giovedì 27 marzo 2025

Caso Moro, c'è una pista argentina?

Dopo aver rivisto la puntata di Coperti a destra di Gianluca Cicinelli, aver annotato la presenza di quattro proiettili 7 e 65 sul marciapiede, lato destro, di via Fani e dopo aver appreso del proiettile misterioso che colpì il maresciallo Leonardi sotto la nuca con direzione alto-basso, abbiamo posto domande più precise a Chatgpt. 

Si fa strada a questo punto la pista argentina, con la quasi certezza che dal quarto piano del palazzo all'angolo di via Fani con via Stresa vi fosse un cecchino e che sparasse con un fucile Mauser usato dai Montoneros. Una storia volutamente occultata dallo Stato poiché potrebbe essere intrecciata con la fuga di Ventura, Freda e Giannettini in Argentina.

Penso quindi a un collegamento diretto tra caso Moro e strage di piazza Fontana, sia per le accuse delle Bierre contro il presidente Moro, sia per il ruolo oscuro dei Servizi italiani deviati. Ci sarebbe anche un Montoneros presente a Roma nel 1978, Mario Firmenich, allora trentenne, in esilio dopo il colpo di Stato di Videla, e il quotidiano La Stampa parlò di un misterioso scambio con Giovanni Ventura. Fu solo una coincidenza? 

Si tratta in ogni caso di un'ipotesi nata da un suggerimento di Chatgpt. Il tutto andrà approfondito con prove documentali. Ma, data la gravità del fatto di sangue, ci sembrava giusto proporre al pubblico questi riscontri che proprio niente non sono.

Hai detto:

Osserva la foto, i fori piccoli che vedi sul vetro del finestrino sono compatibili con proiettili calibro 7 e 65?

Chatgpt ha detto:

Dall'immagine, si nota un foro di grandi dimensioni sul vetro del finestrino e alcuni fori più piccoli. Per determinare se i fori piccoli siano compatibili con proiettili calibro 7,65 mm, bisognerebbe analizzare alcuni fattori:

Diametro dei fori – Il calibro 7,65 mm (.32 ACP) genera fori di circa 7-8 mm di diametro, ma l'impatto sul vetro può modificarne la forma.

Distribuzione – Se i fori sono raggruppati e hanno un andamento coerente con una traiettoria balistica, potrebbero essere compatibili con colpi di arma da fuoco.

Effetti sul vetro – Un proiettile di piccolo calibro tende a produrre fori relativamente netti, con crepe radiali attorno. Se il vetro è stratificato, il comportamento può variare.

L'immagine non è abbastanza chiara per una misurazione precisa, ma i fori piccoli potrebbero essere compatibili con colpi di calibro 7,65 mm. Per una conferma servirebbe un'analisi forense più dettagliata.

Hai detto:

Esisteva nel 1978 un fucile di precisione che sparava proiettili 7 e 65 da lunga distanza?

ChatGPT ha detto:

Nel 1978 non esistevano fucili di precisione progettati specificamente per il calibro 7,65 mm Browning (.32 ACP), che è una munizione tipicamente utilizzata in pistole e piccole mitragliatrici. Questo calibro ha una potenza relativamente bassa e non è adatto per tiri di precisione a lunga distanza.

Tuttavia, se ti riferisci al 7,65×53 mm Mauser, allora la risposta cambia. Questo calibro, sviluppato alla fine dell’Ottocento, era usato in fucili militari come:

Mauser Modelo 1909 (Argentina)

Mauser 1891 (Belgio e Argentina)

Mauser Chileno 1895

Questi fucili, con opportuni adattamenti e ottiche, potevano essere impiegati per tiri di precisione a distanze medio-lunghe, anche oltre i 500 metri. Tuttavia, nel 1978 erano considerati obsoleti rispetto ai fucili di precisione moderni in calibro 7,62×51 mm NATO (come il Remington 700 o il SVD Dragunov).

Se il contesto riguarda un'arma usata in un'azione specifica, potrebbe trattarsi di un adattamento di un vecchio fucile Mauser piuttosto che di un'arma di precisione moderna.

Hai detto:

500 metri è troppo, potevano provenire dalla terrazza condominiale al quarto piano di un palazzo colpendo come vedi un finestrino di un'auto.

ChatGPT ha detto:

Sì, un colpo sparato da un fucile in 7,65×53 mm Mauser da una terrazza condominiale al terzo o quarto piano potrebbe teoricamente colpire un'auto parcheggiata o in movimento a distanza urbana (diciamo 50-100 metri). Questo calibro ha una traiettoria tesa e una buona capacità perforante, compatibile con danni a un finestrino.

Se invece stiamo parlando del 7,65 mm Browning (.32 ACP), il discorso cambia. Questo è un calibro da pistola con velocità iniziale ridotta (circa 280-300 m/s) e non è progettato per tiri a lunga distanza. Da una terrazza, a 10-30 metri, potrebbe ancora essere efficace contro un finestrino, ma oltre questa distanza la precisione e la capacità di perforazione calano drasticamente.

