martedì 20 dicembre 2016

Clima, rivivremo l'annata 1889-90?


Che tempo farà nel 2017? Molti mass media vi bombarderanno con le previsioni più strampalate. In realtà da alcuni anni, seguendo i concetti basilari della seconda legge di Newton, stiamo riuscendo a prevedere, prima di tutti gli altri, quale sarà a grandi linee l'andamento del tempo atmosferico sull'emisfero boreale. Newton disse: "l'accelerazione di un oggetto è proporzionale alla forza F che agisce su di esso e inversamente proporzionale alla sua massa m". In fisica si chiama anche "secondo principio della dinamica". Nel solstizio d'inverno a nostro giudizio una forza esisterebbe, e sarebbe il vortice freddo che dal Polo Nord inizia a muoversi, più o meno compatto, verso sud, verso le fasce temperate. Quella spinta, unita alla forza di Coriolis che rimane costante, genererebbe una serie di ondulazioni che vanno dal 20-21 dicembre fino allo stesso periodo dell'anno successivo. Le osservazioni che abbiamo svolto per puro divertimento hanno dato ottimi risultati. Si può prevedere il clima che avremo su un ampio territorio nelle varie stagioni dell'anno, basterebbe trovare una spinta del vortice polare nel solstizio d'inverno simile a quella attuale. Tuttavia non sempre, come abbiamo detto più volte, la circolazione atmosferica si mantiene identica, anche qualora si avverasse la situazione che abbiamo appena descritto. Secondo le nostre stime l'anno che più si conformerà all'andamento climatico del 20-21 dicembre 2016 è il 1889-90.
 

Un confronto tra il clima del 20/12/1889 (a sinistra) e del 20/12/2016 (a destra).

domenica 18 dicembre 2016

Un omonimo di Marra fra i Casalesi?


Cosa ci fa un Raffaele Marra in un articolo del quotidiano La Stampa del 1997, nel quale veniva descritto come rapitore di Casal di Principe?
Un uomo con questo nome lo stiamo vedendo tutti, da qualche giorno, mentre nell’auto dei carabinieri, coprendosi il volto con i polsi ammanettati, si avvia verso il carcere. La stessa solfa la leggiamo sui giornali di destra, di centro e di sinistra: il braccio destro del sindaco di Roma, Virginia Raggi, è stato arrestato per corruzione. L’indagato è un uomo di 44 anni, napoletano di origine, che si sarebbe fatto corrompere da un imprenditore per concedere favori. Sembra una nuova inchiesta sul tipo di Mafia Capitale. Eppure un Raffaele Marra, di 23 anni (il Marra attuale ne avrebbe avuti 25, all’epoca), venne arrestato nel 1997 perché scoperto dai carabinieri mentre cercava di incassare i proventi di un sequestro di persona nel casertano, a Casal di Principe, la terra storica dei Casalesi, il clan camorristico di cui parla nei suoi libri lo scrittore Roberto Saviano. Ma Marra e i suoi complici, altre tre persone, non risultavano coinvolti nei traffici dei Casalesi.

