR, è uno dei più convinti sostenitori del mantenimento dell'adesione dell'Italia alla NATO e dell'ampliamento della cooperazione tra Italia e Stati Uniti in campo economico, politico e militare. A suo avviso, il mantenimento della pace in Europa, il consolidamento della CEE, il progresso economico dell'Europa occidentale e lo sviluppo delle sue relazioni con l'Europa orientale dipendono principalmente dall'esistenza della NATO. RUMOR non parla della necessità di modificare la struttura della NATO e ammette solo la possibilità di un certo "adattamento" di questo patto alla mutata situazione internazionale. La posizione di RUMOR è sostenuta dal suo rappresentante PICCOLI, dagli esponenti dell'ala destra di questo partito nel Paese, SCELBA, PELLA e dai ministri COLOMBO, ANDREOTTI.

Allo stesso tempo, altri importanti statisti italiani, appartenenti alla maggioranza di destra contraria alla guida della Democrazia Cristiana, assumono una posizione più flessibile su questo tema, tenendo conto delle richieste dell'opinione pubblica e di alcuni ambienti imprenditoriali del Paese. Anche il Presidente del Consiglio Moro e il Ministro degli Esteri Fanfani sono favorevoli all'estensione dell'adesione dell'Italia alla NATO, ma allo stesso tempo sottolineano la necessità di ampliare la cooperazione politica tra i Paesi occidentali nell'ambito di questo patto, di accrescere il ruolo dell'Italia e degli altri Paesi dell'Europa occidentale e di prevedere una politica di riavvicinamento con l'URSS e i Paesi dell'Europa orientale.

L'ala sinistra della Democrazia Cristiana non parla del ritiro dell'Italia dalla NATO, ma chiede la trasformazione di questa alleanza militare in una comunità politica ed economica. Secondo i principali esponenti dell'ala sinistra della Democrazia Cristiana, questa comunità dovrebbe perseguire una politica di coesistenza pacifica e dare a ciascun partecipante il diritto di scegliere autonomamente. L'obiettivo finale di questa comunità sarebbe la graduale liquidazione della NATO e del Patto di Varsavia.

Anche all'interno del Partito Socialista Unito vi sono opinioni divergenti sulla posizione nei confronti della NATO, sebbene nessuna delle correnti parli direttamente del ritiro dell'Italia dalla NATO. L'ala destra del Partito Socialista Unito, i cui portavoce in politica estera sono il segretario del partito TANASSI e il presidente italiano SARAGAT, sostiene in molti casi che l'Italia persegua una politica filo-atlantica e filo-americana più dura rispetto alla maggior parte dei leader della Democrazia Cristiana. Nel tentativo di ottenere il sostegno americano nella lotta politica interna, il presidente SARAGAT, durante la sua recente visita negli Stati Uniti, ha criticato in ogni modo possibile la NATO e non ha menzionato nemmeno una volta la sua riorganizzazione.

Il presidente del Partito Socialista Unito NENNI, membro di questo gruppo e che si oppose all'adesione dell'Italia alla NATO nel 1949, sostiene ora che il Patto Atlantico garantisce un equilibrio che verrebbe pericolosamente compromesso dal ritiro dell'Italia dal blocco. NENNI preferisce non toccare la questione dell'organizzazione militare della NATO, affermando solo di considerare il patto puramente difensivo, coprendo una certa area geografica. Solo con le garanzie della NATO l'Italia può, come sostengono alcuni sostenitori di NENNI, pensare di firmare il trattato di non proliferazione nucleare.

Gli attivisti del gruppo centrista del Partito Socialista Unito, guidati dal segretario del partito De MARTINO, cercano di giustificare l'adesione dell'Italia alla NATO con circostanze internazionali.


Queste novità non possono tuttavia contribuire ad alimentare quella catena di sospetti di un possibile enorme complotto dietro tutte le stragi italiane della Guerra Fredda. Quel che possiamo affermare, e questi documenti ce ne forniscono una testimonianza, è che non esisteva una sola entità dietro gli attentati e non tutti erano d’accordo sulle strategie da seguire. Ad esempio, non è affatto presente nel fascicolo 125 un solo documento che faccia pensare all’organizzazione da parte della NATO della strage di piazza Fontana del 1969. Queste cartelle, che sono ben tre, riguardavano tutte le attività della NATO dal 1968 al 1974, che erano seguite non attraverso la stampa ma mediante gli informatori cecoslovacchi (qui a dire il vero non mi è ben chiaro chi fosse il relatore). Nella maggior parte dei casi si tratta di noiosissime relazioni che contengono informazioni già assai note agli storici, come l’organizzazione di una “risposta militare flessibile” in caso di attacco sovietico e il sostegno occidentale a Israele nella guerra contro l’Egitto. Se davvero la NATO volle le cosiddette “Stragi di Stato”, è possibile che il Patto di Varsavia non ne fosse minimamente a conoscenza? 

Fanno eccezione due fogli (119 e 139 del volume 1), che adesso leggerete, i quali possono essere utili alle libere interpretazioni della strage di piazza Fontana a Milano. Sono di poco successivi al disastro e dimostrano che l’evento delittuoso era fonte di grosse preoccupazioni nei vertici militari NATO, perché la bomba stava rendendo l’Italia sempre più ingovernabile e offriva un pretesto alle sinistre per prendere il mano le redini del Governo. Per questo si minacciava lo spostamento di contingenti militari dalla Germania Ovest all’Italia, a meno che l’Esercito Italiano non avesse risolto da solo la questione. 


Praga, 20 aprile 1970.

Le richieste della NATO di un possibile intervento negli sviluppi interni dell'Italia.

Dalle informazioni disponibili, emerge chiaramente che l'instabilità della situazione politica interna in Italia continua a causare incertezza e preoccupazione negli ambienti dirigenziali della NATO. Ciò è dimostrato anche dalla visita di gennaio a Roma di un gruppo di rappresentanti dell'Alto Comando NATO, guidato da due generali americani, allo scopo di esaminare il piano di intervento militare nello sviluppo interno del Paese in caso di guerra civile o rivolta.

Il Segretario Generale NATO Manlio BROSIO ha visitato Roma a metà gennaio di quest'anno e ha discusso la stessa questione con il Presidente italiano SARAGAT. Ai colloqui hanno partecipato l'Ammiraglio americano Horatio RIVERO, Comandante Supremo Alleato per l'Europa Meridionale, e il Generale italiano GAZZONE.

Anche l'Esercito italiano si sta preparando all'eventualità di un'emergenza. Si stanno elaborando nuovi piani per le elezioni primaverili nelle province, dove in alcune località non si esclude la possibilità di una vittoria dei comunisti o dei socialisti. I vertici dell'Esercito Italiano, tuttavia, ritengono che sia possibile gestire autonomamente un eventuale conflitto interno senza l'assistenza della NATO. Il Presidente SARAGAT, d'altra parte, è favorevole a un possibile intervento della NATO, che faciliterebbe la sua posizione. Alcune posizioni militari italiane ritengono che il comando NATO accoglierebbe con favore che l'Esercito Italiano fosse in grado di risolvere autonomamente un'eventuale situazione di crisi, ma si è deciso di intervenire se necessario e di garantire la sicurezza delle proprie basi militari.

