giovedì 14 settembre 2017

L’ombra della CIA sulle armi di Montedison


Un legame tra lo scandaletto delle radio taroccate della Edison, spacciate per nuove, e il famoso affare Lockheed fu scoperto dal procuratore Ilario Martella agli inizi del 1976. La presenza nell'affare di un uomo della vecchia Edison, un certo V. A., aveva permesso al magistrato di capire che le tangenti pagate dalla CIA ai partiti italiani, con lo scopo di favorire la vendita di aerei americani da guerra, toccavano anche i dirigenti di Foro Bonaparte. Stando alle parole del giudice Martella riportate da Galvano, il signor A. figurava sia nell’organismo della Com. El., la quale funse da intermediaria per la vendita degli aerei americani, sia nella Page Europa, sussidiaria della Northrop, la quale invece si era occupata delle tangenti. Giorgio Valerio divenne in seguito presidente della Page Europa (che inizialmente si chiamava Edison-page) e nominò tra i suoi collaboratori gli stessi uomini che figuravano nello scandalo dei fondi neri della Montedison, quelli del primo processo archiviato nel 1980, che era partito dalle radioline di seconda mano della Edison. Si venne così a sapere che all’interno di Foro Bonaparte vi era ampio spazio per delle aziende che non soltanto lavoravano sulle armi, fatto all’epoca tollerato, ma erano collegate al gruppo d’affari che faceva capo alla CIA. La Montedison infatti aveva inglobato nell’azienda-contenitore Montedel anche la Elmer, ossia il nuovo nome della Scialotti, la Stirer e la Gregorini, il cui indirizzo coincideva con quello della Northrop. Il signor A. figurava come fondatore e amministratore anche nella Gregorini.

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