venerdì 16 dicembre 2016

Intimidazioni mafiose nel novarese


Sono costretto a scrivere purtroppo un articolo sulle intimidazioni che ricevo personalmente nella zona in cui abito per lavorare. Da quando nel 2009 accettai di trasferirmi in questa zona per effettuare servizi televisivi, non ho fatto altro che subire maltrattamenti ingiustificati, minacce telefoniche, minacce nel condominio, processi senza avvocato, richieste di soldi dall'ente che gestisce le pensioni dei giornalisti, pur senza percepire stipendio nei giornali da parecchi anni. E questo dopo essere stato attirato con l'inganno. Sembra quasi un gioco sadico. Non ho potuto denunciare niente perché i carabinieri, la polizia e la finanza mi cestinavano in continuazione le richieste di aiuto. 
Ora vengo addirittura cancellato da tutte le scuole (di Novara? del Piemonte? d'Italia? dell'Europa? Sarò dannato anche oltre la morte?) per aver rifiutato di subire pressioni da genitori e da dirigenti interessati evidentemente alla promozione degli alunni al di fuori dello scrutinio, ma anche all'umiliazione di un insegnante che si era permesso di assegnare voti sgraditi. Non bastava farmi fuori con la prepotenza in quella media inferiore, allora. Si vuole ottenere molto di più. Devo pensare che i dirigenti siano tutti maleducati e arroganti nella stessa maniera? Vogliono copiarsi tutti nella corruzione? Ci sono persone, molto in alto evidentemente nella politica, nello Stato e non solo, che cercano un capro espiatorio per la mafia che è nel loro territorio. Forse sono loro stessi mafiosi, e non se ne rendono conto. Anzi ne sono certo. Vi copio la definizione di mafia presa dal vocabolario Palazzi: "Unione segreta di persone di ogni grado e di ogni specie che si danno aiuto nei reciproci interessi senza rispetto a legge né a morale; non sempre la mafia ha per fine il male, ma i mezzi che essa usa sono sempre illeciti; era diffusa un tempo in Sicilia". 
Mi sembra che ci siamo. Fino ad oggi ho già collezionato oltre 20 (venti) contratti a tempo determinato del Miur. Lo avevo rimarcato lo scorso anno scolastico a un altro dirigente prepotente della zona, il che dimostra in quale maniera scriteriata e irriguardosa venga usato dalle scuole pubbliche (ma in questo non sarò l'unico spero, viste le regole assurde che ci sono). Un ulteriore contratto, se arrivasse, non migliorerebbe la situazione. Ma ciò che oggi mi lascia senza fiato è l'arroganza di un dirigente che arriva a firmare un decreto, come se fosse un ministro, o un giudice. E mi espelle. Non saprei nemmeno cosa rappresenti e cosa valga una sentenza, perché viene citato il codice civile, di un impiegato statale con incarichi dirigenziali. Però siamo arrivati a questo: a un "atto di supremazia" come quelli dei re anglicani del '500. Oppure si tratta di un proclama napoleonico di fine '700. Di certo sono quei processi contro cui si batteva Cesare Beccaria nel "Dei delitti e delle pene". 




giovedì 15 dicembre 2016

A Marassi la farsa dei recuperi


La credibilità del calcio italiano è sempre più a rischio. E’ andata in scena sul campo di Marassi, a Genova, l’ennesima farsa dei recuperi. Stavolta è toccato a Genoa e Fiorentina disputare una partita che era stata sospesa per le cosiddette cause di forza maggiore. L’11 settembre 2016 le due squadre erano scese in campo, avevano provato a fronteggiarsi, ma si erano dovute arrendere alla pioggia dopo meno di mezzora. Per la precisione erano passati 28 minuti al momento del triplice fischio del direttore di gara, e il risultato era di zero a zero. Arbitrava Banti. C’erano scappati due ammoniti, uno per parte. Questa sera la gara è stata recuperata. I nostri dirigenti testardi come i muli hanno fissato il fischio d’inizio sul 28esimo del primo tempo. La gara deve continuare, a tutti i costi. Ma con quali giocatori? Da quel giorno di settembre tante cose sono cambiate: nuovi infortunati, giocatori fuori forma, nuovi capricci degli allenatori. E un altro arbitro. Fortuna che il mercato di gennaio ancora non è scattato. Perché come era prevedibile gli allenatori hanno stravolto le formazioni. Gli allenatori, evidentemente autorizzati così dal direttore di gara, hanno proceduto durante la partita ad altre tre sostituzioni per parte. E così il conto salirebbe a sette-otto cambi per ciascuna formazione nella stessa partita.

mercoledì 14 dicembre 2016

Terremoti, il Ministero studiava il nordest


Mentre proseguono senza sosta i terremoti nell’Italia centrale, i cittadini possono leggere online dati sconfortanti sull’impegno dell’Italia nella prevenzione. Dalle relazioni dell’Istituto di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) che il Ministero per l’istruzione l’università e la ricerca aveva approvato fino al 2009, cioè al tempo del terremoto dell’Aquila, si scopre che gli studi si erano concentrati soprattutto nella zona del Friuli Venezia Giulia. Per quanto riguarda l’Italia centrale e meridionale abbiamo trovato solo alcuni progetti nella relazione del 2005 dell’OGS. Il presidente dell’OGS Iginio Marson scrisse che stavano proseguendo e venivano incrementate le attività di prevenzione sismica in Friuli e in Veneto. Si stava inoltre sperimentando un sistema di telerilevamento dei terremoti chiamato “While drilling”, adottato in collaborazione con l’Eni.

domenica 11 dicembre 2016

“Onorevole non spari!”


