domenica 23 gennaio 2011

WIKILEAKS: attenzione ai "leaks italiani", forse contengono materiale pedopornografico


Attenzione al sito di Wikileaks. http://213.251.145.96/ Se mai qualcuno di voi, pochi e sparuti lettori del mio blog, dovesse cercare il sito da cui partono tutte le presunte informazioni segrete che i nostri giornali, le nostre tv, le nostre radio riportano, ecco stia attento perché potrebbe scaricare un file enorme che però rimanda ad altri file torrent, alcuni dei quali forse illegali. Tra le varie voci che contraddistinguono questo portale notiamo infatti: "Cablegate" con le maggiori rivelazioni di cui abbiamo letto sui giornali che riguardano spy-story e rapporti diplomatici dei vari paesi, e poi quelle dei rapporti di guerra in Afghanistan e Iraq. La seconda, "All released leaks archived" contiene un enorme file con dei link a dei file torrent. Tra questi, se doveste cercare i segreti italiani, vi trovereste probabilmente di fronte a qualcosa di illegale, poiché i files non contengono altro, mi pare molto probabile, che materiale pornografico di sesso sui bambini avvenuto nel 2008. "Italy Sex Child 2008", questo dovrebbe essere, se non ricordiamo male, il nome che abbiamo visto su quei 4 o 5 files verdi. I files, purtroppo, sono reperibili da chiunque anche attraverso una ricerca semplice su Google. Non solo. Col passare del tempo stanno anche nascendo dei blog che offrono dei link per scaricare i file presunti pedofili. Si tratta di file audio, che facendo un calcolo in base alle lunghezze campione dei files Wav, dovrebbero avere una durata tra i 10 e i 30 secondi. Non saprei dire che cosa si sente e se, poi, si senta davvero qualcosa di decifrabile. Il mio blog, non essendo una grande testata con le spalle ben protette, ha deciso di evitare di scaricarli, perché è vietato. Questi comunque sarebbero dei segreti italiani di Wikileaks ancora inesplorati. Ricordo che scaricare e diffondere materiale pedo-pornografico è un reato.

domenica 16 gennaio 2011

La Piovra 7: la cattura del boss Provenzano e i traffici mafiosi con la Russia?


La piovra 7 è l’ennesima sfida tra criminali. In questa serie compaiono nuovi personaggi, Saverio Bronta e Nuzzo Marciano, gli assassini di Cattani, e ritroviamo i vecchi come la Camastra, che gestisce ora i traffici mafiosi con la Russia, dove c’è Corinto. Bronta e Marciano con l’appoggio della setta di Ramonte fanno fuori la Camastra e sfidano la giustizia, la quale con la giudice Conti e il vicecommissario Breda, che si salva da un attentato, riesce a processare Ramonte. Nella storia reale, davvero singolare è il racconto in stile ‘Ritorno al futuro’ dei tre assassini di Cattani, i quali cercano di ricostruire la loro vita partendo dal passato. Saverio Bronta può rappresentare Salvatore Cancemi, il sanguinario Nuzzo Marciano sembra un alter ego di Salvatore Grigoli, e Rosario Granchio è paragonabile a Francesco Graviano. Ma se questa è stata la mafia anche nella nostra attualità, la Setta di Ramonte ci porta verso Al Quaeda. Cosa c’entrano i terroristi islamici con l’Italia? 
Di sicuro Corinto ha a che fare con Vittorio Mangano, in quanto stalliere, e Corinto è il nome di un noto cavallo; proprio per questo non è escluso che Corinto possa impersonare Marcello Dell'Utri, il quale ha avuto di recente affari con la Russia. La Camastra è una contessa la cui vicenda è a metà strada tra la personalità della contessa Vacca Agusta e la vita sospetta della contessa Naccarato, rimasta invischiata in una storia di bische mafiose negli anni ’70 e sulla quale indagò, facendone una sua confidente, il commissario Nicola Scirè. Altri due personaggi poi impressionano per le somiglianze: il vicecommissario Breda sembra il giudice antimafia Pietro Grasso, e la giudice Silvia Conti è molto simile al magistrato svizzero Carla Del Ponte, amica di Giovanni Falcone come la Conti lo è nella finzione cinematografica con Cattani. Più complessa la figura del boss amico della Camastra, Aragonese, il quale sembra anticipare l’arresto del boss Provenzano. Il contesto mafioso della Russia sui quotidiani degli anni '90 era, in ogni caso, una realtà molto nota.





