domenica 20 novembre 2011

L'acquisto misterioso dell'ex Caserma Fazio


Il 13 novembre 1991 alla Camera dei Deputati l’onorevole Massimo Pacetti chiese e ottenne dal Parlamento una legge per far acquistare al Comune di Ancona la Caserma Fazio. La legge fu fatta e lo scopo dichiarato per questa operazione era di creare degli alloggi per i terremotati di Ancona del 1972. Il Comune dunque acquistò in più rate questa caserma che era già dello Stato per poi non utilizzarla mai. Un fatto grave che emerge oggi grazie al motore di ricerca di Google che ha permesso di reperire sul sito della Camera, quindi da fonte attendibile, questo documento prezioso. Scrissi in un mio articolo alcuni anni fa che trovai alla Caserma Fazio solo un rudere abbandonato e pieno di sporcizia, come escrementi di piccione e tracce di giacigli di sbandati. Il Comune pare abbia però cercato per anni di programmare in bilancio la sistemazione di questa Caserma Fazio, salvo non trovare mai i fondi e poi cercare, recentemente, di venderla. A cosa doveva servire veramente questo edificio?



sabato 19 novembre 2011

I "Missionari dell'Atomo" di Ancona


Un video trovato nel’archivio Luce datato 1955 getta oscuri sospetti su un centro medico che era stato aperto in quel periodo ad Ancona. Il video infatti è uno spot per la ricerca medica basata sugli Isotopi Radioattivi, un nome che oggi è associato a un’arma di distruzione di massa. Gli Isotopi Radioattivi avrebbero dovuto essere utilizzati infatti nelle bombe atomiche per uccidere la popolazione. A cosa serviva allora il Centro Isotopi di Ancona? Secondo gli autori del filmato era utile per la cura del morbo di Basedow e il protagonista di questo video era un ragazzo di Torrette di Ancona che si salvava proprio grazie agli Isotopi immessi nel suo organismo. A dirigere quel centro si scopre dai quotidiani che fu un certo dottor Giocondo Protti, assistito dalla dottoressa Ines Marini, che nel 1955 fu protagonista di uno scandalo per la sua presunta infezione con questi isotopi, infezione da cui guarì.

martedì 8 novembre 2011

Ancona, un'università nell'ossario dei soldati


L’attuale facoltà di Economia e Commercio di Ancona fino al 1966 era un ossario con 9mila scheletri appartenenti a soldati italiani morti nella ex Jugoslavia durante l’ultimo conflitto mondiale. Queste ossa appare accertato che, secondo quanto riportavano i quotidiani dell’epoca, fossero state conservate in piccole cassettine riposte nei locali vuoti della Caserma Villarey, che oggi è stata restaurata e restituita alla cittadinanza sotto forma di splendida ed elegante università. Ma c’è questo giallo che non farà dormire sonni tranquilli né agli studenti, né al rettore che ha permesso la conversione dello stabile a facoltà universitaria. Quanti soldati furono seppelliti provvisoriamente ad Ancona prima di essere trasferiti nel mausoleo di Bari e quale oscuro progetto volle che il monte Cardeto divenisse un cimitero militare?




lunedì 7 novembre 2011

Ancona come Genova: 1959, il torrente esonda, ma non esiste.


La sciagura del 2011 a Genova, con l’esondazione devastante di un torrente, può essere paragonata a quella del 1959 ad Ancona? La risposta è no, perché seppure la dinamica della tragedia, con un fiume di acqua e fango che travolse diverse persone, sembra molto simile, ad Ancona non si trovano corsi d’acqua o dighe che potessero avere la forza di sommergere auto e uccidere la gente. In quel settembre 1959 tutta la Riviera del Conero fu interessata da inondazioni e crolli di abitazioni, nonostante i paesi di queste zone sorgano in cima a delle colline. La descrizione de La Stampa e L’Unità tenne all'epoca, e lo fa tuttora, con il fiato sospeso. Poi la tragedia portò alla costruzione di un misterioso collettore sotterraneo, che costò tanti soldi, ma in tempi recenti è finito sulle cronache dei quotidiani solo per l’incuria, le zanzare e i rifiuti organici che i cittadini hanno detto vi siano stati depositati.

sabato 29 ottobre 2011

La nazionale italiana dell'82 vinse i mondiali con iniezioni di Corteccia Surrenale


La Corteccia Surrenale è una sostanza dopante e lo si sapeva fin dal 1960, sia in Svizzera, sia in Italia. In un’inchiesta che la Lega Calcio aveva svolto incaricandone il medico Gerardo Ottani era infatti emerso che 13 squadre di serie A e 14 di serie B nel 1961 facevano uso di questo farmaco, i cui effetti nel libro scritto dallo stesso professore e intitolato: “Doping e calcio professionistico” erano molto chiari e dicevano questo in sintesi: che potrebbero esserci complicazioni gravi. Tuttavia questa inchiesta è stata presto dimenticata e molti quotidiani hanno liberamente parlato della Corteccia Surrenale e delle sperimentazioni che alcuni medici, tra cui quello della Nazionale il professor Vecchiet, svolsero sui calciatori. Fa davvero scalpore il caso della nazionale che vinse il mondiale del 1982. Dopo Mexico 86 Nela si lamentò: “Ci hanno preparato solo con i farmaci”, che era anche il titolo de La Stampa. Emerse che quella cura di Corteccia Surrenale riguardava anche i mondiali precedenti.


martedì 18 ottobre 2011

DOCUMENTO ESCLUSIVO: le prove sulla Base Conero


I politici italiani sapevano che nel Monte Conero potevano esserci armi pericolose. Il caso che fece emergere queste notizie fu quello dell’arresto per sospetti di spionaggio di tre ecologisti che cercavano informazioni sui tunnel del monte Conero. Alla fine di gennaio del 1984 in consiglio comunale di Ancona avvenne un vivace scambio di domande e risposte tra il deputato dei Verdi, Marco Moruzzi, e il sindaco di allora, Guido Monina. La paura di Moruzzi era che nel Conero vi fossero armi atomiche, chimiche o batteriologiche. Monina smentiva tutto, ma ammetteva l’esistenza di un sito militare nella montagna. Pochi giorni prima in parlamento vi erano state già due interrogazioni parlamentari. La risposta arrivò da parte di Scalfaro nel febbraio 1985, dunque solo un anno dopo. In qualità di Ministro degli Interni, Oscar Luigi Scalfaro, poi indagato nel 1993 per dei fondi neri del Sisde, rammentava agli interroganti che uno dei tre ecologisti aveva in mano “schizzi planimetrici” dei tunnel del monte Conero e riferiva loro delle condanne. Ma aggiungeva che queste stesse condanne sarebbero state cancellate dal casellario giudiziario.