Non avrà certamente urlato queste parole Paolo Tomassoni quando si vide estrarre contro una pistola, perché lui e il feritore avevano appena 22 anni, ma le avrà pensate molti anni più tardi. Carlo Ciccioli, colui che tirò fuori l’arma al termine di una lite, e gli sparò contro cinque colpi, di strada ne ha fatta molta, in effetti. E’ divenuto un onorevole del Parlamento Italiano, ma soprattutto un noto volto della politica regionale marchigiana di Alleanza Nazionale-Fratelli d’Italia. Con una macchia, però, molto grossa, che non ha mai rivelato. Forse solo i suoi più intimi amici conoscono questo episodio. Era il 25 dicembre del 1974. Era da poco passato Natale, era notte in piazza Cavour, nel centro di Ancona nel 1974. La cronaca dice che Ciccioli avvicinò Tomassoni, esponente della sinistra extraparlamentare, e che la discussione degenerò in una scazzottata. Secondo il resoconto dell’Unità, più approfondito, Ciccioli rimase contuso alla faccia e con un trauma cranico. Ma ciò non toglie che prendere una pistola, come lui fece, una Flobert calibro 6, di quelle dei film western di Sergio Leone (io avevo la versione giocattolo da bambino), e sparare non è un gioco per studenti universitari quale era l’esponente di Fratelli d’Italia, anche se quelli erano pur sempre gli anni di piombo. L’onorevole non poteva dirsi un tiratore scelto, evidentemente, o non voleva ferire l’avversario politico: dei cinque colpi solo uno centrò la coscia sinistra di Tomassoni, il quale fu ricoverato in ospedale con prognosi di dieci giorni.

Contro l'ipocrisia del degrado apolitico


Vorrei prendere una posizione pubblica riguardo alle dichiarazioni del giornalista Andrea Massaro del Resto del Carlino sui monumenti di Ancona. Mi piacerebbe chiamare collega questo signore ma il rapporto di lavoro non è mai stato idilliaco tra me e lui, mentre non lo considero nemmeno un conoscente a livello privato. Diciamo che la foto che ha scelto per il suo profilo pubblico rappresenta perfettamente anche il tipo di comportamento che manteneva all'interno del luogo di lavoro: atteggiamenti da capo di una gerarchia militare. Non tanto accettabile nel mondo intellettuale. Che ne dite? Tuttavia fidandomi del nome altisonante del giornale effettuai oltre dieci anni fa diversi articoli sul degrado e curai una particolare rubrica del Resto del Carlino sul recupero dei monumenti del capoluogo dorico. Scrissi ovviamente molti articoli anche sulla storia della città, ma senza alcuna finalità politica. Ho sempre inteso, e l'ho ribadito più volte, Lucio Martino non potrebbe negarlo, quegli articoli come contributi che inviavo per un'ipotetica pagina sulla cultura e la storia locale. Vogliamo dirla tutta? Sono stato vicino a un partito di centro-destra nel periodo in cui scrivevo per il Carlino, e farà scandalo sapere che mi sedevo a cena vicino a personaggi più o meno autorevoli, ma comunque schierati da una certa parte. Eppure loro stessi possono testimoniare che non ho mai concesso, neppure agli amici, una riga di più di quello che era giusto in un grande quotidiano. Lo spazio era dedicato alla gente dei quartieri. Addirittura venivo scambiato per un giornalista di sinistra, che non potrò mai essere. Ora da alcuni anni leggo che in qualità di vice-caporedattore Andrea Massaro scrive un fondo del giornale facendo opinione proprio sui temi del degrado, dell'arte e, più di rado, della storia. Proposto in questo modo è innegabile che il tema sfondi il confine dell'ambito politico, soprattutto in questi mesi nei quali alcuni esponenti del centro-destra, di Forza Italia in particolare, hanno lanciato battaglie per rifare la scalinata del Passetto o togliere l'amianto dal palazzo del Comune. Mi sembra di aver letto così. Anche il Movimento 5 Stelle, a Roma, cavalca quel tipo di notizie. E allora non sono più d'accordo, non voglio essere trascinato come ex collaboratore in questa storia. Perché un conto è salvaguardare la cultura anconetana, un altro è utilizzare questi temi per fini politici. Del resto parlare della città o della vita civile, nonostante nel giornalismo esista la cronaca bianca, equivale in ogni caso a proporre temi per governare la città. Al Resto del Carlino ho spesso sentito dire che non bisognava far politica. Anzi a dirlo era proprio Andrea Massaro che afferma di essersi laureato in Scienze Politiche. Sarebbe più giusto invece tornare a parlare di politica, in questo senso: dire chiaramente nelle riunioni quotidiane come la si pensa, confrontandosi prima di scrivere un articolo. Un giornalista di Radiodue che conobbi durante l'università giustamente ci avvertiva che basterebbe un aggettivo per modificare il senso di un articolo. I giornali apolitici non esistono, sono ancora più pericolosi di quelli politici. Ad esempio che senso ha la famosa "par condicio" pre elettorale? Se fossi un editore potrei mai accettare di lasciare spazio gratuito nelle interviste a personaggi che sanno solo parlare il linguaggio dell'insulto e della filippica? E perché dovrei? Non lo accetterei per niente. Spendo i miei soldi, scrivo le mie idee. Ognuno faccia così, e allora alle urne vincerà veramente chi vuole governare questo paese con competenza. Ma è il passato che mi spaventa. Alcuni esempi eclatanti indicano chiaramente che Massaro sta andando fuori strada. Molto fuori strada. Un utilizzo della cultura a fini propagandistici avvenne alla fine degli anni '80 del '900 sapete dove? Nella Serbia di Milosevic, dove vennero riscoperte stragi del fascismo esclusivamente per colpire gli ustascia per i quali simpatizzava il presidente croato Tudman. La stampa serba - ha detto recentemente la tv svizzera in un documentario - fu invasa dalle inchieste storico politiche di Milosevic. Sappiamo bene come è andata a finire, con quali orrori e con quante perdite umane è stato pagato il prezzo dell'odio lanciato sui giornali di regime. Ma lo stesso varrebbe al contrario, pensando a quanto scrivono certi quotidiani italiani sulle Foibe di Tito. E' storia? E allora lasciamola agli storici, porca miseria! Tornando in Italia credo pertanto che la città, i suoi luoghi, i suoi monumenti, e il suo degrado, se ancora c'è, siano degli anconetani. Siano loro a stabilire cosa va mantenuto e cosa stona, come è sempre stato, almeno quando sul Resto del Carlino scrivevo anch'io.

