giovedì 14 settembre 2017

I soldi di Longarini sono dei contribuenti


I soldi di Longarini andrebbero restituiti ai contribuenti non al comune di Ancona. Il costruttore Edoardo Longarini negli anni ‘90 fu accusato e condannato dalla magistratura per aver fatto lievitare i costi del piano per la ricostruzione di Ancona, e per esserseli poi intascati lasciando strade e ponti incompiuti. Raccontava la storia in quel periodo sul Corriere della Sera il giornalista Mario Di Tullio, che è stato un mio collega al Resto del Carlino. Scrisse che lo Stato era stato derubato di 67 miliardi di vecchie lire. Il governo aveva scelto Longarini sulla base di una legge che risaliva al 1951, creata dalla DC per la ricostruzione post-bellica di varie zone d’Italia colpite dai bombardamenti. Il progetto veniva assegnato in esclusiva, senza un appalto pubblico, sulla base di un istituto, quello della concessione, che risaliva ai tempi di Mussolini: al 1929. Longarini avrebbe dovuto rimettere in piedi zone di Ancona che dopo i bombardamenti del 1944 avevano subito anche un terremoto (nel 1972) e una frana (nel 1982). Ma concluse poco o niente, come gli anconetani sanno. A rimetterci a quel punto furono tutti gli italiani, a cui con la legge 317 del 1993 vennero chiesti attraverso un aumento della pressione fiscale i fondi necessari al rifinanziamento dei progetti. Questi ultimi chiaramente furono sottratti alla Adriatica Costruzioni di Longarini e finalmente assegnati ad altre ditte mediante appalto. Enrico Marro del Corriere della Sera scrisse che i contribuenti avrebbero pagato altri 230 miliardi di vecchie lire per completare dopo ben 50 anni la ricostruzione post-bellica di Ancona, Macerata e Ariano Irpino. Eppure una recente sentenza del tribunale di primo grado ha assegnato gli oneri per la mancata ricostruzione soltanto al comune di Ancona, che ha già pianificato di utilizzare quei fondi per la sistemazione delle infrastrutture cittadine. Tutto ciò non basta, poiché i costi per completare le strade di Ancona, non esistendo il federalismo fiscale che reclama la Lega Nord, furono spalmati dal Parlamento su tutte le Regioni.

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