giovedì 13 gennaio 2011

Le armi dell'Iran, del Kazakistan e della Libia, viste dall'Italia...


Vendita di materiale bellico dall’Italia all’Iran, contatti dell’Italia anche con Kazakistan, Libia e Somalia. Se ne parla su Globeresearch un sito di presunte spie dell’intelligence italiana in cui spicca un omonimo e sosia non perfetto dell’ex caporedattore de Il Resto del Carlino di Ancona, Lucio Martino. Proprio mentre Berlusconi parlava a Capodanno del 2010 del Kazakistan ecco quindi spuntare un sito nel quale gli italiani dimostrano di conoscere nei dettagli l’armamento non solo del Kazakistan, e quindi mettendo in crisi l’ex premier Berlusconi, ma pure della Libia della quale veniva venduto un libretto per pochi euro in cui si illustravano dettagli delle forze armate di Gheddafi. Sono notizie non ufficiali perché non compaiono sui libri di storia, ma alcuni esponenti del PD hanno partecipato a conferenze organizzate dai membri di Globeresearch. Internet inoltre dimostra di essere pieno di informazioni a carattere militare che parlano di fabbriche di armi in Italia. Tra le ultime notizie c’è quella della futura costruzione a Cameri, in cui sorgerebbe una piccola Area 51, delle ali dei cacciabombardieri acquistati dal Governo.






martedì 4 gennaio 2011

iPad, Youtube e il Giornalismo...in crisi. (post per giornalisti)


Su internet nessun giornalista o editore guadagna se non con la sua pubblicità. Il che è un problema non da poco, perché il nostro know how sulla vendita di pubblicità non è affatto elevato. Ho fatto un esperimento iscrivendomi come blogger e come youtuber. Il risultato è confortante quando si pubblicano contenuti condivisibili con l’estero come il calcio, ma Adsense è una grossa fregatura come tutti i pay per click. Dunque se la gente ti vede e ti legge cambia poco in fatto di crescita economica. Eppure gli editori online che offrirebbero lavoro sono in crescita. La figura più ricercata è l'Account, bel nome che nasconde però un volgare lavoro porta a porta per convincere la gente a fare pubblicità, con speranze di guadagni pari a zero.




sabato 1 gennaio 2011

Scatta il digitale terrestre in Piemonte orientale-Lombardia, ma perché tutta questa fretta?


L’esperimento del digitale terrestre in Piemonte si è rivelato nettamente deficitario. Sono mancate dapprima le indicazioni su come collegare gli apparecchi televisivi, in un secondo momento ci si è accorti dell’impossibilità di vedere, seppure si abiti in pianura, tutti i canali in chiaro. Il primo problema si è presentato perché il decoder del digitale terrestre necessita della scart, ma questa presa non è sempre presente su tutti i televisori, anche di ultima generazione, basti pensare a quelli portatili. La soluzione in molti casi bisogna cercarla da soli, il governo non ha fatto nulla. Il problema della ricezione dei canali è ancora più grave e a distanza di tempo sembra ancora senza una soluzione. Ad essere invisibili a volte non sono solo i canali locali ma anche la Rai e Mediaset. Un’indagine dell’ordine dei giornalisti della Lombardia ha rivelato che la stragrande maggioranza degli editori non sta assumendo giornalisti e che le piccole tv sono quelle che dalla confusione hanno tratto maggiore vantaggio come visibilità. Pubblicità? In forte calo.