mercoledì 2 marzo 2016

Il mercato delle armi è in crisi, ma lo Stato guadagna


Raf si chiedeva "cosa resterà degli anni '80", del periodo cioè della guerra fredda, quando lo Stato italiano si occupava soprattutto di vendere armi ai signori della guerra. Secondo me restano debiti, che per miracolo, e grazie a una legge fascista sulle liquidazioni coatte, Fintecna trasforma oggi in guadagni. La sua controllata Ligestra dalla crisi di svariate aziende ha già prodotto i suoi bei profitti, che secondo il bilancio 2014 verranno girati per un 70% al Ministero dell'Economia e delle Finanze. Il restante 30% rimarrà invece nelle tasche di Ligestra. Parliamo di un giro d'affari consistente, ossia 25 milioni di euro di debito da restituire allo stesso Ministero dell'Economia e delle Finanze, più altri 13 milioni di aiuti pubblici concessi da Fintecna appunto a Ligestra. Il tutto non soltanto è stato restituito, ma c'è rimasto anche del "surplus"! Il bilancio di Fintecna spiega questa maxioperazione con uno storno tra debiti e crediti, ma è stupefacente che ciò accada in ditte accomunate da una disperata situazione finanziaria, che quindi finiscono nel lazzaretto statale di Fintecna senza un quattrino. Le armi comunque dovrebbero essere ancora in mano a Ligestra. Ad esempio le Officine Meccaniche Reggiane, che producevano aerei, la Finanziaria Ernesto Breda con la sua Breda Fucine, nota per le armi e la costruzione di aerei, e la Otobreda Finanziaria, il cui nome porta ai cannoni della fregata Scirocco.

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