lunedì 17 ottobre 2011

Ufo, "il Monte Conero fonte di energia". Intervista del 2000 al generale Marcelletti


In un’intervista del 2000 il generale dell’Aeronautica Marcelletti parlava di fonte di energia a proposito del monte Conero. Erano avvenuti alcuni avvistamenti e l’esperto del settore al termine di una conferenza ammise che il Conero poteva essere una zona da cui gli oggetti misteriosi possono essere attratti. In una mia inchiesta ho provato ad approfondire questa ipotesi attribuendo la causa di quell'energia del Conero a un esperimento avvenuto nel 1943 negli Usa secondo cui un certo Franklin Reno sarebbe riuscito a far sparire e riapparire una nave da guerra installandovi un campo elettromagnetico. Secondo la leggenda i marinai che si lanciarono in acqua viaggiarono nel tempo e dal 1943 finirono nel 1983. Ma negli archivi dei quotidiani non vi è traccia dell’esperimento, tranne notizie dei vari protagonisti: la nave è realmente esistita ed è finita poi in Grecia; Franklin Reno scrisse invece un trattato di balistica e fu arrestato come spia atomica nei primi anni ’50, subendo una condanna a tre anni di carcere.
                             

domenica 16 ottobre 2011

I misteri e i delitti del Monte Conero


Il Monte Conero nella storia è stato teatro di molte tragedie del mare, di scomparse misteriose e di avvistamenti ufo. Parlare dei tunnel che molto probabilmente sono stati scavati nel monte e dimenticare gli ufo significherebbe non fare una corretta informazione. Ho allora raccolto tutti i casi più misteriosi suddividendoli per categorie. Interessante il caso dell’agosto 1957 quando L’Unità parlò di un oggetto luminoso avvistato nei pressi del Monte Conero e che si sarebbe trattato di un pallone sonda di rientro in una stazione meteorologica. Giustificazione che è peggiore del sospetto. Quale osservatorio c’era nel 1957 in cima alla montagna in grado di inviare palloni sonda? Seguono quindi altri casi su cui riflettere, come le navi fantasma che spesso perdono la rotta nei pressi del Conero quando nevica, o le scomparse inspiegabili quali quella della bimba Pepita, nel 1980, sul Monte Conero. Ciò nonostante, può darsi che questi fatti non siano tra loro collegati in alcun modo.

venerdì 14 ottobre 2011

Un precedente sul luogo del delitto Rea?


Melania Rea è stata uccisa perché era a conoscenza di segreti militari? La mia ipotesi è che la donna abbia visto qualcosa che non doveva vedere nella zona di Colle San Marco, una zona militare collegata tramite le antenne tv al monte Conero, dove si dice vi sia un tunnel segreto. I ripetitori televisivi di Colle San Marco furono al centro di un fatto di cronaca nera il 6 gennaio 1972, allorché un atto vandalico fece saltare in aria la centralina elettrica e oscurò televisivamente la zona di Ascoli. Gli inquirenti, indagando sul terrorista nero G. N., scoprirono che nella zona di Colle San Marco c’era un grande arsenale di armi di vario tipo, segno che la zona era un rifugio per questi malviventi. Niente di ciò è emerso comunque dal delitto Rea la cui ricostruzione dei giornalisti è parsa zoppicante per molti aspetti: sul luogo del ritrovamento del corpo, non ben precisato, sull’importanza non data all’arma del delitto e su quelle siringhe lasciate sul corpo, segno di un depistaggio che però non è stato punito.



lunedì 10 ottobre 2011

La "grande mina" del Monte Conero


Nel 1933 durante il fascismo un certo ingegner Viola riuscì a ricavare del marmo per la costruzione di una scogliera antistante il molo di Porto Recanati con una mega esplosione nel monte Conero. E’ il contenuto di un documento di carattere tecnico conservato nella biblioteca Braidense di Milano. La relazione di questo professore spiegava nei dettagli come il lavoro fosse stato svolto a regola d’arte, attraverso l’installazione di una serie di mine all’interno di cunicoli scavati nella roccia. La zona era stata poi ricoperta prima di far esplodere le mine nella montagna. Lo scopo era quello di provocare lo scuotimento del monte e la conseguente caduta di un picco di roccia con il quale l’ingegnere progettava di costruire la scogliera. Tuttavia nelle foto odierne non si notano tracce della grande esplosione, mentre differenze significative si notano nel disegno tecnico tra la conformazione dello scoglio delle Due Sorelle nel 1933 e la sua forma odierna.



domenica 2 ottobre 2011

La "strage" del cinema Metropolitan di Ancona


Michele Cannarozzo, il maresciallo della finanza considerato per decenni l’attentatore del cinema Metropolitan di Ancona, non poteva trovarsi alle 21 sul luogo della strage. E’ quanto emerge dal confronto delle testimonianze presenti sui quotidiani che raccontavano di quel fatto tragico del 9 gennaio 1955. Si legge infatti sul Corriere della Sera che il questore Calabrese riferiva alla stampa, il giorno dopo l’attentato, che Michele Cannarozzo secondo le testimonianze dei colleghi aveva lasciato il posto di lavoro al porto alle 20.30, per recarsi a casa in via Maratta, cambiarsi e poi andare al cinema Metropolitan, dove i testimoni affermarono di aver visto un uomo lanciare quattro bombe a mano sopra gli spettatori. Ma Cannarozzo a piedi non avrebbe potuto impiegare così poco tempo. Sembra invece che a decapitare le due donne e ferire una quarantina di persone fu un conflitto a fuoco. Difatti, subito dopo le bombe qualcuno sparò in direzione dell’attentatore e la tesi degli inquirenti sarebbe stata facilmente contestabile al processo, se non fosse accaduto che Cannarozzo fu trovato morto tre giorni dopo nei pressi di Venezia. Si parlò di suicidio ma l’esame autoptico non confermò questa ipotesi.



giovedì 29 settembre 2011

Ancona: nel 1982 si sfiorò la strage radioattiva?


