sabato 30 ottobre 2010
Incidente choc in video su internet, ma è mistero.
martedì 26 ottobre 2010
La Piovra 2: Loggia P2 e omicidio Pecorelli?
La piovra 2 è il film della lotta politica e armata tra
servizi segreti deviati, mafia e legalità. Una guerra mai raccontata che vede da
una parte una specie di Loggia P2, e dall’altra la mafia siciliana e americana,
la quale non accetta i ricatti dei politici corrotti. Cattani e i giudici
onesti si sono ritrovati in mezzo a questa battaglia finendo col perdere molti
uomini, ma scoprendo i nomi della loggia “Itala”. In questo film sono possibili
parallelismi tra il personaggio Marilli, ucciso per il suo doppio gioco, con la vera storia di Pecorelli,
giornalista di OP iscritto alla P2. Facile anche accostare la
Loggia della finzione “Itala” con la P2 stessa, mentre il banchiere Sorbi che si muove
nei salotti politici sembra voler ricordare Roberto Calvi dell’Ambrosiano.
Impressionante la somiglianza tra l’attore che impersona il giudice Bordonaro
con il realmente esistito giudice Gaetano Costa, entrambi muoiono per mano
della mafia. Altero, il vicecommissario che nel film collabora con il giudice Bordonaro, ricorda per molti aspetti il capo della squadra mobile che effettivamente fu alle dipendenze di Costa, Boris Giuliano, ucciso dalla mafia a Palermo nel luglio del 1979. Spicca infine la figura di Cannito, uomo dei servizi segreti
deviati che si suicida. L’unica storia vera che gli si può accostare è quella
del colonnello Massimo Pugliese, accusato per traffico di armi e droga dal
giudice Palermo e poi assolto. Ma molti sospetti inducono a pensare che dietro Cannito si nasconda l'insospettabile Gianadelio Maletti, capo del reparto D del controspionaggio.
Casi giudiziari irrisolti dietro la prima "Piovra"?
Cosa si nasconde dietro le vicende dei primi episodi della "Piovra"? Chi è il commissario Cattani? E Tano Cariddi? Nell'articolo precedente abbiamo provato a rispondere a questo quesito spinti dalle polemiche politiche che, incredibilmente, tiravano in ballo questo film, o comunque citavano quella parola, la piovra appunto, che quasi mai viene accostata ai fatti cruenti, quelli veri, della Mafia. Che cos'è dunque la Piovra? E' il film della Cupola, che parla del vero centro del potere, inteso come potere economico illegale, ma anche politico e finanziario? Potrebbe essere così, del resto uno degli stessi protagonisti del film, Espinosa, il mafioso di Ascona, uno dei capi di una sorta di mafia internazionale, descrive proprio così il potere: è la capacità di unire criminalità, politica e finanza. Sì, ma c'è dell'altro. La prima Piovra, quella delle prime quattro serie, andata in onda tra l'84 e l'89, sembrerebbe essere incentrata su alcuni fatti gravi della storia d'Italia che tuttora non sono stati ben definiti dalle inchieste della Magistratura. Un campionario di schifezze all'italiana che emergerebbe molto meglio a distanza di anni, quando alcuni di questi fatti, descritti dal film della Rai, sono poi emersi anche nelle cronache dei giornali e delle tv. Vogliamo pertanto analizzare il film, dopo averlo rivisto recentemente, attribuendo ad ogni serie una titolazione più appropriata, che è frutto di una personale nostra analisi. La serie uno, dell'84 avrebbe quale tema principale: la Mafia siciliana e le inchieste di Falcone sulle banche. La serie due, dell'86, riguarderebbe le vicende della Loggia P2 e dell'omicidio Pecorelli. La serie tre, dell'87, sarebbe incentrata, secondo noi, sul crac della Banca Privata Italiana e sul traffico di armi di Alì Agca. La serie quattro, dell'89, riguarderebbe invece i rapporti tra Mafia, Politica, Pippo Calò, Tangenti milanesi, e traffico internazionale di rifiuti nucleari. Molto più complesse risultano invece le serie successive, in quanto fuoriescono dai fatti che siamo abituati a conoscere dai quotidiani. Analizzeremo una per una le serie della prima Piovra. E poi anche quelle successive, fino alla Piovra 10.
mercoledì 13 ottobre 2010
Bin Laden: i Talebani gli avevano tagliato le linee telefoniche...
Quello che per gli italiani era il “nemico invisibile” prima dell’11 settembre 2001 pare fosse un pericolo circoscritto. Talmente poco legato ai governi islamici, Talebani compresi, che questi ultimi avevano tagliato le linee telefoniche al “Signore del terrore” e si preparavano a sbarazzarsi di quell’ “ingombrante miliardario-terrorista”. Bin Laden aveva fatto proseliti, ma non al punto da potersi permettere di combattere una guerra, per giunta da solo, contro gli Stati Uniti. Questo appare certo dall’articolo che Repubblica pubblicò il 14 febbraio 1999. Dunque il ricercato numero uno dalla Cia stava fuggendo in quel periodo, ma dove? Forse in Iraq si disse. E le sue tracce si perdettero in questo momento, probabilmente, quando sembrava che la cattura fosse imminente. In un articolo antecedente di Repubblica, del 18 agosto 1998, veniva riportata la descrizione del Sunday Times del rifugio di Bin Laden sulle montagne rocciose dell’Afghanistan. Un trilocale con una stanza dotata di due letti, scomodi materassi e coperte di lana. Ecco dunque il suo quartier generale, visto forse via satellite, ma tutto questo accadeva ben prima dell’attentato alle Torri Gemelle di New York. Eppure la sensazione è che le fonti di stampa del dopo-attentato abbiano cercato di replicare queste informazioni nel momento in cui gli Usa cercavano di dare una risposta, anche sul piano militare, al terrorismo. Chi e perché ha portato gli Usa e l’Italia nel posto sbagliato?
martedì 12 ottobre 2010
Bin Laden profetizzava l'11 settembre 2001... nel 1998 su Repubblica
domenica 10 ottobre 2010
La Piovra X: fantasia, realtà o tragiche coincidenze?
Le dichiarazioni di Silvio Berlusconi, rilasciate a Olbia il 28 novembre 2009, in cui l’ex premier parlava del film La Piovra, lasciano perplessi. Berlusconi disse di voler trovare l’autore del film poiché questo film faceva fare una pessima figura al paese. Eppure La Piovra non è mai sembrato un film vero. Ho seguito tutta la serie da quando avevo 11 anni e l’ho sempre vista come una fiaba. Se fosse stata quella la vera Mafia gli autori e i quotidiani lo avrebbero sottolineato. Quindi solo il cavaliere ha visto in questo film qualcosa di pericoloso. Cosa? Rivedendo la decima e ultima serie emerge una vaga somiglianza tra Berlusconi e il “cattivo” Tano Cariddi. Egli è depositario dei segreti della Mafia, vuole usare le leggi della politica a suo favore ed è fuggito in un castello alle falde dell’Etna. La mafia nel 2001, quando esce il film, poco prima dell’attentato alle Torri Gemelle, è diventata un’Associazione Culturale simile a una setta di cui Tano è leader e si riunisce in uno splendido palazzo. Tano e la mafia nella finzione rimangono sconfitti. Ma l’impressione è che questi personaggi siano più reali di quanto io ho sempre pensato e si muovono sullo sfondo del vero duplice attentato a Falcone e Borsellino.
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