sabato 20 marzo 2021

L’errore fatale dei Vopos

 

I Vopos (Volkspolizei) dell'ex DDR in una foto in pubblico dominio

Un tragico errore o un’imprudenza? Sembra che alcuni documenti d’archivio, facilmente accessibili eppure ignorati dai giornali italiani, possano spiegare la dinamica dell’assassinio di Benito Corghi, avvenuto in un tragico giorno d’agosto del lontano 1976. Corghi, 38 anni all’epoca dei fatti, sposato con due figli già grandi, era un autotrasportatore della ditta ARA. Tra il 4 e il 5 agosto, mentre cercava di attraversare con il suo camion la frontiera di Hirschberg, tra ex Germania Est ed ex Germania Ovest, rimase ucciso dai Vopos (Volkspolizei), la polizia di frontiera della DDR. 

Pochi parlano ultimamente di questo fattaccio. Se lo fanno è perché Corghi è nella lunga lista dei martiri della libertà, quei poveracci che persero la vita, in guerra fredda, cercando di varcare quel confine tra democrazia e comunismo: la cortina di ferro. Eppure dietro la morte di questo giovane camionista c’è una storia ben più grande che coinvolge l’intero apparato economico del Partito Comunista Italiano. Corghi quel giorno non scappava dalla Germania Est, semplicemente faceva il suo mestiere di trasportare carne dai paesi socialisti all’Occidente capitalista. La versione più accreditata dei fatti, raccontata dal Messaggero e da Wikipedia, è questa: dopo aver superato il checkpoint della DDR, Corghi sarebbe stato bloccato al successivo checkpoint della Germania Ovest per un intoppo burocratico. La polizia occidentale avrebbe contestato al camionista che mancava un documento importante, senza il quale non avrebbe potuto procedere. Corghi avrebbe voluto tornare a prenderlo, ma la polizia di Bonn lo avrebbe avvertito: se lo fa, la procedura di espatrio viene annullata. Il trentottenne, originario di Reggio Emilia, avrebbe quindi parcheggiato l’automezzo e sarebbe tornato indietro a piedi, nella corsia dei camion, mettendo in allerta i Vopos dell’ex DDR. Sarebbe seguita l’intimazione a fermarsi con le mani alzate e, poiché Corghi si era spaventato e aveva fatto dietrofront, sarebbero partiti i colpi mortali. A sparare fu un ventenne soldato dei Vopos: Uwe Schmiedel. Processato nel 1994, quando la Germania era tornata unita, fu assolto - afferma Wikipedia - perché “i giudici conclusero che non aveva intenzione di uccidere la sua vittima”.

Ma c’è una versione leggermente differente. Il 9 agosto del 1976, alle ore 16:59 partì un cablogramma dall’ambasciata statunitense di Bonn. Il documento è disponibile su Wikileaks. A firmarlo fu Martin J. Hillenbrand, ambasciatore dal 1972. Rivolgendosi al segretario di Stato raccontò la ricostruzione che gli era stata fatta da Von Arnim del “gruppo di Bonn” dell’ex Germania Ovest. Le cose sarebbero andate in questo modo. Giunto al confine di Hirschberg, Benito Corghi avrebbe superato entrambe le frontiere alle 3 del mattino, e si sarebbe allontanato per le strade dell’ex Germania Ovest. Dunque, nessun problema burocratico lo avrebbe bloccato al checkpoint occidentale. Sarebbe invece stato il guidatore di un altro camion a fargli notare che gli mancavano dei documenti importanti. Doveva tornare a riprenderli. Sempre nel racconto di Von Arnim, Corghi avrebbe riflettuto sul da farsi. Aveva superato tante volte quella frontiera, sapeva che per tornare e poi di nuovo rifare all’inverso il percorso avrebbe impiegato tanto tempo. Quindi avrebbe deciso di parcheggiare il camion, lasciando al suo interno anche i documenti, e si sarebbe allontanato a piedi varcando il ponte, percorrendo la strada che separa un checkpoint dall’altro. Il Vopos a quel punto avrebbe intimato l’alt, ma Corghi non avrebbe udito l’urlo del militare per il viavai di camion che doveva esserci a pochi metri da lui. E quando capì di essere sotto tiro era troppo tardi per ripensarci. Partirono gli spari e Corghi perì in questo assurdo modo pochi minuti dopo, quando la sentinella della DDR, come da procedura, corse verso di lui per soccorrerlo e condurlo in ospedale, a Jena. 

