giovedì 29 settembre 2011

Ancona: nel 1982 si sfiorò la strage radioattiva?


Un titolo de La Stampa del 16 dicembre 1982 rischia di far riscrivere la storia della frana di Ancona. C’erano delle bombe al cobalto che potevano provocare una strage? Questo, perlomeno, è ciò che scriveva il quotidiano torinese quel giorno, avvertendo i lettori che nonostante la frana due bombe al cobalto si erano salvate evitando che le radiazioni mortali si propagassero. 
Erano state conservate nell'ospedale oncologico e sarebbero state trasferite con non pochi problemi presso l’ospedale regionale di Torrette. Dovevano servire, ad Ancona come nel resto d’Italia, alla cura dei tumori e in qualche modo riprendono il discorso del dottor Protti sugli Isotopi Radioattivi. Questo elemento, ed anche la notizia che nel 1977 un carico di uranio era diretto al porto di Ancona, non fanno che aumentare i sospetti sul vero utilizzo di queste bombe al cobalto. Era davvero una cura o qualcuno ha nascosto ad Ancona una pericolosa bomba atomica?




mercoledì 28 settembre 2011

Una spia della Rau sul Monte Conero


Nel marzo 1970 venne arrestato a Roma un uomo di 50 anni, tale C. B.. Era accusato di essersi impossessato di disegni di navi da guerra e soprattutto della mappa dei radar del Monte Conero. L’uomo era stato pedinato dal controspionaggio Sid e poi fermato mentre stava per consegnare i documenti all’egiziano H. M. H., responsabile dell’ambasciata dell’Egitto. Lo scopo pare fosse di far costruire alla Rau il primo mercantile a propulsione atomica, invisibile ai radar del Conero. Al processo nel 1973 B. fu condannato a 11 anni di carcere proprio per non aver saputo giustificare al pm Antonio Alibrandi la presenza nella valigetta che stava per consegnare a H. dello schema dei radar del Conero. L'esistenza di questi documenti relativi alla zona di Ancona è provata da un articolo del 1971 de La Stampa, così come di altri importanti quotidiani usciti nello stesso periodo, tra cui Il Piccolo di Trieste, Il Messaggero e Il Tempo di Roma. L’azione del controspionaggio si inseriva in un contesto di grandi movimenti alla vigilia del golpe Borghese. Il Sid, secondo l’ex capo dei servizi segreti militari Ambrogio Viviani, tra il 1970 e il 1974 era impegnato a difendere Gheddafi per salvare gli interessi italiani, e dell’azienda di Stato Eni, in Libia.


martedì 27 settembre 2011

I morti-vivi di Santa Palazia


Le vittime del bombardamento alleato del primo novembre 1943 ad Ancona furono lasciate per 13 anni sul luogo del massacro e oggi non si sa dove siano state sepolte. E’ quanto emerge leggendo l’archivio dei quotidiani che nel gennaio 1957 riferivano di un sopralluogo effettuato dai vertici delle forze dell’ordine all'interno del rifugio dove centinaia di sventurati trovarono la morte a causa di una bomba che ostruì l’uscita. Il racconto raccapricciante del 1957 parlava allora di ossa ammonticchiate al centro della galleria e sotto le panche. I quotidiani, mentre gli inquirenti constatavano l’ovvio decesso di quegli anconetani, ricostruivano la vicenda che a tutt'oggi reca con sé contorni oscuri. Pare che non tutti morirono per lo spostamento d’aria provocato dalla bomba, bensì alcuni moribondi furono curati dagli stessi carcerati. Poi la galleria venne murata dai fascisti per motivi igienici ma questa ipotesi appare oggi poco probabile constatando che nel novembre 1943, contrariamente alla tesi sostenuta dal Corriere della Sera, il clima non fu affatto caldo.