Un titolo de La Stampa del 16 dicembre 1982 rischia di far riscrivere la storia della frana di Ancona. C’erano delle bombe al cobalto che potevano provocare una strage? Questo, perlomeno, è ciò che scriveva il quotidiano torinese quel giorno, avvertendo i lettori che nonostante la frana due bombe al cobalto si erano salvate evitando che le radiazioni mortali si propagassero. 
Erano state conservate nell'ospedale oncologico e sarebbero state trasferite con non pochi problemi presso l’ospedale regionale di Torrette. Dovevano servire, ad Ancona come nel resto d’Italia, alla cura dei tumori e in qualche modo riprendono il discorso del dottor Protti sugli Isotopi Radioattivi. Questo elemento, ed anche la notizia che nel 1977 un carico di uranio era diretto al porto di Ancona, non fanno che aumentare i sospetti sul vero utilizzo di queste bombe al cobalto. Era davvero una cura o qualcuno ha nascosto ad Ancona una pericolosa bomba atomica?




mercoledì 28 settembre 2011

Una spia della Rau sul Monte Conero


Nel marzo 1970 venne arrestato a Roma un uomo di 50 anni, tale C. B.. Era accusato di essersi impossessato di disegni di navi da guerra e soprattutto della mappa dei radar del Monte Conero. L’uomo era stato pedinato dal controspionaggio Sid e poi fermato mentre stava per consegnare i documenti all’egiziano H. M. H., responsabile dell’ambasciata dell’Egitto. Lo scopo pare fosse di far costruire alla Rau il primo mercantile a propulsione atomica, invisibile ai radar del Conero. Al processo nel 1973 B. fu condannato a 11 anni di carcere proprio per non aver saputo giustificare al pm Antonio Alibrandi la presenza nella valigetta che stava per consegnare a H. dello schema dei radar del Conero. L'esistenza di questi documenti relativi alla zona di Ancona è provata da un articolo del 1971 de La Stampa, così come di altri importanti quotidiani usciti nello stesso periodo, tra cui Il Piccolo di Trieste, Il Messaggero e Il Tempo di Roma. L’azione del controspionaggio si inseriva in un contesto di grandi movimenti alla vigilia del golpe Borghese. Il Sid, secondo l’ex capo dei servizi segreti militari Ambrogio Viviani, tra il 1970 e il 1974 era impegnato a difendere Gheddafi per salvare gli interessi italiani, e dell’azienda di Stato Eni, in Libia.


martedì 27 settembre 2011

I morti-vivi di Santa Palazia


Le vittime del bombardamento alleato del primo novembre 1943 ad Ancona furono lasciate per 13 anni sul luogo del massacro e oggi non si sa dove siano state sepolte. E’ quanto emerge leggendo l’archivio dei quotidiani che nel gennaio 1957 riferivano di un sopralluogo effettuato dai vertici delle forze dell’ordine all'interno del rifugio dove centinaia di sventurati trovarono la morte a causa di una bomba che ostruì l’uscita. Il racconto raccapricciante del 1957 parlava allora di ossa ammonticchiate al centro della galleria e sotto le panche. I quotidiani, mentre gli inquirenti constatavano l’ovvio decesso di quegli anconetani, ricostruivano la vicenda che a tutt'oggi reca con sé contorni oscuri. Pare che non tutti morirono per lo spostamento d’aria provocato dalla bomba, bensì alcuni moribondi furono curati dagli stessi carcerati. Poi la galleria venne murata dai fascisti per motivi igienici ma questa ipotesi appare oggi poco probabile constatando che nel novembre 1943, contrariamente alla tesi sostenuta dal Corriere della Sera, il clima non fu affatto caldo.


domenica 25 settembre 2011

Base Conero: nel 1984 tre arresti per spionaggio


Tra il 17 e il 18 gennaio 1984 ad Ancona e su La Stampa di Torino nasceva il caso di G. G., un giornalista pubblicista il quale, lavorando a un’inchiesta per il giornale “Il Pungitopo”, del partito dei Verdi, si era imbattuto nei tunnel del monte Conero e stava disegnando una mappa con l’aiuto di un ex operaio della base. I carabinieri, dopo una indagine partita da alcune confessioni dei brigatisti rossi in carcere, arrestarono il G. insieme ad altri due ecologisti, i coniugi L. . I quotidiani di Ancona dedicarono ampio spazio all'argomento condannando il comportamento dei tre arrestati. Alla fine di maggio 1984 arrivò la sentenza che portò a delle condanne a otto mesi per tutti e tre gli imputati. Ma questo caso di cronaca e i movimenti della guerra fredda vicino al Monte Conero sono stati presto dimenticati. Un cronista con cui ho lavorato a Il Resto del Carlino, Alfredo Mattei, scriveva che il Monte Conero è una sorta di groviera, costituita da tunnel militari. Perché queste sue parole, a soli due anni dalla frana di Ancona, non hanno portato a una riflessione politica sulla sicurezza geologica di quella zona?

sabato 24 settembre 2011

Il tunnel segreto del Monte Conero?


