giovedì 26 dicembre 2019

Francia, un neofascista nel terrorismo rosso


Madrid, Spagna, venerdì 15 ottobre 1976, ore 17.25. L’ambasciatore americano Wells Stabler lancia un fonogramma ai suoi colleghi di tutta Europa. E’ molto preoccupato, perché nell’anniversario della morte di Francisco Franco, l’ex dittatore militare detto anche il “caudillo”, un gruppo di neofascisti italiani si prepara a organizzare attentati per mettere sotto pressione il nuovo governo democratico. Stabler è convinto che tra questi neofascisti vi siano due italiani che risiedono in Spagna: Stefano Delle Chiaie e Salvatore Francia. E si appella quindi ai colleghi di altre ambasciate per ottenere tutte le informazioni possibili su coloro che parteciperanno al “meeting spagnolo” del 20 novembre.
Ma chi è questo Salvatore Francia, amico del famoso Stefano Delle Chiaie, coinvolto più volte nelle inchieste sulla strategia della tensione? Lo cercano un po’ tutti, a dire il vero. La sua scheda è contrassegnata con il numero 229. C’è anche quest’uomo nell’album del terrorismo internazionale del KGB. L’anno di questo prezioso annuario conservato all’archivio dei servizi segreti di Praga è sempre il 1976. La pagina 240 è segnata con un circoletto scritto a penna. La foto a destra di questo album tascabile, con copertina blu molto elegante, dotata di una perfetta rilegatura e con un indice finale, ritrae un uomo con occhi scuri, barba nera, leggermente stempiato, vestito in modo elegante, con camicia bianca, cravatta e giacca scure. La didascalia non offre molte indicazioni, se non che Salvatore Francia è italiano e risiede in Italia. Dunque perché a ottobre dello stesso anno si trova in Spagna? E perché il KGB, che secondo gli storici tedeschi dovrebbe controllare tutti I terroristi presenti nell’album, non ha previsto questo spostamento? Il famoso album è dunque un semplice schedario un po’ più elegante e ordinato di quelli della nostra polizia?
Ciò che è certo è che Salvatore Francia, sebbene nell’album sia inserito insieme ai terroristi rossi della tedesca RAF, ai palestinesi e all’Armata Rossa giapponese, è uno dei più importanti membri del neofascismo italiano. Destra estrema, perciò, niente a che vedere con la sinistra. Nel 1976 si trova in Spagna perché è un uomo che fugge
Gli italiani scoprono la pericolosità di questo signore nel luglio del 1974, quando la magistratura torinese ha già scoperto vicino Bardonecchia dei campi di addestramento paramilitare. Con una nuova indagine si è risaliti, ora, alla sede di “Anno zero”, che non è il programma dell’attuale noto giornalista Michele Santoro, bensì un periodico diretto proprio da Francia, che divulga il verbo politico di Ordine Nero, a sua volta rifondazione del disciolto Ordine Nuovo. La polizia giudiziaria perquisisce la sede di ‘Anno zero’ e trova i nomi di 35 finanziatori, per lo più di origine romagnola, del neofascismo. Dunque Salvatore Francia è un pezzo grosso, che cerca di sfuggire al processo, poi quando capisce che non è possibile si rende latitante. C’è anche un’ipotesi, alla fine dell’articolo anonimo che ci racconta sulla Stampa tutte queste notizie: che terrorismo nero e rosso siano mossi dallo stesso mandante.
Ma come va a finire la storia di Francia? Lunedì 21 febbraio 1977 Stampa Sera dà finalmente la notizia del suo arresto. Viene scovato in Spagna insieme a un altro neofascista, Flavio Campo. L’articolo uscito solo con la sigla del giornalista, M.Bar, racconta tutta la storia, dal primo arresto di Francia nel 1972 dopo la scoperta dei campi di Bardonecchia, alla nuova inchiesta su ‘Anno zero’. Il suo grande accusatore è Luciano Violante, cui cerca di sfuggire, perché sostiene che sia politicamente schierato a sinistra. Pugliese, 39 anni nel 1977 al momento dell’arresto, Francia ha svolto vari lavori, tra cui anche il cameraman e il rappresentante, prima di dedicarsi alla politica neonazista come seguace di Pino Rauti. Delle tante storie che La Stampa raccontò su di lui ci interessa soprattutto la sua collaborazione con un certo Garcia Rodriguez, neofascista spagnolo con il quale condivise una serie di traffici internazionali di armi, e anche per questo inseguito da un mandato di cattura spiccato dal giudice Violante. Anche Garcia Rodriguez, che secondo il giornale ABC Espana fu colui che aiutò Francia ad evitare l’arresto, compare nell’album del terrorismo internazionale 1976 del KGB.
La Spagna però non permise alla giustizia italiana di estradare il direttore di ‘Anno zero’, che quindi fu espulso e finì in Germania, dove finalmente venne arrestato ed estradato in Italia nel 1981. Lo si scopre leggendo l’articolo della Stampa del 20 febbraio 1983. Ma quel giorno Francia poteva già festeggiare la fine della sua carcerazione, per un indulto arrivato quando non aveva ancora scontato la condanna a 5 anni, per cospirazione politica contro le istituzioni dello Stato, inflittagli dalla corte di Appello nel 1977.
Ma non è finita perché una nuova beffa si compie nel luglio del 1991 con l’archiviazione delle inchieste sulla serie di bombe, undici, fatte esplodere in provincia di Savona nel 1974. Il nome degli esecutori e dei mandanti, scriveva sconsolato Claudio Vimercati sulla Stampa il 16 luglio 1991, rimane nell’ombra. Tutti prosciolti gli indagati. Tra loro c’era anche Salvatore Francia. 


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