giovedì 8 novembre 2012

L'invadenza dei militari nel giornalismo italiano


In una redazione di un quotidiano importante c’era la ricetrasmittente della Polizia di Stato, un reato punibile con qualche anno di reclusione. Questo mi porta a una riflessione di carattere deontologico sul giornalismo. Fino a che punto il giornalista oggi ha bisogno di spiare la polizia per avere notizie di nera e fino a che punto senza la verifica dei fatti riesce a garantire al lettore un’informazione corretta? La risposta è che non la garantisce affatto. Il risultato è un surplus di notizie di nera che abbondano soprattutto nelle cronache locali, nelle quali il giornalista si limita a fare da intermediario tra le forze dell’ordine e il lettore. Altra domanda: una notizia fornita in conferenza stampa dalla Polizia è sempre vera? A mio avviso no, la versione delle forze dell’ordine su un fatto può essere un punto di partenza, per poi effettuare però delle verifiche, delle indagini al fine di dare una versione che non sia solo quella dello Stato, il quale può avere mille motivi per nascondere le notizie.


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