Questa informazione proviene da amici. È stata verificata e chiarita. 


La NATO e la situazione politica interna dell'Italia

Dalle informazioni ottenute, emerge chiaramente che le sedi NATO competenti monitorano e valutano costantemente l'evoluzione della situazione politica interna in Italia, la cui cronica instabilità suscita continue preoccupazioni negli ambienti dell'Alleanza.

L'argomento dell'ultima conferenza ministeriale del Consiglio.

A maggio di quest'anno, la NATO ha incluso anche un rapporto "Sulla pace e la sicurezza", preparato dal comitato politico del patto, che raccomandava il trasferimento delle unità operative rapide della NATO dalla Repubblica Federale di Germania al Nord Italia, dove avrebbero dovuto essere impiegate, se necessario, insieme alle forze dello Stato italiano. Sebbene la proposta di tale misura sia stata ufficialmente respinta dalle autorità della NATO, si è deciso di raccomandare ai ministri della Difesa, in considerazione della "fragilità della democrazia italiana e della totale mancanza di stabilità politica in questo Paese", che, oltre al trasferimento di alcune unità operative della NATO dalla Repubblica Federale di Germania al Nord Italia, si considerasse anche la possibilità di creare unità militari analoghe in questo Paese.

Il documento sottolinea inoltre che il patto NATO svolge un ruolo significativo nella lotta contro l'espansione del comunismo in Europa e sollecita l'ulteriore rafforzamento del ruolo politico della NATO come "stabilizzatore".

Praga, 31 luglio 1970


sabato 21 giugno 2025

Il Nazismo nella propaganda del Patto di Varsavia


Una serie di Misure Attive cecoslovacche, che comportarono un significativo giro di denaro, tra il 1964 e il 1965, cercò di contestualizzare nell’attualità politica di quei tempi le tristi vicende dell’Occupazione nazista in Italia. Il Patto di Varsavia in sostanza tentò di usare i documenti storici sul Nazismo per provocare una campagna anti-tedesca più in generale in Europa.

Le Misure erano costruite intorno alla pubblicazione a pagamento del libro: "Quinta colonna all'est. I nazisti nei Sudeti (1933-1938)”, con la prefazione di Ferruccio Parri, voluta espressamente da Praga, e la firma dello storico Jaroslav Koutek. 

Dietro questo libro ci fu tutta un'organizzazione certosina di conferenze stampa, presentazioni, riunioni, incontri, documentata dalle relazioni che di seguito vi presento. Le domande dei giornalisti dovevano essere già preconfezionate dal Politburo di Praga. Lo scopo era uno soltanto: dividere l'Italia dalla Germania Ovest all'interno della NATO. 

Non credo, con ciò, che i documenti nazisti di cui si parla nel testo fossero falsi. Non si trovano cenni a eventuali falsificazioni, ma certamente lascia perplessi il collegamento che veniva fatto tra la questione altoatesina, allora di attualità, e le stragi naziste italiane, tra cui quella famosa di Marzabotto. Perché è evidente che un parallelismo può facilmente essere tracciato tra questa “strumentalizzazione” della storia nazista e gli attacchi politici che l’attuale Partito Democratico italiano confeziona contro il Governo Meloni. 

Ma c’è un altro aspetto che secondo me va sottolineato e sono gli enormi pericoli che si nascondono dietro una pubblicazione a pagamento. Provo a farne un piccolo elenco: strumentalizzazioni politiche, confezionamento di accuse vere o false per colpire dei nemici, poteri statali interni ed esteri che, grazie ai loro fondi illimitati, possono agevolare la circolazione di libri che non meriterebbero nemmeno di essere stampati. In questo caso citiamo Editori Riuniti, ma potrebbe capitare a chiunque, perché nel 2025 pubblicare tirando fuori soldi dal proprio portafoglio sembra essere una regola normale della nostra Letteratura. Un altro elemento, peraltro già noto per chi mi legge, è la facilità di penetrazione dell’STB cecoslovacco nei quotidiani italiani. Uno dei primi documenti offre uno spaccato perfetto dei collegamenti significativi che i servizi del Patto di Varsavia potevano vantare all’interno delle redazioni.

Tornando alla nostra storia, la Misura Attiva principale si chiama “Libro”. La si trova nel fascicolo 10443-121. L’intero quarto volume del fascicolo 121 è dedicato a questa interessante operazione “Libro”. Ho selezionato i documenti che riassumono meglio le vicende, compiendo poche correzioni. Per tradurre ho utilizzato Google Traduttore, che è sensibilmente migliorato negli ultimi tempi. E’ infatti possibile caricare fotografie anche non perfette ottenendo una buona o discreta traduzione. Dove le frasi erano meno chiare ho provveduto a effettuare qualche verifica incrociata con altri traduttori, inserendo a mano la parola indecifrabile. Rispetto all’originale troverete pochissime differenze o mancanze, che riguardano soprattutto le relazioni interlocutorie. Ma lascerei spazio ai testi.


Il 14 novembre 1964

Vi abbiamo informato in via telematica dell'intenzione del quartier generale di utilizzare materiale sulle attività dell'intelligence fascista e sulla Seconda Guerra Mondiale in Italia. La prima fase sarà svolta tramite giornalisti.

Nella seconda fase, che si concluderà verso la metà del 1965, si prevede di pubblicare molti altri documenti sotto forma di opuscolo. Questo opuscolo, corredato di documenti, commenti personali o forse contributi di terzi, sarà curato e pubblicato da un abile pubblicista italiano che affronti la questione tedesca da una posizione antifascista.

Con l'aiuto dell'ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri, vi preghiamo di indagare sulla situazione in Italia da questa prospettiva e di suggerire una persona idonea. Il requisito è che parli tedesco, poiché i documenti sono in questa lingua.

Supponiamo che la questione sarà di interesse.



25 novembre 1964

Per garantire la prima fase nei giornali, 

le seguenti opzioni:

1) LA STAMPA - Finanziata dal monopolio FIAT. Orientamento liberale, molto diffuso. Pubblica articoli anti-tedeschi, che nascono dalla lotta concorrenziale tra FIAT e VOLKWAGEN. L'invio del loro giornalista può essere discusso con il responsabile dell'edizione romana di GORRESIO. Quando lo inviano, non è in nostro potere influenzarlo.

2)PAESE SERA - Quotidiano di sinistra, gestito e finanziato dall'IKS (il PCI, ndr). Ampiamente diffuso tra gli strati più abbienti della popolazione e molto popolare. Questo giornale garantisce la corretta pubblicazione di documenti e possibili commenti. Abbiamo l'opportunità di sostenere e influenzare l'invio di una persona con cui siamo già stati in contatto.

