giovedì 7 settembre 2017

La vendetta delle BR contro Dozier


Il 17 dicembre del 1981 un commando di brigatisti rapì a Verona il comandante della Nato per l’Europa meridionale James Lee Dozier. Si trattò probabilmente di una vendetta attuata due giorni dopo una sentenza che condannava i capi della cellula torinese Fiore e Acella a svariati anni di carcere, per aver trafugato un dossier dei carabinieri sulla base Nato di Vicenza. In questo dossier, ottenuto grazie a un carabiniere complice, si parlava anche dell’azione che portò alla morte ad Acqui Terme di Mara Cagol, la donna di Renato Curcio. Per la CIA comunque l’azione contro il comandante della Nato era stata programmata in un vertice tra Brigate Rosse e membri della tedesca RAF avvenuto in Svizzera, a Losanna, e poi in altri incontri a Milano, nel maggio di quello stesso anno, il 1981. Il servizio segreto statunitense, che seguì quelle vicende con attenzione, lo affermava in un telegramma conservato nell’archivio online del governo americano. Vi sono archiviati anche degli articoli di giornale secondo i quali la prigione padovana in cui Dozier fu trovato e liberato il 28 gennaio del 1982 fu svelata agli investigatori da un mafioso, un certo Restelli, che era in carcere a Milano. Il Viminale all’epoca smentì queste voci, di cui non furono trovate prove convincenti. Ciò che si può affermare con certezza è che nelle relazioni della CIA, pur di liberare il cittadino americano, veniva proposto anche di contattare la mafia per ottenere aiuto nelle ricerche.

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