giovedì 14 marzo 2013

C’era la Montedison dietro la bomba di Piazza Fontana?


Un dirigente della Montedison era tra gli indagati del giudice Alessandrini per la Strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969. Si trattava di V. D., il quale finì sulle cronache dei giornali quando, intorno a metà maggio 1973, avvenne un attentato davanti alla questura di Padova. In carcere ci finì un anarchico, G. B., ma gli inquirenti, Emilio Alessandrini, poi ucciso in un attentato terroristico, e Gerardo D’Ambrosio sospettarono come mandanti di tutti quegli attentati alcuni esponenti dell’estrema destra; in pratica quelli che avevano partecipato a una famosa riunione all’hotel Parco dei Principi di Roma tra il 3 e il 5 maggio del 1965, tra cui Guido Giannettini, Pino Rauti, Giorgio Pisanò, poi anche lui coinvolto nell’azionariato della Montedison, e appunto il dirigente di Foro Bonaparte V. D.. In un articolo del 22 maggio 1973 Guido Mazzoldi scrisse con certezza che gli attentati terroristici, tra cui Piazza Fontana a Milano, partirono poco dopo secondo le direttive di quegli uomini di destra. In quello stesso periodo era nata anche l’altra inchiesta sui Fondi Neri della Montedison, ma pochi mesi dopo l’attentato di Padova il giudice che indagava scoprì di essere spiato dal Sid. Si trattava di Renato Squillante, oggi noto soprattutto perché secondo i giudici sarebbe stato corrotto da Berlusconi nell’affare Sme. Tempo dopo si scoprì che era proprio il presidente di allora della Montedison, Eugenio Cefis, a servirsi all’Eni di uomini del Sid e di generali coinvolti nel golpe De Lorenzo. Di fatto, il giudice Squillante dovette dimettersi quando a inizio luglio 1975 l’istruttoria sui Fondi Neri Montedison fu conclusa e per i giornalisti questo fu segno di un possibile insabbiamento. Altra conseguenza di queste indagini che stavano scoprendo una correlazione tra Fondi Neri e terrorismo neofascista potrebbe essere stato l’Attacco alla Montedison dichiarato dalle Brigate Rosse pochi anni dopo, quando in un duplice attentato furono trucidati i dirigenti del petrolchimico di Porto Marghera, Silvio Gori e Giuseppe Taliercio.





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