sabato 10 agosto 2013

I processi di Berlusconi sono un clamoroso falso?


La sentenza della Cassazione su Berlusconi è solo una fiction cinematografica? E’ una domanda che emerge leggendo il volume “La legge è con noi” del 1971 e poi l’aggiornata Wikipedia. Entrambe le enciclopedie spiegano che il processo di Cassazione non può entrare nel merito dei fatti, bensì deve solo occuparsi delle questioni procedurali. In sostanza la colpevolezza di Berlusconi dopo i primi due gradi di giudizio non doveva più essere messa in dubbio e invece così è avvenuto e le parole del giudice Esposito rilasciate a Il Mattino di Napoli poco dopo la condanna a quattro anni per il cavaliere non lasciano alcun dubbio. In Cassazione sia gli avvocati difensori di Berlusconi, troppo desiderosi di apparire in tv e continuamente propensi a cancellare le colpe sancite nei gradi precedenti, sia lo stesso Esposito, poi finito nel mirino della stampa italiana, hanno preteso di rifare l’indagine poliziesca, non solo contravvenendo alla prassi giudiziaria che anche i profani possono apprendere dalle enciclopedie, bensì umiliando in questo modo gli inquirenti che avevano raccolto prove indispensabili per l’apertura di un processo accusatorio. E la fiction non è finita qui, perché la sentenza del processo Mediaset ha avuto la peculiarità di sancire una condanna definitiva, ma di rimandare allo stesso tempo a un nuovo processo solo per stabilire per quanto Berlusconi dovrà rimanere lontano dalla politica. Per rafforzare questo futuro giudizio è stata persino istituita una commissione ad hoc in Parlamento per far “decadere” Berlusconi da senatore. Il che vuol dire, traduco per i poveri italiani che non capiscono, per cercare di sradicarlo dalla sua amata poltrona politica, perché nemmeno una condanna ci è riuscita. Se ne potrebbe dedurre che gli italiani sono talmente fessi da non capire da soli se il cavaliere può fare politica o si è avviato sulla strada del suo “padrino” Bettino Craxi. 



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