Von Arnim proseguì il suo racconto all’ambasciatore Hillenbrand. I Vopos non sapevano chi fosse la loro vittima. Alcune ore dopo chiamarono il checkpoint dell’ex Germania Ovest per sapere se un camionista stesse tornando per recuperare dei documenti. Il giorno dopo, chiamarono la ditta di trasporti e chiesero se potevano far ritirare i documenti a un altro camionista. Solo alle 17 i Vopos compresero cosa fosse successo. La tragica realtà si manifestò: non solo avevano ucciso un italiano, ma addirittura un iscritto al Partito Comunista. 

Perché ciò era accaduto? E soprattutto come mai Corghi aveva deciso di attraversare quei checkpoint a piedi e senza documenti? Era convinto che l’avrebbero riconosciuto, per giunta alle 3 del mattino, con l’inevitabile foschia che si forma in quelle lande tedesche anche in piena estate? Un po’ difficile da credere, anche se gli autotrasportatori li conosciamo e sappiamo dell’attenzione che pongono ai tempi di consegna. Si scopre, tuttavia, grazie al libro Vodka Cola di Charles Levinson, che era stato da poco siglato un accordo tra l’Istituto del commercio estero italiano e la compagnia della Germania Est chiamata Nahrung-Export, che deteneva - affermava il libro - “il monopolio del commercio della carne e collabora da molto tempo con le cooperative del PCI”. Il coordinamento era curato da Umberto Cardia, della commissione del partito comunista per la cooperazione economica internazionale. In sostanza, spiegava Levinson, Berlino Est aveva la possibilità di esportare merce in Occidente senza i vincoli che vigevano nella CEE. Ne era perciò nato un giro d’affari molto vantaggioso che partiva dall’acquisto, da parte della DDR, a tassi molto vantaggiosi, di carne in Bulgaria, Ungheria, Romania e proseguiva con lo smercio della stessa nei mercati della Coop italiana, ai prezzi alti dei prodotti occidentali. Questa operazione, che l’autore del libro chiamava “frode gigantesca”, aveva fruttato alle casse del PCI ben 40 miliardi di utile netto. Corghi sarebbe rimasto ucciso in circostanze misteriose in uno di questi trasporti, poiché l’ARA, la ditta per la quale lavorava, era legata al PCI, che l’avrebbe trasformato a quel punto in un martire. 

Andò veramente così? I vari documenti convergerebbero verso questa soluzione: la fretta di concludere il trasporto, e poi l’importanza dei documenti, non tanto per il checkpoint occidentale, quanto per le ditte comuniste, che dovevano inserire la carne nei mercati italiani con ogni garanzia di qualità. Qualche dubbio, in ogni caso, resterà sempre.


giovedì 18 marzo 2021

Sanità pubblica e Covid: ci potevamo fidare?

 

Vi proponiamo una carrellata di quanto usciva sui giornali italiani, riguardo alla Sanità statale italiana, fino a pochi mesi prima dell'emergenza Covid. Il web è pieno di notizie come quelle che leggerete. Basterebbe metterle in fila per fare la storia della nostra Malasanità. Noi ci abbiamo provato, anche se piuttosto velocemente. I lettori potranno suggerirci le modifiche più opportune, regione per regione. Però sappiamo anche, da un anno a questa parte (perché dal febbraio 2020 le voci dei tanti giornali si sono unite), che "per evitare la pressione sugli ospedali" serve "una stretta sugli spostamenti" dei cittadini. E' partita la caccia agli untori del Covid. Eppure la "stretta" più opportuna sarebbe dovuta scaturire dall'esito dei tanti processi per corruzione degli anni scorsi. Che fine hanno fatto? Probabilmente saranno rimasti impigliati nelle maglie burocratiche dei DPCM, e rinviati a data da destinarsi. Intanto, via alle "strette" sui cittadini.

