venerdì 21 marzo 2025

Un parastato italo-libico contro Moro

 


L'esibizione di Paolo Cucchiarelli sul caso Moro intitolata: le evidenze invisibili, merita alcune riflessioni sui contenuti della parte iniziale. Propone alcuni elementi inediti sulla strage di via Fani che si integrano perfettamente nella mia ricostruzione più recente, quindi lo ringrazio e del resto lo cito anche nei miei testi in bibliografia. 

Parlai con lui direttamente, via email, alcuni anni fa e non mi fece per niente una buona impressione. Gli chiedevo se poteva ottenere con le sue conoscenze il dossier su Mario Moretti in Ungheria. Lui si meravigliò che non fosse uscito in Italia (e no, a tutt'oggi non mi risulta), ma si comportò con supponenza, trattandomi da suo piccolo fan, e non come collega di lavoro. Mi voleva inviare un suo libro. Bene - dissi - però gradirei il pdf originale, visto che anch'io gli stavo inviando il mio manoscritto in questo stesso modo. Si arrabbiò. Forse fui troppo brutale, a volte mi capita, ma ho i miei validi motivi. Gli contestai che non possiamo definirci tutti uguali di fronte alla legge, poiché lui usufruisce di un'intera redazione che lo supporta, come scrive nei ringraziamenti dei libri, mentre il sottoscritto, pur svolgendo un altrettanto onesto e proficuo lavoro, deve sobbarcarsi tutto sulle proprie spalle, senza la gratificazione di un invito a qualche conferenza (e la ragione per cui mi appunto tutto sul web è per non perdere memoria di ciò che ho letto. Tu pensa che roba). Mi sbatté la porta in faccia dicendo: "Non parlo con certa gente". A quale gente si riferiva? Brigate Rosse? Camorra? Forse perché c'è un mio omonimo napoletano che entra ed esce dalle patrie galere? Cucchiarelli faccia qualche ricerca approfondita sul web. Poi mi porga pure le sue scuse.

Ma veniamo a via Fani che è meglio. Molto interessante lo spunto sul killer che agisce "da destra", colui che spara uno a uno i suoi colpi mortali e si sovrappone alle raffiche degli "avieri" del bar Olivetti. Eccolo il cecchino. Peccato che a Cucchiarelli sfugga il problema del fuoco amico. Uno sparatore da destra, con dei "compagni" già attivi sulla sinistra, dovrebbe agire o alla fine dell'azione, come avevo ipotizzato, oppure dall'alto. Perché gli sfugge? Non è così difficile. Nel video, perlomeno, non approfondisce. Lo affermo con un certo fastidio perché il sottoscritto arriva sul caso Moro tra i 40 e i 50 anni dopo il fatto. Chi ci ha lavorato prima dormiva?

Ma nella sua ricostruzione perfetta mancano tante altre cose. Ad esempio afferma che, in concomitanza con l'azione di via Fani, atterrò e ripartì da Roma un aereo dei servizi segreti libici con a bordo due persone. I nostri servizi se ho ben capito indagavano su questo strano movimento. Della spedizione libica faceva parte - pare - anche Carlos lo Sciacallo. Sarebbe persino stato identificato da un testimone. Il problema di Cucchiarelli non è questo. Anzi, ottima notizia la sua. Ma lui poi riesce, con un equilibrismo geopolitico sospetto, ad attribuire il delitto Moro agli americani, nonostante dovrebbe essergli chiaro da tempo il rapporto diretto tra Gheddafi e l'URSS, sia a livello di addestramento militare, sia per il rifornimento di armi che il Politburo garantiva al "colonnello". E Carlos lo Sciacallo non ne parliamo, in quanto compare con tutto il suo codazzo di scagnozzi nell'album del terrorismo del Kgb, che, fino a prova contraria, non può essere considerato un normale rapporto di intelligence dei russi. Anzi, dalla mia indagine emerge come l'almanacco degli agenti sovietici "installati" nel terrorismo.

