sabato 17 agosto 2024

Anche il Banco Ambrosiano negli affari di Ceausescu?


Un capitolo a parte nei rapporti tra il Venerabile Licio Gelli e la Romania va dedicato alle banche. Nel già citato scandalo Jimbolia, i finanziamenti per il traffico di petrolio, e forse anche armi di contrabbando dalla Russia alla Serbia, arrivarono dalla Bancorex, uno dei principali istituti di credito rumeni, il quale operava, ma soltanto all'estero, anche durante l’epoca del socialismo reale. 

Si iniziò a collegare la Bancorex alla massoneria italiana intorno al 1993, quando l’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, accusò Andreotti, Martelli e Gelli di essere proprietari della seconda banca rumena. I giornali rumeni si interessarono a queste parole e uscì anche un libro, scritto da Giorgio Cajati: "Il ramo Falcone". Si intravedeva un sistema mafioso internazionale che si stava allargando a macchia d'olio all'est europeo e sul quale, prima di essere ucciso, stava arrivando il giudice Falcone (non a caso il film La Piovra, dalla terza serie in poi, era incentrato su storie molto simili).

Furono i rumeni a identificare nella Bancorex questa seconda banca rumena di Gelli (è meno probabile che vi fossero dentro anche Andreotti e i democristiani; i socialisti chissà). Wikipedia riporta testualmente: “Secondo alcune informazioni, mai ufficialmente riconosciute, tra i suoi primi azionisti figuravano anche alcuni capi della mafia italiana dell'entourage di Licio Gelli , legati al gruppo Propaganda Due”. 

La Bancorex era sostanzialmente il bancomat delle spie di Ceausescu, le quali autorizzavano operazioni in valuta all’estero e poi giravano i relativi introiti capitalistici, vietati dal Patto di Varsavia, su conti esteri segreti intestati a loro stessi. Quando Ceausescu venne fucilato, emersero anche le complicità degli altri ufficiali rumeni. La Bancorex non aveva più un soldo e i cittadini rumeni che lavoravano all’estero e vi versavano i loro stipendi rimasero a secco. Inoltre, per risanare questi istituti di credito furono aumentate le tasse indirette sui carburanti. E’ probabilmente per questo che i conti con il regime comunista non si conclusero con la morte del dittatore e di sua moglie.

Ma la storia della P2 non si ferma alla Bancorex. Bisogna parlare anche di Banca Dacia Felix. Mentre avveniva la liquidazione della Bancorex, intorno al 1999, altri istituti di credito rumeni subivano la stessa sorte. 

Sever Muresan, uno dei principali imputati del fallimento di Dacia Felix, ha scritto un libro, del quale possiamo leggere ampi stralci sul blog: deconspirareafrancmasoneriei. Un paragrafo molto ampio viene dedicato alla Loggia P2 e al Banco Ambrosiano. Secondo Muresan, la tattica della P2 era sempre la stessa e sarebbe stata applicata su ampi settori dell’economia rumena degli anni Ottanta e Novanta. Prevedeva - scrive - “il fallimento della banca, apparentemente attraverso l'instaurazione di un conflitto interno, poi il suo risanamento. Il meccanismo è stato applicato con successo nel caso della Banca Ambrosiano (1991), di alcune banche in Bulgaria e, attualmente, agisce su BDF (Banca Dacia Felix, ndr).”

Le affermazioni sono molto pesanti e rischiano di avere notevoli ripercussioni in Italia. Anche perché, come abbiamo visto riportando le affermazioni del blogger Vladimir Alexe, il Sismi era al corrente della presenza di una possibile, probabile, seconda lista segreta della Propaganda Due.

Infatti, tornando un attimo sullo scandalo Jimbolia, i due piduisti che venivano citati nelle inchieste giudiziarie rumene, ovvero Caiumi e Lonardoni, nonché Arnaldo Petrucci, altro fantomatico massone, non risultano essere presenti nella nota lista di 962 presunti iscritti alla Loggia P2. Né si parlò mai di agenti della Securitate rumena di Ceausescu. Ma allora come poté cedere il Sismi, per 160mila dollari, i nomi degli agenti rumeni presenti nella P2? Chi aveva informato i nostri servizi segreti? E perché questi nomi furono venduti alla Romania e non piuttosto girati alla magistratura italiana che indagava sulle stragi?

