sabato 10 ottobre 2020

Telefono giallo, il caso Augias


Cosa ha combinato Corrado Augias, conduttore della nota trasmissione televisiva della Rai “Telefono giallo”? Negli anni Sessanta consegnò documenti riservati ai cecoslovacchi. Lo affermano svariati documenti del dossier numero 311, che, come scritto nel solito bigliettino iniziale, che ne descrive in sintesi il contenuto, affronta il tema della politica estera italiana. Ma è Augias il protagonista assoluto della scena. Fu lui l’informatore, il tramite per arrivare ad alcuni segreti italiani. Tra le carte ho rinvenuto persino degli appunti scritti a mano in lingua italiana. Di chi erano? Di Augias? 

Non avrei mai creduto di poter aprire con le mie mani la cartella della sua attività spionistica. Proprio lui, la perfetta applicazione dei principi di oggettività in un’inchiesta giornalistica. Il conduttore discreto, che non entra mai nelle tragiche vicende narrate. Introduce, lascia parlare gli altri, interviene per correggere, sintetizza, analizza i concetti meno chiari ai telespettatori, e poi guida i suoi intervistati verso la soluzione del giallo, in un ampio dibattito finale nel quale appare sempre nelle vesti del moderatore e mai dell’accusatore.

Ho trovato nei documenti l’esatto contrario. Ho davanti un altro dottor Jakyll? Oppure questi documenti furono redatti per rovinargli la reputazione? Ma, ancora, mi sono chiesto: si può parlare veramente di documenti compromettenti?

Corrado Augias venne descritto come un appassionato antifascista, sostenitore della causa socialista e difensore delle vittime della dittatura di Francisco Franco in Spagna. Il 26 luglio 1963 il documento 67 annotò: “Politicamente, fu dapprima membro del Partito radicale e si unì all’ISS (il PCI, ndr) nel 1959/60, dove adottò una posizione chiaramente di sinistra. In particolare, si occupa dei problemi della Spagna. Ha numerosi contatti con i socialisti lì. Ha effettuato numerosi viaggi in Spagna per mantenere questi contatti. A Roma, ha partecipato a tutti i raduni a sostegno della Spagna e di tutte le manifestazioni antifasciste.”

Nel documento 49-51 si legge ancora: “Appartiene alla sinistra del partito, è antifascista e ha buone posizioni politiche. DOŠEK lo riconobbe durante la manifestazione antifascista organizzata a Roma dalle forze democratiche in occasione della fucilazione di Grimau. Due giorni prima, AUGIAS si è confrontato con i fascisti romani. Nel 1962 era in Spagna e in quell'occasione entrò in contatto con i gruppi di opposizione del regime di Franco. Da loro ha ricevuto raccomandazioni ed alcuni spagnoli a Roma con i quali AUGIAS è ora in contatto. Nel mese di Agosto, nell'interesse di questi lavoratori, vanno di nuovo in Spagna.”

Dunque, un giornalista schierato e appassionato, e direi anche piuttosto battagliero.

Il 21 ottobre 1963, dopo un incontro al ristorante Re degli amici, in via del Babuino a Roma, fu redatta un’altra relazione in cui Jaros tornava sull’impegno politico di Augias in Spagna: “DONÁT (soprannome che gli fu dato, ndr) ha detto che l'intero gruppo di spagnoli che ha incontrato è in prigione. Sono circa 15 persone. Uno è in prigione in Italia, gli altri in Spagna. In Italia fu arrestato durante le manifestazioni a Roma, gli altri dopo essere arrivati in Spagna per andare in vacanza. E' certo che in Italia avevano un traditore, che riferiva tutto sulla loro attività, quindi tutto era già preparato in anticipo. Fu arrestato anche un buon amico di DONAT, Fernando SANCHES (l'abbiamo lasciato con il signor Kotva). La più grande sfortuna è che Sanches è andato insieme a Donat e sua moglie in Spagna.”

Curiosa la descrizione in italiano che si legge nel documento 47: “Ha espresso dubbi sulla sua permanenza alla Rai, perché ciò limiterebbe le sue possibilità di dedicarsi al lavoro politico, e perché gli alti guadagni e l’estrema sorveglianza contrastano la sua formazione ideologica”. Sempre nello stesso documento, infatti, si rammentava che nella Rai dell’epoca vi erano programmi curati “direttamente dal ministero degli interni (direzione del servizio informazioni) e che hanno la sede distaccata in via Po”.