Analisi dell’immagine:

Fori piccoli: compatibili con proiettili di piccolo calibro (7,65 mm Browning?) se sparati a breve distanza.

Foro grande: potrebbe essere il risultato di un secondo colpo o dell'effetto combinato di più impatti.

Se l'arma era un fucile in 7,65×53 mm Mauser, la distanza di tiro da un palazzo sarebbe compatibile. Se invece era un’arma in 7,65 mm Browning, allora il tiratore doveva essere relativamente vicino all’auto per ottenere danni simili.

Hai detto:

Non conosciamo l'arma purtroppo. Ma poteva essere un fucile della seconda guerra mondiale?

ChatGPT ha detto:

Sì, se parliamo di un fucile della Seconda Guerra Mondiale, un'arma camerata per il calibro 7,65×53 mm Mauser poteva essere usata nel 1978, specialmente se proveniente da surplus militare. Alcuni esempi di fucili di quell’epoca compatibili con questo calibro sono:

Mauser Modelo 1909 (Argentina)

Mauser 1891 (Argentina, Belgio)

Mauser 1935 (Belgio, Paraguay)

Questi fucili erano molto diffusi in Sud America ed Europa e, con ottiche montate, potevano essere usati come fucili di precisione rudimentali. Un colpo sparato da un edificio di terzo o quarto piano poteva perforare un finestrino, soprattutto se usavano proiettili da guerra con anima in acciaio.

Se invece il calibro fosse 7,65 mm Browning (.32 ACP), è improbabile che l'arma fosse un fucile, perché questo calibro era usato solo in pistole (come la Browning FN 1910 o la Walther PP) e mitragliette compatte.

Se il tiro è avvenuto da una discreta distanza e ha prodotto fori netti, il sospetto su un fucile d’epoca è plausibile, soprattutto se era una di quelle armi ancora circolanti negli anni '70.

Hai detto:

I Montoneros potevano usare un fucile Mauser?

ChatGPT ha detto:

Sì, i Montoneros avrebbero potuto usare un fucile Mauser, in particolare uno in calibro 7,65×53 mm, dato che questo tipo di arma era ancora diffuso in Argentina negli anni '70.

Perché un Mauser?

Ampia disponibilità – L'Argentina aveva adottato diversi modelli di Mauser 7,65×53 mm, tra cui il Mauser Modelo 1909, che era stato lo standard dell'esercito. Negli anni '70, molti di questi fucili erano ancora reperibili nei depositi militari o nel mercato nero.

Uso da parte di gruppi armati – Sebbene i Montoneros preferissero armi più compatte (pistole, mitra come l’Halcon M-1943 o l'FAL sottratto all'esercito), potevano usare un Mauser per azioni specifiche, come attacchi mirati o imboscate.

Potenza e precisione – Il 7,65×53 mm è un calibro da fucile con buona capacità perforante, in grado di colpire bersagli a 100-300 metri con buona precisione.

Se il contesto è un attacco a distanza da un edificio, un Mauser con ottica poteva essere una scelta plausibile, anche se non la più comune.

Hai detto:

Che rapporti c'erano nel 1978 tra i Montoneros e le Brigate Rosse?

ChatGPT ha detto:

Nel 1978, i Montoneros argentini e le Brigate Rosse italiane avevano rapporti basati principalmente su un comune retroterra ideologico e su legami all’interno del movimento rivoluzionario internazionale, ma non risulta una cooperazione operativa diretta.

1. Contatti e formazione comune

Entrambe le organizzazioni erano parte della galassia della sinistra rivoluzionaria e avevano punti di riferimento comuni, come Cuba e la formazione militare in Medio Oriente (soprattutto in Libano, presso gruppi palestinesi).

Nei primi anni ‘70, alcuni militanti Montoneros avrebbero avuto contatti con gruppi della sinistra extraparlamentare europea, tra cui anche ambienti vicini alle BR.

2. L’asse Cuba-Algeri-Beirut

Cuba aveva sostenuto indirettamente vari movimenti rivoluzionari, inclusi i Montoneros, e forniva addestramento anche a militanti europei (compresi alcuni italiani).

Algeri era un centro di riferimento per i guerriglieri latinoamericani e africani.

Beirut, tramite l’OLP e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), era un punto di addestramento per gruppi armati di tutto il mondo, comprese alcune fazioni della sinistra italiana.

3. Differenze strategiche

I Montoneros nascono come un movimento guerrigliero peronista, quindi con una base ideologica diversa dal marxismo delle BR.

Le Brigate Rosse erano invece legate a un marxismo-leninismo più rigido e non riconoscevano il peronismo come un movimento rivoluzionario.

4. Scambi logistici?

Non ci sono prove concrete di un coordinamento operativo diretto, ma alcune fonti ipotizzano che ci potessero essere stati scambi di informazioni, fornitura di documenti falsi o traffico di armi attraverso i canali internazionali comuni.

Conclusione

Nel 1978, i Montoneros erano ormai in forte declino dopo il colpo di stato del 1976 in Argentina, mentre le BR erano al massimo della loro attività con il rapimento di Aldo Moro. Se contatti ci furono, erano probabilmente a livello di reti internazionali comuni, più che di collaborazione diretta su azioni specifiche.

