La piovra 8 fa precipitare alcuni personaggi in una nuova
vita indietro nel tempo. Qui nel 1950 i duellanti sono il barone Francesco Altamura
e Pietro Favignana, il quale sbarazzatosi del boss don Albanese convince il
barone, a seguito del tradimento della moglie, a far entrare la mafia nel suo
progetto di edificazione in Sicilia sullo stile americano. Favignana per questo
ha anche fatto rapire il figlio di Altamura che viene salvato dal
vicecommissario Breda, ora diventato il capitano Arcuti. Questi però perde la
lotta con la mafia proprio per la sua vicenda amorosa con la moglie del barone.
La vicenda sembra un viaggio nell’Ade come nell’Eneide di Virgilio, qui però
sullo sfondo delle rovine greche. La luce bianca sui volti di questo film fa
pensare infatti al film “The others” sulla vita oltre la morte. I volti sono
allungati come le figure di Munch, pittore dell’angoscia. Il barone Altamura e
il suo progetto edile sembrano ciò che rappresentò per la Sicilia il principe di
Giardinelli. Anche don Albanese mostra somiglianze con il mafioso dell’epoca
Michele Navarra. Su Pietro Favignana infine si può pensare che possa
rappresentare il boss Luciano Liggio come lo ha visto il regista del film “Placido
Rizzotto”.
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