Quotidianosanità.it, 3 marzo 2016

Mafia. Da Nord a Sud la sanità è bottino ghiotto. Allarme Direzione Antimafia su appalti e servizi.

Di Lucia Conti. La mafia sta cambiando. E non è una buona notizia. La sua penetrazione all’interno di appalti e servizi pubblici, infatti, è aumentata, ma si è anche estesa a nuovi ambiti, come la sanità. Dove, “senza sparare un colpo di arma da fuoco, gli imprenditori delle mafie sono entrati nelle ASL, nei Comuni e negli Ospedali”. L’allarme nella Relazione Annuale della Direzione nazionale antimafia.

LOMBARDIA

Repubblica, 16 ottobre 2015

Di Alessandra Corica. Milano, i manager della sanità tremano per le inchieste: due terzi indagati, ma non mollano. C'è chi ha portato in ospedale l'inventore di Miss Padania, chi suona nella band di Maroni e chi "scattava sull'attenti" con Mantovani. Panoramica dei direttori generali nominati da Formigoni, spesso ben lontani dalla condizione di "piena autonomia" richiesta dalla legge. Eccoli, i direttori generali della sanità regionale: piccoli reucci del territorio. In sella da anni. Inamovibili, a dispetto di indagini o rinvii a giudizio che, al massimo, li possono far tremare. Ma mollare, no: quello mai. Del resto, ogni anno la poltrona frutta uno stipendio di 154mila euro più premi di risultato intorno ai 30mila, in base alle pagelline annuali (le prossime dovrebbero arrivare entro fine mese): guai a perderli.

LIGURIA

Repubblica, 17 gennaio 2019

Asl 5 e tangenti, adesso è indagato anche il direttore generale. Di Marco Lignana. La Procura chiude le indagini per le 11 persone arrestate ad aprile, fra i nuovi nomi iscrive anche il manager Conti per corruzione e turbativa d'asta; il legale: "Faremo le nostre valutazioni".

VENETO

Il Gazzettino, 15 Giugno 2014

Inchiesta tangenti, appalti sanità nel mirino: torta da 2 miliardi di euro.  La partita "ospedali" è nel mirino degli inquirenti, chiacchierata da tempo per quei costi spropositati di alcune strutture sanitarie. Uno su tutti il "Protonico" di Mestre, costo complessivo 738 milioni per curare un centinaio di pazienti quando ad un centinaio di chilometri c’è un centro attrezzatissimo. 

EMILIA ROMAGNA

Quotidianonsanità.it, 02 ottobre 2019

Corruzione su protesi, 15 indagati tra Toscana, Lazio ed Emilia Romagna. Coinvolti 7 medici. La società romagnola che commercializza in Italia le protesi ortopediche della multinazionale francese Ceraver avrebbe offerto ai medici una serie di benefici in cambio dell’utilizzo esclusivo delle sue protesi. In particolare ai medici ortopedici del Lazio veniva chiesto di inviare i pazienti presso una clinica lucchese. Gli interventi andavano a gravare sul bilancio della Regione Toscana secondo le regole previste per la mobilità extraregionale.

MARCHE

Anconatoday.it 18 luglio 2019

Di Stefano Pagliarini. ASUR Marche, tangenti per pilotare appalti: 10 indagati e sequestri. Tangenti per pilotare appalti milionari, Asur nella bufera: indagati e raffica di sequestri. La Procura di Ancona ha aperto un'inchiesta che getta nell'occhio del ciclone l'ASUR Marche, dove ci sarebbe stato da anni un giro di tangenti per accedere agli appalti dei servizi delle strutture sanitarie.