La comparsa su Wikipedia alla voce “Monte Conero” di un paragrafo relativo a una presunta base militare sotterranea costituita da una serie di tunnel fa scattare l’inchiesta. Cosa si nasconde vicino Ancona? La risposta sta forse in un cartello fotografato da Google Earth in cima al monte. L'insegna parla di una strada militare che porta alla sede del Terzo Distaccamento Autonomo Interforze. Cercando notizie su questo corpo militare emerge, da un sito di informazione su sicurezza difesa e giustizia, che svolgerebbe azioni di spionaggio seguendo un progetto Nato chiamato Echelon. La notizia di uno spionaggio della popolazione era trapelata negli anni ’60 e coincidenza  vuole che il responsabile della schedatura di 157mila italiani fosse l'ex capo della sezione di Ancona del Controspionaggio, il generale dei Carabinieri Giovanni Allavena. A queste rivelazioni pare sia collegata anche la tragica fine di un colonnello del Sifar, Renzo Rocca, ufficialmente morto suicida il 27 giugno 1968. Il monte Conero in pratica sarebbe legato ai progetti oscuri di Gladio. L’imboccatura del tunnel si troverebbe tra il Poggio e Massignano e sarebbe tuttora sorvegliata di notte. In passato si era parlato di Ancona a proposito del tentato golpe De Lorenzo che sarebbe dovuto scattare nel 1964, ovvero quando secondo La Stampa i tunnel del Conero sarebbero divenuti di proprietà della Marina Militare Italiana. L’obiettivo dei golpisti era di concentrare nel capoluogo marchigiano e all’aeroporto di Falconara gli “enucleandi”, cioè i nemici dello Stato. Ma tra i segreti insondabili del Monte Conero non c'è solo la base militare, bensì anche il satanismo. I quotidiani locali parlarono pochi anni fa di messe nere e croci rovesciate. In un libro di Rhodes del 1962 intitolato "La Messa Nera" viene descritto, quale luogo ideale per il rito del Sabba, che risalirebbe al 1300-1350 e sarebbe ascrivibile ai Templari, proprio un "largo spiazzo" posto su un altopiano e confinante con un bosco. Il che farebbe pensare a un posto del Conero chiamato Pian De Raggetti, sul quale pare siano state ritrovate incisioni su pietra dovute a riti sacrificali di epoche antiche. La presenza dei Templari sarebbe testimoniata sul Conero dai capitelli della Badia di San Pietro, una chiesetta posta in cima al monte. I capitelli vennero scolpiti probabilmente da questi monaci guerrieri e raffiguravano degli esseri mostruosi e diabolici.


giovedì 15 settembre 2011

Renato Curi non morì di infarto ma per un'infezione al cuore


Il calciatore Renato Curi è stato assassinato? E’ una domanda che oggi va riproposta, per due motivi. Uno è molto semplice: nelle cronache attuali è stato dimenticato il processo per omicidio colposo ai medici della Federazione, dal quale emergeva che Curi era morto non per infarto ma per Miocardite. Processo che nel 1982 si è concluso con delle assoluzioni. Il secondo è che sui giornali dell’epoca si legge che a Curi venne somministrata la Novocaina prima di quel Perugia-Juventus del 1977 durante il quale morì. Ma soprattutto si scopre che Curi non sarebbe stato portato subito in ospedale e un suo compagno, Ceccarini, da me intervistato, è stato l’unico testimone di ciò che avvenne in quello spogliatoio maledetto. Indagando sul fatto si scopre che il Perugia si era dotato di un po’ troppi medici, a quei tempi, e che la Novocaina circa venti giorni prima della morte di Curi aveva provocato il misterioso avvelenamento del tennista Adriano Panatta, poi guarito ma con molto spavento.




lunedì 5 settembre 2011

Le gravi responsabilità dei medici: il caso "Lipopill"


Peruzzi e Carnevale potevano non essere squalificati. Questa la mia conclusione al termine di un’indagine attraverso i giornali che mi ha portato a scoprire altri casi analoghi di uso nel calcio della Fentermina e del Lipopill, un dimagrante che nel 1970 era stato somministrato dal medico della Ternana a due giocatori, uno dei quali, Ranghino, è stato da me intervistato per telefono e ha confermato il fatto. Allora venne squalificato solo il medico. Il Lipopill conteneva una sostanza vietata, la Fentermina appunto, che, oltre a quelle dei due romanisti, causò nel 1974 un’altra squalifica, dopo la scoperta della positività del portiere del Frosinone, Luciani. Anche in questo caso a pagare con un lungo stop fu il medico della squadra. In seguito il Lipopill divenne un farmaco illegale per lo Stato Italiano.

Qui sotto vedete la pagina della Gazzetta dello Sport del 1970 nella quale comprare la notizia del proscioglimento di Ranghino e Valle della Ternana dall'accusa di essere dopati. Fu però condannato il medico.

In questo video di proprietà di Video Ternana c'è la sintesi della gara del 4 ottobre 1970, Ternana-Taranto 5-0, durante la quale gli umbri Ranghino e Valle erano sotto l'effetto del Lipopill.

giovedì 1 settembre 2011

L'anestetico che farebbe tremare il mondo del calcio...


Quanti calciatori sono entrati in campo con le gambe rotte grazie a un’iniezione di Novocaina? Veramente tanti, l’esatto numero non è facile dirlo: Altafini, Rummenigge, Maradona, Nesta, Montella, per il calcio, Tomba e Senna negli altri sport, tanto per fare dei nomi importanti. Dalla mia rassegna stampa su tutti i quotidiani italiani emerge che dagli anni ’50 questo era un metodo ritenuto legale per far disputare una partita a un giocatore coprendo il dolore per un infortunio. Al di là della gravità o meno per il fisico dello sportivo, è chiaro che si può tracciare un parallelo con l’inchiesta del PM Guariniello, allorché si voleva dimostrare che il Voltaren in dosi massicce permette di coprire il dolore; un’inchiesta che appare inutile di fronte all’uso diffuso della Novocaina, che è un anestetico adatto alle operazioni chirurgiche e in particolare quelle dei dentisti. Singolare una telecronaca della Rai di Inter-Sportul di Coppa Uefa, in cui il telecronista Ennio Vitanza prima del gol di Rummenigge disse in diretta che il giocatore era in campo con un’iniezione di Novocaina.



C'è sempre la Novocaina dietro la morte di Giuliano Taccola?


Il giocatore della Roma Giuliano Taccola fu fulminato da un’iniezione di Penicillina allungata con la Procaina? E’ una possibilità non remota che scaturisce dal confronto delle cronache dei quotidiani dell’epoca. Uno dei casi ancora adesso più discussi forse aveva la soluzione già nel 1969. Quella volta a Cagliari, a somministrare i medicinali al giocatore malato, tramite il dottor Visalli della Roma, fu in realtà il medico dei sardi Augusto Frongia. Fu un tragico errore? Dal motore di ricerca de La Stampa emerge un altro decesso identico a quello di Taccola ma estraneo al mondo del calcio, avvenuto sempre per l’uso del Neopenil-S.  A quei tempi si accertò che di Penicillina si poteva morire, ma solo quando vi era in aggiunta della Procaina o Novocaina. Vi racconto nel mio lavoro come l’inchiesta del PM Altieri sia arrivata fino alla morte per Broncopolmonite Fulminante, ipotesi che fu formulata già nei giorni dopo la tragedia dalla Gazzetta dello Sport. L’inchiesta ufficiale partì da indagini accurate della Polizia dell’Eur di Roma, e poi proseguì con la richiesta di archiviazione da parte del PM di cui si parlava il 14 novembre del 1970 su Il Tempo di Roma. Il quotidiano romano nel suo resoconto faceva sparire le indagini della polizia, che avevano accertato negli interrogatori la morte di Taccola per l’iniezione di Penicillina, e citava solo il lavoro del PM Altieri, divenuto famoso in seguito per essere stato minacciato dalle Brigate Rosse.


sabato 20 agosto 2011

Le mine Valsella in Afghanistan: erano per il Mullah Omar?


