E’ un libro che ancora una volta manifesta la personalità sicuramente affabile, ma pure inquieta e poco professionale del medico di origine veneta, il quale nel raccontarsi descriveva la sua infanzia a Longarone, il paese sommerso dal crollo della diga del Vajont, intervallando queste immagini alle peripezie, anche a volte poco nobili, del suo organismo per scampare alla morte.
lunedì 6 febbraio 2012
1968: Ho visto morire me stesso
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