Quello che ci sembra certo è che gli affari di Licio Gelli con la Romania non riguardavano solo gli abiti a basso costo su cui la Guardia di Finanza italiana svolse degli accertamenti, ma molto altro: probabilmente armi e speculazioni finanziarie, come del resto fu accertato dalla giustizia rumena. Peccato che anche in quel caso le tremila pagine di verbali furono insabbiate dopo un rimpallo di competenze. Quando di mezzo ci sono le responsabilità di alti funzionari dello Stato, purtroppo non è facile arrivare a dei colpevoli. E’ così in Italia, figurarsi in democrazie più giovani come la Romania.


Lascio spazio ora al testo originale del blog deconspirareafrancmasoneriei su Banca Dacia Felix.

Sever Mureşan, uno dei grandi perdenti del crollo della banca Dacia Felix, ha scritto un libro autobiografico in cui presenta la sua versione del crollo che ha portato la BDF al punto di liquidazione. Bisogna leggere "La verità e solo la verità su Sever Mureşan" per capire cosa è successo nella banca considerata di grande successo. Mureşan ritiene che in questo caso sia coinvolta una loggia massonica.

 "Coinvolgimento della loggia massonica italiana Propaganda 2 nel caso della Banca Dacia Felix".

"Incoraggiare e sfruttare gli errori della Banca Dacia Felix è stato un processo concertato e gestito in modo professionale. Fu accelerato con la comparsa in Banca Dacia Felix dell'italiano di origine rumena Ion Ilie Mania, condannato nel 1979 a un anno di reclusione per falso e falso, perseguito dalla Guardia di Finanza Italiana, sospettato di legami con la Sicurezza dell'epoca. 80, in contatto con la Massoneria italiana – di cui sono noti e confermati i legami con l'ex Sicurezza rumena.

La conferma dei legami di Mania con la massoneria italiana è proprio l'elezione, a Ginevra, dell'avvocato Charles Poncet per la cosiddetta “difesa degli interessi” della Banca Dacia Felix contro (!) Sever Mureşan. Lo stesso Charles Poncet è stato condannato per complicità in falso negli affari della Banca Ambrosiana Italiana (nota per il finanziamento della Massoneria).

I legami di Poncet con Licio Gelli, capo della loggia massonica Propaganda Due «P2», sono già stati confermati: Charles Poncet, attuale avvocato della BDF, è stato condannato a due anni di carcere per i reati di ordinazione e assistenza ad un contabile di Jersey (paradiso fiscale) redige documenti falsi necessari a coprire una transazione inesistente di 10 milioni di dollari, ricevuta dal collaboratore di Poncet da Licio GELLI su un conto svizzero.

D'altra parte, Charles Poncet ha stretti legami con Laurent Kasper-Ansermet, il giudice istruttore che si occupa, a Ginevra, del caso Dacia Felix: per esempio, è stato suo consulente in un affare legato a un altro famoso fallimento, quello di Noga Hilton. In questo caso è stata avviata una procedura di revoca dell'immunità del magistrato contro Laurent Kasper-Ansermet, in quanto avrebbe appoggiato un tentativo di estorcere denaro (2 milioni di franchi svizzeri) all'imputato, tramite il commercialista incaricato della perizia del caso.

Allora, la stessa Banca Ambrosiano fu quella che sembra aver sostenuto finanziariamente il movimento, puntando alla creazione di una loggia transilvana separata dal movimento massonico romeno (Cluj, marzo 1997 – Andre Szekvary).

In terzo luogo, elementi del movimento massonico P2 sembrano infiltrati nell'attività della Banca Agricola. Recentemente, il procuratore generale della Romania, Sorin Moisescu, ha identificato la penetrazione di importanti settori dell'economia rumena con elementi della loggia P2 guidata da Licio Gelli"...

..."Il coinvolgimento della massoneria nella traiettoria della BDF è Non casuale, considerata la confluenza dei suoi interessi con il movimento monopolare. L'appetito di questo gruppo per le banche si manifesta, secondo le indicazioni che abbiamo finora, secondo lo stesso meccanismo: il fallimento della banca, apparentemente attraverso l'instaurazione di un conflitto interno, poi il suo risanamento. Il meccanismo è stato applicato con successo nel caso della Banca Ambrosiano (1991), di alcune banche in Bulgaria e, attualmente, agisce su BDF."



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