domenica 14 maggio 2017

Guantanamo, un’oasi tra paradiso e inferno


Il caso dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 credo che abbia la sua soluzione, o una delle sue soluzioni, nel ruolo della base statunitense di Guantanamo. Questo antico fortino si trova nel sud est dell’isola di Cuba, di fronte ad Haiti, pertanto in un territorio che fino al 1989 era parte dell’impero comunista. E’ un fazzoletto di terra che gli Stati Uniti presero in affitto nel lontano 1903, e che trasformarono col tempo in una base militare navale. Tuttavia Fidel Castro non volle mai riconoscere questo diritto. Secondo i documenti che si trovano online, tra cui l’enciclopedia Wikipedia, gli americani decisero di costruire a Guantanamo, nel 2002, un carcere di massima sicurezza nel quale concentrare i terroristi di Al Qaeda colpevoli dell’attacco dell’11 settembre 2001. Uno dei suoi “ospiti” è lo zio di Ramzi Yousef, che si chiama Khalid Shaykh Muhammad. Ma è certa una cosa: Guantanamo negli articoli del passato era tutt’altro che un inferno. Nel 1979 Ennio Caretto della Stampa raccontava: “A Guantanamo si vive come alle Bahamas, in un lusso tropicale. Le case hanno l’aria condizionata, le televisioni, i programmi americani, esiste il cinema, comici come Bob Hope vengono in tournée.” All’epoca quella vita da fiaba era riservata alle famiglie dei militari e dei tecnici. A giudicare dalle più recenti storie che emergono da questa base militare caraibica, il crollo del comunismo ha portato via anche la fiaba capitalistica.

La base navale di Guantanamo a Cuba, su Google Maps.

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