VALLEDAOSTA

Aostacronaca.it,  23 novembre 2019

Lo scandalo dei letti dell’ospedale mandati in discarica. 400 letti ora distrutti dell’ospedale Parini, comprati dieci anni fa e ormai fuori uso per manutenzioni e riparazioni costose e, quindi, non più utilizzabili nelle loro funzioni integrali. Bisogna allora pensare a una conversione a letti fissi o valutare una rigenerazione?

PIEMONTE

Espresso di Repubblica, 19 novembre 2013

Di Roberto Di Caro. Maxi ospedale mai finito. La vergogna nelle Langhe. Sono passati vent'anni dai primi finanziamenti. Dieci dalla prima pietra. E la struttura è ancora in costruzione. Su un terreno franoso ritenuto non edificabile: perché regga sono stati necessari 900 pali in cemento. E la strada per arrivarci costerà dodici euro al millimetro. Cronaca di uno scandalo a Verduno, la terra del tartufo.

LAZIO

Il Messaggero, 2 Luglio 2016

Lady Asl, confiscati beni a dirigente: case e conti per 8 milioni. I carabinieri del nucleo investigativo di Roma hanno dato esecuzione a un decreto di confisca dei beni emesso dal Tribunale di Roma - Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di Sergio Aiello - noto alle cronache come uno dei principali indagati nell'indagine «Lady Asl» sulla Sanità nel Lazio - su richiesta della Procura della Repubblica di Roma.

CAMPANIA

Ilrinascimentonews.it, 24 ottobre 2019

Sanità, terremoto in Regione Campania. 39 indagati. Risultano indagati anche un funzionario della Regione Campania, l’ex direttore generale dell’Asl di Caserta Mario De Biasio, nonche’ l’ex sindaco di Castel Volturno (Caserta) Dimitri Russo con tutti i suoi ex assessori e consiglieri comunali, e il presidente di Aiop Campania (Associazione Italiana Ospedalita’ Privata) Sergio Crispino, nell’indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha portato all’arresto dell’imprenditore della sanita’ Vincenzo Schiavone, titolare della clinica Pineta Grande di Castel Volturno, finito ai domiciliari; altre due misure sono state notificate al collaboratore di Schiavone, Domenico Romano, e al funzionario della Sovrintendenza Paesaggistica Giuseppe Schiavone (omonimo dell’imprenditore).

CALABRIA

La Stampa, 9 luglio 2016

Inchiesta appalti all’Asp di Reggio Calabria, 17 indagati per concorso in peculato. Sono coinvolti gli ex direttori generali e commissari dell’azienda sanitaria provinciale. Nel misterioso mondo dell’Asp (azienda sanitaria provinciale) di Reggio Calabria una ditta di pulizie può ricevere centinaia di migliaia di euro al mese senza avere uno straccio di contratto o aver vinto un regolare appalto. E può sfruttare questa anomalia per anni, fino a incamerare una cifra che supera i 6 milioni di euro. La Procura di Locri ha notificato l’avviso di chiusura indagini a 17 tra attuali ed ex amministratori dell’Azienda provinciale, tutti accusati di concorso in peculato.

SICILIA

La Repubblica, 18 febbraio 2017

Appalti, indagato il manager dell'Asp di Palermo. Antonio Candela è accusato di falso in atto pubblico nell'ambito dell'inchiesta sui lavori all'ospedale di Palazzo Adriano. Avviso per altre sei persone, tra cui l'ex dirigente generale Cirignotta. 

SARDEGNA

Sardiniapost.it, 14 Giugno 2018

Medici e infermieri accusati di truffa e assenteismo, chiusa l’indagine Asl. La Procura di Sassari ha chiuso le indagini relative alla vicenda giudiziaria che coinvolge quattro medici e sei infermieri del Poliambulatorio di Sorso, finiti sotto inchiesta, alla fine di marzo, per assenteismo.

