sabato 6 agosto 2016
Berlusconi aiutò il fratello di Litvinenko?
La raccomandazione di Silvio Berlusconi aiutò il fratello dell’ex spia russa Alexander Litvinenko a ottenere l’asilo politico in Italia? E’ quanto si può sospettare dal verbale dell’interrogatorio di Maxim Litvinenko, che avvenne nella caserma dei carabinieri di Ancona tra le 15 e 40 del 18 e le 20 e 36 del 19 settembre del 2012. Il processo vide come già scritto la presenza ad Ancona dei magistrati russi. Pare che le domande furono poste dagli inquirenti in italiano, perché era l’unica lingua nella quale Maxim, il fratello dell’ex spia russa, poteva esprimersi all’estero. Colpisce soprattutto il racconto dell’incontro tra Maxim e il fratello Alexander a Napoli. Si dovevano vedere tra il 2003 e il 2004 al Britannic hotel. Maxim vi andò ma non trovò nessuno. Poi si presentò un uomo vestito da carabiniere - fu la sua testimonianza - il quale gli chiese di seguirlo in macchina e lo portò in un appartamento privato, dove c’erano Alexander Litvinenko e Mario Scaramella. Ma vi erano anche altri militari e un uomo in uniforme. Alla fine dell’interrogatorio Maxim aggiunse un particolare importante. Pur se in presenza dei carabinieri, Alexander Litvinenko era a Napoli con un passaporto falso, a nome di Edvin Carter. Alexander disse a Maxim che Scaramella era in contatto con uomini potenti, tra cui Berlusconi. Quando Maxim Litvinenko, che vive a Senigallia, ebbe problemi nel rinnovo del permesso di soggiorno, Alexander lo invitò a chiedere l’asilo politico. Gli disse anche che Scaramella avrebbe incontrato Berlusconi per fargli ottenere un passaporto. Pare che però questo passaporto non arrivò. Solo dopo la morte del fratello, Maxim ottenne dalla questura di Ancona un permesso di residenza, con l’autorizzazione per andare in Inghilterra alle esequie di Alexander.
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