L’Italia ha partecipato alla guerra dell’Afghanistan, dal 2003, dimenticando che si trattava di un immenso campo minato. E’ quanto si apprende leggendo l’archivio dei giornali italiani, i quali alla fine degli anni ’90 raccontavano di un paese, l’Afghanistan appunto, martoriato dall’altra guerra con l’Urss, del 1980, allorché come alleato aveva proprio gli Stati Uniti. Questi ultimi fornirono armi ai guerriglieri incaricati di guidare la rivolta contro i sovietici e tra questi c’era anche un certo Omar, capo spirituale di quella che poi diventerà la coalizione dei Talebani. Omar compare in una intervista del 27 settembre 1996 effettuata da Repubblica, e in quella occasione non c’erano censure sul fatto che anche l’Italia avesse venduto ai Talebani delle mine Valsella e Tecnovar. Ma già tra il 1993 e il 1994 si scriveva in Italia che l’Afghanistan era il campo più minato della terra e, se non ci fosse stata la nuova guerra contro Bin Laden, gli Usa, che stavano svolgendo quell’opera di sminamento, avrebbero finito non prima del 2016.





venerdì 8 luglio 2011

Un calcio... al calcio-scommesse


Il business del calcio oggi vale svariati milioni di euro. Ma è un costo realistico del pallone italiano, oppure fin dagli anni ’70 l’Italia progettava di fare del calcio il paradiso terrestre della finanza sporca? Mario Sconcerti scrive che già negli anni ‘80 il calcio costava tantissimo per non trasmettere poi nulla. L'asta dei diritti tv parte già da valori fuori mercato, visti gli scandali recenti del calcio-scommesse. Nella mia esperienza ho imparato che sotto questa realtà le piccole emittenti fanno fatica a muoversi, ma è anche vero che fanno poco per costruire qualcosa con la pubblicità e il marketing. Con l’esperienza del calcio svizzero ho dimostrato che si può trasmettere una partita intera di serie B a costo zero, e che le leggi del diritto di cronaca garantirebbero a tutte le web-tv di trasmettere un minuto di sintesi della serie A. Ma chi paga il lavoro giornalistico?


lunedì 16 maggio 2011

Chi ha denunciato Silvio Berlusconi?


La notizia del 15 maggio 2011 secondo cui il politico Strauss-Kahn era stato denunciato da una cameriera per tentato stupro gettò oscure ombre sul caso-Ruby. Emerge da un confronto tra i due casi che nella notizia italiana mancano i fatti. E mentre il politico francese ha dovuto rinunciare alla sua carriera politica, almeno momentaneamente, per questo scandalo da noi nulla è sembrato cambiare. Soprattutto in Italia, come ha scritto anche il giornalista Marco Travaglio, sono scomparsi e fatti e nel processo Ruby la dinamica non è per niente chiara. Le accuse, se analizzate un minimo con un vocabolario, non sono nemmeno proponibili. Cosa vuol dire infatti che Berlusconi ha commesso concussione nei confronti della Questura? La questura non è un'istituzione? E allora come mai non ci sono i nomi delle vittime? Ma questo non è l’unico processo farsa degli ultimi anni. Anche politici della sinistra sono usciti indenni da processi che ben poco hanno convinto. E ancora meno ha convinto l’euforia del Governatore dell’Emilia Romagna, Errani, che ha esultato per la vittoria in un processo che comunque rimarrà sui quotidiani per tanti decenni sporcando la sua immagine.



                         

domenica 17 aprile 2011

RAI: mentre calano i proventi del canone, i dirigenti "giocano" con il tennis


Un calo del 37,5% dei proventi del canone Rai non ferma le spese pazze dei suoi dirigenti. Nel 2011 un torneo di tennis valevole per il circuito internazionale è stato sponsorizzato dall’ente di Stato, il quale per il montepremi ha sborsato ben 30mila euro. Vincitore e beneficiario dei soldi dei contribuenti dell’edizione 2011 è stato Schoorel, ma penso che ai telespettatori questo importasse poco. Il marketing della tv di Stato può creare un precedente, a seguito del quale altri enti pubblici potrebbero spendere soldi pubblici per dilettarsi con lo sport. Dopo la Rai sarà quindi il turno del Ministero delle Telecomunicazioni e poi della Polizia di Stato?



giovedì 14 aprile 2011

Berlusconi e la sua Utopia... comunista


Un video del 1986 in cui Enzo Biagi intervistava per la prima volta in televisione l’editore Silvio Berlusconi mostra un cavaliere che non sembrava intenzionato a divenire leader di un partito politico. In questa intervista emergeva un lavoro che Berlusconi aveva effettuato per l’università commentando l’opera politica di Tommaso Moro: “Utopia”. Berlusconi mostrava di apprezzare questo modello politico e in particolar modo il fatto che tutti i cittadini contribuissero al bene comune. Si trattava in realtà, e lo posso dire dopo essermi letto tutto il libro di Moro, di una visione futuristica del 1500 di una nazione. In questa visione fiabesca si sarebbe vissuto, paradossalmente, in modo non dissimile da oggi, pensando a come è stato organizzato il settore del lavoro, in particolare, ma pure il settore militare in Italia. Utopia è il paese dei Magistrati, che non fanno nulla perché i cittadini già sanno come vivere e organizzarsi. Ma è anche il paese di un principe, che governa in un paese cristiano ma che crede nel suicidio come elemento di purificazione della società.


sabato 12 marzo 2011

Il Micoren, una sostanza dopante sottovalutata?


