domenica 4 agosto 2024

La parte sbagliata della storia

 

C'è una "pillola" di Mino Pecorelli, uscita su OP il 20 febbraio 1979, un mese prima che il giornalista fosse ucciso, che può gettare nello sconforto molti notabili italiani.

Partiamo dall'omicidio. Grazie al lavoro della giornalista Raffaella Fanelli, oggi sappiamo che probabilmente fu Licio Gelli il mandante del delitto Pecorelli e il movente un articolo che il giornalista stava preparando sul Venerabile e su Federico Umberto D'Amato. 

Che cosa avrebbe scritto? Beh una risposta ormai è possibile darla in modo esplicito, perché in questo stralcio, o "pillola" tipica di OP, ci sono dei chiari messaggi in codice, che il giornalista molisano inseriva per rivolgersi segretamente al suo interlocutore.

All'epoca soltanto Gelli, che Pecorelli conosceva personalmente, poteva cogliere certe allusioni.

Pecorelli dice in sostanza questo: attento Gelli, Antonio Viezzer, generale del Sid noto come il professore, mi ha portato il dossier Cominform, quello in cui il Sifar nell'immediato dopoguerra svolgeva un'analisi dettagliata sulla tua presunta appartenenza ai servizi segreti comunisti. 

In realtà aggiunge poi il riferimento a "un lungo elenco di nomi", che nel dossier Cominform, che ho nel mio hard disk e l'ho letto, sono esattamente 55 nomi di persone o militari che avevano collaborato con i tedeschi e che furono girati ai partigiani. Per quanto ne sappiamo, comunque il fascicolo è incentrato solo su Licio Gelli di Pistoia, per di più era già all'epoca molto vecchio, infatti Pecorelli lo scrive, all'inizio. 

È possibile che Pecorelli, citando alla fine la massoneria, voglia far capire a Gelli che in mano ha anche la lista della Loggia P2, appunto un lungo elenco di nomi "traditi" e un "segreto di Stato". All'epoca nessuno poteva saperlo. Si era parlato in generale di P1 e P2 ma senza divulgare liste.

Il riferimento al dossier Cominform serve a spiegare quel "traditi". Gli iscritti alla P2 probabilmente, o la stragrande maggioranza di essi, sa di aver lavorato per la Nato, non per il Patto di Varsavia. Cosa succederebbe se leggessero il loro nome su OP?

Perciò, attento Gelli, - chiude il giornalista - non è mia abitudine rivelare segreti di Stato, ma se non li pubblico è soltanto perché anche Viezzer è un iscritto alla P2, una fratellanza di massoni di cui non mi fido più.

Gelli a quel punto era di fronte a un bivio: o fare qualcosa per zittire il giornalista oppure rischiare una reazione dei generali. 

Le liste, nel 1981, uscirono grazie alle inchieste della magistratura, ma ci sono due ipotesi. La prima era stata proposta già nei mesi successivi alle prime inchieste: che fosse stato lo stesso Gelli a far trovare i nomi che voleva far conoscere. La seconda tesi, nostra, è che il Venerabile seguendo la Romania, come aveva già insinuato su OP di gennaio 1979, e quindi gli Stati socialisti non allineati, si fosse allontanato troppo dall'ortodossia di Mosca e fosse caduto in disgrazia. Non ebbe più cioè la protezione del kgb. 

Certo è che nel tempo queste informazioni sono state stravolte, complice anche la storia delle inchieste sulla P2, che con la scoperta di Gladio, e poi della vicenda dell'aereo Argo 16, negli anni Novanta prese una piega completamente opposta, andando controcorrente rispetto alla caduta del muro di Berlino e alla fine dei regimi comunisti. P2 per la maggior parte degli storici e per l'opinione pubblica divenne ed è una Loggia massonica stragista della Nato. 

Questo ha fornito al PD-PDS l'illusione che, in fondo, i paesi socialisti e il PCI fossero dalla parte giusta della storia e quindi fosse corretto condannare gli stragisti atlantisti, mentre a Forza Italia e ad Alleanza Nazionale questa situazione ha offerto lo spunto per costruirsi l'immagine di vittima di un'ingiusta campagna giudiziaria.

Niente di tutto questo. Tutti hanno sbagliato e molti militari di destra dovranno prepararsi a una brutta sorpresa. Bisognava leggere bene la relazione di Tina Anselmi, della Commissione Parlamentare sulla P2, perché la nota parlamentare democristiana scrisse che reputava plausibile che la P2 tramasse in favore dei paesi socialisti.

Purtroppo per i nostri politici, un po' troppo superficiali e impreparati negli ultimi decenni nello studio dei dossier, anche il contesto internazionale sullo sfondo dei nostri saggi dà ragione a Mino Pecorelli.

 


1 commento:

  1. Parlando con Vito Sibilio ho voluto riprendere il dossier Cominform e .. i nomi ci sono, si tratta di 55 collaborazionisti dei nazisti che Gelli cedette ai russi. Chiedo scusa per l'errore, si vede che sto invecchiando. Oppure distrazione. Ero convinto di aver letto tutto il dossier.

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