giovedì 8 dicembre 2016

Le strane amicizie militari di Carminati


In un’intervista uscita il 6 dicembre 2016 sulla Repubblica, al termine di un’intervista concessa dal criminale dei Nar Massimo Carminati, il giornalista ha riportato importanti parole dell’onorevole Marco Minniti. “Escludo - ha affermato il sottosegretario alla presidenza del consiglio - che Carminati abbia avuto o abbia rapporti con i servizi segreti”.
E’ solo l’ultima stranezza che stiamo registrando nella telenovela giudiziaria nota con il nome di Mafia Capitale. Massimo Carminati non era affatto imprendibile come venne scritto al momento del suo arresto per le tangenti di Mafia Capitale. E questo lo avevamo sospettato. Era stato arrestato più volte. Sul Corriere della Sera veniva inoltre descritto in un articolo del 17 aprile 1993 come “amico di servizi segreti e neofascisti”. Pertanto l’onorevole Minniti dovrebbe correggere le sue affermazioni rilasciate sotto giuramento durante il processo. Se è vero che Carminati non è più un informatore dei servizi segreti, prima sicuramente lo era. Ma non solo. Era persino amico di certi militari dell’Arma dei carabinieri, con i quali nel neanche tanto lontano 1999 aveva svaligiato le cassette di sicurezza del tribunale di Roma.

mercoledì 7 dicembre 2016

Una guerra civile negli anni di piombo


Una guerra civile all’interno della Loggia P2, tra i servizi segreti filo-israeliani e vicini alla Cia, guidati da Gianadelio Maletti e controllati politicamente da Andreotti, e il supersid di Vito Miceli, filo-arabo e amico di Gheddafi, vicino probabilmente anche alle Brigate rosse e ai terroristi tedeschi della RAF. E’ in questo scenario occulto che sembra si siano verificate negli anni di piombo le stragi di Stato da una parte e le azioni terroristiche delle Brigate rosse dall’altro. In sostanza, stiamo dicendo che Guido Giannettini, quando accusava nella sua informativa del 1974 il Mossad, il servizio segreto israeliano, dei depistaggi sulle bombe di Stato, stava probabilmente raccontando la vera storia d’Italia. Ma aveva soprattutto ragione Eugenio Scalfari nell’essere molto duro con la Democrazia cristiana di quegli anni, parlando di Moro e Andreotti quali referenti della Loggia P2.