Il Micoren lo hanno usato tanti calciatori, lo si sapeva dagli anni ’60 con l’inchiesta della Lega Calcio, ma in seguito all’inchiesta del PM Guariniello la confusione paradossalmente è aumentata. I calciatori nelle interviste hanno dato l’impressione di sottovalutare questo farmaco e soprattutto il suo effetto dopante. Spuri, ex portiere di riserva del Verona, in una mia intervista disse: “Il Micoren ce lo davano come fosse cioccolata” Facevano male perché dall’archivio è emerso che fin dagli anni ’80 in campo internazionale il Micoren era doping e lo sapeva bene Silvano Fontolan squalificato in Coppa Uefa con lo stesso Verona di quel periodo, nel 1988.



lunedì 7 marzo 2011

Vendita di armi italiane a Gheddafi nel 1984: Rutelli sapeva tutto?


Francesco Rutelli aveva le prove della fornitura di armi alla Libia. Il politico romano esordì nel 1984 combattendo una personale battaglia contro le mine nel mar Rosso. Di chi erano e da quale azienda venivano? Secondo il leader dei Verdi, se non era sicuro che fossero italiane lo erano certamente quelle vendute alla Libia e ad altri due paesi allora irrequieti come Iran e Iraq. Non c’era da fidarsi insomma del nostro governo che metteva a rischio i propri militari mandandoli proprio laddove pochi giorni o mesi prima si sapeva fossero state installate mine made in Italy. I due bersagli politici di questi attacchi, Spadolini e Craxi, chiesero prove e smentirono, eppure per Rutelli ogni anno in quel periodo giravano in Italia tangenti sulle armi per 250-300 miliardi di vecchie lire. Ma, allora, perché Rutelli recentemente non ha chiesto conto al parlamento italiano della guerra in Iraq?


 

sabato 5 marzo 2011

Patto per la fornitura di armi italiane a Gheddafi: prove di un rapporto ambiguo Italia-Libia


L’Italia ha venduto armi alla Libia per diversi anni? E’ quanto emergerebbe leggendo gli articoli di Repubblica del 1984 nei quali l’elemento più evidente appare un doppio canale attraverso cui si sarebbero sviluppati gli accordi tra i due paesi. Da un lato il nostro Stato Maggiore della Difesa impegnato a vendere svariati tipi di armamento a un paese al di fuori degli accordi militari del Patto Atlantico, dall’altro i ricatti del Raìs Gheddafi ad Andreotti sui danni di guerra da pagare. Sembra quasi, a leggere le righe del quotidiano di Scalfari, che le due vicende non si tocchino e l’uno ignori l’esistenza dell’altro. Il tema finì poi per diverso tempo nel dimenticatoio per delle frizioni internazionali tra il Raìs gli Usa e la stessa Italia, fino alla recente rivolta libica e alla conseguente dura repressione di Gheddafi. Le armi che hanno ucciso i ribelli forse sono italiane. Un sito chiamato Unimondo.org ha riportato nel febbraio 2011 tutte le inquietanti cifre di questo nuovo smercio di armi al Raìs: tra il 2008 e il 2009 sono stati incassati dal nostro paese ben 205 milioni di euro. Ma la fornitura militare dall’Italia alla Libia potrebbe non essersi mai interrotta del tutto.




venerdì 4 marzo 2011

Ecco perché Berlusconi vince i processi...


Silvio Berlusconi è riuscito a vincere diversi processi approfittando forse della riforma del sistema giudiziario del 1989. E’ quanto emerge leggendo il libro di Montanelli e Cervi: “L’Italia degli anni di fango” in cui il grande scrittore-giornalista spiegava questo capovolgimento della prassi. Si passò quella volta da un sistema inquisitorio a quello accusatorio, in cui accusa e difesa sarebbero state sullo stesso piano, con inevitabili allungamenti processuali e assoluzioni di mafiosi. Pochi anni dopo nasceva anche la valanga “Tangentopoli” e al suo interno, con “All Iberian”, emergeva quel filone dei processi su Berlusconi che arriva fino a oggi. Leggendo gli articoli si intuisce che i giudici non riuscirono a dare una spiegazione convincente a quei 10 miliardi che Berlusconi inviò a Craxi attraverso la Svizzera. La sentenza disse che si trattò di corruzione, ma se le indagini avessero dimostrato che Craxi aveva estorto con minacce o lusinghe quei soldi al cavaliere si sarebbero ripetuti gli scandali della Campania del dopoterremoto, quando i politici della DC e PSI, attraverso la malavita locale, estorcevano denaro agli imprenditori. Craxi divenne invece con Tangentopoli il ladro per antonomasia del “Finanziamento pubblico ai partiti”, un reato che non è presente nei codici ma solo in un Decreto Legge ripetutamente aggiornato e stravolto. All’epoca del Maxiprocesso Enimont questo decreto vietava il finanziamento ai partiti da parte delle aziende pubbliche e Enimont (Eni più Montedison) lo era. Dunque il reato c’era ma non portò alla luce il mondo mafioso sommerso sotto il grande marchio della chimica. In quel mondo mafioso c’era Rovelli, proprietario della Banca Rasini, e, chissà, forse anche il figlio di uno dei suoi dirigenti: Silvio Berlusconi. Lo stesso Berlusconi era comunque colpevole perché, contrariamente alla legge sul finanziamento ai partiti, aveva occultato in società estere extra-bilancio i fondi da destinare ai partiti. E chissà a cos'altro. Non lo sapremo mai, perché il Berlusca è uscito indenne dai processi grazie proprio alla riforma del sistema giudiziario del 1989, che comunque avrebbe mandato tutto in prescrizione.




martedì 22 febbraio 2011

La Libia, Gheddafi e la verità sul caso Ustica?


Il DC-9, l’aereo di linea caduto a Ustica il 27 giugno del 1980, partì in ritardo per far inserire nella sua scia un aereo americano. E’ quanto affermava l’ex esponente dell’M.S.I. Carlo Ciccioli in una mia intervista del 2000 per una radio marchigiana. La sua teoria derivava da un documento in cui il suo partito ricostruiva la tragedia, documento che era stato sequestrato proprio il giorno prima dell’intervista dal tribunale militare, attraverso il nucleo dei Carabinieri della polizia giudiziaria di Ancona. Questa versione è stata dapprima smentita dalla tesi dell’onorevole Giovanardi secondo il quale nell’aereo c’era una bomba, poi è stata confermata dalla sentenza del tribunale di Palermo su cui scriveva il 21 settembre 2011 il quotidiano Il Resto del Carlino, affermando che i parenti delle 81 vittime del DC-9 sarebbero stati risarciti dallo Stato. Tuttavia il 16 marzo 2012 Il Fatto Quotidiano ha parlato di un nuovo rovesciamento delle sorti di questa battaglia giudiziaria e di una sospensione dell’ultima sentenza.


