mercoledì 11 gennaio 2017

I sovietici: “In Umbria c’è un paese neofascista”

Al centro della foto, in lontananza, la pianura su cui sorge il comune di Fratta Todina (PG)

Vi piacciono le favole? Ve ne racconto una. C’era una volta in Umbria, nel 1977, un paesino interamente neofascista, dal quale un gruppo di giovani, un bel giorno, decise di partire per i paesi del Patto di Varsavia per compiere un attentato. Questa storia la raccontò sul serio una donna, di origine ceca, che all’epoca aveva 70 anni e viveva a Fratta Todina. Il paese neofascista sarebbe questo, nella provincia di Perugia. La donna si chiamava Barbara Slagorska Berardi. La sua storia occupa una buona parte del dossier messo insieme dai servizi segreti cecoslovacchi sul terrorismo italiano. Tutto nacque da una lettera che questa Berardi inviò ad un politico del partito comunista di Praga, un certo Indri, per avvertirlo di un imminente attentato che stava per essere progettato contro i paesi socialisti. Avrebbe udito di un viaggio che dei giovani erano in procinto di compiere in vari paesi dell’est europeo, nel corso del quale avrebbero trasportato a bordo della loro auto, in un doppio fondo del bagagliaio, armi ed esplosivi per un attentato. Da un incontro tra una spia dell'Stb e la Berardi sarebbe emerso il nome di uno dei principali protagonisti di quel viaggio: un certo Ceccobelli.

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