Il caso dei contatti tra Augias e Praga non è certamente nuovo. Esplose nel 2009, allorché Il Giornale, quotidiano filo-berlusconiano di destra, pubblicò una serie di articoli di Antonio Selvatici, con i quali veniva rivelato che, stando ad alcuni 007 dell’ex Cecoslovacchia, Augias sarebbe stato un loro infiltrato negli Stati Uniti. La reazione del conduttore televisivo fu immediata e furibonda. Minacciò querele per diffamazione. “È un'accusa talmente ridicola che non varrebbe la pena neanche di rispondere - disse su Repubblica - ma questi sono i tempi in cui viviamo, in cui si è costretti a reagire alle calunnie mediatiche. Ho letto il servizio e mi sono chiesto il perché di tutto quel chiasso.”

La vicenda rimase più o meno sospesa lì, tra rivelazioni peraltro documentate da un libro poi pubblicato dallo stesso Selvatici, e sdegnose smentite. Wikipedia neanche riporta questa breve parentesi della vita del conduttore Rai.

Eppure il cronista del Giornale le cose non se l’era certamente inventate. Aveva ragione ad affermare ai microfoni di Radio Radicale: i documenti sono a disposizione di tutti, chi vuole può leggerli. E’ così. Semmai c’è da rimarcare qualcos’altro: che nei suoi articoli mancano due punti fondamentali. Uno è, come detto, la finalità tutt’altro che deprecabile dei colloqui di Augias con gli emissari di Praga: la volontà di difendere la democrazia in Spagna. Il secondo è che ai cecoslovacchi parlò della Rai e della sua organizzazione. Fu quest'ultimo il tema degli appunti scritti a mano di cui parlavo, ascrivibili con tutta probabilità al conduttore. Basterebbe una prova calligrafica per stabilirlo. E la querela eventuale finirebbe lì, se mai avesse senso portare dal giudice chi divulga documenti provenienti da un archivio pubblico.

Inizialmente è probabile che Augias non fosse consapevole di partecipare a un dossieraggio dei sovietici. Nel documento 33-35, redatto il 24 maggio del 1963 dopo una cena al ristorante Alfredo alla Chiesa Nuova, la spia Jaros espresse questa valutazione del suo candidato: “Dopo due incontri, che si sono svolti con le mie parti principalmente allo scopo di stabilire un contatto amichevole con Augias, si può dire che lo scopo è stato raggiunto. Nonostante la notevole differenza di età tra di noi, ho guadagnato la sua fiducia. Continuerò a essere in stretto contatto (al massimo con mia moglie per i primi due incontri) poi solo tra noi due, dove verranno elaborati e sfruttati.”

Molto importante ai fini dell’attività spionistica era la moglie di Augias. Come si sa, per averlo letto sul Giornale, la signora Daniela è figlia del generale Nino Pasti, uomo influente della NATO. Sembra che il matrimonio con un socialista non fosse stato digerito bene, tanto da essere motivo di alcune liti in famiglia. Un giorno Augias rubò un dossier dal tavolo del generale Pasti e lo consegnò al suo giornale, Paese Sera, per montare una campagna di stampa. Si legge così nei documenti. Sarà vero?

Certamente ai cecoslovacchi un infiltrato nell’ambiente militare della Nato faceva molto comodo e risulta che cercarono di sfruttarlo per ottenere ogni genere di notizia sul nostro armamento.

I contatti tra il conduttore Rai e le spie di Praga proseguirono con incontri al bar e al ristorante. Augias propose uno scambio di programmi tra la sua azienda pubblica e radio Praga. Il 21 dicembre del 1963, Jaros annotò: “DONAT mi ha mostrato una lettera del nostro operatore televisivo Brdeček, che ha inviato a Praga. Lo incontrò a Napoli, dove erano i nostri deputati. Brdeček ha inviato a sua moglie una sciarpa per la nostra televisione (di seta con i personaggi della nostra TV). DONAT vuole negoziare uno scambio di programmi con la nostra radio. Sarebbero canzoni e interventi con i nostri attori. E’ molto attivo nella collaborazione con i nostri attori. Gli ho promesso che avrei scoperto le possibilità.”

Ma il punto principale della mia ricerca è stato capire se il noto conduttore Rai potesse affermare di essere all’oscuro dei progetti spionistici dei sovietici. Vi sono dei passaggi che non lasciano spazio a dubbi. Sì, a mio parere Augias sapeva di consegnare agli ambasciatori cecoslovacchi documenti compromettenti. Documento 115: “desideravo porre una domanda a DONAT - scrisse Jaros dopo l’incontro del 6 giugno 1964 all’Eur di Roma - se poteva procurarmi un elenco telefonico del Ministero della Marina. Rispose affermativamente, dicendo che lo avrebbe detto a Daniela, e se non lo avesse fatto avrebbe trovato il modo per prenderlo da solo.” Questa è la traduzione che ho avuto da Luigi Ceccobelli. Presumo sia attendibile. 