3)IL PUNTO - Un settimanale di buon livello informativo, a sostegno della tendenza del governo di centro-sinistra. Ora ha parzialmente rallentato la sua attività dopo il ritiro di FANFANI. Fornisce informazioni di politica interna ed estera. Con l'aiuto del direttore del quotidiano, l’ambasciata ha organizzato tavole rotonde sulla questione tedesca, a cui ha partecipato anche il nostro storico SNJDÁREK. Le discussioni sono andate bene. La partecipazione può essere discussa con il direttore competente e la sua opinione può essere ascoltata. Avrebbe dovuto frenare l'invio di una persona specifica.

4) VIE NUOVE - un settimanale illustrato molto popolare, pubblicato direttamente dall'IKS (il PCI, ndr). Ha un ottimo livello qualitativo e pubblica spesso documentazione illustrata su vari problemi del revanscismo della NATO, sulle attività dei fascisti in Italia, ecc. Qui troverete un resoconto completo del significato delle nostre misure. Credo che, per diffondere la popolarità del settimanale e garantire il nostro successo, sarebbe utile invitare un loro collaboratore.

Per quanto riguarda le spese finanziarie del viaggio e del soggiorno necessario nella CSSR, riteniamo che le redazioni dei giornali menzionati ai punti 1 e 3 le sosterranno direttamente. Le spese dei redattori dei giornali di cui ai punti 2 e 4 saranno a nostro carico.



Praga, 21 agosto 1964.

Segretissimo.

Compagno

Lubomír Štrougal, ministro degli Interni.

Proposta per una sub-AO grande SEVER

L'ampia AO (Misura attiva, ndr) SEVER, che ha un carattere a lungo termine, mira nel suo complesso a smascherare il neonazismo, lo sciovinismo e il revanscismo, con la Repubblica Federale Tedesca come focolaio in relazione alla questione del Rolando meridionale.


La situazione politica attuale in relazione alla questione altoatesina:

Tutte e tre le parti interessate (Italia, Austria, RFT) si sono impegnate negli ultimi 2-3 mesi, nell'interesse di obiettivi superiori (NATO, CEE), per trovare una soluzione amichevole a questo problema, almeno esternamente. Il Primo Ministro austriaco KLAUS, nell'interesse della politica di adesione economica dell'Austria e nell'interesse dell'economia della Germania Occidentale - nella prospettiva di creare le condizioni per un nuovo Anschluss - ha dato istruzioni di reprimere l'estremismo nazionale. Oggi, il Ministero degli Esteri e il Ministero degli Interni austriaci stanno seguendo questa linea. KLAUS vede correttamente che l'Italia - pur negandolo - sta ostacolando i suddetti sforzi dell'Austria e ritiene che se raggiungerà un accordo con l'Italia sulla questione dell'Alto Adige (HITLER lo fece prima di lui in un patto con MUSSOLINI), l'Italia si ritirerà su altre questioni. La RFT si sta isolando esternamente dal problema e sta cercando modi per avvicinarsi all'Italia al di fuori del quadro della NATO e del KHS (assegnando il Premio Carlo Magno al Ministro italiano, al presidente, la riabilitazione economica dell'economia italiana con l'ulteriore obiettivo dell'espansione economica della DDR in Italia, ecc.). Reprime le espressioni anti-italiane nei circoli e nei giornali della Germania Occidentale. L'Italia limita ufficialmente le campagne anti-revansciste e, data la recente posizione dell'Austria, gli attacchi anti-austriaci sulla stampa.


Dal punto di vista della disintegrazione della CEE e della NATO, questo sviluppo è per noi sfavorevole.

La complessa Misura Attiva “Grande SEVER” deve contribuire a lungo termine, attraverso singole parti dell'AQ, alla rinascita della storica controversia - la questione sudtirolese -, al suo mantenimento e alla sua espansione, e quindi a suo modo a indebolire e interrompere le relazioni tra gli Stati sopra menzionati, in particolare i membri della NATO, l'Italia e la Repubblica Federale di Germania.

L'AO parziale proposto consiste nella pubblicazione in Italia del libro di Jaroslav KOUTEK - "La quinta colonna in Cecoslovacchia" (edizione ceca in Nostro Esercito 1962) in traduzione italiana.

Questo libro è stato scelto perché mostra in modo veritiero e oggettivo le attività sovversive degli irredentisti dei Sudeti di Předměchov contro la nostra repubblica, avvalendosi di documenti.

Attraverso uno studio approfondito del libro e un confronto con lo sviluppo e le attività storiche e contemporanee dei circoli nazionalisti tedeschi nell'Alto Adige italiano, sono giunto alla conclusione che il carattere e le attività di questi circoli sono per molti aspetti identici o molto simili, soprattutto perché sullo sfondo di Yalta allora (1938 da noi) e oggi in Alto Adige, c'erano e ci sono circoli nazional-sciovinisti tedeschi, radicati e attualmente sostenuti nella Repubblica Federale di Germania.


La pubblicazione del libro in Italia persegue due obiettivi principali:

Per aiutare gli italiani a conoscere i momenti più toccanti della nostra storia moderna (quella precedente Monaco) e a comprendere la sfiducia del nostro popolo e dei suoi rappresentanti verso lo sviluppo della Repubblica Federale Tedesca, soprattutto per l'appoggio dato a quegli elementi revanscisti che un tempo, dalle stesse posizioni e con l'appoggio degli stessi ambienti, contribuirono alla distruzione della repubblica.

La denuncia del nazionalismo tedesco-occidentale contemporaneo e della quinta colonna in Alto Adige come istigatori di persecuzioni anti-italiane e azioni incostituzionali, fornisce a lettori e giornalisti italiani un materiale documentario e argomentativo comparativo di alta qualità e rigore. Il materiale ha un carattere permanente e a lungo termine e può essere utilizzato dall'Italia ogniqualvolta sia rilevante in relazione alla lotta contro la DDR e le sue quinte colonne. 

La pubblicazione del libro si inserisce inoltre, per la sua natura politica, nel quadro delle campagne ideologiche contro il revanscismo della Germania Occidentale, soprattutto perché trasferiamo la lotta dal nostro territorio e dai nostri cittadini al territorio del nemico e alle menti dei suoi cittadini.


Esecuzione:

Tramite un agente fidato del 10° Reparto del 1° SMV "BAUR", di origine italiana, è stata ottenuta una traduzione italiana del libro sopra menzionato.

Ho negoziato con l'autore della pubblicazione, lo storico, il maggiore Jaroslav KOUTEK e l'ho fatto autenticare (allegato alla proposta originale) in merito al suo consenso alla pubblicazione del libro in Italia, alla rinuncia al compenso dell'autore per l'edizione italiana e all'autorizzazione dell'Associazione cecoslovacca dell'esercito romano a negoziare per suo conto con la parte italiana in questa questione.

La pubblicazione del libro in Italia dovrà essere finanziata almeno in parte. Data la tesi, stiamo sfruttando l'interesse del titolare cecoslovacco in Italia, l'ambasciatore BUŠNIAK, per la questione altoatesina. S. Bušniak è già stato reclutato per la causa e fornirà i fondi del Ministero degli Affari Esteri, che riceverà anche il risultato ufficiale di questa AO (Misura Attiva, ndr). È stato fornito personalmente dal residente del 1° SMV, il signor Jaroš.