          

lunedì 21 febbraio 2011

Un milione di dischi in meno per il vincitore di Sanremo 2011...


In soli 6 giorni la canzone vincitrice del festival di Sanremo 2011 “Chiamami ancora amore” ha fatto registrare 900mila visite. E’ evidente che questo andazzo può significare solo una cosa per il cantautore: un crollo verticale delle vendite dei dischi. Ma con internet e la tecnologia scaricare musica è talmente facile che chi guadagna lo fa, non tanto con le vendite dei dischi, ma con i grandi accordi che i padroni della rete stringono con la Siae. Il sistema è talmente poco democratico che i musicisti, al seguito di un noto attore comico, una volta mi confidarono di non riuscire a incidere da soli perché le case discografiche non si mettevano più, già allora, a spendere soldi per incidere le canzoni dei giovani emergenti. Questo sempre perché la musica ormai viene scaricata gratuitamente.




martedì 15 febbraio 2011

La Piovra 1: le indagini del giudice Falcone sulle banche?


La piovra uno, film del 1984, è la storia di un commissario di Polizia, Corrado Cattani, il quale viene mandato in Sicilia a indagare sulla morte di un suo collega e scopre i traffici mafiosi sulla droga di alcuni personaggi dell’isola legati ai politici di Roma e ai servizi segreti. La vicenda si risolve grazie a un’indagine sulle banche di Cosa Nostra, ma ruota anche attorno all’amore di Cattani per una ex drogata, la figlia della contessa Pecci-Scialoia,  che lo introduce nella Mafia della Sicilia, e termina con la sua fuga dall’isola dopo la vendetta della mafia su sua figlia. L’autore non ha sviluppato un film educativo su un fatto ben preciso, ma racconta una storia in cui si intravedono dei fatti e personaggi veri. Cattani per certi versi è il magistrato Falcone, quando indaga sulle banche della Mafia, per alcune debolezze è invece più vicino ai discussi commissari di polizia Nicola Scirè o soprattutto Bruno Contrada, numero tre del Sisde, che collaborò con Falcone nelle indagini sulla connection droga-edilizia di Rosario Spatola, ma venne poi indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Sante Cirinnà ricorda Gaetano Cinà, ma anche il meno noto Attilio Andreini, concessionario di Lambrette che smerciava eroina e denaro sporco, mentre Ravanusa e Terrasini seguono strade simili a quelle reali di Giuseppe Modesto e Angelo Siino. Leo De Maria solo per somiglianza lo accosterei al povero agente della mobile di Palermo Calogero Zucchetto. Ci sono poi due strani personaggi: uno è il faccendiere Laudeo, che nel seguito della serie sembra sempre più vicino alla vita di Michele Sindona, l’altro è il giornalista Santamaria, il quale impersona un giornalismo scorretto e non necessariamente dalla parte della giustizia.


La Piovra 3: Dietro la Banca Antinari si nasconde la Banca Privata Italiana?


La piovra 3 ruota attorno alla storia di una banca, la Antinari di Milano, che è nei guai e per salvarsi cerca accordi con i trafficanti turchi di armi che trattano per conto della Mafia. Nella vicenda si inserisce un personaggio chiave anche in seguito, il mafioso Tano Cariddi, il quale però dopo aver ucciso il cattivo Dino Alessi, direttore della Antinari il quale a sua volta aveva freddato il presidente Carlo Antinari che non voleva sottostare a quel gioco sporco, viene fermato nell’operazione di smercio delle armi dal commissario Cattani. E’ molto difficile dire a quale banca sia accostabile la Antinari. Sommando tanti fattori la più vicina a questa storia è quella della Banca Privata Italiana di Michele Sindona. Dino Alessi sarebbe Pier Sandro Magnoni il direttore condannato per la morte di Sindona. Carlo Antinari per quel tentativo di opporsi al traffico di armi può ricordare l’avvocato Ambrosoli morto per mano di un americano mentre curava il lungo fallimento della banca. Giulia Antinari è un personaggio che anche nel film “Cento giorni a Palermo” impersona l’amante del protagonista buono. La piccola Greta Antinari offre uno spunto che riguarda Emanuela Orlandi: entrambe vengono rapite con una BMW del medesimo tipo.  Il trafficante turco Yfter ricorda molto l’attentatore del papa Alì Agca. Infine Nicola Antinari, il padre padrone della banca Antinari: mi fa venire in mente il ruolo che ebbe Enrico Cuccia.





domenica 23 gennaio 2011

WIKILEAKS: attenzione ai "leaks italiani", forse contengono materiale pedopornografico


Attenzione al sito di Wikileaks. http://213.251.145.96/ Se mai qualcuno di voi, pochi e sparuti lettori del mio blog, dovesse cercare il sito da cui partono tutte le presunte informazioni segrete che i nostri giornali, le nostre tv, le nostre radio riportano, ecco stia attento perché potrebbe scaricare un file enorme che però rimanda ad altri file torrent, alcuni dei quali forse illegali. Tra le varie voci che contraddistinguono questo portale notiamo infatti: "Cablegate" con le maggiori rivelazioni di cui abbiamo letto sui giornali che riguardano spy-story e rapporti diplomatici dei vari paesi, e poi quelle dei rapporti di guerra in Afghanistan e Iraq. La seconda, "All released leaks archived" contiene un enorme file con dei link a dei file torrent. Tra questi, se doveste cercare i segreti italiani, vi trovereste probabilmente di fronte a qualcosa di illegale, poiché i files non contengono altro, mi pare molto probabile, che materiale pornografico di sesso sui bambini avvenuto nel 2008. "Italy Sex Child 2008", questo dovrebbe essere, se non ricordiamo male, il nome che abbiamo visto su quei 4 o 5 files verdi. I files, purtroppo, sono reperibili da chiunque anche attraverso una ricerca semplice su Google. Non solo. Col passare del tempo stanno anche nascendo dei blog che offrono dei link per scaricare i file presunti pedofili. Si tratta di file audio, che facendo un calcolo in base alle lunghezze campione dei files Wav, dovrebbero avere una durata tra i 10 e i 30 secondi. Non saprei dire che cosa si sente e se, poi, si senta davvero qualcosa di decifrabile. Il mio blog, non essendo una grande testata con le spalle ben protette, ha deciso di evitare di scaricarli, perché è vietato. Questi comunque sarebbero dei segreti italiani di Wikileaks ancora inesplorati. Ricordo che scaricare e diffondere materiale pedo-pornografico è un reato.

domenica 16 gennaio 2011

La Piovra 7: la cattura del boss Provenzano e i traffici mafiosi con la Russia?