Documento 129-131-133. Si tratta di una scheda di riepilogo per fare il punto sui contatti con Augias. Ne pubblico ampi stralci perché mi è parsa significativa. “Dati personali: nato il 16.2.1935 a Roma, nazione: è Italiano, appartamento a Roma in via Rocca Porena 9, studiò legge, impiego in Italia, televisione in dipartimento programmi stranieri – scambio di programmi culturali all'estero. Prima di entrare in televisione, ha lavorato per qualche tempo nella FAO e in agenzia di viaggi. Alcol: beve di tanto in tanto, soprattutto nella società, ma non si ubriaca. Stabilisce facilmente contatti sociali, buon compagno, può intrattenere la società. Buono, allegro di natura, può accettare battute, anche se concentrate sulla sua persona. Sit. Finanziaria: dalla RAI ha circa 150.000 lire al mese, con lo stipendio di sua moglie il loro reddito è di circa 200.000 lire al mese. Non è noto quanto riceve per la scrittura di articoli. Non riesce a cavarsela bene, è in difficoltà finanziaria prima della fine di ogni mese. Politicamente: membro ISS (PCI) (dal 1959). La sua conoscenza delle questioni politiche è nella media. Era un membro del Partito radicale.”

“Relazioni: soprattutto con i socialisti: DOŠEK, DOX, DALAI, DAN, TONI, DAMO, BONI Vittorio, capo della radiodiffusione estera RAI, DC di sinistra, LEGGERI Antonietta, per qualche organizzazione di culto. SANCHEZ Angelo, comunista, sposato, studente, studia a Roma, BORELLI – ricercatore RAI, membro DC.”

Ma ecco la parte che ci interessa di più: “Materiale compromesso: Ha passato i nomi di giornalisti e annunciatori italiani, interfaccia di radiodiffusione straniera, ha preparato uno schizzo dell'organizzazione radiofonica gestita dal personale del Ministero dell'Interno, il materiale non è stato utilizzato. Il materiale è principalmente prezioso come materiale di compromesso. Possibilità del suo utilizzo: è principalmente l'uso di sua moglie per acquisire conoscenze dal suo posto di lavoro e per cerchie vicino a suo padre, specialmente durante la visita di suo padre negli Stati Uniti nell'estate trascorsa – acquisire conoscenza delle relazioni Italia-USA. Sviluppo operativo: contatto stabilito il 30 Maggio 1963 presso la reception dell’Ambasciata bulgara. Dall'inizio del contatto fino al 31 Gennaio 1964, si tenevano le riunioni con Donat di cui 2 riunioni nell'appartamento di Donat e 8 riunioni in bar e ristoranti. Rilasciato: dall'inizio del contatto al 31.1.64: 39.360 lire spese per riunione, 7.570 lire per “premi”. Conclusione: lo sviluppo di Donat ha fatto notevoli progressi. L'attuale conoscenza dei suoi tratti caratteriali è positiva. Quando gli è stato chiesto dall'AG se ha amici che si occuperebbero di problemi della NATO, ha risposto che ci avrebbe pensato, soprattutto perché il suo contatto fosse diretto e non attraverso diverse persone. I dati mancanti dovranno ancora essere aggiunti. Come prossimo passo, sarà necessario parlare con Donat delle possibilità di usare sua moglie e, secondo i risultati, preparare una proposta per un libro di reclutamento di Donat.”

Sono parole a mio avviso molto gravi. Come quelle del documento 137. L’incontro avviene il 17.11.1964, dalle 12 alle 12.15 al Bar ADUA, in via del Corso. Scrive sempre Jaros: “Sono riuscito a catturare DONAT in TV fino al 16.11.1964. Si offrì immediatamente di incontrarsi il giorno successivo e decise lui stesso il posto. Questo è un bar poco visitato, che ha una stanza separata che è di circa 5 tavoli. Quando è arrivato DONAT, nessuno, tranne noi due era lì, DONAT ne ha approfittato e mi ha consegnato il giornale, dicendo che dentro era quello che volevo qualche tempo fa. Disse brevemente che DANIELA non lavorava più al ministero, aveva preso un congedo di maternità e non sarebbe tornata. DONAT è diventato un critico culturale presso L'AVANTI e si dice che sia abbastanza soddisfatto. Si dice che abbia fatto bene a non trasferirsi al PSIUP. Collabora anche per le elezioni, perché aiuta nella segreteria della città. E' felice in TV. Dato che doveva tornare immediatamente in TV, ci siamo organizzati per vederci nella settimana dopo le elezioni. Sfortunatamente, non è stato in grado di determinare esattamente quando e quindi rimarrà il telefono.”

Una persona che consegna un oggetto nascosto all’interno di un giornale, in un bar poco frequentato, sa quello che sta facendo. Mi pare una scena vista in qualche film. E aver “passato” i nomi dei colleghi della Rai a una nazione in cattivi rapporti con l’Italia non è un comportamento da apprezzare. Se non è una spy story, questa, le somiglia parecchio, mi vien da dire.





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