venerdì 2 dicembre 2016

Minacce gravissime da dirigenti di Stato


Un dirigente scolastico di Novara, oggi, si è permesso di minacciarmi perché avevo assegnato voti troppo bassi in analisi logica agli alunni di una terza media della provincia. Voleva che alzassi quei voti, minacciando di aprire un "procedimento" nei miei confronti, senza minimamente preoccuparsi dello scarso rendimento dei suoi alunni. Era interessato soprattutto al giudizio dei genitori. Cercava quindi il consenso, come va di moda nella politica populista attuale. Non voleva lamentele per i voti. Per l'ennesima volta quindi sono costretto a rinunciare a incarichi di lavoro che erano ben remunerati. Ma è evidente che non si può lavorare sotto ricatto. 
In questo caso avrei dovuto seguire la classe per tutto l'anno scolastico. Avevo perciò previsto un programma per cercare di ottenere comunque qualcosa dai ragazzi. Ma i fatti odierni, ovvero una inaccettabile ramanzina, con urla come al solito sulla faccia da parte del dirigente, mi hanno impedito di lavorare serenamente e liberamente. In queste acrobazie oratorie a Novara si erano già distinti un maresciallo dei carabinieri, durante una mia denuncia buttata via perché non ero forse raccomandato, e un amministratore di condominio, il quale si stava portando via centinaia di euro senza motivo. Come al solito mi viene impedito di difendermi. La corruzione nello Stato dilaga. Nessuno parla, nessuno mi fa scrivere la verità sui giornali locali, e nessuno ovviamente a Novara prova vergogna. 
Già alcuni giorni fa gli alunni di questa terza media mi avevano contestato con una certa arroganza, sia pure senza eccessi come mi era capitato in altre scuole. Un'alunna, molto pittoresca, avrebbe meritato la prima pagina sulla Stampa o sul Corriere di Novara: aveva detto testualmente che il suo 4 in realtà era un 7, perché aveva sbagliato meno della metà degli elementi da riconoscere. Avevo quindi chiesto agli alunni se volevano un 6 politico. La gravità degli errori mi sembrava tale da non meritare nemmeno un mio commento. In genere sono noto nell'ambiente per essere largo nei giudizi. Penso che il mio 4 sia in realtà un 2 o uno zero. 
Invece oggi il dirigente ha pensato bene di dare ragione agli alunni, pretendendo che alzassi i voti. Semplicemente ridicolo. Non solo. Viste le mie resistenze, è andato in classe, dopo che già aveva fatto irruzione durante le mie ore senza scusarsi, e ha aperto un vero e proprio processo contro di me, raccogliendo e scrivendo su un taccuino le testimonianze degli alunni su ciò che avevo detto nella consegna dei compiti. Una specie di processo all'untore di manzoniana memoria. Ha quindi sostenuto, inventando accuse senza senso, che avevo umiliato gli alunni avvertendoli che, con quegli errori in italiano, avrebbero fatto fatica alle scuole superiori. Beh, cosa pretendeva che raccontassi, qualche favola? Ho cercato di spiegare al dirigente che a me non farebbe piacere sentir chiedere dai professori delle superiori: "Chi è quel cane che ci ha mandato questo alunno?" Al che ho avuto la seguente risposta: "Tanto lo dicono lo stesso". E' proprio una "buona scuola" questa novarese.

giovedì 1 dicembre 2016

Renzi inventa il senato nazimaoista


Casualmente facendo zapping sono finito il 30 novembre 2016 sull'intervista di Vespa a Renzi andata in onda sulla Rai. La dialettica del premier è sempre accattivante, mi piace. Poteva colpirmi e spingermi verso il fronte del sì di questo referendum sulla riforma del Senato.
Tuttavia viene come al solito inquadrato solo il problema della riduzione delle spese. Stessi giornalisti, stessa solfa, evidentemente. Vespa non se lo ricorda, ma la Costituzione che il presidente vuole cambiare puntava verso un progressivo allargamento delle rappresentanze, tant'è che nel 1970 nacquero le regioni, e anni dopo furono aumentate le province. Dal 1998 è in vigore la legge Bassanini per un ulteriore decentramento amministrativo. Nasce dunque con Renzi una Costituzione totalmente nuova? Sicuramente sì, perché, in caso di vittoria del sì al referendum di domenica 4 dicembre, gli amministratori locali raddoppierebbero le loro competenze e punterebbero verso Roma, dove andrebbero a sostituirsi ai senatori. Diventerebbero dei diretti funzionari di Roma, come ai tempi di Diocleziano nell’antica Roma imperiale. Ci avvicineremmo al modello delle cosiddette democrazie popolari dell’ex URSS e della Cina.