venerdì 18 novembre 2016

Ombre tedesche sugli anni di piombo


C’è un filo conduttore nella storia dei nostri anni di piombo, che conduce in quella che una volta si chiamava Germania Ovest, o Repubblica Federale Tedesca. E’ lì che alla fine degli anni ‘60 si svilupparono movimenti di guerriglia capeggiati da alcuni giovani di estrema sinistra, in particolare da due donne: Gudrun Ensslin e la giornalista Ulrike Meinhof; e due uomini: Andrea Baader e Horst Mahler. Il nome che venne dato al gruppo nel maggio 1970 fu Frazione Armata Rossa, o più semplicemente RAF. Questi giovani sciagurati, in nome del comunismo e la guerra a quello che consideravano lo “Stato fascista”, organizzarono rapimenti, barbare uccisioni e rapine per tutti gli anni ‘70 del Novecento e poi anche per buona parte degli ‘80. Uno degli indagati di piazza Fontana, Giannettini, affermò che Brandt, leader del partito Socialdemocratico di Germania, era filocinese e antisovietico. Sarebbe stato pertanto lui il “grande vecchio” della sinistra extraparlamentare e addirittura il mandante della strage di piazza Fontana a Milano il 12 dicembre del 1969, per la quale Brandt si sarebbe servito di Giangiacomo Feltrinelli quale esecutore materiale, cioè un sostenitore della banda Baader-Meinhof.

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