MOLISE

Primopiano.it, 11 ottobre 2012

Ecco i nomi dei 30 dipendenti Asrem sospesi dal servizio. I carabinieri hanno notificato il provvedimento cautelare a 30 indagati: “Erano d’accordo per truffare lo Stato”. 

BASILICATA

Basilicata24.it, 7 luglio 2018

Concorsi con tracce svelate in anticipo e punteggio stabilito a tavolino. Il ruolo dell’ex dg dell’Asp. Giovanni Bochicchio. Indagato anche l'ex direttore dell'Asp, e attuale dg del Crob, per il concorso per la copertura di un posto di dirigente amministrativo indetto dall'Azienda sanitaria di Matera.

UMBRIA

Umbriajournal.com, 13 aprile 2019

Sanità, arresti Umbria, 35 persone indagate, anche la presidente Catiuscia Marini. Indagati per aver influenzato influenzato l’esito dei concorsi pubblici all’ospedale di Perugia e nella Usl 1. I candidati ricevevano le prove scritte in anticipo e – ritengono gli inquirenti – messi nelle condizioni di vincere i concorsi. Per questo sono finiti agli arresti domiciliari il segretario del Pd dell’Umbria Gianpiero Bocci e l’assessore regionale alla Salute e coesione sociale Luca Barberini, il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Emilio Duca, il direttore amministrativo Maurizio Valorosi.

ABRUZZO

Abruzzoweb.it, 6 marzo 2017

Appalto ospedali, in manette imprenditore Colasante e funzionaria della ASL Chieti. Lanciano. “Se a qualcuno viene in mente di incrociare questi dati, siamo nei guai”. Una frase profetica, quella intercettata di una tra i 9 indagati dell’inchiesta della procura della Repubblica di Lanciano denominata, appunto, “Dati incrociati”, che ha portato a scoprire un giro di fatture gonfiate per la fornitura di certi servizi nei presìdi ospedalieri della Asl Lanciano-Vasto-Chieti.

FRIULI VENEZIA GIULIA

Ilgiornale.it, 24 aprile 2018

Friuli Venezia Giulia, la sanità al collasso dopo 5 anni di giunta dem. Riduzione dei posti letto, pronto soccorso affollati e lunghe liste di attesa: tutte le criticità della sanità targata Pd. Fedriga: “La riforma Serracchiani-Telesca ha devastato la Regione”.

TRENITINO ALTO ADIGE

Ladige.it, 28 gennaio 2018

La maxi inchiesta: sanità e mazzette, 7 indagati. Sono sette le persone indagate per la maxi inchiesta sulla sanità pubblica. Un'indagine che coinvolge fornitori e imprenditori che operano nel settore medico e dirigenti dell'Azienda sanitaria di Trento, ma anche di quella di Bolzano. Sotto la lente della magistratura, ci sono decine di gare d'appalto, che riguardano la fornitura di attrezzature sanitarie, strumentazione medica, arredi e bandi per la manutenzione degli ospedali della regione (ma non ci sarebbe invece la progettazione del nuovo Polo sanitario Trentino).  

TOSCANA

Gonews.it, 22 novembre 2018

Inchiesta Asl Prato, Alberti: "Indecente comportamento, allontanare subito gli indagati". “Quattro anni di truffe e esami regalati a parenti e amici sono uno scandalo di proporzioni catastrofiche per la sanità toscana – dice il consigliere regionale Jacopo Alberti - quello che è accaduto a Prato disintegra il tanto sbandierato ‘modello’ toscano del sistema sanitario una volta per tutte. E per adesso sono emersi 44 indagati, chissà quanti altri e per quanti anni è stata portata avanti questa truffa, quanti si sono voltati dall’altra parte e non hanno denunciato comportamenti scorretti. Non è possibile che nessuno si sia accorto di nulla in tutti questi anni”.