Il residente del 1° SMV dovrà garantire o tenere sotto controllo altre trattative con le autorità italiane in relazione alla sua legalizzazione.

Il residente discuterà con il Professor MERIGGI, docente di ceco all'Università di Firenze, che agirà come traduttore ufficiale del libro in questione. Interessato agli eventi della RSS Cecoslovacca (che normalmente possiede) e alla sua storia, istruttiva per l'Italia, ha ricevuto il libro presso la nostra Ambasciata (che visita occasionalmente e riceve materiale promozionale), ha chiesto alla nostra Ambasciata il consenso per la traduzione e il supporto per la pubblicazione, cosa di cui è stato molto soddisfatto.

La residenza – eventualmente tramite un traduttore – cercherà di ingaggiare una personalità idonea e popolare in Italia, di un certo prestigio (deputato, senatore, ex ministro, ecc.) – ma in nessun caso un membro del KSI – per scrivere la prefazione o la conclusione del libro. In questo contesto, gli italiani/quindi non noi/ confronteranno la situazione nel nostro Paese prima del 1938 con le odierne incursioni nazional-tedesche degli irredentisti altoatesini sostenute dalla Repubblica Federale di Germania.

Contestualmente alla pubblicazione del libro, la residenza garantirà, tramite il traduttore o l'editore, l'invio di una copia per la recensione alle redazioni di tutti i quotidiani del centro Italia (partiti politici, sindacati, resistenza, ecc.), di altri quotidiani nazionali, dei maggiori settimanali e rotocalchi (come Epoca, L'Europeo, Domenica del Corriere, il Carabiniere, ecc.) e alle redazioni di Firenze (luogo di origine dell'autore e dove è prevista la pubblicità), Milano, Trento (collegata all'Alto Adige) e alla redazione italiana di Bolzano (Alto Adige, Panorama), nonché alle redazioni radiotelevisive italiane di Roma e del nord Italia. La programmazione precisa sarà stabilita dalla 3ª Sezione della 1ª Sezione SMV/Italiano.

Il traduttore o l'editore scriverà anche ai redattori interessati, chiedendo loro di inviare il numero della rivista in cui verrà pubblicata la recensione. Ciò ha lo scopo di promuovere la pubblicità del libro e della sua critica, poiché anche una critica relativamente sfavorevole al libro contribuirà al raggiungimento dell'obiettivo perseguito.

La Residentura garantirà inoltre, tramite i propri contatti, almeno 5 recensioni positive complete su diversi quotidiani centrali o importanti.

Tramite il corrispondente ČTK, il primo residente SMV si assicurerà che ČIK Praga venga informato almeno a giorni alterni dopo la pubblicazione del libro sul successo della pubblicazione cecoslovacca e sulle singole reazioni di giornali e riviste. Dopo aver utilizzato il libro, il corrispondente ČTK farà immediatamente monitorare le recensioni dal servizio di ritagli (a nostre spese, ci consegnerà i ritagli).

Il Dipartimento AO assicurerà che la stampa e la radio ceche monitorino questi resoconti dopo la pubblicazione del libro e che la televisione ceca assicurerà che avvenga un colloquio davanti alle telecamere con l'autore del libro, rivolto contro il revanscismo della Germania Ovest, che la nostra televisione proporrà in traduzione italiana alla televisione italiana nell'ambito dello scambio di materiale informativo.

Per le trasmissioni all'estero della Radio Cecoslovacca, la sezione AO garantirà la pubblicità nei programmi per l'Italia, per gli italiani che lavorano nella Repubblica Federale di Germania e in tutti i programmi tedeschi.

Oltre a quanto sopra, il traduttore invierà una copia del libro con una dedica e una lettera personale al Ministro degli Esteri italiano, ai suoi vice e all'Ambasciatore italiano presso le Nazioni Unite (gli indirizzi saranno forniti dal residente).

Il ruolo della residenza e dell’ambasciata in questa AO (Misura Attiva, ndr) rientra nelle normali attività diplomatiche, per cui il rischio che la partecipazione del Ministero dell'Interno venga interrotta è imminente, nonostante il fatto che "l'evento si svolgerà ufficialmente il 20".

La residenza finanzierà con fondi propri, nell'ambito del bilancio e delle linee guida vigenti, le operazioni parziali non coperte dai fondi del Ministero degli Affari Esteri (onorario dei traduttori, compensi dei traduttori, per la prefazione, per le recensioni, per il servizio di ritaglio, ecc.).

Ipotesi di implementazione: entro la fine dell'anno in corso, salvo sovradimensionamento delle tipografie in Italia, altrimenti in base alle capacità delle tipografie.

La proposta è stata discussa e ritenuta fattibile dal residente, che ha già adottato alcune misure preliminari per attuarla.

L'AO (Misura Attiva, ndr) è stato preventivamente consultato con un rappresentante del Soviet Supremo dell'URSS, il quale ha richiesto una copia della proposta.



AO: LIBRO

5.1.65.

Vado a parlare con i miei amici a Milano e Napoli. Anche a Milano lo useremmo, soprattutto per il problema di A.A. (Alto Adige, ndr). A Napoli solo l'autore del libro, perché non ci sono documenti su questo spazio. Pertanto, si consideri la redditività politica dal punto di vista dell’ambasciata sia a Milano che a Napoli, soprattutto dal punto di vista dei costi che l’ambasciata sosterrebbe. 

Tuttavia, non ci sono ancora notizie che il Ministero degli Affari Esteri concordi con la proposta di base discussa a Roma. Qualora il Ministero degli Affari Esteri non la approvasse per qualsiasi motivo, non interrompete i negoziati con l'E.R. e presentate una relazione. Organizzeremmo l'incontro a Roma con risorse proprie, ma sotto l'egida dell'E.R. Sani, non organizzeremmo Milano e Napoli.

Per la preparazione del dibattito a Roma, è necessario prevedere un massimo di 40 partecipanti, inclusi rappresentanti della Repubblica Ceca, dell'Ambasciata, dell'Agenzia di Stampa Ceca, l'autore, l'autore della prefazione, il traduttore e il relatore (max 10 persone). Presso l’ambasciata e successivamente con E .li. è necessario discutere la possibilità di inviare un invito al "discorso" all'ufficio stampa del Ministero dell'Interno italiano (supervisione stampa) e al Ministero degli Affari Esteri.

In ogni caso, è necessario inviare 2 (due) inviti al direttore dell'Istituto di Studi per l'Alto Adige di Firenze. Si valuti con tatto come suggerire al rappresentante di questo istituto, durante o dopo la "discussione", di richiedere materiale per A.A (Alto Adige, ndr). Questo istituto, ex Istituto Tolomei, è fortemente nazionalista, antitedesco e gode di un forte sostegno, quindi avete ottenuto il necessario consenso ufficiale per richiedere materiale al Ministero degli Affari Esteri di quel luogo.

