La piovra uno, film del 1984, è la storia di un commissario
di Polizia, Corrado Cattani, il quale viene mandato in Sicilia a indagare sulla
morte di un suo collega e scopre i traffici mafiosi sulla droga di alcuni
personaggi dell’isola legati ai politici di Roma e ai servizi segreti. La
vicenda si risolve grazie a un’indagine sulle banche di Cosa Nostra, ma ruota
anche attorno all’amore di Cattani per una ex drogata, la figlia della contessa
Pecci-Scialoia, che lo introduce nella
Mafia della Sicilia, e termina con la sua fuga dall’isola dopo la vendetta
della mafia su sua figlia. L’autore non ha sviluppato un film educativo su un
fatto ben preciso, ma racconta una storia in cui si intravedono dei fatti e
personaggi veri. Cattani per certi versi è il magistrato Falcone, quando indaga
sulle banche della Mafia, per alcune debolezze è invece più vicino ai discussi commissari
di polizia Nicola Scirè o soprattutto Bruno Contrada, numero tre del Sisde, che collaborò con Falcone nelle indagini sulla connection droga-edilizia di Rosario Spatola, ma venne poi indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Sante Cirinnà ricorda Gaetano Cinà, ma anche il meno noto Attilio Andreini, concessionario di Lambrette che smerciava eroina e denaro sporco, mentre Ravanusa e
Terrasini seguono strade simili a quelle reali di Giuseppe Modesto e Angelo
Siino. Leo De Maria solo per somiglianza lo accosterei al povero agente della
mobile di Palermo Calogero Zucchetto. Ci sono poi due strani personaggi: uno è
il faccendiere Laudeo, che nel seguito della serie sembra sempre più vicino
alla vita di Michele Sindona, l’altro è il giornalista Santamaria, il quale
impersona un giornalismo scorretto e non necessariamente dalla parte della
giustizia.
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