martedì 10 novembre 2020

ESCLUSIVO, la lettera di Raul Gardini su ENIMONT

 

Raul Gardini voleva comprare il 100% di ENIMONT. 

Questo è quanto si evince da una lettera firmata dall'imprenditore ravennate su carta intestata della Montedison. La lettera è del 6 settembre 1990, e Gardini trasmette al presidente dell'ENI, Gabriele Cagliari, la "conclusiva disponibilità" di Montedison: è pronta a un accordo che preveda l'acquisto del nuovo colosso della chimica, per trasformarlo, come ha annunciato l'imprenditore nelle interviste televisive, in un polo chimico della finanza privata. 

L'ENI tuttavia la pensa diversamente. Nel corso della riunione del "collegio sindacale", del 18 settembre 1990, un certo Franceschini interviene per ricordare che l'eventuale cessione di ENIMONT si pone in contrasto con la legge istitutiva dell'Ente, che risaliva al lontano 1953, ai tempi di Enrico Mattei. Questo sconosciuto sindaco di ENI in realtà diventerà famoso: si tratta di Dario Franceschini, attuale Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Le conclusioni del "collegio" riflettono il pensiero del "dottor Franceschini". Nelle conclusioni del verbale, il collegio impegna ENI a non violare la legge istitutiva nell'affare ENIMONT. 

I tempi diventano importanti. Quando il Ministro Franco Piga viene interpellato è già il 17 novembre 1990. A questo punto, all'interno di ENI, se non anche del Ministero delle Partecipazioni Statali, si sa che il prezzo molto alto con cui il Ministro sta valutando le quote di ENIMONT riguarderà non più una vendita, bensì l'acquisto di quelle azioni dalla Montedison.

La trattativa va avanti come tutti sappiamo e la Montedison esce da ENIMONT pagando una tangente piuttosto impegnativa. Il 23 luglio del 1993, mentre i magistrati di Mani Pulite gli chiedono conto di quella vicenda, Gardini decide di togliersi la vita. Un suicidio su cui varie personalità italiane hanno espresso e motivato i propri dubbi.

Cosa convinse, dunque, l'imprenditore ravennate a cambiare radicalmente progetti nel corso di pochi giorni rispetto alla lettera del 6 settembre 1990? Fu il prezzo esorbitante e quindi molto invitante stabilito dal Ministro Piga? Ma se non voleva cedere ENIMONT, perché Gardini pagò anche una maxitangente?  




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