martedì 22 dicembre 2015

Clima, si profila un bis del 1888-89


E' probabile che avremo un clima per certi tratti del 2016 simile all'annata 1889. Infatti il 20 dicembre 2015, a due giorni dal solstizio d'inverno, è stata registrata la stessa configurazione meteorologica che si realizzò il 20 dicembre 1888. Il solstizio d'inverno è il momento in cui il vortice polare scende maggiormente di latitudine con il suo pesante carico di freddo e pioggia. E come la fisica ci insegna questo tuffo nelle basse latitudini creerà un'ondulazione nell'atmosfera che potrebbe condizionare il clima fino al dicembre del prossimo anno. E' già stato notato in passato che, in presenza di un solstizio d'inverno quasi identico dal punto di vista meteorologico in due differenti annate, si verificano nuove incredibili coincidenze, periodicamente, per tutto l'anno successivo. In poche parole capita più volte che nello stesso mese, nello stesso giorno e alla stessa ora le carte meteo dell'anno in corso e di un altro magari di fine Ottocento tornino a coincidere quasi perfettamente. Questo può portare alla conclusione che il clima dell'anno che ci apprestiamo a festeggiare potrebbe in realtà essere già avvenuto nel nostro passato. Quindi che clima dovremo aspettarci per il 2016? Per ora ci limitiamo a dire che quello del 1888-89 fu in Italia un capodanno secco, ma con un gelo record. I modelli meteorologici cominciano a fiutare qualcosa del genere: quelli del 2015, naturalmente.


domenica 13 dicembre 2015

Il KGB "coltivava" soldati italiani? Ecco la prova


La prova che è esistita, tra i militari italiani, una sigla come quella citata dalla scheda 61 dell'archivio Mitrokhin arriva dall'archivio del quotidiano La Stampa. Cercando le parole "fascista" più "SDI" compare un articolo del 17 febbraio 1974, che è il periodo a cui si riferisce, appunto, il rapporto Impedian 61. La Stampa riportava le lamentele di una mamma di Varese, la quale aveva visto recapitare a suo figlio, sottotenente degli Alpini ad Aosta, un giornalino di stampo fascista. La signora disse che nella fascetta con l'indirizzo del soldato, il nome e il cognome erano preceduti dalla sigla S.d.I., proprio la stessa del rapporto Impedian 61. La mamma del soldato scrisse di aver interpretato quella sigla come "Soldato d'Italia" e di essersi indignata per il contenuto marcatamente fascista di certi articoli, uno dei quali era firmato da Amos Spiazzi. Il giornalino si intitolava "Primalinea". Questo documento fa supporre che il KGB stesse coltivando non solo i soldati delle installazioni militari, ma stava attirando verso di sé una delle organizzazioni chiave della Strategia della tensione: l'organizzazione poi nota con il nome di Rosa dei Venti, la quale pare fosse legata al golpe Borghese del 1970 e si disse che fosse diretta dalla Nato.

sabato 12 dicembre 2015

Il KGB "coltivava" l'estrema destra italiana


La notizia arriva dall'archivio Mitrokhin, o almeno dalla parte censurata dalla Rizzoli. Secondo il rapporto Impedian 61, il KGB nel 1974 stava "coltivando", cioè cercando di rendere spie dell'URSS, tutti i partiti dell'estrema destra italiana. Ma in particolare, recita il rapporto 61, il KGB intendeva avvicinarsi "al neofascista SDI". Cercando informazioni su questo partito nell'archivio del quotidiano La Stampa e su Wikipedia, si scopre che non è mai esistito qualcosa del genere nella nostra estrema destra. Semmai è possibile che quella dicitura facesse riferimento a dei neofascisti esistenti all'interno dello SDI, ovvero il "Servizio Difesa Installazioni". Se così fosse si arriverebbe ai militari che controllano tuttora il Monte Conero, perché questo SDI è un reparto militare che fu istituito prima del 1974 e tra i vari siti che oggi sta controllando ci sono pure le zone militari di Ancona e della base del Conero. A dare credito a questa ipotesi c'è il fatto che, oltre all'estrema destra italiana, il KGB coltivava anche membri italiani del collegio di difesa Nato. Ma lo faceva usando una falsa bandiera, ossia non rivelando che lo spionaggio sarebbe stato appannaggio dell'URSS. Tutte queste informazioni non solo mancano dal libro della Bur, che ha pubblicato soltanto le schede citate dallo studioso Andrew all'interno della sua ricostruzione storica, ma pure dagli articoli dei giornali che uscirono nel 1999, che contenevano i nomi di molte altre spie italiane del KGB.