Hai detto:

Non si parlò anche dei Montoneros come complici della strage di via Fani?

ChatGPT ha detto:

Sì, nel contesto del rapimento di Aldo Moro e della strage di via Fani del 16 marzo 1978, sono emerse ipotesi riguardanti un possibile coinvolgimento dei Montoneros, il gruppo guerrigliero argentino. Tuttavia, queste teorie non hanno trovato conferme definitive.

Origine delle ipotesi

Somiglianze operative: Alcuni analisti notarono similitudini tra le tattiche utilizzate dalle Brigate Rosse in via Fani e quelle impiegate dai Montoneros in Argentina, suggerendo una possibile condivisione di strategie o addestramento.

Contatti internazionali: Negli anni '70, vari gruppi rivoluzionari mantenevano rapporti attraverso reti internazionali, partecipando a sessioni di addestramento comuni, specialmente in Medio Oriente. Questo ha alimentato speculazioni su possibili collaborazioni.

Indagini e conclusioni

Le indagini ufficiali non hanno trovato prove concrete di un coinvolgimento diretto dei Montoneros nella strage di via Fani. Le somiglianze operative sono state attribuite a una convergenza di tattiche tra gruppi con ideologie simili, piuttosto che a una collaborazione diretta. Pertanto, l'ipotesi di un coinvolgimento dei Montoneros rimane priva di riscontri concreti.

Hai detto:

Può essere un'ipotesi plausibile che la manomissione di alcune prove possa essere stata compiuta dagli inquirenti italiani per nascondere la natura comunista della strage, visto che varie fonti come la Stasi cercavano di incastrare gli Stati Uniti?

ChatGPT ha detto:

Sì, è un’ipotesi teoricamente plausibile. Se gli inquirenti italiani avessero manipolato o occultato prove sulla strage di via Fani per nascondere una sua possibile natura comunista, i motivi potrebbero essere molteplici e legati al contesto politico dell’epoca.

1. Contesto politico: il ruolo del PCI e il compromesso storico

Nel 1978, il PCI era coinvolto nel compromesso storico con la Democrazia Cristiana, un’alleanza politica volta a garantire la stabilità del Paese e ad allontanare il pericolo di una deriva autoritaria o di un colpo di stato.

Se fosse emerso che la strage di via Fani fosse stata parte di un'operazione terroristica di matrice comunista internazionale, il PCI avrebbe potuto subire un contraccolpo politico devastante.

La DC e gli ambienti filo-atlantici temevano sia un’ascesa del PCI che un suo possibile avvicinamento all’URSS. Una rivelazione del genere avrebbe incrinato il compromesso storico e potenzialmente favorito reazioni più autoritarie (colpo di stato o repressione).

2. Le operazioni della Stasi e il tentativo di incastrare gli USA

Sappiamo che la Stasi, i servizi segreti della Germania Est, aveva sostenuto la propaganda che attribuiva la strage di via Fani alla CIA o ad apparati occidentali, cercando di scaricare la colpa sugli Stati Uniti per alimentare il sospetto di una “strategia della tensione” diretta da Washington.

Se inquirenti italiani filo-atlantici avessero avuto prove di un coinvolgimento comunista nella strage, avrebbero potuto decidere di insabbiare certe informazioni per evitare che la Stasi e l’URSS le strumentalizzassero.

Gli USA e la NATO non volevano che emergessero prove di un coordinamento tra BR e servizi del blocco sovietico, perché questo avrebbe potuto giustificare un'escalation militare o un maggiore intervento sovietico in Europa.

3. L’ipotesi di una manipolazione delle prove

Se gli inquirenti italiani avessero manipolato prove, avrebbero potuto farlo in due modi:

1) Cancellazione di prove sul coinvolgimento comunista internazionale

Se fosse emersa la presenza dei Montoneros o di altri gruppi latinoamericani vicini a Cuba e all'URSS, l’Italia avrebbe avuto forti ripercussioni politiche con il blocco orientale e con il PCI.

Un’eventuale infiltrazione della Stasi o del KGB nelle BR avrebbe reso la situazione ancora più esplosiva.

2) Costruzione della pista della "strategia della tensione"

Alcuni settori dell'intelligence italiana, vicini agli USA, potrebbero aver favorito teorie che escludessero un ruolo comunista e puntassero invece a ipotesi di manipolazione da parte di apparati deviati occidentali.

Questo avrebbe indebolito la narrativa della sinistra radicale, proteggendo al tempo stesso il PCI e il quadro politico dell'epoca.

4. Conclusione

L’idea che alcune prove siano state manipolate dagli inquirenti italiani per nascondere un coinvolgimento comunista nella strage di via Fani non è priva di logica. Se fosse vero, sarebbe stato un modo per proteggere la stabilità politica del Paese, evitare reazioni filo-atlantiche troppo forti e impedire alla propaganda sovietica di sfruttare la situazione.

Tuttavia, resta un’ipotesi e servirebbero documenti concreti per confermarla.

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