PUGLIA

Repubblica, 27 ottobre 2019

Puglia, la sanità come merce di scambio. "Se ci intercettano saranno guai". Le carte dell'inchiesta foggiana in cui il presidente della Regione Michele Emiliano è indagato con l'assessore Salvatore Ruggeri. Dai verbali emergono le pressioni per i vertici della Asl di Foggia.


mercoledì 10 marzo 2021

La lotta all'inquinamento è solo di facciata?


Vorrei sottoporvi un problema che è sorto a Novara, ma che potrebbe riguardare molte altre città. La giunta ha iniziato a bloccare, in periodi nei quali l'inquinamento dell'aria supera il livello di guardia, le auto diesel Euro 4, tra cui quindi anche la mia Alfa Romeo. Il problema è che i vigili e l'assessore del comune ritengono di dover multare anche le diesel che montano dispositivi per la limitazione delle emissioni di PM10, come il filtro antiparticolato. Sembra proprio che nella terminologia utilizzata dalla pubblica amministrazione vi sia una confusione sul senso della sigla di Euro 4, da loro ritenuta una semplice omologazione di un tipo di carburante, mentre dai documenti presenti sul sito dell'ACI, ad esempio, e non solo, risulta molto chiaro che Euro 4 sono norme molto severe per limitare le emissioni di PM10. Infatti il mio libretto di circolazione afferma espressamente che la mia automobile "rispetta" la norma delle Euro 4, cioè rispetta i vincoli molto severi imposti dalle norme europee. 

A una mia richiesta di chiarimento, l'impiegato dell'assessorato alla viabilità di Novara si è giustificato affermando che, testuali parole: "le limitazioni alla circolazione dei veicoli ad omologazione euro 4 alimentazione diesel derivano dall'Accordo del 09 giugno 2017 sottoscritto dal Ministro dell’Ambiente e dai Presidenti delle regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto", e soprattutto che: "tale l'accordo prevede il blocco progressivo dei veicoli che sono ritenuti più inquinanti, non in senso assoluto, né in relazione all'anno di immatricolazione, ma in relazione alle emissioni generate e al superamento dei valori limite di determinati inquinanti nell'aria (PM10, PM2,5 Biossido di Azoto, etc), peraltro appena sanzionato da parte della Comunità Europea." 

Ma una simile determinazione risulta in netto contrasto con lo stesso significato dell'omologazione Euro 4, che sul sito dell'ACI viene così definita: “Euro 4 / Euro 5 : i veicoli euro 4 ed euro 5 sono quelli di concezione piu’ recente, attrezzati con i dispositivi per l’abbattimento delle emissioni inquinanti piu’ avanzati, rispondenti alle ultime direttive europee in materia che impongono restrizioni piu’ severe rispettivamente dal gennaio 2006 e dal gennaio 2008”. Ora, come già scritto all'impiegato del comune di Novara, è vero che la tecnologia corre velocemente, ma non è un controsenso definire le Euro 4 “attrezzate con i dispositivi per l’abbattimento delle emissioni inquinanti”, salvo poi decidere, anni dopo, di estrometterle dalla strada perché inquinanti? Secondo quali nuovi studi, leggi o analisi viene sancita questa discriminazione dei motori diesel, tanto da annullare la validità stessa della certificazione Euro 4?

martedì 2 marzo 2021

Il presidente dell'ENI Mattei fu ucciso dagli americani?

Enrico Mattei (1906-1962), in un'immagine in pubblico dominio sul web.


Un giornale ungherese, uscito nel 1963, sembrava certo che la morte dell'ex presidente dell'ENI, Enrico Mattei, schiantatosi con il suo aereo vicino all'aeroporto di Linate il 27 ottobre del 1962, fosse dovuta a un attentato degli americani. Il movente? La supremazia a stelle e strisce sul petrolio, ma anche la necessità di bloccare tutti i tentativi di costruire relazioni politiche e commerciali tra est e ovest. 
Specifichiamolo bene: non è detto sia questa la parola fine sul giallo. Ho messo il punto interrogativo nel titolo, e tengo a sottolinearlo, perché se si entra nel dettaglio degli esecutori, Enzo Biagi scriveva che fu la spia francese Laurent dello Sdece a sabotare l'aereo di Mattei. Ma Laurent dello Sdece compare come spia doppiogiochista del Kgb nell'archivio Mitrokhin. Quindi, o Biagi si sbagliò e Laurent non c'entra niente, oppure la storia è più complessa di quanto i giornali (certo non liberissimi) comunisti volevano far credere.