domenica 25 settembre 2011

Base Conero: nel 1984 tre arresti per spionaggio


Tra il 17 e il 18 gennaio 1984 ad Ancona e su La Stampa di Torino nasceva il caso di G. G., un giornalista pubblicista il quale, lavorando a un’inchiesta per il giornale “Il Pungitopo”, del partito dei Verdi, si era imbattuto nei tunnel del monte Conero e stava disegnando una mappa con l’aiuto di un ex operaio della base. I carabinieri, dopo una indagine partita da alcune confessioni dei brigatisti rossi in carcere, arrestarono il G. insieme ad altri due ecologisti, i coniugi L. . I quotidiani di Ancona dedicarono ampio spazio all'argomento condannando il comportamento dei tre arrestati. Alla fine di maggio 1984 arrivò la sentenza che portò a delle condanne a otto mesi per tutti e tre gli imputati. Ma questo caso di cronaca e i movimenti della guerra fredda vicino al Monte Conero sono stati presto dimenticati. Un cronista con cui ho lavorato a Il Resto del Carlino, Alfredo Mattei, scriveva che il Monte Conero è una sorta di groviera, costituita da tunnel militari. Perché queste sue parole, a soli due anni dalla frana di Ancona, non hanno portato a una riflessione politica sulla sicurezza geologica di quella zona?

sabato 24 settembre 2011

Il tunnel segreto del Monte Conero?


La comparsa su Wikipedia alla voce “Monte Conero” di un paragrafo relativo a una presunta base militare sotterranea costituita da una serie di tunnel fa scattare l’inchiesta. Cosa si nasconde vicino Ancona? La risposta sta forse in un cartello fotografato da Google Earth in cima al monte. L'insegna parla di una strada militare che porta alla sede del Terzo Distaccamento Autonomo Interforze. Cercando notizie su questo corpo militare emerge, da un sito di informazione su sicurezza difesa e giustizia, che svolgerebbe azioni di spionaggio seguendo un progetto Nato chiamato Echelon. La notizia di uno spionaggio della popolazione era trapelata negli anni ’60 e coincidenza  vuole che il responsabile della schedatura di 157mila italiani fosse l'ex capo della sezione di Ancona del Controspionaggio, il generale dei Carabinieri Giovanni Allavena. A queste rivelazioni pare sia collegata anche la tragica fine di un colonnello del Sifar, Renzo Rocca, ufficialmente morto suicida il 27 giugno 1968. Il monte Conero in pratica sarebbe legato ai progetti oscuri di Gladio. L’imboccatura del tunnel si troverebbe tra il Poggio e Massignano e sarebbe tuttora sorvegliata di notte. In passato si era parlato di Ancona a proposito del tentato golpe De Lorenzo che sarebbe dovuto scattare nel 1964, ovvero quando secondo La Stampa i tunnel del Conero sarebbero divenuti di proprietà della Marina Militare Italiana. L’obiettivo dei golpisti era di concentrare nel capoluogo marchigiano e all’aeroporto di Falconara gli “enucleandi”, cioè i nemici dello Stato. Ma tra i segreti insondabili del Monte Conero non c'è solo la base militare, bensì anche il satanismo. I quotidiani locali parlarono pochi anni fa di messe nere e croci rovesciate. In un libro di Rhodes del 1962 intitolato "La Messa Nera" viene descritto, quale luogo ideale per il rito del Sabba, che risalirebbe al 1300-1350 e sarebbe ascrivibile ai Templari, proprio un "largo spiazzo" posto su un altopiano e confinante con un bosco. Il che farebbe pensare a un posto del Conero chiamato Pian De Raggetti, sul quale pare siano state ritrovate incisioni su pietra dovute a riti sacrificali di epoche antiche. La presenza dei Templari sarebbe testimoniata sul Conero dai capitelli della Badia di San Pietro, una chiesetta posta in cima al monte. I capitelli vennero scolpiti probabilmente da questi monaci guerrieri e raffiguravano degli esseri mostruosi e diabolici.


giovedì 15 settembre 2011

Renato Curi non morì di infarto ma per un'infezione al cuore


Il calciatore Renato Curi è stato assassinato? E’ una domanda che oggi va riproposta, per due motivi. Uno è molto semplice: nelle cronache attuali è stato dimenticato il processo per omicidio colposo ai medici della Federazione, dal quale emergeva che Curi era morto non per infarto ma per Miocardite. Processo che nel 1982 si è concluso con delle assoluzioni. Il secondo è che sui giornali dell’epoca si legge che a Curi venne somministrata la Novocaina prima di quel Perugia-Juventus del 1977 durante il quale morì. Ma soprattutto si scopre che Curi non sarebbe stato portato subito in ospedale e un suo compagno, Ceccarini, da me intervistato, è stato l’unico testimone di ciò che avvenne in quello spogliatoio maledetto. Indagando sul fatto si scopre che il Perugia si era dotato di un po’ troppi medici, a quei tempi, e che la Novocaina circa venti giorni prima della morte di Curi aveva provocato il misterioso avvelenamento del tennista Adriano Panatta, poi guarito ma con molto spavento.




