giovedì 25 giugno 2020

"Le 50 rampe sul Conero? Una bugia dei cecoslovacchi"


Pronto, generale Domenico Schipsi? Lei negli anni Ottanta era comandante del Quinto corpo d’armata dell’Esercito Italiano, ci dica la verità: è mai esistito un patto militare col maresciallo Tito?
“Eh ma queste sono notizie top secret”
Ed è per questo che ci interessano.
“Sì, ricordo vagamente questo patto con la Jugoslavia. Era il 1982. Era cambiato il sistema d’allarme. Avevamo 72 ore di tempo per predisporre le unità. Questo voleva dire poter mandare i soldati in licenza molto più lontano.”
E il patto con la Jugoslavia cosa c’entra?
“Il patto con gli jugoslavi ci consentiva di prepararci meglio a un eventuale scontro con l’Unione Sovietica. Bisogna pensare che avevamo l’unità sovietica a 300 chilometri da Gorizia. Troppo poco. Il patto con la Jugoslavia consisteva in uno scambio di unità a Lubiana. Ci consentiva da quel momento in poi di impegnare i sovietici in un combattimento in territorio jugoslavo, rallentandone l’avanzata verso l’Italia.”
Questo patto fu progettato prima o dopo la morte di Tito?
“Sicuramente dopo, ma venne preparato anche prima, negli anni ‘70.”
Cosa ricorda di quella Jugoslavia? E’ vero che si stava avvicinando agli Stati Uniti?
“Certo, la Jugoslavia aveva avuto aiuti dagli Stati Uniti e si stava avvicinando progressivamente al mondo occidentale. Un professore di mio figlio una volta disse che noi italiani stavamo combattendo contro la Jugoslavia, cosa assolutamente falsa.”
Ma non le avevano mai parlato, all’epoca, delle Foibe, di quegli italiani uccisi dai partigiani di Tito e buttati nelle fosse comuni?
“Noi prendevamo soltanto ordini. Non potevamo discutere nulla. Contrariamente a quanto ho sentito dire, l’Esercito non ha mai tentato di fare il colpo di Stato.”
Cosa ricorda del Maresciallo Tito?
“Lo ricordo come un buon capo militare partigiano, ma un po’ furbacchiotto, con l’imprimatur della falce e martello. Uno che si diceva comunista ma viveva in una grande villa su un’isola al largo di Pola.”
Cosa sapeva Tito dei segreti militari delle nostre basi, tipo Aviano?
“Tutto. Ad Aviano venivano conservate armi speciali senza possibilità di lancio.”
E sul Monte Conero?
“Me l’hanno detto che lei parla del Conero. Lì c’era la possibilità di mettere l'intero comando con i radar nelle caverne.”
Un documento dell’archivio di Praga parla però anche di 50 rampe per missili Jupiter...
“Jupiter? 50 rampe? E' inverosimile, i cecoslovacchi hanno messo in giro falsità. Avere 50 rampe significa disporre di 50 chilometri di spazio. E poi gli Jupiter non si mossero mai dagli Stati Uniti. Ne furono testati solo alcuni in Turchia. La conosce la storia dei missili di Cuba, no? Ci fu una trattativa con i sovietici.”
Se vuole le mostro il documento.
“Me lo mandi pure, ma i cecoslovacchi erano famosi per altre cose, per le bombe. Vendevano materiale per fabbricare esplosivi, che poi dovevano far credere a un attentato delle Brigate Rosse o dei neri, mentre erano i sovietici i veri responsabili.”

1 commento:

  1. ERRATA CORRIGE: per una svista nel copiare dai miei appunti, ho fatto dire al generale che nel Conero mettevano le armi in caverna, in realtà lui ha detto che nelle caverne c'era il comando Nato con i radar. Delle armi parlava invece il documento di Praga.

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