sabato 17 agosto 2024

Le spie di Ceausescu nel cuore della Nato


Uno dei precursori meno noti della Loggia Propaganda 2 fu la rete Caraman, un gruppo di spie della Romania che agì a Parigi, in Francia, durante i primi anni della guerra fredda. Lo scopo sembra fosse quello di controllare le decisioni strategiche della Nato, sia a livello militare, sia industriale. Uno degli artefici di questa organizzazione, attiva certamente dagli anni Cinquanta alla fine dei Sessanta, fu il dittatore Ceausescu. 

Proponiamo quindi un altro brano della ricostruzione storica del blogger Vladimir Alexe, con cui dimostra in maniera efficace che Russia e Romania hanno mantenuto strette e occulte relazioni politiche, sia durante il regime di Ceausescu, a suo dire tutt'altro che indipendente da Mosca, sia dopo la caduta del muro di Berlino, quando entrò in gioco anche la mafia russa.


IL SETTORE COSTIERO: IL CONTRABBANDO CON IL PETROLIO RUSSO, SULL'ASSE RUSSIA-ROMANIA

La tragedia della guerra nella ex Jugoslavia e l'embargo decretato dall'ONU hanno alimentato, come in ogni guerra, anche il periodo dell'embargo, lo sviluppo dei grandi business del contrabbando della mafia. nel caso dell'Operazione Jimbolia - contrabbando di petrolio e prodotti petroliferi, importati (principalmente) dalla Russia nel settore costiero e transitati clandestinamente attraverso la Romania in Jugoslavia - l'associazione della mafia di Stato con la mafia locale nonché con strutture della mafia internazionale mostra un tale grado di interoperabilità, una scrupolosità nell'organizzazione transfrontaliera dell'operazione di contrabbando (che ha coinvolto alti funzionari statali, ufficiali dei servizi segreti, insieme a capi della mafia internazionale), tanto da divenire un vero e proprio simbolo della forza dell'economia sommersa, patrocinata dalla mafia russa ("Comunità - K"), in Romania e nell'Europa sudorientale, con l'aiuto della clientela politica e imprenditoriale locale. In questa prospettiva la filiale di Costea e l'operazione Jimbolia non vanno viste solo come un business in tempo di guerra ed embargo. Il caso Costea-Jimbolia si presenta come un'operazione speciale, di guerra economica, condotta (con successo) dalla Russia contro la NATO, e nella quale il regime di Iliescu ha coinvolto segretamente la Romania al fianco di Mosca. una conferma della linea rossa con il Cremlino, dell'asse Mosca-Bucarest, che ha funzionato anche dopo il dicembre '89, sotto il regime di Iliescu.

Dello stalinista Dej, attraverso un'abile operazione di disinformazione, si affermò che era diventato nazionalista e che si era opposto, dopo il 1958, a Krusciov. Ma il 1958 è anche l'anno in cui la rete Caraman, che agisce principalmente su ordine di Mosca, diventa attiva presso la sede della NATO a Parigi.

Di Ceausescu - portato al potere in Romania da Breznev - si affermò poi che si trattava di un leader comunista nazionalista. Il mito fondatore del regime di Ceausescu era, come è noto, la cosiddetta indipendenza dall’URSS e dall’orso del Cremlino . tuttavia, dopo la presa del potere di Ceausescu nel 1965, la rete Caraman continuò la sua attività di spionaggio anti-NATO, a favore del KGB e del GRU sovietici, da Bruxelles, lì dove nel frattempo si era stabilito il quartier generale dell'Alleanza del Nord Atlantico.

Solo nel 1969, dopo la caduta del gollismo in Francia e il riorientamento di Georges Pompidou in politica estera, la rete Caraman si sciolse. Responsabile della rete, gen. Mihai Caraman, è tornato a Bucarest, dove ha assunto per un certo periodo la guida delle operazioni della DIE (Direzione per l'informazione esterna) in Europa occidentale.

La rete Caraman aveva quindi agito contro la NATO per più di un decennio, sia sotto il regime del nazionalista Dej (1958-1965) che sotto il regime del nazionalista Ceausescu (1965-1969), la rete di fatto si sciolse da sola.  E non seguendo alcun ordine speciale da Bucarest.

Il regime di Iliescu, dopo l'89, ha continuato la tradizione del filo rosso con Mosca, dell'asse segreto Russia-Romania, e l'operazione Jimbolia è rilevante per noi soprattutto in questa prospettiva.

In secondo luogo, l’operazione Jimbolia dimostra che la Romania – come ho già dimostrato – rimane la porta strategica della Russia verso i Balcani, anche dopo il 2000. Per riconquistare influenza nei Balcani, la Russia ha bisogno del corridoio rumeno, così come un tempo aveva bisogno della Polonia e Corridoio polacco, per esercitare la sua influenza nell'Europa centrale. Insomma: l’operazione Jimbolia, del 1994-1995, aveva un carattere geostrategico, prima ancora che geoeconomico. Lo dimostrano i fattori coinvolti, sia interni che esterni.


Abbiamo cercato conferme su questa rete Caraman, del tutto sconosciuta sui siti web italiani. Sembra che il blogger Alexe abbia ragione su ogni dettaglio. L'operazione Caraman prese il nome dal capo della Securitate rumena, Mihail Caraman, il quale aveva infiltrato la Nato a Parigi con una fitta rete di spie, che erano al servizio non soltanto della Romania, ma anche dei bulgari e dei russi. Le rivelazioni uscirono sui giornali solo verso la metà degli anni Novanta, quando i principali quotidiani francesi iniziarono ad accusare di spionaggio a favore della rete Caraman l'ex ministro della difesa francese, socialista, Charles Hernu, che era morto già dal 1990. La fonte erano i servizi segreti francesi, ma il dossier, che era stato consegnato al presidente Mitterand nel 1992, fu da quest'ultimo considerato un segreto di stato e non rivelato prontamente all'opinione pubblica. 

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