In tutto il resoconto di Cucchiarelli manca il ruolo dei Paesi Socialisti. Come al solito, direi. Sento nominare il Kgb soltanto quando il Politburo servirebbe agli americani - a detta di un suo testimone - per giustificare l'eliminazione di Moro, malgrado i brigatisti nella loro infinita bontà avessero già deciso per la liberazione del Presidente. Tutta colpa della CIA.

Pare che la grande novità dei libri di Cucchiarelli consista nel Secret Team, quel gruppo di agenti doppi americani che si stava integrando nel terrorismo di Gheddafi. A loro attribuisce di tutto e di più, dal caso Moro, al caso Ustica, alla strage di Bologna. Si direbbe un potentissimo gruppo di Langley che avrebbe ricattato mezzo mondo. La realtà però è un'altra, perché lo stesso ex agente Harry Rositzke, nel 1983, aveva confidato in un suo libro che la CIA era nettamente in difficoltà rispetto al KGB, da cui casomai da quel momento avrebbe dovuto imparare ad agire, imitandone la scaltrezza e la capacità di infiltrazione. In effetti, a noi non risulta che Wilson fosse tutto questo fenomeno. Doveva ammazzare Gheddafi e non ci riuscì, costringendo probabilmente gli Stati Uniti ad arrestarlo dopo aver constatato che era stato mestamente "bruciato" insieme al suo team, tutt'altro che "secret". Un altro membro di questo gruppo sarebbe stato, ma questo lo sappiamo da altre fonti che citano gli strani viaggi degli aerei dei Servizi da e per la Libia, un certo Gino Liverani, un romagnolo trapiantato non si sa da chi e perché a Falconara Marittima, che fu capo insieme a Massimo Gidoni della colonna brigatista marchigiana. Ma anche a lui andarono tutte storte. Voleva inserirsi nelle indagini sulla bomba di Piazza Fontana e non gli credette nessuno. Provò con le Bierre e fece il bis. Il suo albergo Stramotel, base operativa dell'intera colonna (ma se vuoi nascondere qualcosa la metti tutta nello stesso posto???), fu sbaragliato dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa in un solo giorno. Il pentimento di Patrizio Peci fece il resto.

Ma allora di quali fenomeni stiamo parlando?

La capacità del giornalista di mescolare fatti accertati a sue libere ricostruzioni ormai mi è nota. E quindi lo imito nel proporre la mia idea su questo avvenimento. Se i documenti che Cucchiarelli ha potuto visionare sono autentici si può ipotizzare che in via Fani, il 16 marzo 1978, agisse un vasto apparato parastatale dei nostri Servizi, che da molti anni era sul libro-paga del colonnello Gheddafi. I russi sullo sfondo seguivano gli eventi.

Ma che non tutti in Italia fossero d'accordo su questo connubio molto pericoloso sarebbe testimoniato dalle indagini di intelligence, più volte aperte in quel periodo dai nostri agenti del Sid, tra cui citerei, oltre a quanto scoperto da Cucchiarelli, il famigerato dossier M.fo.biali e le registrazioni del capitano Labruna. Gheddafi negli anni Settanta/Ottanta entrò in contrasto con Stati Uniti e Francia, fino probabilmente a causare l'incidente di Ustica del 27 giugno 1980. La ragione per la quale tutto questo non viene svelato, in Italia, non la attribuirei tanto agli americani quanto al rapporto indecente che i nostri Servizi avevano attivato con Tripoli. Indegno ai nostri occhi, ma probabilmente utile e inconfessabile per qualcun altro. Sappiamo che ebbe strascichi successivi, con le esternazioni di Bettino Craxi durante il sequestro della nave Achille Lauro (fece scappare l'arabo assassino e dichiarò legittime le rappresaglie dei palestinesi) e con l'amicizia tra Gheddafi e Berlusconi, fino ai rapporti economici instaurati dall'ENI per il petrolio libico. 

Una storia infinita come il caso Moro.


Nessun commento:

Posta un commento