La piovra 9 narra la seconda tappa del viaggio negli anni ‘50 o se vogliamo nell'Ade.
Il capitano Arcuti torna a combattere la mafia incontrando un barone Altamura
cambiato, poiché ha accettato di far entrare i mafiosi nel suo palazzo.
Subentra la lussuria, con il rapporto tra il barone e sua cugina. Moriranno
entrambi, mentre Santino Rocchi che ora è Turi diventa boss della Mafia
sbaragliando e uccidendo gli avversari. A quest’ultimo serve un appoggio in
politica e pare lo trovi in un uomo timido del “pugno”. Un riferimento, questo, che se il film fosse realmente un romanzo sugli anni '50 potrebbe essere riconducibile al "pugno di ferro" di Mario Scelba della Democrazia Cristiana. Dal suo canto Arcuti assapora
solo un attimo l’amore per la moglie di Altamura, perché muore volendo proseguire nelle
indagini. Continua qui la visione spettrale dell’autore che disegna dei
personaggi da inferno dantesco, si pensi al francese che muore allungandosi e vedendosi respinto come il superbo Filippo Argenti da Virgilio, oppure costruisce i caratteri ispirandosi a film come “L’avvocato del
diavolo" nella visione discutibile del colonnello dei Carabinieri Valente. Prevale in
questo film un'interpretazione cruda della realtà e della stessa morte.
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