lunedì 5 settembre 2011

Le gravi responsabilità dei medici: il caso "Lipopill"


Peruzzi e Carnevale potevano non essere squalificati. Questa la mia conclusione al termine di un’indagine attraverso i giornali che mi ha portato a scoprire altri casi analoghi di uso nel calcio della Fentermina e del Lipopill, un dimagrante che nel 1970 era stato somministrato dal medico della Ternana a due giocatori, uno dei quali, Ranghino, è stato da me intervistato per telefono e ha confermato il fatto. Allora venne squalificato solo il medico. Il Lipopill conteneva una sostanza vietata, la Fentermina appunto, che, oltre a quelle dei due romanisti, causò nel 1974 un’altra squalifica, dopo la scoperta della positività del portiere del Frosinone, Luciani. Anche in questo caso a pagare con un lungo stop fu il medico della squadra. In seguito il Lipopill divenne un farmaco illegale per lo Stato Italiano.

Qui sotto vedete la pagina della Gazzetta dello Sport del 1970 nella quale comprare la notizia del proscioglimento di Ranghino e Valle della Ternana dall'accusa di essere dopati. Fu però condannato il medico.

In questo video di proprietà di Video Ternana c'è la sintesi della gara del 4 ottobre 1970, Ternana-Taranto 5-0, durante la quale gli umbri Ranghino e Valle erano sotto l'effetto del Lipopill.

giovedì 1 settembre 2011

L'anestetico che farebbe tremare il mondo del calcio...


Quanti calciatori sono entrati in campo con le gambe rotte grazie a un’iniezione di Novocaina? Veramente tanti, l’esatto numero non è facile dirlo: Altafini, Rummenigge, Maradona, Nesta, Montella, per il calcio, Tomba e Senna negli altri sport, tanto per fare dei nomi importanti. Dalla mia rassegna stampa su tutti i quotidiani italiani emerge che dagli anni ’50 questo era un metodo ritenuto legale per far disputare una partita a un giocatore coprendo il dolore per un infortunio. Al di là della gravità o meno per il fisico dello sportivo, è chiaro che si può tracciare un parallelo con l’inchiesta del PM Guariniello, allorché si voleva dimostrare che il Voltaren in dosi massicce permette di coprire il dolore; un’inchiesta che appare inutile di fronte all’uso diffuso della Novocaina, che è un anestetico adatto alle operazioni chirurgiche e in particolare quelle dei dentisti. Singolare una telecronaca della Rai di Inter-Sportul di Coppa Uefa, in cui il telecronista Ennio Vitanza prima del gol di Rummenigge disse in diretta che il giocatore era in campo con un’iniezione di Novocaina.



C'è sempre la Novocaina dietro la morte di Giuliano Taccola?


Il giocatore della Roma Giuliano Taccola fu fulminato da un’iniezione di Penicillina allungata con la Procaina? E’ una possibilità non remota che scaturisce dal confronto delle cronache dei quotidiani dell’epoca. Uno dei casi ancora adesso più discussi forse aveva la soluzione già nel 1969. Quella volta a Cagliari, a somministrare i medicinali al giocatore malato, tramite il dottor Visalli della Roma, fu in realtà il medico dei sardi Augusto Frongia. Fu un tragico errore? Dal motore di ricerca de La Stampa emerge un altro decesso identico a quello di Taccola ma estraneo al mondo del calcio, avvenuto sempre per l’uso del Neopenil-S.  A quei tempi si accertò che di Penicillina si poteva morire, ma solo quando vi era in aggiunta della Procaina o Novocaina. Vi racconto nel mio lavoro come l’inchiesta del PM Altieri sia arrivata fino alla morte per Broncopolmonite Fulminante, ipotesi che fu formulata già nei giorni dopo la tragedia dalla Gazzetta dello Sport. L’inchiesta ufficiale partì da indagini accurate della Polizia dell’Eur di Roma, e poi proseguì con la richiesta di archiviazione da parte del PM di cui si parlava il 14 novembre del 1970 su Il Tempo di Roma. Il quotidiano romano nel suo resoconto faceva sparire le indagini della polizia, che avevano accertato negli interrogatori la morte di Taccola per l’iniezione di Penicillina, e citava solo il lavoro del PM Altieri, divenuto famoso in seguito per essere stato minacciato dalle Brigate Rosse.