Giovedì 27 giugno 1963 - Amerikai Magyar Szó

La guerra del petrolio

Da: VICTOR PERLING

Il presidente Kennedy lanciò una campagna per impedire le relazioni commerciali est-ovest, lanciando un'altra fase di aspre accuse. Le esportazioni consentite dagli Stati Uniti ai paesi socialisti furono ridotte a quello che erano quattro anni fa nel 1962, e i funzionari statunitensi si imbarcarono in una campagna di propaganda perpetua che fece pressione sui governi stranieri, i leader politici, la NATO e i membri del mercato comune per recidere importanti relazioni commerciali con i paesi socialisti. Gli obiettivi principali di questa campagna includono la prevenzione del noleggio di barche, la costruzione di navi, la vendita di tubi petroliferi di grande diametro all'Unione Sovietica e l'acquisto di petrolio sovietico.

Il presidente e il signor Rusk seguono esattamente le istruzioni del Rocke Feller-Standard Oil Group.Il 26 ottobre 1962, un "sottogruppo" della Commissione Eastland tenne un'audizione sulle esportazioni sovietiche di materiali strategici. Un senatore era qui: l'uomo di Rockefeller, Keating. È apparso un testimone Egv: George T. Piercy, direttore della Standard Oil (New Jersey), ha riassunto i risultati del National Petroleum Council, che erano stati precedentemente messi a disposizione delle agenzie governative competenti.

Piercy si è lamentato del fatto che l'aumento delle esportazioni petrolifere sovietiche, insieme alla costruzione di raffinerie da parte dei governi e delle società non appartenenti al cartello nei paesi consumatori, mina il monopolio mondiale del cartello "Seven Big". Ha poi identificato il monopolio dei cartelli guidati dalla Standard Oil con la sicurezza degli Stati Uniti e ha spiegato che la pressione economica dei cartelli da sola non era sufficiente per raggiungere l'obiettivo; pertanto, è necessaria un'azione comune da parte dei governi capitalisti. Ha elencato gli sforzi già compiuti dalla NATO e dal mercato comune, ma ha chiesto un'azione molto più forte da parte del governo degli Stati Uniti per fermare il commercio di petrolio e articoli correlati.

Washington ha rispettato le richieste. Ho già scritto sui tentativi di rendere impossibile a Cuba il noleggio di navi mercantili. Nonostante i principali rapporti di trionfo del successo di questo tentativo, il Journal of Commerce ha presto riconosciuto che non vi era stata alcuna interruzione delle spedizioni cubane e che l'Unione Sovietica aveva ricevuto solo un piccolo costo aggiuntivo rispetto al semplice riorganizzazione delle spedizioni. Dal 15 marzo, il charter delle navi capitaliste è aumentato nel commercio cubano, e questo è già stato apertamente riconosciuto.

L'Unione Sovietica sta espandendo notevolmente la sua marina mercantile, diventando così indipendente dalla carta capitalista nel suo commercio estero in via di sviluppo. Costruisce navi, acquista navi vecchie e costruisce navi in ​​fabbriche straniere. Il Giappone ha consegnato alle officine di costruzione navale il più grande ordine di petroliere della storia - a un prezzo equo e con un contratto di prestito di 6 anni. Lo ha chiesto il governo degli Stati Uniti. affinché il governo giapponese risolva il contratto. Il primo ministro Jkeda era incline a soddisfare il desiderio di Washington e ha chiesto ai costruttori navali di modificare i loro termini di credito liberali, ma gli appaltatori di costruzioni navali, alcuni dei quali appartengono al gruppo Zaibatsu, hanno abbastanza influenza per mantenere i loro termini originali. Nel frattempo, i costruttori navali britannici ei loro lavoratori gareggiavano per ottenere un ordine sovietico per i loro cantieri inattivati.

