sabato 5 dicembre 2020

Un libro svela l’inganno del Conte


C'è un capitolo del libro di Ori “Banchieri e bancarottieri” che è molto chiaro sul vero ruolo che ha oggi, nell’economia italiana, la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), la banca utilizzata da Conte per fronteggiare la pandemia. 

La legge bancaria di Mussolini del 1936 distingueva nettamente due tipi di istituti bancari: quelli del credito speciale a medio-lungo termine e quelli del credito a breve termine. In pratica, i primi erano l'IMI, la Mediobanca, ed erano controllati dalla vecchia versione della Cassa Depositi e Prestiti. Finanziavano la grande industria per conto dello Stato. Ma già dagli anni '60 l'IMI, secondo Ori, era una mezza truffa, perché si stava trasformando in una holding d'affari, che finanziava le imprese anche con capitale di rischio e costruiva così il suo guadagno. Il Testo Unico Bancario del 1993 legalizzò questo illecito, cancellando la distinzione precedente di Mussolini. Il problema a mio parere oggi è un altro. Conte utilizza la nuova Cassa Depositi e Prestiti come se fosse un Istituto di Credito Speciale, cioè fa credere alla gente che il suo intervento in pandemia (vedi il Decreto Cura Italia), sia una strategia statale in linea con la legge di Mussolini. In realtà, va chiarito l'equivoco: la Cassa Depositi e Prestiti fa i suoi affari, è il terzo gruppo bancario d'Italia ed è specializzato nel ristrutturare imprese decotte. Se, al posto di citare un Istituto che legò il suo nome al credito speciale, Conte avesse detto: il decreto Cura Italia è finanziato dal Monte dei Paschi di Siena, o da Intesa Sanpaolo o da Unicredit, lo stratagemma sarebbe passato altrettanto inosservato? 

Pensar male è peccato ma spesso ci s'indovina. Più imprese decotte ci sono, più guadagnano la Cdp e il suo maggior azionista: il ministero dell'economia. Perché il punto chiave è che con il Testo Unico del 1993 gli istituti di credito speciale non esistono più, sono stati assimilati alle banche di credito a breve termine. Il concetto deriva dal neoliberismo: è il mercato che deve mettere il capitale di rischio per il rilancio, non lo Stato. Quindi Conte non può assolutamente usare la Cdp per rilanciare l'economia, in quanto così facendo la Cdp perderebbe l'autonomia amministrativa e dovrebbe accollarsi il debito pubblico. E io ho sempre detto che sarebbe giusto così, vista la situazione che si è creata, perché altrimenti il futuro sarà terribile: avremo uno Stato sempre più indebitato, su cui si scaricano gli oneri dei Btp, e una holding pubblica, proprietà privata dell'Esecutivo, sempre più ricca alla faccia dei contribuenti. 

Il paragone con Mussolini è ancora più chiaro se si pensa che gli Istituti di Credito Speciale furono inventati da Mussolini per rilanciare l'economia in seguito alla crisi del 1929. Fu espressamente vietato alle banche di acquisire quote azionarie delle industrie private, un legame troppo stretto che aveva causato la grande crisi del ‘29. Anche il centro-destra è affezionato a questo concetto di rilancio sul vecchio modello del New Deal, e spiego così il silenzio dell'opposizione su questo abuso di Conte con la Cassa Depositi e Prestiti.

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