sabato 13 maggio 2017

L’attentato terroristico firmato “Armaldo Forlani”


Ramzi Yousef era un cittadino pakistano di 25 anni quando tentò di far crollare il World Trade Center di Manhattan. Era il 26 febbraio 1993. Ciò che abbiamo vissuto l’11 settembre del 2001, e che è divenuto per molti analisti un momento di svolta nella storia mondiale, in realtà sarebbe potuto accadere ben otto anni prima, con gli stessi autori. Yousef noleggiò quel giorno un furgone insieme al giordano Eyad Ismoil, lo riempì di nitrourea e gas idrogeno, e lo parcheggiò nel sotterraneo del grattacielo sud. L’esplosione provocò sei morti e oltre mille feriti. C’è un bellissimo libro del giornalista John K. Cooley, pubblicato nel luglio del 2000 e quindi un anno prima dell’attentato alle torri gemelle, che racconta in modo impeccabile il percorso che condusse il gruppo terroristico di Al Qaeda verso una serie incredibile di attentati. Si intitola “Una guerra empia, la Cia e l’estremismo islamico”. L’11 dicembre 1994, lo stesso Yousef, introducendosi con il falso nome di Armaldo Forlani, che secondo Wikipedia era la pronuncia errata del nome del leader della Democrazia Cristiana Arnaldo Forlani, riuscì a lasciare una bomba nell’aereo delle Filippine Airlines in volo da Manila a Tokio. L’ordigno esplose poco dopo che l’attentatore era riuscito a lasciare l’aereo durante uno scalo provvisorio a Cebu. Vi fu una vittima. Per tutti questi tragici fatti Ramzi Yousef venne arrestato e condannato “solo” all’ergastolo, pena che tuttora sta scontando in Colorado, negli Stati Uniti.

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