martedì 27 giugno 2017

La CIA temeva una soluzione autoritaria


“Le Brigate Rosse possono generare pressioni per una soluzione autoritaria”. Finiva con queste parole un rapporto confidenziale della CIA, il servizio segreto statunitense, sulle Brigate Rosse italiane redatto nei primi mesi del 1982 e intitolato "The Red Brigades". Su questo punto convergevano tutte le analisi di intelligence, dei paesi dell’Est, come di quelli occidentali atlantici: le Brigate Rosse creavano instabilità ai governi e potevano portare a una soluzione autoritaria. Ma, conclusioni a parte, l’analisi americana del terrorismo italiano differisce in molti aspetti da quella dei paesi oltrecortina. Si tratta di un rapporto di 15 pagine, censurato in qualche passaggio, corredato da una cinica appendice con le stragi mese per mese, anno per anno. Ciò che colpisce subito è che l’indagine è molto precisa e fredda, più poliziesca, ma debole sotto il profilo politico. La CIA passa in rassegna ogni dettaglio dell’organizzazione dei terroristi italiani, dei quali conosce la vita personale, le opinioni politiche, ne scruta le tattiche militari e studia gli obiettivi che i brigatisti si prefiggono con le azioni criminali. Non c’è dietrologia come nel caso della Stasi e non ci sono sospetti di cospirazioni. Quello che appare non nasconde nulla di diverso, di inconfessabile.

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