È attualmente in costruzione una grande rete di condutture, che svolgerà un ruolo di primo piano nell'espansione dei piani di esportazione sovietici. Sulla linea principale iniziale del gasdotto, dall'Ura al fiume Volga (in parte già costruito), verranno posati tubi di 40 pollici di diametro che non furono realizzati nei sovietici prima del 1962. Grandi contratti furono conclusi con vari paesi capitalisti per l'acquisto di tali tubi e da essi furono anche consegnate enormi quantità. Il governo degli Stati Uniti è quindi intervenuto e ha convinto la NATO a prendere una decisione contro tali trattati. La decisione è stata accettata dal governo della Germania occidentale, respinta dal governo italiano; la risposta del governo giapponese non era stata ancora resa pubblica fino a quando non apparvero queste righe.

Ma l'Unione Sovietica ha reindirizzato alcuni ordini dalla Germania occidentale alla Svezia, piazzando nuovi ordini in Inghilterra e, se lo desidera, nel frattempo, potrebbe moltiplicare la propria capacità di produzione di tubi da 40 pollici e aumentarla di dieci volte quest'anno. Nonostante le contromisure occidentali, era determinato a terminare la posa degli oleodotti in tempo. Come si può giudicare dalla reazione rabbiosa di Mannesman Tubes e Phoenix Rheinrohr, l'effetto finale dell'intera azione sarà quello di accelerare il "cambio di trono" all'interno del governo Adenauer.

Il governo degli Stati Uniti chiede al governo britannico di non accettare di acquistare petrolio sovietico. Ci sono anche cose legate alla pressione diplomatica che sono molto caratteristiche delle attività sporche delle compagnie petrolifere e della CIA, i cui dettagli completi potrebbero non essere resi pubblici per anni. Questi includono ^

1. L'apparente assassinio di Enrico Mattéi, il cui aereo si è schiantato lo scorso agosto. Mattéi era presidente della società governativa italiana, ENI, e ha svolto un ruolo significativo nella promozione delle relazioni commerciali est-ovest.

2. La cospirazione fascista baath in Iraq, una settimana dopo che Kassem annunciò la grande scoperta petrolifera e l'imminente costituzione di una compagnia statale per sfruttarla.

3. Accusa da parte dei media occidentali di un grave incendio a Novorossijsk, un porto petrolifero sovietico.

La lotta tattica procede con fortissima e mutevole fortuna, ma la campagna contro le relazioni commerciali est-ovest è fallita strategicamente. L'obiettivo degli Stati Uniti di sconfiggere economicamente l'Unione Sovietica e la Cina è crollato durante la guerra di Corea, dopo il successo iniziale nell'interrompere le relazioni commerciali. Ora che il blocco socialista è diventato quattro volte più forte economicamente e ha triplicato le relazioni commerciali est-ovest, e l'economia socialista è incomparabilmente più sana dell'economia capitalista, questo esperimento è al limite dell'impossibilità.

Nel 1961, il primo anno della presidenza Kennedy, il commercio est-ovest crebbe dell'8% e nel primo trimestre del 1963 dell'11%. Contrariamente a qualsiasi rapporto che riporta una riduzione locale, ci sono almeno una mezza dozzina di rapporti sulla crescita su larga scala e, come ha recentemente riconosciuto il Wall Street Journal, ci sono tutte le ragioni per credere che in quest'area sia prevista un'ulteriore rapida crescita .

A causa di alcuni vantaggi economici sperimentali e temporanei dei fondi petroliferi e della promozione dell'interesse politico delle iene di guerra, il governo degli Stati Uniti sta perseguendo una politica che oppone il paese ai suoi alleati, impedisce il movimento per aumentare le esportazioni e aumenta la disoccupazione a livelli che il presidente ha già rilanciato, hai paura.