giovedì 27 settembre 2012

Il giornalismo del Risorgimento? Si faceva col "copia e incolla"


La differenza tra il governo Monti e quello degli austriaci dell’800 sta nella solidarietà. Sia ieri che oggi i governi pensano a loro stessi e provano a imporre a pioggia delle tasse indirette sui beni di largo consumo. La differenza la fanno i cittadini, che oggi non solidarizzano con chi è in difficoltà, mentre nell’800 si rendevano degni dell’ammirazione della Gazzetta di Venezia per aver donato parte del proprio lavoro o del proprio ricavato all’ideale risorgimentale della libertà. Persino i datori di lavoro si autotassavano per il patriottismo di Venezia. La scoperta avviene leggendo questo quotidiano veneziano uscito il 14 febbraio 1849 nel quale i giornalisti non si esponevano con le firme ma copiavano e incollavano, diremmo oggi, gli atti delle sedute dei vari parlamenti d’Italia. La storia che emerge è quella dei manuali, dove il popolo faceva da contorno ma partecipava commosso alle battaglie dei mazziniani per fare l’Italia.

domenica 23 settembre 2012

"Crescita" e debito pubblico: dov'è lo Stato Italiano?


Il professor Mario Monti, chiamato a salvare l’Italia, parla di crescita senza specificare però come questa dovrà prodursi. Per la verità nemmeno Berlusconi si è preoccupato molto di specificarlo e per 18 anni ha seguito come politico le privatizzazioni delle aziende di Stato. La nostra nazione infatti, per non vedersi sommersa dai debiti prodotti da continue vendite di titoli obbligazionari, che non sono altro che prestiti con un tasso oggi sempre più alto e oneroso, sa che deve poi investire questi prestiti e le tasse che gravano sui cittadini. L’economia è formata dai tre settori che ben conosciamo dalla scuola: primario, secondario, che in poche parole sono l’agricoltura e l’industria, e poi il terziario, con quest’ultimo sempre più attivo con la moltiplicazione dei mass media e la telefonia. Dov’è lo Stato in tutti questi gruppi? Secondo Wikipedia lo Stato agisce in maniera più complessa o gestendo direttamente le aziende di produzione ed erogazione o affidando a un privato la direzione, ma controllando il suo operato. In parole povere proseguono, nonostante il referendum abrogativo del 1993, le Partecipazioni Statali, le quali sono documentate sul sito del Dipartimento del Tesoro. Proseguono però anche le privatizzazioni e diventa, così, difficile capire chi chiede soldi allo Stato, in che forma li ottiene, se in prestito o a titolo perduto, e perché ne avrebbe diritto. I debiti dello stesso Stato comunque non accennano a diminuire.



sabato 1 settembre 2012

Il cardinale Martini e Piergiorgio Welby


La notizia del cardinale Martini che muore rifiutando le cure è passata in sordina. Se fosse vero si tratterebbe di suicidio, un evento non accettato dalla chiesa che vieta i funerali a chi si arroga il diritto di decidere della propria vita al posto di Dio. Anche Piergiorgio Welby aveva fatto scalpore quando chiese di morire perché, malato incurabile, era costretto a stare immobile su un letto. Welby morì il 20 dicembre 2006 tra le polemiche. Eppure la sua prima comparsa sui giornali nel 2005 era avvenuta per motivi diversi. Il 13 giugno di quell’anno il Corriere della Sera si soffermò sul suo caso, poiché si era recato alla scuola Italo Svevo di Roma per votare nonostante la malattia e la sedia a rotelle. Si trattò di un’operazione mediatica guidata dai Radicali. Welby lottava per la vita e per la ricerca, cercando di dare una speranza ai bambini malati. Cosa è cambiato nella vita di quest’uomo? Perché, poi, è stato taciuto il paragone con il noto personaggio della tv di Berlusconi, il dottor Welby, che era un medico che si occupava proprio di casi di coscienza?

1981: l'attentato "fantasma" al generale Enrico "Calvaligi"


Quale era il vero nome del generale dei carabinieri ucciso la notte di Capodanno del 1980-81 dalle Brigate Rosse? E’ solo una delle domande che bisogna porsi circa lo sconvolgente attentato che vide protagonista quello che ufficialmente per i quotidiani italiani era Enrico Galvaligi. L’altra domanda sarebbe: quale ruolo poteva avere visto che il New York Times il giorno dopo la strage gli attribuiva addirittura la leadership dell’Antiterrorismo nel nord Italia? Su questo quotidiano il generale veniva infatti chiamato Calvaligi così come avvenne sui quotidiani della Svizzera Italiana. Pare che questo nome sarebbe dovuto rimanere segreto e a farlo emergere fu il magistrato Giovanni D’Urso che era ostaggio in quel periodo delle Brigate Rosse. Un sequestro quest’ultimo che non avrebbe quindi un lieto fine, visto che portò alla morte dell’importante uomo di Stato, freddato dai killer mentre dava loro la mancia: si erano presentati come fattorini per portargli un cesto natalizio. Il dubbio che Galvaligi non sia il vero nome viene anche da una via di Jesi realmente esistente il cui nome è via Enrico Calvaligi.