lunedì 24 aprile 2017

“Gli americani? Sono fermi agli anni ‘50”


Gli americani sono fermi ai tempi della guerra degli anni ‘50. L’uomo che pronunciò queste parole non aveva in mente i programmi recenti del presidente americano Trump contro la Corea del Nord. Era un agente degli ormai scomparsi servizi segreti cecoslovacchi. Si chiamava Lamac. Bisogna tornare molto indietro nel tempo. Al ristorante “Da Benito” sulla via Flaminia Nuova, a Roma, si incontrarono più volte le spie dell’est e dell’ovest. Era il 1977. In gioco c’era la pace mondiale in un momento critico della Guerra Fredda. Entriamo allora nel vivo della discussione segretissima che avvenne nella periferia di Roma. Le spie cecoslovacche cercarono tra il marzo e l’ottobre 1977, meno di un anno prima del rapimento di Aldo Moro, di contattare questo Martin Arthur Wenick. Volevano ottenere da lui delle informazioni. Quali? E perché lo ritenevano così importante? Probabilmente la risposta sta nell’aumento delle armi atomiche in Italia. Se ne parla in alcuni passaggi delle relazioni che i servizi cecoslovacchi archiviarono nell’ormai famoso dossier sul terrorismo italiano. Questi documenti inediti aprono una breccia nella sempre più arida e omertosa politica internazionale di questi ultimi anni. Dimostrano che, se fosse venuta alla luce l’opinione dei paesi oltrecortina, e non fosse esistito solo il punto di vista occidentale dopo la caduta del Muro di Berlino, oggi non conosceremmo solo le criticità dell’economia pianificata dell’URSS, ma anche l’aggressività della Nato verso i propri nemici, della quale la perenne lotta al terrorismo costituisce probabilmente solo ciò che emerge dai soffocanti segreti militari.

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