giovedì 28 novembre 2013

Scandalo: il rapporto tra Berlusconi e i Servizi Segreti


Uno sconcertante documento del Comitato Parlamentare di controllo sul Segreto di Stato, datato 27 luglio 1995, svela un rapporto preferenziale tra Silvio Berlusconi e i dirigenti dei Servizi Segreti. Se è vero infatti che la Legge 801 del 1977, rifacendosi ad un Regio Decreto del 1941, potrebbe apparire una legislazione trasversale e lontana dalla comprensione del popolo sovrano, va detto che nel 1995 avvenne uno scontro importante tra il Comitato e Silvio Berlusconi proprio sull'interpretazione di questa norma 801, la quale al punto 6 stabiliva che il controllo sul Sisde spettava al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Interno. Al contrario, dopo aver denunciato pubblicamente il ritrovamento di fascicoli illegali del Sisde su un presunto spionaggio dei politici, Silvio Berlusconi cercò di rimettere ogni decisione nelle mani proprio del direttore del Sisde. Quindi non consegnò al Comitato quei documenti, e non lo fecero nemmeno il Ministro Maroni e poi i loro successori del governo Dini. I documenti giunsero a questo organo di controllo solo attraverso la Magistratura. Si scoprì a quel punto che non solo non vi era stato lo spionaggio sparato ai quattro venti da Berlusconi, bensì che nei fascicoli vi erano informazioni che il Sisde raccoglieva, sembra di capire (perché è una mia interpretazione del riassunto che fa il Comitato), per informare i politici di eventuali pericoli eversivi, e in certi casi per aiutarli a difendersi dagli avversari politici.

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