venerdì 14 giugno 2024

Perché Copernicus non è attendibile


Copernicus, il satellite spaziale europeo che costa milioni su milioni di soldi pubblici e promette di studiare il cambiamento climatico, è sempre più lontano dalla realtà. Il suo ormai ben noto bollettino, poche righe copiate e incollate da tutti i mass media italiani, è tutt'altro che attendibile. È diventata abbastanza evidente l’inutilità di queste notizie quando nei nostri telegiornali abbiamo dovuto sentire la notizia che, udite udite, maggio è stato il mese più caldo di sempre. Una bella beffa per chi in Europa ha dovuto spendere molti soldi per tenere accesa la caldaia!

Si è quindi dato troppo credito a questo strumento? Sicuramente sì e vi spiego perché in maniera molto semplice. Il bollettino di agosto 2023, già citato sul mio blog, fa riferimento, cito le parole testuali, all'aria "superficiale". Dice: "La temperatura media globale dell'aria superficiale". Ma il problema è: a quale quota Copernicus registra questa presunta aria superficiale? E qui casca l'asino. La nostra atmosfera è formata da vari strati di aria con un comportamento sempre diverso. Per farla breve, i meteorologi calcolano la temperatura dell'aria a 850hpa. L’ettopascal è un'unità di misura che prende in considerazione le masse d'aria presenti a un'altitudine che varia tra 1.300 metri e 1.400 metri. Poi si fa il calcolo che la geografia insegna ai ragazzini: ogni volta che si perdono 200 metri, e quindi si scende verso la pianura, si guadagna un grado. Viceversa lo si perde se si sale per 200 metri. I modelli matematici moderni offrono anche un calcolo della temperatura al suolo, ma attenzione: non sono mai attendibili queste cifre. Perché? Per il semplice fatto che i modelli non tengono conto di tanti fattori che contribuiscono al microclima locale. Ad esempio: una località posta a 700 metri di altitudine ma situata in fondo a una stretta vallata non avrà mai, a parità di condizioni atmosferiche, la temperatura di un’altra località posta a 700 metri ma in una vallata aperta o su un altopiano. Seguendo invece i movimenti delle masse d’aria, che risentono della presenza di catene montuose o dei mari, il rilevamento è più vicino alla realtà. Avrete capito già perché quel bollettino scarno a una persona con un minimo di esperienza appare ridicolo. 

Quindi dobbiamo rispondere alla domanda che ci eravamo posti. A quale quota Copernicus registra le sue temperature? Dovremmo a questo punto ipotizzare a 850hpa. Ma a questo punto sorge una domanda: avrà tenuto conto Copernicus dell’altitudine nel formulare la sua sentenza sul cambiamento climatico? Se lui infatti ha considerato la temperatura presa a 850hpa come quella ufficiale dell’aria terrestre, diciamo così, si può creare un paradosso. D’inverno si verificano le inversioni termiche, che renderebbero fuorvianti questi dati. Ad esempio, località della Valpadana come Milano potrebbero registrare in gennaio una temperatura di +10 a 850hpa, ma di meno 2 o meno 3 al suolo (o anche meno, se si è appena verificata un'incursione di aria fredda). Questo perché l’aria fredda d’inverno con il suo maggior peso rimane incollata al suolo e le masse d’aria che si muovono a 1.400 metri di altitudine potrebbero non riuscire a scalfire il muro di gelo invernale delle pianure. Se poi consideriamo le quote più alte come i 500hpa, ovvero i 5 chilometri dal suolo, le temperature sono ancora più fredde e la questione cambia ulteriormente. Diventa tutta un'altra storia, perché più si sale e minore sarà l'impatto dell'effetto serra.

Questo per dire, in buona sostanza, che una temperatura dell’aria presa con la superficialità di Copernicus vale zero. 

Ma c’è di più perché il sospetto è che molti politici europei e dell’ONU potrebbero aver travisato le parole dei veri esperti, quelli che anni e anni fa mettevano il nome sulle loro scoperte. Ebbene, nel 1979 i padri delle teorie sul riscaldamento globale erano gli scienziati americani, tedeschi, e attenzione: anche sovietici. Pur paventando un nuovo millennio con il caldo, annunciandolo con i toni catastrofici a cui siamo ormai abituati (e ribadisco: c’è la mano sovietica), specificavano che l’effetto serra genera un aumento di uno o più gradi, anche tre, della temperatura della terra. Ho ricavato queste notizie dal settimanale Epoca del 25 agosto 1979. L’articolo era firmato da Guido Gerosa e l’esperto intervistato era Luigi Santomauro. 

In un focus sulle teorie legate all’effetto serra Gerosa scriveva: “Ma entro il 2100 la quantità di CO2, nell'atmosfera potrebbe essere quadruplicata, o addirittura ottuplicata. I climatologi sovietici, americani e tedesco-occidentali, sostengono che anche il solo raddoppio del contenuto di anidride carbonica nell'atmosfera può portare, nei prossimi cinquant'anni, a un aumento di almeno tre gradi centigradi nella temperatura della Terra.”

Che differenza c’è tra la temperatura della terra e quella dell’aria? Chiaramente non sono la stessa cosa. Se qualcuno guarda le gare di formula uno saprà che la temperatura dell’asfalto è sempre più calda di quella dell’aria. L’articolo di Gerosa spiegava anche come si sarebbe comportato il clima in seguito a un aumento della temperatura della terra. Ecco il brano:

“A Ginevra, più che occuparci del passato, abbiamo gettato uno sguardo al futuro: cioè a cosa accadrà nel tempo nei prossimi trent'anni, praticamente nel Duemila. Ebbene, si pensa che ci dovrebbe essere un aumento della temperatura media globale della Terra di un grado centigrado.>

Cosa vuol dire, professore? Che farà molto più caldo?

Questo è sempre un termine medio, per tutta la Terra. Bisogna vedere come il mutamento si distribuisce, Ci sarà un aumento più forte nelle regioni polari e una "probabile" diminuzione (metto tra virgolette per cautela: tale diminuzione è dovuta al fatto che, aumentando le temperature, aumentano le evaporazioni e [nel]le zone calde dovrebbero diminuire le assolazioni) nella linea dell'equatore. Questo accadrà per l'aumento della nuvolosità e piovosità e per l'aumento del livello dei mari.”

Avete capito che l’aumento della temperatura della terra e dei mari genera effetti a volte opposti sulla temperatura dell’aria. Concluderei a questo punto che questo mio post è sufficiente per diffidare fortemente della propaganda che parte, ultimamente, da certi organi politici.


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