Si considerino altre istituzioni idonee (preferibilmente di natura centrale) per la discussione di Roma, che potrebbero essere tatticamente incoraggiate a presentare una richiesta di ulteriori materiali "italiani" il giorno 20, possibilmente tramite il Ministero degli Affari Esteri. 

Oltre ad ANSA, RAI e alle maggiori redazioni di quotidiani nazionali, è necessario invitare alla discussione a Roma i redattori delle redazioni di "ADIGE"-Trento, "ALTO ADIGE"-Belzano (o della filiale di Roma), "SUEDTIROLER PANORAMA"-Bolzano. Altre redazioni (settimanali illustrati e giornali) dovranno essere individuate in accordo con l'Ambasciata e il Procuratore Generale, in modo che il numero totale di giornalisti invitati non superi le 30 unità.

La data della discussione a Roma deve essere fissata in modo che la risposta alla discussione non sia disturbata da festività o eventi importanti noti in anticipo. Prevediamo che la discussione a Roma si svolga tra il 1° e il 15 febbraio, poco dopo la pubblicazione del libro. Considerati gli eventi successivi previsti entro la fine di aprile di quest'anno, non è opportuno posticipare ulteriormente la data della "discussione".

Ogni invito alla conferenza dovrà essere accompagnato da una copia del libro (a scelta tra quelle disponibili presso l'Ambasciata), in modo che il destinatario dell'invito possa conoscere in anticipo l'opera dell'autore.

Sr. Borecký e Kolouch saranno presenti per aiutare nei preparativi finali della "discussione", durante il suo svolgimento e per discutere degli eventi successivi. Per motivi di tempestività, si prega di informare KC alerton in anticipo sulla data più probabile dell'evento. Eventualmente, se il Ministero degli Affari Esteri dà il suo consenso, i dibattiti a Milano e Napoli potrebbero essere organizzati in successione, in modo che Milano sia il primo, 1-2 giorni dopo.

Subito dopo la pubblicazione del libro, la Redazione dovrebbe inviare copie per la revisione (a partire dalla quota dell'Ambasciata). Prima in Ambasciata e poi con la Redazione, concordate una rubrica in modo che gli indirizzi da noi allegati siano inclusi. Inviate le copie per la revisione agli indirizzi specificati anche nei casi (per le biblioteche dei destinatari) in cui il destinatario, ad esempio la redazione, riceva una copia aggiuntiva con un invito a una discussione indirizzato a una persona specifica.

Contemporaneamente alleghiamo le domande dalla A alla D, che potrete organizzare per la "discussione" tramite il DS, che inviterete alla "discussione".

Mantenere "O" e "Z" informati sui progressi dei negoziati Ambasciata-MFA su questa questione e inviare copie delle proposte e delle idee a "Z" tramite gli stessi corrieri utilizzati per il MFA.

(firmato) Borecký



10.1.65

AO-LIBRO

La promozione del libro e la sua presentazione si sono svolte secondo i piani.

Circa 150 persone erano presenti alla conferenza stampa. Domande sui documenti del Lago Nero. Copertura stampa della recensione del libro e annuncio della conferenza su UNITA, AVANTI - PAESE SERA - MONDO NUOVO. Il contatto con il giornalista democristiano residente CASTRO è stato utilizzato per ulteriore propaganda. Gli sono stati consegnati i documenti portati da KOUTEK, già pubblicati nella Repubblica Socialista Cecoslovacca. Ha già ottenuto il loro utilizzo in un rapporto sullo spionaggio nazista in Italia, che sarà pubblicato sulla rivista cattolica VITTORIOSO, destinata ai giovani studenti e con una tiratura di 140.000 copie. Inoltre, CASTRO è in trattative con il settimanale EPOCA, GENTE, VITA. In una di queste, pubblicherà un rapporto utilizzando i documenti. Gli è stato promesso che, in caso di successo, potrebbe ricevere diversi altri documenti. Si consideri la possibilità di preparare un rapporto corredato di documenti in base alle nostre esigenze. Se sarà redatto in uno stile un po' sensazionalistico, riuscirà sicuramente a essere pubblicato, con l'aiuto di CASTRO, in qualche rivista borghese con una tiratura di centinaia di migliaia di copie. KOUTEK ha deposto una corona di fiori a FOSSE ARDEATINNE con la partecipazione dei dipendenti dell’ambasciata e di un rappresentante dell'ANPI. Rapporto fornito e foto sulla stampa. KOUTEK è volato a Praga il 10 novembre. 

(Firmato) Jaros



TOP SECRET

Sostegno ed espansione delle tendenze anti-revansciste

Nel febbraio 1965 venne pubblicata in Italia la pubblicazione "La Quinta colonna nazista", secondo la proposta dell'AO "LIBRO", approvata nell'agosto 1964.

L’"AO SERVICE" vuole sfruttare questo fatto per evocare il mito dei luoghi ufficiali italiani sui documenti e sul Lago Nero e rinnovare l'interesse nei loro confronti nella stampa italiana sotto forma di un dibattito tra l'autore della pubblicazione Jaroslav KOUTEK e i giornalisti italiani in Italia.


Giustificazione:

Con l’AO "NEPTUN" siamo riusciti a trasferire i materiali scoperti dal 6° ufficio RSHA a livello interstatale ufficiale, quando l'Austria ha richiesto i materiali della "Commissione storica delle SA".

Grazie alla pubblicità che ne deriva, tali richieste si inseriscono nella politica anti-revanscista del campo socialista. Inoltre, il fatto che queste richieste raggiungano il Ministero degli Affari Esteri contribuisce all'ulteriore sviluppo della cooperazione tra il Ministero dell'Interno e il Ministero degli Affari di Frontiera.

Il materiale anti-italiano del VI Ufficio del BSHA dovrebbe essere utilizzato in applicazioni tattiche in modo tale che le autorità italiane stesse ne facciano richiesta.

Offrire direttamente questo materiale all'Italia attraverso i canali diplomatici probabilmente non sarebbe compreso correttamente dalla parte italiana, per non parlare del fatto che le forze revansciste della Repubblica Federale di Germania userebbero senza dubbio un passo del genere per fare una campagna nel senso che vogliamo "turbare l'unità e la coesione della NATO, ecc."

Nella prima fase, l'obiettivo non è solo quello di ripristinare l'interesse giornalistico verso l'Italia, ma anche di aumentarlo a sufficienza affinché gli scritti della stampa italiana costringano le istituzioni ufficiali italiane a richiedere il trasferimento di questi documenti, come è avvenuto in Austria.


condotta:

Un trampolino di lancio adatto per suscitare questo interesse è sembrato essere l'organizzazione di una "discussione" con l'autore del libro "La quinta colonna nazista nella CSR" Jaroslav KOUTEK a Roma, in occasione della pubblicazione della sua traduzione italiana.

La discussione può essere organizzata sotto gli auspici dell'editore italiano di questo libro e con la partecipazione di circa 30 giornalisti italiani, tra cui il nostro DS. Il DS verrà utilizzato per porre "domande" che consentano di ottenere risposte che evitino l'uso di materiali nazisti, senza tuttavia specificarne troppo il contenuto.

