giovedì 17 settembre 2020

Famosa agenzia viaggi proteggeva la CIA?


Una famosa agenzia di viaggi svizzera avrebbe permesso agli agenti americani della CIA di infiltrarsi in Italia. Per farlo avrebbe utilizzato un suo dipendente in continuo contatto con i carabinieri. Queste rivelazioni furono fatte ai cecoslovacchi nel 1960 da un giornalista dell’Unità. Dovrebbe trattarsi di Mario Petrucci, che era anche direttore dell’agenzia viaggi Italturist e impiegato nella segreteria del PCI. Il dossier, tuttavia, riporta erroneamente, in alcuni documenti, anche il nome di Matteo Petrucci.

Tutto sarebbe partito da un’intervista, rilasciata non si sa dove. E’ il contenuto del documento 15, del 10 giugno 1960, della cartella 342, dedicata appunto all’Italturist. L’agenzia incriminata sarebbe Hotelplan, una famosa agenzia di viaggi tuttora esistente in Canton Ticino, nella Svizzera italiana, mentre in Italia è stata inglobata nel colosso Alpitour.

L’accusa è pesante. L’agenzia avrebbe lavorato sui viaggi turistici solo all’apparenza, e costantemente indebitata, mentre avrebbe agito come vero e proprio sportello informativo per gli agenti americani che dovevano recarsi in Italia in incognito. I buchi di bilancio di Hotelplan sarebbero stati sistematicamente coperti dagli Stati Uniti, la cui sede sarebbe stata posta a Zurigo, esattamente come quella di Hotelplan.

Viene citato più volte il direttore e fondatore di Hotelplan, Ghisetti. Questi sarebbe stato un agente americano, per giunta con precedenti legami anche con la Germania nazista. Un altro personaggio ricorrente in questa storia è un certo Biodo o Bodo. Sarebbe stato lui a intrattenere rapporti con i carabinieri e i servizi segreti italiani, che si affidavano a Biodo/Bodo per conoscere i nomi dei turisti italiani appartenenti al PCI.

“Hotel Plan” (nei documenti il nome dell’agenzia compare staccato) avrebbe avuto in Italia due sedi, una a Milano e un’altra a Roma. Stando a un altro rapporto del dossier 342, completamente in Italiano, ossia il numero 35, la sede di Roma, mal gestita e sempre in deficit, sarebbe servita a Ghisetti soltanto “come ufficio di rappresentanza con i suoi contatti continui che ha a Roma con le autorità governative.”

L’altro personaggio misterioso è Biodo/Bodo (i nomi nei documenti spesso sono storpiati e privi delle doppie consonanti). Sicuramente si tratta di Eraldo Bodo, che compare anche in un altro dossier, il 000, cioè quello contenente i potenziali contatti o soggetti da attenzionare in Italia. Nella scheda numero 93, l’Stb annotò che questo Bodo lavorava per alcune ditte cecoslovacche: KOVO, Pragoexport, Ceramics Skloexport. E aveva frequenti relazioni commerciali con gli ungheresi. Che si tratti della stessa persona lo dimostra il suo indirizzo di residenza: via degli Amedei (o Amadei) 8 - Milano, ossia quello della sede milanese di Hotelplan, il cui nome, tuttavia, nel dossier 000 non compare.

Petrucci, ingaggiato come spia dai cecoslovacchi anche per captare eventuali “provocazioni” americane alle Olimpiadi di Roma 1960, avrebbe trovato nel 1956, sulla scrivania dell’ufficio, un biglietto comprovante questi contatti tra Hotelplan e i carabinieri, tuttavia non sufficienti a dimostrare come vera tutta questa storia, fatta soprattutto di supposizioni. Il documento 15 si chiude infatti con un altro sospetto del firmatario del rapporto, il solito Lesnik: che Hotelplan abbia lavorato, guarda caso, solo con cittadini americani, “che rimangono misteriosamente sempre in Italia”, pur senza essere in cerca di lavoro e senza un’attività vera e propria.

Nel corso della sua “collaborazione” spionistica, Petrucci si sarebbe servito di una persona avida di denaro, almeno secondo quanto scritto nei documenti: un certo Omodei, che aiutò Petrucci ad aprire l’agenzia Italturist. La conoscenza tra Petrucci e Omodei sarebbe iniziata nel 1958. In quel periodo, Omodei lavorava nella segreteria del socialdemocratico e futuro presidente della repubblica, Saragat. In seguito, venne licenziato e si mise a lavorare per Italfide.

I cecoslovacchi erano molto interessati a intrattenere contatti con le agenzie viaggi, perché attraverso queste società sarebbero entrati e usciti dai paesi sovietici i cittadini stranieri. E a quei tempi il passaggio di frontiera non era affatto semplice. Ne sanno qualcosa Luigi Ceccobelli e il suo amico Scargetta che furono arrestati nel 1977. Viaggiavano proprio con una di queste agenzie dell’Italturist. Le spie dell’Stb avevano, inoltre, il sospetto assillante che tra questi turisti si potesse nascondere qualche spia del patto Atlantico o della Germania Ovest.

I contatti tra l’Stb cecoslovacco e Mario Petrucci si interruppero già il 22 maggio 1962. A quanto pare, a suggerire questa soluzione fu la brillante carriera che Petrucci stava intraprendendo nel Partito Comunista, le cui posizioni politiche, dopo l’invasione dell’Armata Rossa in Ungheria del 1956, non coincidevano sempre con quelle del Politburo.