sabato 11 marzo 2017

La drammatica attualità delle inchieste farsa


“All’improvviso uno sconosciuto”, ironizzava il titolo di una rubrica della Gialappas band ai tempi di Mai dire gol. Ma è ciò che avviene ogni giorno sulle televisioni italiane quando inizia il telegiornale. Siamo invasi da notizie di cronaca giudiziaria che pretendono di fare scandalo come ai tempi dell’ormai remota Mani Pulite. Assistiamo passivi a cronache prive delle più elementari norme del buon giornalismo, prive dell’emotività di un testimone qual è il cronista, con nomi di illustri sconosciuti assurti a protagonisti (non si sa se positivi o negativi), che nessuno fino a poche ore prima aveva letto nelle stesse prime pagine e con lo stesso risalto. Mi sono chiesto allora che senso abbia tutto questo, che valore abbiano le notizie per la gente, e soprattutto chi siano questi protagonisti dell’ultima storia, quella della Consip. Cos'è la Consip? Un organo di Stato che accentrava in un unico ente tutti gli acquisti della pupblica amministrazione. Tutta una serie di appalti, insomma. Gli articoli nei quali se ne parlava sono del 2003, al tempo del Governo Berlusconi due, ma questa Consip era nata nel 1997 con il governo Prodi. Un sistema molto criticato. Si diceva fosse simile a quello dell'ex URSS. Sembra evidente che in un’economia proiettata verso il mercato libero, c’era nel 2003 uno zoccolo duro che guardava con nostalgia al comunismo di Stalin. Per voler controllare l’economia il sistema sovietico implose, per colpe esclusivamente sue, ben prima che i cittadini abbattessero il muro di Berlino Est.

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