Alle domande del giornalista risponderà un rappresentante dell’ambasciata, che sarà anche "invitato" dall'editore a un dibattito con l'autore.

Prima di porre domande su questo argomento, l'8° Dipartimento creerebbe delle ipotesi con i suoi verbi introduttivi, dove il soggetto è adatto

L'AO "LIBRO" viene implementato dai nostri dipendenti presso l'Università di Roma e con l'impiego di altri dipendenti dell'Università e del Ministero degli Affari Esteri.

(Parte incomprensibile perché il documento è rovinato, ndr) ha discusso le possibilità con l'ambasciatore.

Tuttavia, la proposta venne accettata come corretta e presentò la sua proposta di iniziativa al Ministero degli Affari Esteri.

Inoltre, secondo quanto comunicato dall'amministrazione della residenza di Roma il 30 dicembre 1964, l'Ufficio propose di propria iniziativa di ampliare l'evento in modo che, oltre all'incontro di Roma, altri incontri con S. KOUTEK fossero organizzati a Milano e Napoli. La loro realizzazione avrebbe giovato alle nostre intenzioni. Nel caso di un incontro a Milano, al fine di evitare una duplicazione completa con l'incontro di Roma, sarebbero state divulgate alcune informazioni specifiche sulle attività anti-italiane del SD nell'area dell'Italia settentrionale. La proposta è supportata da documenti in nostro possesso e che potremo presentare in seguito.

Beseda a Napoli presso l'università servirebbe solo a divulgare il libro in questione e non sarebbe utilizzato per la divulgazione dei materiali e AO "NEPTUN".

Se la proposta al MAE verrà approvata, il MAE richiederà la documentazione a supporto e la collaborazione del Ministero degli Affari Esteri. Nell'interesse della continuità e dell'integrità della nostra agenzia, chiediamo che le questioni relative alla pubblicazione di materiali e discussioni in Italia siano consultate con l'VIII Dipartimento della Prima Amministrazione del Ministero degli Affari Esteri, in modo da poter contribuire a una gestione flessibile e complessivamente conforme al concetto delle risposte al MAE e di eventuali trattative. Allo stesso tempo, vi chiediamo di prendere visione delle motivazioni di questa richiesta da parte del Capo della Vostra Segreteria, Tenente Colonnello Silhaveho.

Ho discusso personalmente con la persona sopra menzionata i dettagli delle azioni del signor KOUTEK in contatto con il Ministero degli Esteri, l'Ambasciata e altre istituzioni in questa materia e dal punto di vista della cospirazione della nostra partecipazione.

Poiché realizziamo sia i preparativi che la creazione delle condizioni per "BOOK" e "SERVICE" in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, prestiamo maggiore attenzione e controlliamo sistematicamente gli eventi in modo che non si verifichino nemmeno piccoli difetti e che vengano dimostrati il ruolo positivo e l'utilità di una buona collaborazione tra i due ministeri.

Al fine di prevenire impreviste complicazioni durante i preparativi e le discussioni finali, durante la permanenza dell'8° Dipartimento in Italia, e in vista dell'ulteriore risposta prevista nell’AO (Misura Attiva, ndr), si effettuerà una breve visita in loco del Capo dell'8° Dipartimento, Maggiore Borecký, e di un dipendente dello stesso dipartimento, Maggiore Koloucha, presso la residenza a Roma. La loro presenza presso di essa consentirà di sfruttare la situazione per adottare le misure necessarie immediatamente in loco e dopo le discussioni.


misure preliminari 

In collaborazione con la società di preparazione AO "SERVICE", è in corso la preparazione e la selezione dei materiali da AO "NEPTUN" in modo che, in caso di richiesta italiana di questi materiali, il loro trasferimento possa avvenire in più fasi. Da questi materiali saranno assemblati tre file di base.


file:

1/ L’Italia spia nazista

2/ Spionaggio nazista in Alto Adige

3/ Spionaggio nazista contro l'esercito italiano.

Questi documenti possono essere trasferiti all'istituzione italiana competente previa presentazione di una richiesta ufficiale da parte dell'Italia. Copie di questi documenti possono essere trasferite tramite il KSC all'Ufficio Centrale dell'FSI e tramite l'SPB alle sue organizzazioni affiliate in Italia. Saranno elaborate proposte separate per questi trasferimenti.

Diversi documenti singoli tratti da questi fascicoli saranno preparati in anticipo in fotocopie, in modo da poter essere inoltrati ai candidati italiani tramite CTK. Le fotocopie saranno inoltrate a CTK dopo la ricezione delle specifiche domande italiane.


Costi:

Tutte le spese e i costi associati all'organizzazione del workshop per autori, il cui organizzatore ufficiale sarà la casa editrice italiana Editori Riuniti, nonché le spese associate al viaggio e al soggiorno di KOUTKA a Nîmes, saranno a carico del Ministero degli Affari Esteri e dell'Ambasciata (Ministeri sempre della Cecoslovacchia, ndr).

I costi connessi alla partecipazione dei dipendenti della Prima Amministrazione saranno coperti dai fondi di bilancio correnti del Secondo Dipartimento.


Circostanze impreviste

Nel caso in cui il Ministero degli Affari Esteri non fosse interessato alla realizzazione, implementeremmo la variante Káložní, ovvero adotteremmo tutte le misure per realizzare la discussione a Roma sotto l'egida dell'editore a nostre spese (viaggio di KOUTKA e spese generali per la conferenza stampa), il pagamento verrebbe effettuato con i fondi previsti per l'VIII Dipartimento del Ministero degli Affari Interni.


Abbandoneremmo allora le discussioni a Milano e a Napoli.

AO SERVICE I" non interromperà nessuna delle altre azioni previste su AO "NEPTUN". La data prevista per la realizzazione di AO "SERVICE I" è metà febbraio 1965.

La proposta è stata consultata con il rappresentante del VSB dell'URSS presso la Prima Amministrazione del Ministero degli Affari Interni e le sue osservazioni sono state utilizzate, in particolare per adattarla alle condizioni italiane ed evitare di utilizzare la direzione dell’ambasciata di Roma come organizzatore diretto di questo evento. 

(Seguono svariate firme istituzionali cecoslovacche)



A Praga il 20 dicembre 1964.

Documentazione dagli affari ufficiali presso la residenza, Lui ad AO LIBRO e l’AO collegato AO NEPTUN.

Secondo la proposta approvata, durante la residenza a Roma, in occasione della pubblicazione italiana del suo libro (a cura di AO V.S. LIBRO), si è discussa la possibilità di organizzare a Roma una conferenza stampa e una conferenza degli autori del libro "La quinta colonia nazista in Cecoslovacchia". La conferenza avrebbe dovuto fungere da trampolino di lancio per suscitare l'interesse italiano per i materiali di AO Neptun. L'obiettivo era quello di indurre gli uffici speciali italiani a richiedere al Ministero degli Esteri la consegna ufficiale di materiali sulle attività anti-italiane del Terzo Reich nazista, oppure, qualora non avessero richiesto direttamente i materiali, a dare il loro consenso ufficiale alla consegna ufficiale agli uffici specializzati e ai richiedenti italiani competenti.

