martedì 15 febbraio 2011

La Piovra 1: le indagini del giudice Falcone sulle banche?


La piovra uno, film del 1984, è la storia di un commissario di Polizia, Corrado Cattani, il quale viene mandato in Sicilia a indagare sulla morte di un suo collega e scopre i traffici mafiosi sulla droga di alcuni personaggi dell’isola legati ai politici di Roma e ai servizi segreti. La vicenda si risolve grazie a un’indagine sulle banche di Cosa Nostra, ma ruota anche attorno all’amore di Cattani per una ex drogata, la figlia della contessa Pecci-Scialoia,  che lo introduce nella Mafia della Sicilia, e termina con la sua fuga dall’isola dopo la vendetta della mafia su sua figlia. L’autore non ha sviluppato un film educativo su un fatto ben preciso, ma racconta una storia in cui si intravedono dei fatti e personaggi veri. Cattani per certi versi è il magistrato Falcone, quando indaga sulle banche della Mafia, per alcune debolezze è invece più vicino ai discussi commissari di polizia Nicola Scirè o soprattutto Bruno Contrada, numero tre del Sisde, che collaborò con Falcone nelle indagini sulla connection droga-edilizia di Rosario Spatola, ma venne poi indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Sante Cirinnà ricorda Gaetano Cinà, ma anche il meno noto Attilio Andreini, concessionario di Lambrette che smerciava eroina e denaro sporco, mentre Ravanusa e Terrasini seguono strade simili a quelle reali di Giuseppe Modesto e Angelo Siino. Leo De Maria solo per somiglianza lo accosterei al povero agente della mobile di Palermo Calogero Zucchetto. Ci sono poi due strani personaggi: uno è il faccendiere Laudeo, che nel seguito della serie sembra sempre più vicino alla vita di Michele Sindona, l’altro è il giornalista Santamaria, il quale impersona un giornalismo scorretto e non necessariamente dalla parte della giustizia.


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