Tra le numerose relazioni che il comandante Vittorio Matricardi inviò ai cecoslovacchi mi colpisce in particolare questo dettaglio: una specie di basi di missili che gli americani erano in procinto di installare, nella primavera del 1960, nel loro territorio ed anche nel mondo occidentale. Si tratta dei missili Titan, la cui caratteristica era di poter essere nascosti nel terreno.
Eureka. Era ciò che cercavamo per rendere compatibile e credibile una presenza massiccia di rampe missilistiche - come ipotizzato dallo stesso Matricardi - in Italia, specialmente sul monte Conero, che è un rilievo talmente isolato da poter essere visibile a distanza di decine di chilometri, sia da sud che da nord. Difficile preparare un missile, anche lasciandolo a terra, senza essere visti. Erano missili dalle dimensioni enormi. E i Titan - scriveva Matricardi - erano molto simili agli Jupiter, cui fece cenno nella famosa relazione sulle basi italiane degli americani.
Sono andato a indagare online, scoprendo innanzitutto che esiste un museo in Arizona, negli Usa, che nel 2023, mentre scriviamo, mostra ai turisti una di queste rampe di Titan, ancora perfettamente funzionante. Si chiama Titan missile museum. Se n'è parlato molto sui giornali (esteri) e su Youtube. Tra la galleria di fotografie che il sito di questo museo offre online, si può ammirare la rampa di lancio dell'Arizona, così com'era negli anni '60, quando era operativa contro l'URSS. Un deterrente - lo definiscono gli esperti - per un attacco nucleare dei russi: spaventarli facendo loro comprendere che gli americani avrebbero potuto sfuggire a un attacco, rimanendo sottoterra per poi contrattaccare.
![]() |
La base dell'Arizona oggi su Google Earth |
![]() |
La base dell'Arizona dall'alto |
![]() |
La base del Conero oggi su Google Earth |
E' quello che accadde anche in Italia? Sono andato a riprendermi le foto aeree della base militare del Conero grazie a Google Earth. Ebbene, il risultato è sorprendente: i due Silos - come li chiamava Matricardi - sono omogenei, notiamo la medesima collocazione nella vegetazione, con una rampa di lancio mimetizzata perfettamente nel terreno. A questo punto, il campo di calcetto del Conero ci sembra sempre meno adatto a qualche militare in calzoncini e maglietta e sempre più vicino a una copertura voluminosa per qualcosa di segreto; come del resto chi mi ha contattato in questi anni mi aveva suggerito. Mi sembrava fantascienza, ora un pochino meno, anche se il diametro appare a occhio più piccolo dei 13 metri dichiarati da Matricardi ((ma siamo nel 2023, inoltre gli edifici che vediamo di fianco al campo di calcetto sono di epoca recente).
Un altro particolare che rende la storia dei Titan molto vicina alla storia ufficiale del monte Conero (anche se a dire il vero di ufficiale attualmente c'è solo l'aspetto turistico che caratterizza la zona) è che, terminata la paura di un attacco russo, questi missili furono reimpiegati, dopo averli privati delle testate nucleari, in ambito meteorologico e scientifico. Ebbene, sappiamo che fin dal 1957 gli anconetani avvistarono oggetti luminosi in cima al Conero; degli ufo che, così com'erano descritti, a posteriori ci sembrano proprio degli Jupiter o dei Titan in fase di lancio.
Sappiamo anche che nella parte alta del monte Conero era in costruzione negli stessi anni Cinquanta un bunker antiatomico contenente delle docce, che abbiamo visto in un video (oggi censurato e non più disponibile) e ci sembrano a tutti gli effetti essere predisposte per la decontaminazione dei militari. Abbiamo, inoltre, le relazioni di Matricardi, un militare della marina che ci sembra super attendibile. Era così aggiornato in ambito tecnico-militare da sapere fin dal 1960 ciò che noi comuni mortali stiamo apprendendo solo in questi anni. Sto proseguendo le indagini e trovo sempre più riscontri sulla sua reale esistenza, così come sulla sua famiglia. Ne riparleremo.
Certo, resterebbero svariati interrogativi. Avremmo trovato una rampa di missili, ma le altre 49 di cui parlava Matricardi? Per non parlare di quelle che secondo lui erano in costruzione nell'estate del 1960. Ma è altrettanto vero che il monte Conero, ai tempi di Matricardi, non era denso di alberi come lo vediamo noi oggi. E nascondere delle solette di cemento, ossia le coperture per dei missili Titan, era certo più semplice rispetto alle rampe di Jupiter, almeno quelle che siamo abituati ad immaginare pensando ai siti ufficiali della Puglia e della Basilicata; i siti ufficiali che la CIA ha dichiarato, in un documento diffuso da Nicola Pedde, di aver utilizzato.