L'AO previsto come punto di partenza per il raggiungimento dell'interesse ufficiale italiano, o l'AO successivo, dovrebbe essere implementato attraverso e con le risorse dell’ambasciata, nonché dell'AO-Book di cui costituisce un seguito.

Nel corso dei negoziati si è tenuto conto della raccomandazione di evitare, se possibile, di organizzare conferenze stampa presso l'ambasciata o sotto la bandiera ufficiale della nostra ambasciata.


Il risultato dell'incontro:

Esaminando i progressi nell'implementazione di AO LIBRO, sono state individuate alcune carenze.

In particolare, il punto era che l’ambasciata aveva di fatto stipulato un accordo privato per pubblicare il libro con gli Editori Riuniti, senza che vi fosse alcun rapporto contrattuale formale tra l'editore italiano e il traduttore italiano.

Non c'era più un controllo costante sullo stato attuale della pubblicazione del libro, tanto che le stampe a pennello non furono completate fino alla mia partenza, sebbene ciò avrebbe dovuto avvenire. Allo stesso tempo, una certa lentezza – un fenomeno tipicamente italiano – è nota all'Ambasciata. Le stampe a pennello sono necessarie per la correzione di bozze finale da parte del "traduttore" (il Prof. Dr. Meriggi di Firenze) e per l'autore della prefazione, che, secondo la promessa dell'editore, sarà il senatore PARRI, ben noto in Italia (nell'Italia del dopoguerra, fu persino capo di gabinetto per un certo periodo).

Durante le discussioni con la residenza sulle possibilità di utilizzare il Dipartimento, è emerso che non sarebbe stato tattico e appropriato organizzare una conferenza stampa direttamente il 20 sotto l'egida dell’ambasciata. In Italia, quando viene pubblicato un libro, non è una regola tenere grandi conferenze stampa. Sarebbe opportuno, e coerente con le condizioni locali, organizzare una "discussione con l'autore" sotto l'egida della casa editrice e per un gruppo più ristretto di persone (fino a 40 persone), accompagnata da un piccolo rinfresco.

Con questo spirito, inoltre, secondo le istruzioni del residente, Sr. Rálic, discusse le nostre "raccomandazioni" con il rappresentante dell’ambasciata e quest'ultimo le accettò, così come fece in seguito il titolare Sr. Ing. Brusnisk, che accolse con favore il fatto che "la proposta d'iniziativa dei lavoratori della sua ambasciata fosse stata presentata in sua presenza" (il 18.12.64 volò a Praga, da dove lui e il Ministro degli Esteri Sr. David si recarono all'ONU). Ciò garantì contemporaneamente il suo sostegno alla proposta al Ministero degli Affari Esteri.

Considerata la situazione, Sr. Rélic, tramite l'impiegato responsabile, fece in modo che fosse invitato un rappresentante della casa editrice Editori Riuniti, con il quale furono discusse le questioni necessarie. Il rappresentante promise di accelerare i lavori di traduzione del libro, ma la sua pubblicazione poteva comunque essere prevista non prima della fine di gennaio, o meglio, dell'inizio di febbraio 1965. Si dichiarò inoltre disponibile, se le spese fossero state coperte, a organizzare un incontro con l'autore e a inviargli un invito preliminare per l'inverno, in modo che l'autore potesse occuparsi delle questioni relative al passaporto e al visto.

Considerata la motivazione idonea per la presentazione della proposta (interesse e presenza dell'Ambasciatore), i collaboratori dell’ambasciata hanno predisposto una proposta per il Ministero degli Affari Esteri, formulata su nostra iniziativa ma non vincolante, affinché potessimo avere la possibilità di influenzare i negoziati del MAE in questa materia attraverso la partecipazione diretta dei nostri rappresentanti.

Se la proposta verrà accettata dal Ministero degli Affari Esteri, si prega di richiedere la nostra collaborazione al Ministro dell'Interno, Sig. Strougal. In caso di attuazione della proposta, egli si farà carico anche delle spese relative al Ministero dell'Interno e all'Ambasciata. Coautore della proposta è il Sig. Richter, dipendente del Ministero dell'Interno legalizzato presso l'Ambasciata, ma "autore principale" per l'Ambasciata è l'addetto culturale locale, Sig. Ing. Kraus. A titolo informativo, dichiaro che la proposta firmata (dall'ambasciatore) è stata letta dall'addetto stampa, Sig. Gavor, il quale si è sentito offeso per non essere stato invitato come coautore a tale evento. Questa parentesi è stata compensata dal fatto che egli non era presente il 20, ma la sua partecipazione attiva sarà comunque tenuta in considerazione dall'Ambasciata nell'attuazione di questo evento, qualora questo venga approvato dal Ministero degli Affari Esteri.

Ho allegato alla bozza dell'incontro durante la residenza le domande e risposte previste dall'autore del libro durante l'interazione con i giornalisti. Dopo un'analisi approfondita, sembra che sarebbe più appropriato che alle domande "sui laghi" rispondesse, entro i limiti stabiliti, un rappresentante dell’ambasciata, che la casa editrice "inviterebbe" anche alla "discussione con l'autore". L'autore risponderebbe ad alcune domande riguardanti il suo libro. Solo nel suo discorso introduttivo darebbe seguito in modo appropriato al "Salezy v jezerech" (la versione originale necessita quindi di essere modificata), in modo da creare il terreno per le domande.

Inoltre, è necessario negoziare con la società privilegiata per la protezione dei diritti d'autore all'estero "Dilia"-Praga, al fine di evitare problemi o controversie sull'"onore dell'autore.

Sarà necessario informare il signor Lomský affinché l'MNO non crei difficoltà al signor KOUTEK nell'espletamento delle formalità del passaporto.

Il Ministero degli Affari Esteri deve entrare in contatto diretto con l'autore, S. J. Koutek, che prepareremo per questo incontro.



Schema delle parole introduttive dell'autore

Grazie per l'accoglienza e l'invito in Italia.

Si rammarica profondamente di non poter parlare con i partecipanti nella loro lingua madre e chiede loro di perdonarlo per questa mancanza. Ma il suo breve soggiorno gli ha già dimostrato che gli italiani sono gentili, premurosi e comprensivi nei confronti degli stranieri. Da ciò conclude che gli ospiti presenti e lui stesso si capiranno bene, anche se non potranno fare a meno di un interprete.

Fu molto contento quando seppe che il suo libro sarebbe stato pubblicato in Italia, culla di una cultura che non solo in passato, ma anche oggi ha trovato la sua strada nel suo Paese natale, come dimostrano, ad esempio, i grandi successi del cinema italiano nella RSS Cecoslovacca.

