venerdì 26 luglio 2024

Le trame filocinesi al tempo delle "Stragi di Stato"


Da Praga gli archivisti mi segnalano un'altra storia di cui dovremmo parlare, quella di Stanislav Tuma. Era uno speleologo, appassionato di alpinismo ma anche convinto maoista. All'inizio degli anni Settanta commise una sciocchezza: condivise con il suo gruppo di alpinismo una mappa di un sito militare cecoslovacco, che aveva avuto durante il servizio di leva. L'Stb gli propose di collaborare e di avvicinare i maoisti italiani. Accettò ed entro in contatto con Ermanno Mello. Voi direte: chi è costui? Fu arrestato nel 1969, poco prima dell'attentato, nella famosa irruzione della polizia nell'ex albergo commercio di Piazza Fontana a Milano, che era stato occupato dai contestatori filocinesi. Poi ricomparve sui giornali un anno dopo, quando fu protagonista di un episodio di protesta alla fabbrica dove lavorava, la RiRi, che produceva cerniere lampo. Mello aveva preso a pugni il direttore Franco Scarpini, era stato sospeso ma si era presentato lo stesso alla fabbrica scortato dagli altri operai. Scarpini cercò di forzare il blocco dei filocinesi e investì con la sua auto due operai. Questo era Mello quando entrò in contatto con la spia cecoslovacca Tuma. L'obiettivo dei cecoslovacchi era conoscere le attività dei filocinesi italiani e inserirsi operativamente nelle loro azioni di propaganda. Nel dossier si leggono lettere di Mello con cui invitava Tuma a Milano e attraverso le quali gli proponeva il progetto di diffondere una lingua universale antiborghese: l'esperanto. Tuma collaborò con l'Stb praticamente fino alla caduta del muro di Berlino. Mello, se le mie informazioni sono corrette, morì nel 2008 a causa di un incendio scoppiato nel suo appartamento di Bienno, in provincia di Brescia (l'indirizzo è presente anche nel dossier cecoslovacco). L'elemento di interesse politico, oltre alla storia che ho sintetizzato, è la presenza nel carteggio tra Tuma e Mello di emissari del governo cinese, in particolare un certo Sun Shih Chung. La rete filocinese nel 1975 era attiva in Italia, Cecoslovacchia e Albania. Le pubblicazioni venivano stampate dal Guozi Shudian di Pechino. In Italia era attivo il Partito Rivoluzionario Marxista-Leninista, con sede in via Monte Grappa 10, Milano. Ricorderete che una famosa informativa del Sid sulla bomba di Piazza Fontana parlava della complicità di un'ambasciata cinese. Anche Andreotti citò questo particolare, che è stato sempre ignorato dalla storiografia. E invece i filocinesi i contatti con la Cina li avevano eccome. Ulteriori elementi si possono desumere dall'archivio Mitrokhin. Il rapporto Impedian 101 parla dell'agente Loreto, un nome in codice dietro cui si nascondeva " il responsabile della sezione filo-cinese del Partito Marxista-Leninista in Italia. È possibile che sia stato coinvolto nelle attività tecniche del partito. 'Loreto' fu reclutato dal KGB nel 1969 e passò informazioni su cittadini cinesi e organizzazioni filo-cinesi in Europa. 2. Nel gennaio 1977, preziosi agenti della Residentura del KGB a Roma ricevettero stipendi mensili in rubli. 'Loreto' ricevette 170 rubli al mese." A queste testuali parole dell'archivista Mitrokhin faceva seguito l'annotazione probabilmente del Sismi che non era stato possibile identificare l'agente Loreto. Vero o no che sia, oggi il sospetto che dietro Loreto si celasse proprio Ermanno Mello è abbastanza forte. Più difficile sarà dimostrare che, come sostenne Jan Sejna, i filocinesi italiani fossero una mera invenzione russa per identificare i "compagni" che fuoriuscivano dalla dottrina sovietica. 



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