La piovra 7 è l’ennesima sfida tra criminali. In questa serie compaiono nuovi personaggi, Saverio Bronta e Nuzzo Marciano, gli assassini di Cattani, e ritroviamo i vecchi come la Camastra, che gestisce ora i traffici mafiosi con la Russia, dove c’è Corinto. Bronta e Marciano con l’appoggio della setta di Ramonte fanno fuori la Camastra e sfidano la giustizia, la quale con la giudice Conti e il vicecommissario Breda, che si salva da un attentato, riesce a processare Ramonte. Nella storia reale, davvero singolare è il racconto in stile ‘Ritorno al futuro’ dei tre assassini di Cattani, i quali cercano di ricostruire la loro vita partendo dal passato. Saverio Bronta può rappresentare Salvatore Cancemi, il sanguinario Nuzzo Marciano sembra un alter ego di Salvatore Grigoli, e Rosario Granchio è paragonabile a Francesco Graviano. Ma se questa è stata la mafia anche nella nostra attualità, la Setta di Ramonte ci porta verso Al Quaeda. Cosa c’entrano i terroristi islamici con l’Italia? 
Di sicuro Corinto ha a che fare con Vittorio Mangano, in quanto stalliere, e Corinto è il nome di un noto cavallo; proprio per questo non è escluso che Corinto possa impersonare Marcello Dell'Utri, il quale ha avuto di recente affari con la Russia. La Camastra è una contessa la cui vicenda è a metà strada tra la personalità della contessa Vacca Agusta e la vita sospetta della contessa Naccarato, rimasta invischiata in una storia di bische mafiose negli anni ’70 e sulla quale indagò, facendone una sua confidente, il commissario Nicola Scirè. Altri due personaggi poi impressionano per le somiglianze: il vicecommissario Breda sembra il giudice antimafia Pietro Grasso, e la giudice Silvia Conti è molto simile al magistrato svizzero Carla Del Ponte, amica di Giovanni Falcone come la Conti lo è nella finzione cinematografica con Cattani. Più complessa la figura del boss amico della Camastra, Aragonese, il quale sembra anticipare l’arresto del boss Provenzano. Il contesto mafioso della Russia sui quotidiani degli anni '90 era, in ogni caso, una realtà molto nota.





giovedì 13 gennaio 2011

Le armi dell'Iran, del Kazakistan e della Libia, viste dall'Italia...


Vendita di materiale bellico dall’Italia all’Iran, contatti dell’Italia anche con Kazakistan, Libia e Somalia. Se ne parla su Globeresearch un sito di presunte spie dell’intelligence italiana in cui spicca un omonimo e sosia non perfetto dell’ex caporedattore de Il Resto del Carlino di Ancona, Lucio Martino. Proprio mentre Berlusconi parlava a Capodanno del 2010 del Kazakistan ecco quindi spuntare un sito nel quale gli italiani dimostrano di conoscere nei dettagli l’armamento non solo del Kazakistan, e quindi mettendo in crisi l’ex premier Berlusconi, ma pure della Libia della quale veniva venduto un libretto per pochi euro in cui si illustravano dettagli delle forze armate di Gheddafi. Sono notizie non ufficiali perché non compaiono sui libri di storia, ma alcuni esponenti del PD hanno partecipato a conferenze organizzate dai membri di Globeresearch. Internet inoltre dimostra di essere pieno di informazioni a carattere militare che parlano di fabbriche di armi in Italia. Tra le ultime notizie c’è quella della futura costruzione a Cameri, in cui sorgerebbe una piccola Area 51, delle ali dei cacciabombardieri acquistati dal Governo.






martedì 4 gennaio 2011

iPad, Youtube e il Giornalismo...in crisi. (post per giornalisti)


Su internet nessun giornalista o editore guadagna se non con la sua pubblicità. Il che è un problema non da poco, perché il nostro know how sulla vendita di pubblicità non è affatto elevato. Ho fatto un esperimento iscrivendomi come blogger e come youtuber. Il risultato è confortante quando si pubblicano contenuti condivisibili con l’estero come il calcio, ma Adsense è una grossa fregatura come tutti i pay per click. Dunque se la gente ti vede e ti legge cambia poco in fatto di crescita economica. Eppure gli editori online che offrirebbero lavoro sono in crescita. La figura più ricercata è l'Account, bel nome che nasconde però un volgare lavoro porta a porta per convincere la gente a fare pubblicità, con speranze di guadagni pari a zero.




sabato 1 gennaio 2011

Scatta il digitale terrestre in Piemonte orientale-Lombardia, ma perché tutta questa fretta?


L’esperimento del digitale terrestre in Piemonte si è rivelato nettamente deficitario. Sono mancate dapprima le indicazioni su come collegare gli apparecchi televisivi, in un secondo momento ci si è accorti dell’impossibilità di vedere, seppure si abiti in pianura, tutti i canali in chiaro. Il primo problema si è presentato perché il decoder del digitale terrestre necessita della scart, ma questa presa non è sempre presente su tutti i televisori, anche di ultima generazione, basti pensare a quelli portatili. La soluzione in molti casi bisogna cercarla da soli, il governo non ha fatto nulla. Il problema della ricezione dei canali è ancora più grave e a distanza di tempo sembra ancora senza una soluzione. Ad essere invisibili a volte non sono solo i canali locali ma anche la Rai e Mediaset. Un’indagine dell’ordine dei giornalisti della Lombardia ha rivelato che la stragrande maggioranza degli editori non sta assumendo giornalisti e che le piccole tv sono quelle che dalla confusione hanno tratto maggiore vantaggio come visibilità. Pubblicità? In forte calo.