Lui stesso appartiene alla generazione dei giovani storici cecoslovacchi, ed è ancora più importante per lui che il suo lavoro riscuota interesse all'estero, in Italia. Ne comprese il nesso solo dopo essersi interessato maggiormente alla questione altoatesina, generalmente nota nel nostro Paese più o meno nella stessa misura in cui gli italiani conoscevano le attività ostili delle forze naziste-tedesche (pre-naziste? ndr) in Cecoslovacchia, da lui appena descritte nel suo libro "La quinta colonna nazista nella Repubblica Ceca".

Coglie l'occasione per ringraziare il Prof. Dr. Meriggi, iniziatore della traduzione e traduttore dell'opera, non solo per se stesso, ma anche per il fatto che ha indubbiamente contribuito a far comprendere meglio ai suoi compatrioti perché tutto il nostro popolo e i suoi rappresentanti esigono che il loro vicino rinunci a Monaco prima del Trattato, come hanno fatto molto tempo fa gli altri firmatari di questo trattato palesemente invalido dal punto di vista giuridico.


Grazie anche al sig.

Parri: l'autore della prefazione dell'edizione italiana. Sebbene ciascuno di loro/l'autore della prefazione e l'autore del libro/ parlino una lingua madre diversa, hanno una lingua comune. Ognuno nutre amore per il proprio popolo e per la propria gente, rispetto per i propri amici e un impegno ad aiutarsi a vicenda e da pari a pari, e determinazione e durezza verso coloro che non hanno imparato dal passato e non desiderano la pace, pur parlandone molto.

Un sentito ringraziamento va all'editore del libro, Editori Riuniti, e chiede al rappresentante dell'editore di ringraziare coloro che non sono presenti ma che hanno contribuito in qualche modo alla pubblicazione del libro. Si riferisce, ad esempio, all'autore della copertina e della rilegatura, ai tipografi, ai tipografi, agli operai dei laboratori di composizione e rilegatura, semplicemente a tutti coloro che di solito non vengono menzionati, il cui lavoro è dato per scontato, ma senza i quali nessuna pubblicazione sarebbe possibile.

Ha scritto questo libro perché i nostri lettori cecoslovacchi, soprattutto i giovani, possano conoscere il passato e gli sviluppi fatali nella loro patria prima del tradimento di Monaco. Per conoscere la pigrizia, l'inganno e la pericolosità del revanscismo tedesco, che non è cambiato.

Gli italiani, come il mondo intero, conoscono la tragedia di Lidice e Ležáky e del villaggio di Ploštias, il cui sanguinario autore Skorzeny non fu estradato in Cecoslovacchia per punizione e che forse apparirà prossimamente incoronato con ordini di sangue a Bonn, così come quella degli oltre 5.000 criminali di guerra impuniti, le cui liste furono consegnate alla Repubblica Federale Tedesca Occidentale dai combattenti antifascisti cecoslovacchi.

Nella nostra Cecoslovacchia sono note le gesta eroiche e il coraggio dei partigiani italiani nell'ultima guerra. E conosciamo anche - sebbene sia impossibile elencarne troppe - le tragedie e le vittime di Marzabotto, Borgo Ticino, Bovegeno, Valli del Pasubio e delle vicine Cortiany e Montecchia di Grossara. È noto il nome della famiglia De Bortoli & Torlana nei pressi di Udine, nella quale i nazisti assassinarono 10 persone, tra cui 6 bambini, oltre ad altri omicidi commessi in questo luogo.

Lui stesso si recò a rendere omaggio alla memoria delle 335 vittime innocenti dell'eccidio nazista presso le Fosse Ardeatine.

Non sa dire quanti criminali di guerra nazisti furono puniti in Italia, ma probabilmente non ha torto quando dice che dietro Scorzeny ci sarebbero molti altri, la cui colpa per i crimini commessi contro il vostro popolo e nel vostro bel Paese non può essere cancellata da alcun atto formale.

Per noi, popolo semplice della Cecoslovacchia, l'annuncio ufficiale che dopo l'8 maggio di quest'anno i criminali di guerra non sarebbero stati perseguiti nel paese del nostro vicino, e la risposta che questa dichiarazione ha incontrato nei circoli revanscisti, sono stati solo una nuova conferma del fatto che non ci si può fidare che i revanscisti e gli irredentisti tradiscano le proprie firme, i propri impegni e promesse solenni, e perfino i propri alleati, proprio come fece la Germania di Hitler.

Ciò è stato confermato anche dai noti ritrovamenti di documenti di spionaggio nazista effettuati lo scorso anno nei nostri laghi della Selva Boema e dallo studio di altri documenti, come l'ormai famoso Zásmucký arhiv 35. Come è noto, l'autenticità dei documenti e il loro valore sono stati verificati non solo dai nostri esperti, ma anche da esperti stranieri, come il Prof. Dr. Jedlicka di Vienna e il noto combattente contro i criminali di guerra nazisti, Ing. Wiesenthal.

E se, come è noto dalla conferenza stampa di Praga, si tratta principalmente di documenti storici, sono molto istruttivi. Tra questi vi è un gran numero di documenti sullo spionaggio nazista contro il vostro popolo durante gli anni dell'ultima guerra, sulle attività di spionaggio nazista in Alto Adige e sullo spionaggio militare dei nazisti per il loro allora alleato, l'Italia. Proprio come i nostri ex Sudeti e i cosiddetti turisti tedeschi spiarono e tradirono i nostri sistemi di fortificazione, così anche gli irredentisti tedeschi in Alto Adige e i cosiddetti turisti tedeschi determinarono per lo spionaggio nazista obiettivi militari e il sistema di distribuzione e ubicazione dei capisaldi dell'esercito italiano in Alto Adige e altrove. Questa questione viene menzionata solo perché conferma la ben nota ma spesso dimenticata verità sull'indicibile revanscismo e sull'irredentismo tedesco, così come conferma che i metodi e i mezzi della quinta colonna nazista nei Sudeti e in Alto Adige sono gli stessi o molto simili.

Sarà lieto se il suo libro aiuterà gli amici italiani a comprendere alcuni fatti, eventi e le costose esperienze della nostra storia recente, contribuendo così all'ulteriore riavvicinamento delle due nazioni, che già dimostrarono la loro fratellanza in armi durante la Prima Guerra Mondiale. Dopotutto, il suolo italiano non è solo consacrato dal sangue dei legionari cecoslovacchi, ma è anche diventato un luogo di pubblica pace per molti dei nostri padri e nonni. E tali legami autentici non vengono dimenticati, senza bisogno di sbandierarli a gran voce al mondo. A volte quegli amici che lo gridano troppo forte possono avere un pugnale nascosto dietro la schiena. Come i nazisti, ancora una volta condannati da documenti ritrovati. 

Vi prego di scusare i presenti se aveva fretta o ha toccato i loro vestiti. Ha parlato come è solito fare, ma non poteva per questo deviare dal bon ton italiano. Pertanto, vi chiedo indulgenza, come dice il nostro proverbio: paese diverso, costumi diversi.

Ringrazia i signori presenti per la loro pazienza e attenzione e per averlo ascoltato.